~ Di Palestre e Brioche ~
Wow. Però, che potenza. Magari potrei imparare a farlo anche io, qualche giorno …
Eccomi di nuovo qui, ammaccata ma ancora viva. Aver passato tutto quel tempo in una buia, sperduta, puzzolente grotta a chissà-quanti-cappero-di-metri sotto terra in compagnia, per giunta, di esseri a forma di vomito mi aveva, devo dirlo, decisamente provato. Ma Daisuke a quanto pareva era carico ed impassibile come sempre, tanto che il giorno dopo la 'nostra avventura' era voluto subito andare alla palestra, battere il capominestra ed andarsene da quella città.
In effetti, ne avevo abbastanza anche io. Ma ciò non giustificava quello che in quel momento stavo vedendo: lampi, rumori metallici e palle di energia sbrilluccicanti venivano lanciate a velocità furiosa sul campo di battaglia. Ora, non chiedetemi chi, di preciso, lanciava che cosa. Non ci vedevo un tubo, io. L'intero campo era coperto da una nuvola di sabbia, dovuta alla proprietà dell'Hippodown del capominestra. Stupido ippopotamo con la sabbia nel cervello!
Comunque, gli
effetti erano strepitosi, davvero. Avrei potuto sedermi
tranquillamente dietro a Daikke, a mangiucchiarmi qualche brioche.
Avrei potuto.
Invece no!
Ovviamente io non ne ho il diritto!
Quella mattina
Daisuke m'aveva trascinata, a forza di occhiatacce minatorie, in
palestra, senza nemmeno aver potuto comprare la colazione! Ma un
briciolo di umanità ce l'aveva, quel tipo?!
"Il pokemon del
capopalestra Juenito Leonides Marcelo non è più in grado di
combattere. Il primo round è vinto dallo sfidante proveniente da
Hoenn!" Uh? Cosa? Quando?
Guardai rapidamente il campo, dove non c'era più la nuvola di polvere e si potevano i contendenti. Il primo che notai era quello stupido ippopotamo grassone, sdraiato su un fianco, con gli occhi a girandola (?!). Di fronte a lui, Sey: malconcio, stremato, ma soddisfatto, si stava pulendo le gemme del suo corpicino. Le gemme che valevano chissà quanti Pokè. Le gemme che, prima o poi, avrebbero potuto scippare.
Tanto non è un
problema mio. Pensai convinta,
guardando Daikke curiosa: come si sarebbe comportato alla sua prima
vittoria in palestra?
Il
capopalestra, sempre sorridente, ritirò il pokemon. Poi, come se ne
dipendeva dalla sua vita, attaccò a fare un piccolo balletto con le
maracas ed un coro musicale alle sue spalle. Quindi si fermò,
drammatico, tendendo in posa un pezzo di metallo. Daisuke lo guardò
scettico. Potevo giurare di averlo visto piuttosto corrucciato.
Naturale, quello
è uno psicopatico!
Io sarei già
scappata! Daisuke, invece, non ancora del tutto convinto, prese la
medaglia e se ne tornò indietro dopo un piccolo inchino rispettoso.
E bravo Daikke!
Quindi si sedette
vicino a me.
Ora, capitemi, non
che ci trovassi nulla di male, ma c'era qualcosa che non mi
convinceva, nel suo sguardo. Mi stava fissando, e questo non mi
metteva a mio agio, dovevo ammetterlo.
"Emh … sì.
Che c'è?" Domandai, confusa. Quello alzò gli occhi al cielo,
esasperato. Beh, scusa mister
come-fai-a-non-sapere-una-cosa-del-genere! Mi dispiace di non essere
al tuo elevato livello psicologico!
In quel momento, una
piccola, innocente ideuzza mi balenò in mente.
Spalancai gli occhi,
guardandolo quasi fosse un criceto assassino con un papillon e un
ciuffo alla Elvis.
"Non vorrai
dire che …" Daisuke mi guardò quasi fossi tonta, con aria di
sufficienza.
