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Autore: Anna Veronica    15/07/2011    1 recensioni
Questa Fan Fiction è il mio primo esperimento, cioè prima di pensare ad un finale o sviluppo alternativo di Utena la mia mente aveva fantasticato su molte altre serie ma questa mi ha preso in una tale maniera che non ho potuto non metterla per iscritto.
Questa FF può essere considerata sia una OOC che una AU, tratta del rapporto tra Wakaba e Saionij. I personaggi sono stati completamente stravolti sia per quanto riguarda l'anime che il manga, la scuola potrebbe apparire simila ma viene privata di tutte le "stanezze" che la Saito ci aveva abituato. Utena è insieme a Touga ma per sapere come si svilupperà la loro storia dovrete attendere un'altra FF...
Buona lettura e siate clementi con i commenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Certo che è proprio un bel ragazzo... Fu il pensiero che attraversò la mente della madre di Wakaba appena vide Saionij. Ora che però li vedeva uno di fronte all'altro aveva capito che c'era stato qualcosa tra quel ragazzo bellissimo a la sua adorata figlia, quindi trovò la più banale delle scuse per dileguarsi e lasciarli soli.

Wakaba non sapeva cosa pensare, un lato di lei avrebbe voluto correre tra le braccia del ragazzo e sentirsi stretta tra esse, un'altra però si sentiva umiliata e usata dal suo comportamento così strano, ma che soprattutto aveva dato l'idea di non tenere minimamente in considerazione i suoi sentimenti.

Ad un tratto Saionij dissi: - Forza andiamo!- e la prese per mano, ma subito Wakaba respinse quel tentativo di intimità con un gesto brusco di stizza, allora il ragazzo la guardò deluso, uscì dalla casa e aprì la portiera della macchina per farla salire.

Lei era ancora sulla soglia dell'entrata della sua casa quando lui le fece platealmente segno di seguirla nell'automobile, il viso delle ragazza divenne ancora più imbronciato ma decise per il momento di assecondarlo. Saionij guidò a lungo, la tensione era palpabile, nessuno dei due proferiva alcuna parola, poi si fermò vicino al parco dove pochi giorni prima aveva parlato con Touga. Scese dalla macchina e si diresse verso il laghetto che era all'interno dei giardinetti, Wakaba lo seguiva a qualche passo di distanza, così visto da dietro sembrava la stessa immagine che aveva visto la sera in cui le aveva chiesto di uscire.

Si fermarono entrambi su di una panchina all'ombra, la prima ad interrompere quell'imbarazzante silenzio fu proprio Wakaba: - Allora, come mai sei venuto qui?- allora lui volse lo sguardo verso di lei, i suoi occhi erano pieni di amarezza e di rimpianto, quasi in un sibilo disse: - Non è ovvio?-

La ragazza non ci vide più e con tono alterato disse: - No, non lo è! Lo sarebbe se invece ti scomparire per tre mesi avessi telefonato, lo sarebbe se invece di portarmi a letto e poi nemmeno rivolgermi la parola mi avessi fatto capire che quella sera per te non era uno sbaglio... Ma la cosa che conta di più è che lo sarebbe se tu fossi qui veramente per me e non per toglierti un peso dalla coscienza.- Quando finì, Saionij capì che era quello che amava di più in Wakaba, quel suo essere spiritosa e dall'apparenza indifesa, ma che poi si tramutava in una tigre ogni qualvolta venisse attaccata. Sapeva che non sarebbe bastato un semplice "scusa" per farla tornare da lui, anche se vedeva chiaramente che mentre lei era lì davanti a lui con fare belliccoso dentro di lei era in atto una vera e propria guerra.

- Dopo il diploma andrò a studiare in California.- disse tutto d'un fiato Saionij. - Ero confuso, e pensavo che l'unico modo fosse allontanare tutto e tutti da me, in modo che quando me ne sarei andato non avrei dovuto soffrire per le persone che avrei perso.-

Ma quelle parole ebbero l'effetto contrario sulla ragazza che sempre più alterata disse: - Perso? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non importa quanto distante possano essere, ma le persone che amiamo rimangono sempre con noi... (dicendo questo le lacrime cominciarono a sgorgarle dagli occhi)... il solo fatto di sapere che saranno sempre lì ad aspettarci dovrebbe essere uno sprone non indifferente... Come fai a non capirlo proprio tu che... - non riuscì a finire la frase, i suoi occhi ormai tutti arrossati si incrociarono con quelli del ragazzo.

