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Autore: IceJuliet    14/07/2011    3 recensioni
Nessun Shugo Chara. Nessun Uovo X. Niente Guardians o Easter. Soltanto l'amore di due ragazzi che sboccia dopo diverse disavventure.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Begins. '
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"Ami! Sono qui!" Gridò Amu all'uscita della Scuola Elementare. 

Le corse incontro una bambina di sei anni appena compiuti. 

"Shorellona!" (Non mi è venuto niente di meglio per far capire che è una bambina xD) Disse e le saltò in braccio, rischiando di fare cadere la ragazza dai capelli rosa.

"Ami! Tutto bene?" Rispose lei ridacchiando. La fece scendere e prese la sua cartella in una mano, l'altra era occupata da quella della bimba.

"Shi! Oggi ho conoshiuto Mishaki. E' con me in classhe!" Disse tutta soddisfatta.

"E Misaki è simpatica?"

"Molto simpatica!"

"Anche io ho conosciuto dei nuovi compagni" Sorrise la ragazza.

 

"Amu! Ami! Sono a casa!" Una voce che veniva dal salotto interruppe i pensieri di Amu che stava finendo i compiti.

Corse giù dalle scale a seguito della sorellina. 

"Papà! Sei tornato!" Disse la maggiore sorridendo.

"Ciao Papà!" La piccola gli saltò in braccio… doveva essere un'abitudine.

"Come è andata a scuola, Ami?" Chiese l'uomo.

"Benisshimo!" Rispose lei contenta e lo trascinò verso il tavolo dove c'era un ammasso di matite e fogli. Chiaramente stava facendo i compiti…

"Senti, papà. Mentre tu ascolti Ami, vado a finire un esercizio di algebra" Disse Amu salendo su per scale.

"Certo. Ah, Amu. Dopo ti devo parlare." Disse lui.

"Va bene." 

Era felice. Amu era felice di vedere suo padre sorridere dopo molto tempo. Non conosceva la donna che lo aveva reso così felice dopo la morte della mamma. E Amu era contenta.

Il telefono vibrò.

Ryan.

"Pronto?" Chiese lei titubante. Non voleva un'altra sclerata.

"Amu!" Disse lui arrabbiato. Come non detto.

"Ryan… senti, non ho per niente voglia di discutere con te. Oggi pomeriggio tornavo a casa con alcuni compagni di classe e ci siamo fermati a prendere un gelato. Eravamo in cinque!" Disse.

"Ok… ma ho bisogno di parlare faccia a faccia con te. Stasera posso venire a casa tua? Solo per poco. Dobbiamo chiarire alcune cose." 

"D'accordo" Acconsentì Amu. Ultimamente fra quei due non andava bene. Per niente.

"Ciao."

Amu rispose ad un telefono muto.

Una lacrima le scese sul volto. Sapeva cosa Ryan voleva dirle, ma sperava con tutto il cuore di non ascoltare quelle parole.

Corse giù dalle scale asciugandosi gli occhi.

"Pà, cosa volevi dirmi?" Chiese.

"Senti. Stasera viene Souko. Voglio fartela conoscere. Vengono anche i suoi figli. Quindi vestiti elegante!"

"Della serie giacca e cravatta?" Chiese lei.

"Si. Corri a prepararti."

Ed eccolo li il dilemma. Che diavolo si doveva mettere? Amu buttò nel letto tutti i suoi vestiti per cerimonia importante. Tutti.. insomma, alla fine erano solo un paio. 

"Bene: ora si che sono indecisa…" Sospirò la ragazza. 

Corse in bagno pronta per la decisione finale. 

Indossò un abitino nero con striature rosate e un paio di scarpe col tacco nere. Raccolse i lunghi capelli rosa in un piccolo chignon e lasciò che qualche ciuffo di capelli si allontanasse dal gruppo. Un velo di trucco, e Amu uscì fuori dalla stanza.

Scese in soggiorno aspettando Ami, che poco prima l'aveva implorata di farle le treccine.

"Shorellona! Fai piano. Diventerò pelata!" La sgridò la piccola, dopo l'ennesima tirata di capelli.

"Scusa…ma mi stai facendo sudare così tanto che non ho più acqua nel corpo. Vedi? Non riesco neanche a sputare" Disse ridacchiando Amu.

In quel momento il campanello suonò. La ragazza dai capelli rosa si alzò mentre il padre andava ad aprire. Bourbon. Ecco cosa le serviva. Il caro e vecchio Bourbon. Aprì la credenza e sotto gli occhi divertiti della sorellina ne prese fuori una bottiglia e si versò da bere.

"Ciao Souko" Disse il padre dando un bacio sulla guancia alla biondissima donna davanti a lui. 

"Ciao! Conosci i miei figli Utau e Ikuto, vero?" 