Io iniziai a sudare
freddo. Non l'avrei fatto manco morta! Cioè, con un capopalestra,
con Adolfa nelle tribune che brandiva un mattarello? Ma siamo pazzi!?
"No. Mi
rifiuto. Non mi puoi costringere!" Gli dissi, facendo la
linguaccia.
Daisuke mi guardò
scettico, con un sopracciglio inarcato. Poi sentenziò, da maestrina:
"Tecnicamente sì. Io posso."
Oh no.
Nonononononono. No! Ora avrebbe usato una leva psicologica, me lo
sentivo!
"Io ti ho insegnato le basi e accompagnato in questo
viaggio, quando saresti potuta morire in varie occasioni. Il minimo
che tu" Sembrò sputare veleno all'articolo, quasi mi
dicesse di essere inutile "puoi fare, è quello di aiutarmi a
battere le palestre." Dopodichè mi morsi la lingua.
Da quanto avevo
capito, per vincere la medaglia si doveva battere due pokemon. Se si
era in due, uno solo. Quindi a meno che io non combattessi, quello
poteva dire addio alla sua medaglia.
Venni colta da una
marea di rimorso e colpevolezza. Quel che aveva detto era davvero la
verità? Ero davvero inutile? Lo rallentavo davvero così tanto?
D'accordo, a volte mi comportavo in modo stupido, o lo disturbavo, o
ancora lo mettevo in situazioni pericolose, ma non pensavo di essere
catalogata da lui come inutile. Quel pensiero mi trafisse come
una freccia. Mi alzai dalla panchina, demoralizzata. Tanto valeva
andare e fare una figuraccia. Tanto io sono inutile.
"Oh! Finalmente la signorina si è decisa a sfidarmi!" Sorrise Juanito, allegro. "Pensavo stessi per scappare o qualcosa di simile …" Ah. Quindi Daisuke non era l'unico a vedermi in quel modo. Che felicità!
Il mio umore sta
diventando sarcastico. Se mi reggo in piedi è solo grazie al campo
magnetico terrestre. Mi sento depressa.
Quando sono
depressa, mi sento come un'inetta. Forse dopo avrei potuto andare
fuori ed impiccarmi, chi lo sapeva. Tanto ero inutile …
"La seconda
sfidante, una certa Madeleyne Hellys, decide di affrontare il
capopalestra! Si scelgano i due pokemon e si dia inizio
all'incontro!" Esclamò il commentatore, con il microfono,
sputacchiando qua e là. Era un uomo sulla trentina, con occhiali da
sole e capelli sparati. Indossava un jilet di pelle nera e dei jeans
strappati, e si dimenava come una rock star per indicare la scena al
pubblico.
Il capopalestra
mandò in campo il suo pokemon, ballando quella che aveva chiamato,
più volte, 'la danza della vittoria'. Che ci fosse di differente
nelle sue altre danze da quattro soldi, non ne avevo idea. Ugh,
dovrei smetterla di essere irritata …
"Ora che Tierra
è andata KO, non mi rimani che tu! Fuerza, Niño!"
Niño? Che cavolo
voleva dire Niño?! Spagnolo maledetto...
Dalla sfera
fuoriuscì una lucina rossa, che andò a formarsi sul pavimento. Quel
che avevo visto mi pareva leggermente …patetico. A Daisuke
danno come avversario un Hippodown potente e con mosse super, mentre
a me mi rifilano un … che cavolo era!? Pareva un bernoccolo
gigante, solo che con un brutto nasone rosa e dei piccoli occhietti
vivaci. E stava sottoterra. Meno male che mi era già capitata di
vedere una marea di cose strampalate, sennò quest'affare l'avrebbe
battute tutte. Insomma... far combattere un pidocchio!?
"Umh,
sfidante?" Domandò l'arbitro, impaziente. Mi stavo deprimendo.
"Non si può
nemmeno pensare in questa palestra? Certa gente ..." Sussurrai,
mettendo una mano sulle sfere pokè che avevo appese alla cintura
della gonna – dava un tocco di classe, sì. Presi la prima a
sinistra, e premetti il pulsante.