Saionij la guardò ancora una volta, nonostante la maglia troppo larga per lei, i pantaloni sformati e i capelli tutti spettinati, era meravigliosa comunque e a renderla ancora più bella c'era quella disperazione nei suoi occhi, che sapeva provava solo per lui... Si odiava quando la faceva piangere, in quel momento era spinto da un'irrefrenabile desiderio di stringerla a se, ma non avrebbe cambiato la situazione. Il ragazzo non era dubbioso dell'amore che li univa, ma rimanere distante da lei gli sembrava impossibile, come avrebbe retto? L'università avrebbe tolto sempre più tempo a loro due, fino a quando non sarebbero stati costretti a lasciarsi, lui questo non lo volevo e allora aveva deciso di giocare d'anticipo, fermando la loro relazione prima di... Prima di cosa, ormai era troppo tardi... Finalmente tutto fu chiaro, amava troppo Wakaba per pretendere, soprattutto con se stesso, che vestire i panni dell'insensibile menefreghista lo avrebbe fatto ricominciare da capo come se niente fosse successo.

Si lasciò andare al desiderio e prese d'impeto il polso della ragazza, la quale cominciò a ribellarsi, ma le braccia del ragazzo erano troppo forti e senza nemmeno accorgersene era già stretta a lui; quando sentì le sue labbra posarsi sulla sua fronte come per rassicurarla scoppiò a piangere con dei sonori singhiozzi... Era la prima volta che si faceva consolare da lui.

 

Certo che è proprio un bel ragazzo... Fu il pensiero che attraversò la mente della madre di Wakaba appena vide Saionij. Ora che però li vedeva uno di fronte all'altro aveva capito che c'era stato qualcosa tra quel ragazzo bellissimo a la sua adorata figlia, quindi trovò la più banale delle scuse per dileguarsi e lasciarli soli.

Wakaba non sapeva cosa pensare, un lato di lei avrebbe voluto correre tra le braccia del ragazzo e sentirsi stretta tra esse, un'altra però si sentiva umiliata e usata dal suo comportamento così strano, ma che soprattutto aveva dato l'idea di non tenere minimamente in considerazione i suoi sentimenti.

Ad un tratto Saionij dissi: - Forza andiamo!- e la prese per mano, ma subito Wakaba respinse quel tentativo di intimità con un gesto brusco di stizza, allora il ragazzo la guardò deluso, uscì dalla casa e aprì la portiera della macchina per farla salire.

Lei era ancora sulla soglia dell'entrata della sua casa quando lui le fece platealmente segno di seguirla nell'automobile, il viso delle ragazza divenne ancora più imbronciato ma decise per il momento di assecondarlo. Saionij guidò a lungo, la tensione era palpabile, nessuno dei due proferiva alcuna parola, poi si fermò vicino al parco dove pochi giorni prima aveva parlato con Touga. Scese dalla macchina e si diresse verso il laghetto che era all'interno dei giardinetti, Wakaba lo seguiva a qualche passo di distanza, così visto da dietro sembrava la stessa immagine che aveva visto la sera in cui le aveva chiesto di uscire.