Amu si voltò di scatto trovandosi davanti la visione più bella che avesse mai visto. Ikuto in giacca e cravatta era davanti a lei, ma non l'aveva ancora vista. Non riuscì a riprendersi e sputò il Bourbon mancando di poco la sorellina, facendo si che tutti la notassero.

"Alla fine l'ho sputato…" Disse rivolta alla sorella. Ami rise a crepapelle. "Sembra una di quelle scene che ci sono nei film americani… si, imbarazzante!" Pensò Amu.(Tratto da una storia vera*)

Quella sarebbe stata una serata davvero lunga. 

Ikuto la guardava divertito "Ecco, questa di certo non me l'aspettavo assolutamente!" Disse lui ridacchiando. Utau invece la guardava con odio. "Perché lei è qui?!" Pensò la bionda.

"Ikuto! Non è carino da parte tua ridere delle mie figuracce" Disse Amu ridendo. 

"Amu, mi sa che ci faremo l'abitudine.. " continuò. 

I genitori li guardavano perplessi. 

"Vi conoscete?" Chiese Souko a suo figlio.

Amu si avvicinò alla donna e le porse la mano.

"Buonasera. Io sono Amu, la figlia di Tsumugu e la compagna di banco di Ikuto!" Disse rivolgendole un caloroso sorriso.

"Piacere Amu. Che coincidenza!" 

"Già…" Disse Utau.

"Felice di rivederti, Utau…" Disse Amu sorridendo. "Non la sopporto, ma meglio essere gentili. Questa situazione ha cambiato tutto…"

Ami tirò la gonna di Amu che si girò a guardarla. Era rossissima in viso e tremava.

"Lei è la mia sorellina Ami. E' un po timida…" Detto questo le diede la mano e la spostò davanti a se. 

 

Drìn. (si, sarebbe il campanello…)

"No… no… no…" Pensava Amu. La cena si era appena conclusa e in salotto tutti si stavano godendo la serata.

Tsumugu fece per andare ad aprire la porta, ma fu interrotto dalla figlia.

"Papà, vado io. Probabilmente è Ryan…" Disse sospirando. Non accennava a volersi alzare.

Souko la guardò sorridendo.

"Il tuo ragazzo…?" Disse. Ma non sembrava propriamente una domanda.

"Si. E mi sa che è venuto a rompere con me…" Concluse la bella ragazza dai capelli rosa in un soffio. Un fremito percorse la schiena di Ikuto che senza pensarci due volte si alzò eseguì la ragazza diretta alla porta.

"E tu?" Chiese lei sorridendogli.

"Pensavo avessi bisogno d'aiuto nel caso di una scenata. Tranquilla, mi metto dietro la porta!" Disse ricambiando il sorriso, e sotto lo sguardo divertito della ragazza si volatilizzò dietro la porta.

Amu aprì la porta trovandosi davanti il bel biondino dagli occhi azzurri di cui si era innamorata l'anno prima.

"Ciao Ryan." Disse in un sussurro. 

Lui la guardò. 

"Niente bacio?" Le chiese con un mezzo sorriso.

"Spara. Evita. Sorvola." Disse Amu. "Cosa vuoi chiarire?" Lo disse in modo freddo. Ormai lo sapeva bene. Quella serata avrebbe cambiato tutto.

"Amu. Io ti amo davvero." Provò ad iniziare lui.

"Non dire cavolate, Ryan. Smettiamola una buona volta di fingere. Tutti e due." disse lei. Ikuto trattenne il respiro da dietro la porta. 

"Ormai la nostra relazione non ha più senso. Tu abiti dall'altra parte della città e fra poco tornerai in America. Io resterò qui. E poi sappiamo bene le voci che girano. E sappiamo anche quanto queste fossero vere." Disse lei. Una lacrima scese da suo volto. Ebbene si. Ryan l'aveva tradita qualche mese prima. Con la sua migliore amica. Avevano deciso di andare avanti come se non fosse successo. Lei lo aveva perdonato, ma non aveva dimenticato.

"Quindi è finita?" Chiese lui.

"Tu che ne pensi?" 

"Non si risponde ad una domanda con un'altra." Disse lui, sorridendole.

"Vattene da qui." Disse lei in un sussurro. Ryan non si aspettava una reazione del genere, poco ma sicuro. Reagì male.

"Ora mi cacci anche?"

"Si. Tu mi hai tradita Ryan. Io non posso più andare avanti così, fingendo che non sia successo niente" Ikuto tremò dalla rabbia. Provava disgusto verso quel ragazzo.

"Ma…" provò a dire lui, ma la rabbia prese il posto. "E così tu lasci me?!"

"Si. Sai, la ragazza che conoscevi non c'è più.Va via." Urlò Amu.