"Vai Ratt---" D'un
tratto m'accorsi di un piccolo dettaglio. Rattata era sulla mia
spalla. Ma allora chi cavolo c'è nella pokèball …?
E come la forma si andava schiarendo, io iniziavo a tremare di terrore. No! Non poteva essere vero! "Rattata, dimmi che è solo un brutto sogno, dimmi che mi risveglierò nel letto del centro pokemon!" Esclamai esasperata. Il topino non poteva far altro che consolarmi, facendomi pat-pat sulla schiena con la codina. Il pokèmon che ne era uscito, si era quindi voltato, sornione, aprendo la boccuccia e sputandomi una palla di fango in faccia. Sì, decisamente era lui.
"D'accordo …" Biascicai, troppo depressa per poter rispondere con rabbia. "Cerca almeno di impegnarti, ok? Wooper?" L'essere molliccio trotterellava per il campo, saltando sopra le varie rocce. Ma guardate come mi ero ridotta. Con un pokémon odioso e irrispettoso da far combattere contro il mio primo capominestra, con un compagno che mi odia e crede che sia inutile e con l'intero pubblico che stava ridacchiando sguaiatamente. Mi rendevo più ridicola ogni secondo che passava.
"Bien!
Niño, usa graffio!" Cantò il capopalestra, mentre a
ritmo di musica il piccolo coso si avvicinava a Wooper. E ciò non
avrebbe causato alcun problema, se non fosse stato per il fatto che
dopo alcuni secondi si era nascosto sottoterra.
"Uh, oh … e
ora?" Mi chiesi, incuriosita. Se ero preoccupata per la lotta?
Certo che sì. Se ero preoccupata del fallimento? Ovvio. Se ero
sicura di perdere? Naturalmente. Stupido pokèmon …
Wooper, fra l'altro,
se ne stava fregando altamente. Così, quando il pokèmon bernoccolo
era sbucato fuori, iniziando a graffiarlo senza sosta, lui era volato
in aria senza battere ciglio e, divertito, era partito a canticchiare
"Woopa, woop, woopa!"
Non capivo se si era
fatto male oppure se era così idiota da avere una soglia della
sopportazione del dolore molto alta. O forse era così viscido che il
graffio gli era scivolato sopra? No, impossibile: si vedevano
chiaramente i segni di ferita.
"Impegnati …" Borbottai, quando Wooper era ricaduto a terra, facendo un salto mortale e sparando un getto d'acqua. Il Niño era però troppo veloce, e sparì di nuovo sotto terra. Era inutile dare comandi al Wooper, se questo poi se ne fregava come un decerebrato. Come c'era finito, poi, nella mia pokèball ancora non lo sapevo! Che avesse osato infilarcisi lui stesso, durante il mio sonno ristoratore?! Il mio odio per lui non faceva che aumentare.
" Niño, voglio
una potente Magnitudo!" Esclamò schioccando le dita, Leonides
Magnitudo? E che
roba sarebbe? Mi chiesi,
osservandomi attorno. Da dove sarebbe arrivato l'attacco? Cercai
febbrilmente per il campo, non vedendo traccia del bernoccolo. Wooper
non era affatto preoccupato, ed anzi, faceva una fontanella con
l'acqua della sua bocca.
"Ti
ho detto di concentrarti." Gli avevo detto, chiara e tonda. Non
sopportavo quelli che non si impegnavano, specialmente se poi erano
altri che ci rimettevano. In altre parole, non sopportavo le persone
come me. Ricominciai a
deprimermi, esattamente mentre il suolo iniziava a muoversi
furiosamente, facendomi perdere l'equilibrio e cadere a terra. Era
questo il potere di Magnitudo?
Il
bernoccolo stava facendo qualcosa sotto terra, si capiva. Il demente
aveva causato un terremoto. Come, esattamente, non ne avevo idea.
"Woo-per!"