Si fermarono entrambi su di una panchina all'ombra, la prima ad interrompere quell'imbarazzante silenzio fu proprio Wakaba: - Allora, come mai sei venuto qui?- allora lui volse lo sguardo verso di lei, i suoi occhi erano pieni di amarezza e di rimpianto, quasi in un sibilo disse: - Non è ovvio?-

La ragazza non ci vide più e con tono alterato disse: - No, non lo è! Lo sarebbe se invece ti scoparire per tre mesi avresti telefonato, lo sarebbe se invece di portarmi a letto e poi nemmeno rivolgermi la parola mi avresti fatto capire che quella sera per te non era uno sbaglio... Ma la cosa che conta di più è che lo sarebbe se tu fossi qui veramente per me e non per toglierti un peso dalla coscienza.- Quando finì, Saionij capì che era quello che amava di più in Wakaba, quel suo essere spiritosa e dall'apparenza indifesa, ma che poi si tramutava in una tigre ogni qualvolta venisse attaccata. Sapeva che non sarebbe bastato un semplice "scusa" per farla tornare da lui, anche se vedeva chiaramente che mentre lei era lì davanti a lui con fare belliccoso dentro di lei era in atto una vera e propria guerra.

- Dopo il diploma andrò a studiare in California.- disse tutto d'un fiato Saionij. - Ero confuso, e pensavo che l'unico modo fosse allontanare tutto e tutti da me, in modo che quando me ne sarei andato non avrei dovuto soffrire per le persone che avrei perso.-

Ma quelle parole ebbero l'effetto contrario sulla ragazza che sempre più alterata disse: - Perso? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non importa quanto distante possano essere, ma le persone che amiamo rimangono sempre con noi... (dicendo questo le lacrime cominciarono a sgorgarle dagli occhi)... il solo fatto di sapere che saranno sempre lì ad aspettarci dovrebbe essere uno sprone non indifferente... Come fai a non capirlo proprio tu che... - non riuscì a finire la frase, i suoi occhi ormai tutti arrossati si incrociarono con quelli del ragazzo.

Saionij la guardò ancora una volta, nonostante la maglia troppo larga per lei, i pantaloni sformati e i capelli tutti spettinati, era meravigliosa comunque e a renderla ancora più bella c'era quella disperazione nei suoi occhi, che sapeva provava solo per lui... Si odiava quando la faceva piangere, in quel momento era spinto da un'irrefrenabile desiderio di stringerla a se, ma non avrebbe cambiato la situazione. Il ragazzo non era dubbioso dell'amore che li univa, ma rimanere distante da lei gli sembrava impossibile, come avrebbe retto? L'università avrebbe tolto sempre più tempo a loro due, fino a quando non sarebbero stati costretti a lasciarsi, lui questo non lo volevo e allora aveva deciso di giocare d'anticipo, fermando la loro relazione prima di... Prima di cosa, ormai era troppo tardi... Finalmente tutto fu chiaro, amava troppo Wakaba per pretendere, soprattutto con se stesso, che vestire i panni dell'insensibile menefreghista lo avrebbe fatto ricominciare da capo come se niente fosse successo.

Si lasciò andare al desiderio e prese d'impeto il polso della ragazza, la quale cominciò a ribellarsi, ma le braccia del ragazzo erano troppo forti e senza nemmeno accorgersene era già stretta a lui; quando sentì le sue labbra posarsi sulla sua fronte come per rassicurarla scoppiò a piangere con dei sonori singhiozzi... Era la prima volta che si faceva consolare da lui.

 

  