Lui scoppiò in una risata sonora. "Basta, ora ne ho abbastanza." Pensò Ikuto. Uscì dal nascondiglio e si mise dietro ad Amu appoggiando le mani sulle sue spalle.

"E tu, sei?" Chiese Ryan.

"Non l'hai sentita, forse. Vai via." Disse soffiando. Lo guardò con un odio che neanche sapeva di possedere. 

"Oh, ho capito chi sei." E scoppiò in una risata sonora. "Scommetto che ti diverti, vero? Piccola vendetta insomma. Io ho tradito te, tu tradisci me" Disse, rivolto verso la ragazza. Intanto tutta e due le famiglie che erano in casa uscirono in giardino,attirate dall'urlo della ragazza, osservando la scena. Tsumugu stava per intervenire ma fu fermato da Souko "Se la cavano da soli." Disse, rivolta al futuro marito. 

"Non ti ho mai tradito. Ti amavo. E tu sei andato a letto con quella…" Le parole si soffocarono in gola. Akira. La sua migliore amica. Dio, le aveva mentito spudoratamente per tutto il tempo.

"Si, certo. Vuoi dirmi che non te la sei spassata con quello lì, vero?" Dopo aver indicato con un cenno del mento Ikuto, Ryan voltò le spalle e si diresse verso il cancello. " Ah, mi sono dimenticato di dirti. La tua cara amica Yuuki è incinta. Non ci fai gli auguri?" Le chiese girandosi. 

"Wow… anche Yuuki…" Disse lei sospirando. Anche Yuuki. "Probabilmente non ero abbastanza per te." Disse.

"Tu non sei molto divertente, Amu. Mentre loro…"

Amu non poteva sopportare oltre. Corse verso Ryan staccandosi dalla presa di Ikuto. " Felicitazioni. Auguri e figli maschi. Ah sai, sei davvero un bugiardo, egoista, stronzo manipolatore. Vattene immediatamente da questa città, o ti darò la caccia e ti ucciderò con queste mani" E detto questo diede uno schiaffo al suo nuovo ex-ragazzo.

"Brutta…" 

Ikuto si avvicinò velocemente e prendendo Amu per un braccio la trascinò dietro di se. "Vai in casa." Le disse. Lei annui, correndo verso il padre preoccupato.

"E tu, che vorresti fare?" Chiese Ryan all'altro ragazzo.

"Sai cosa mi piace dei bastardi come te?" Chiese Ikuto. Immediatamente un pugno colpì il volto di Ryan sotto lo sguardo stupito dei presenti. "Niente." 

 


Insecure
In her skin
Like a puppet, a girl on a string

Broke away
Learned to fly
If you want her back gotta let her shine

So it looks like the joke’s on you
‘Cause the girl that you thought you knew

She’s so gone
That’s so over now
She’s so gone
You won’t find her around
You can look but you won’t see
The girl I used to be
‘Cause she’s
She’s so gone

Here I am
This is me
And I’m stronger than you ever thought I’d be

Are you shocked?
Are you mad?
That you’re missing out on who I really am

Now it looks like the joke’s on you
‘Cause the girl that you thought you knew

She’s so gone
That’s so over now
She’s so gone
You won’t find her around
You can look but you won’t see
The girl I used to be
‘Cause she’s
She’s so gone away
Like history
She’s so gone
Baby, this is me, yeah

She’s so gone
That’s so over now
She’s so gone
You won’t find her around
You can look but you won’t see
The girl I used to be
‘Cause she’s
She’s so gone
(That’s so over now)
She’s so gone
(You won’t find her around)

You can look but you won’t see
The girl I used to be
‘Cause she’s
She’s so gone

So alone
She’s so gone
Gone, gone, gone

Naomi Scott- She's so gone

 


*Ebbene si...per chi lo volesse sapere la storia è questa: 
centro comerciale, con una mia carissima amica (sono stata OBBLIGATA a scriverlo... nda. Ammetti che mi vuoi bene *.* nd.Fcattola... PS-L'ha voluto lei quel nome o.o nda.). Usciamo sotto il sole rovente di metà Luglio (almeno credo fosse Luglio.... nda.). Prendo la bottiglietta d'acqua, comprata poco prima e quasi finita... Guardo Ficattola (Che cavolo di nome è? nda. Fatti gli affaracci tuoi! nd.Fi) e le sorrido:"Aspetta: voglio fare come in quei film Americani." Mi guarda sconvolta, mentre sputo l'acqua a mo' di fontanella. E questo non basta: ben tre volte per farne venire una decente...
E, OVVIAMENTE, Ficattola trova un modo per divertirsi: giocoliere con UNA bottiglia... che ogni 10 secondi, ripetutamente, si trova per terra. E, si. Ebbene, cara la mia Fi ti ho reso famosa. Eh, evvai! No.

Questa è la cosa più demenziale che io abbia mai scritto.
  
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