Aveva gridato Wooper, preso alla sprovvista. Aveva ormai perso
l'equilibrio, ed era finito a terra, mentre alcune rocce che erano
sul campo si sgretolavano e gli finivano addosso "Woah! Attento!
Usa pistolacqua!" Lo incitai, sperando che perlomeno si
togliesse e/o colpisse i massi con un attacco. Ma quel demente si
lasciò schiacciare, ignorando il mio ordine.
Inizio a credere
che lo faccia apposta …perchè non si impegna!? Perché non mi da
una mano?! Che ho fatto per meritarmi questo? Cosa …
Il capopalestra,
vedendo che il mio 'compare' era sgusciato fuori dalle rocce, con
diversi graffi ed ammaccature, per non dire lesioni più grandi,
aveva ordinato al pokemon di finirla con un paio di fangosberla.
Finirla. Finirla. Ecco cosa dovevo fare. Che senso aveva
continuare a lottare, se poi mi ritrovavo in una situazione così
penosa e patetica? Perché ero ancora lì? Non bastava che me ne
andassi via, mollando tutto e tornandomene a casa?
Perché non so la strada di casa, forse. Mi risposi, acida. Non sapevo nemmeno dove fosse casa mia. Figuriamoci battere un capopalestra. La mia idea era stata patetica. Ora avevo messo nei guai, non solo Daikke, che contava su di me per arrivare fino alla lega, ma anche Rattata, Wooper e i miei nonni. Cosa avrebbero pensato di me? E i miei pokemon, si sarebbero sentiti traditi, o contenti per il fatto di non dover più sottostare ad una come me?
"Diglett!" Esclamò carico il pokemon, lanciando ondate di fango sul Wooper e colpendolo da sotto terra. E Wooper colpiva il terreno alla rambo, con pistolaqua ovunque, senza nemmeno un briciolo di strategia. E si stava stancando, sì, si vedeva. Aveva sempre il suo sorriso gigante, ma stavolta riuscivo a scorgere qualche traccia di fatica. E se io vedevo la fatica, in uno come Wooper, allora voleva dire che era al limite. Perché. Ditemi solo perché io devo essere così inetta.
"Woopah!"
Esclamò il pokemon, colpito da dietro, ricadendo in avanti.
Perché non posso
combinarne una giusta? Perché non mi ascolta?
"Woo!" Il
girino stava venendo graffiato dal Diglett. O almeno così pensavo
che si chiamasse quell'affare. Mi sorprendeva che Wooper fosse ancora
in piedi. Controllai il pokedex per capirci meglio qualcosa. Quindi
sospirai: la vita era quasi finita, un altro paio di colpi e bye bye
Wooper. Era riuscito a sopravvivere solo perché gli attacchi del
bernoccolo deluxe erano di tipo terra/roccia, il suo stesso tipo.
Wooper era seduto a
terra, stremato. Stavamo perdendo. Il diglett faceva un piccolo
balletto con il suo capopalestra. Tanto dovevano avere capito che non
valevo nulla.
Iniziai a tremare,
mentre varie emozioni si mescolavano violentemente assieme.
Ero in vena di
piangere, ma non mi permettevo di farlo. Ero estremamente triste e
disperata, ed ero circondata da persone che si facevano beffe di me.
Ero spaventata,
perché l'idea della sconfitta avrebbe potuto arrecarmi grossi danni
psicologici. E in più Daisuke mi avrebbe mollato sicuramente.
Ero delusa dal mio
comportamento passivo, come se non me ne fregasse nulla che Wooper
veniva preso a pugni e a calci.
L'emozione più
forte che provavo, era di sicuro la confusione. Dov'era finito il
Wooper che mi si attaccava testardamente alla faccia? Dov'era finita
tutta la sua forza ed energia? Che avesse mollato fin da subito...?
"Eh no! Aspetta un
attimo! Questo non è concepibile!"
Fissai il campo
febbrilmente, dove il Diglett si era rituffato sottoterra, per
l'attacco finale. L'affare melmoso si era arreso? Si era arreso!?