Certo che è proprio un bel ragazzo... Fu il pensiero che attraversò la mente della madre di Wakaba appena vide Saionij. Ora che però li vedeva uno di fronte all'altro aveva capito che c'era stato qualcosa tra quel ragazzo bellissimo a la sua adorata figlia, quindi trovò la più banale delle scuse per dileguarsi e lasciarli soli.
Wakaba non sapeva cosa pensare, un lato di lei avrebbe voluto correre tra le braccia del ragazzo e sentirsi stretta tra esse, un'altra però si sentiva umiliata e usata dal suo comportamento così strano, ma che soprattutto aveva dato l'idea di non tenere minimamente in considerazione i suoi sentimenti.
Ad un tratto Saionij dissi: - Forza andiamo!- e la prese per mano, ma subito Wakaba respinse quel tentativo di intimità con un gesto brusco di stizza, allora il ragazzo la guardò deluso, uscì dalla casa e aprì la portiera della macchina per farla salire.
Lei era ancora sulla soglia dell'entrata della sua casa quando lui le fece platealmente segno di seguirla nell'automobile, il viso delle ragazza divenne ancora più imbronciato ma decise per il momento di assecondarlo. Saionij guidò a lungo, la tensione era palpabile, nessuno dei due proferiva alcuna parola, poi si fermò vicino al parco dove pochi giorni prima aveva parlato con Touga. Scese dalla macchina e si diresse verso il laghetto che era all'interno dei giardinetti, Wakaba lo seguiva a qualche passo di distanza, così visto da dietro sembrava la stessa immagine che aveva visto la sera in cui le aveva chiesto di uscire.
Si fermarono entrambi su di una panchina all'ombra, la prima ad interrompere quell'imbarazzante silenzio fu proprio Wakaba: - Allora, come mai sei venuto qui?- allora lui volse lo sguardo verso di lei, i suoi occhi erano pieni di amarezza e di rimpianto, quasi in un sibilo disse: - Non è ovvio?-
La ragazza non ci vide più e con tono alterato disse: - No, non lo è! Lo sarebbe se invece ti scoparire per tre mesi avresti telefonato, lo sarebbe se invece di portarmi a letto e poi nemmeno rivolgermi la parola mi avresti fatto capire che quella sera per te non era uno sbaglio... Ma la cosa che conta di più è che lo sarebbe se tu fossi qui veramente per me e non per toglierti un peso dalla coscienza.- Quando finì, Saionij capì che era quello che amava di più in Wakaba, quel suo essere spiritosa e dall'apparenza indifesa, ma che poi si tramutava in una tigre ogni qualvolta venisse attaccata. Sapeva che non sarebbe bastato un semplice "scusa" per farla tornare da lui, anche se vedeva chiaramente che mentre lei era lì davanti a lui con fare belliccoso dentro di lei era in atto una vera e propria guerra.
- Dopo il diploma andrò a studiare in California.- disse tutto d'un fiato Saionij. - Ero confuso, e pensavo che l'unico modo fosse allontanare tutto e tutti da me, in modo che quando me ne sarei andato non avrei dovuto soffrire per le persone che avrei perso.-
Ma quelle parole ebbero l'effetto contrario sulla ragazza che sempre più alterata disse: - Perso? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Non importa quanto distante possano essere, ma le persone che amiamo rimangono sempre con noi... (dicendo questo le lacrime cominciarono a sgorgarle dagli occhi)... il solo fatto di sapere che saranno sempre lì ad aspettarci dovrebbe essere uno sprone non indifferente... Come fai a non capirlo proprio tu che... - non riuscì a finire la frase, i suoi occhi ormai tutti arrossati si incrociarono con quelli del ragazzo.
Saionij la guardò ancora una volta, nonostante la maglia troppo larga per lei, i pantaloni sformati e i capelli tutti spettinati, era meravigliosa comunque e a renderla ancora più bella c'era quella disperazione nei suoi occhi, che sapeva provava solo per lui... Si odiava quando la faceva piangere, in quel momento era spinto da un'irrefrenabile desiderio di stringerla a se, ma non avrebbe cambiato la situazione. Il ragazzo non era dubbioso dell'amore che li univa, ma rimanere distante da lei gli sembrava impossibile, come avrebbe retto? L'università avrebbe tolto sempre più tempo a loro due, fino a quando non sarebbero stati costretti a lasciarsi, lui questo non lo volevo e allora aveva deciso di giocare d'anticipo, fermando la loro relazione prima di... Prima di cosa, ormai era troppo tardi... Finalmente tutto fu chiaro, amava troppo Wakaba per pretendere, soprattutto con se stesso, che vestire i panni dell'insensibile menefreghista lo avrebbe fatto ricominciare da capo come se niente fosse successo.
Si lasciò andare al desiderio e prese d'impeto il polso della ragazza, la quale cominciò a ribellarsi, ma le braccia del ragazzo erano troppo forti e senza nemmeno accorgersene era già stretta a lui; quando sentì le sue labbra posarsi sulla sua fronte come per rassicurarla scoppiò a piangere con dei sonori singhiozzi... Era la prima volta che si faceva consolare da lui.

  
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