Come permetteva di arrendersi, quando quella che poi ne
affrontava le conseguenze ero io!? Io non mi arrendevo mai! Mai!
Anche se a volte mi deprimevo, il mio senso del dovere mi
impediva di mollare. Non potevo. Era .. era …
"Inaccettabile!"
Urlai, facendo in modo che lo stupido Wooper mi ascoltasse sopra le
sue monotone canzoncine. Se c'era una delle poche cose che mi
facevano imbestialire, era quella. Io non avevo mai mollato, non
avrei mai mollato! Dentro di me, al vedere il girino mucoso in quello
stato afflitto, qualcosa era scattato.
L'intera sala si era
fatta silenziosa, mentre io urlavo al pokèmon qualunque cosa mi
venisse per la testa.
"Tu! Sembra che
tu non mi abbia capito!" Sbraitai, con l'insana voglia di andare
nel campo e sbatterlo contro le rocce più massicce che erano
sparpagliate per il campo.
"Da quando ti
ho visto per la prima volta, non hai fatto altro che menarmi,
disturbarmi, seguirmi, sbavarmi, sputarmi getti d'acqua, fango,
melma, muco, appenderti alla mia testa e alla mia faccia, tentare di
ammazzarmi per ben tre volte in situazioni di pericolo e, per giunta,
entrare nella mia sfera pokè senza permesso!" Elencai, pestando
forte a terra, per scaricare la rabbia.
"Eppure, quando sei comparso su questo campo, ti ho lasciato fare, incitandoti, anche, cercando di aiutarti. Ma tu che hai fatto? Mi hai ignorato spudoratamente, come il piccolo e ottuso esserino schifoso che sei!" Lo stavo insultando di brutto, come mio solito. Solo che stavolta, non potevo permettermi un no come risposta. Non accettavo un no, come risposta. Il Diglett si stava preparando all'attacco. Si sentiva dalle scosse che si stavano facendo sempre più forti. Avevo notato che fosse lento a fare gli attacchi, e che l'unica cosa che sapeva fare era andare sottoterra per fare attacchi a sorpresa. In quanto a velocità o altro, faceva pena.
"Ma io non mi sono arresa. Io non voglio arrendermi. Io non accetto di arrendermi." Gli dissi, più calma. Sentivo la determinazione accendersi dentro di me, come se fosse stata assopita per la maggior parte della mia vita, e che poi si fosse risvegliata solo ora. "Quindi" lo indicai energeticamente, decidendo che se non lo smuovevo ora, avrei perso l'incontro. "Tu ora collaborerai! Perché non accetto che un essere viscido e ricoperto di melma puzzolente", l'intera popolazione di Melmolandia mi aveva guardato con disprezzo. "Causi la mia sconfitta!"
Seguirono attimi di
silenzio e mutismo da parte dell'anfibio. Che non sorrideva più ma
bensì mi fissava stralunato. Ma non c'era tempo di discutere,
bisognava agire. Se io non avessi fatto qualcosa, avrei perso. E non
avrei più potuto guardare in faccia Daisuke, senza fremere di
vergogna e sensi di colpa.
Con un forte
scossone, le rocce si erano sollevate e stavano ricadendo per
l'intero campo, alcune minacciando di colpire Wooper.
E' tempo che prenda in mano le sorti della battaglia.
"Wooper, usa
pistolaqua al suolo e vai in aria!" Così le scosse non
avrebbero potuto prenderlo, men che meno le rocce. Il pokemon, chissà
per quale miracolo, aveva ubbidito al comando, ed era volato in aria
con una scia d'acqua lucida, che si era abbattuto al suolo. Mentre
volava, controllai il pokedex.
Wooper: HP 13/69;
liv. 14
Diglett: HP 43/50;
liv 15
In altre parole aveva pochi HP e per giunta, avevamo il vantaggio del tipo di pokemon. Noi potevamo usare mosse di tipo acqua per schiacciarlo, giusto? Bene, allora le avremmo sfruttate.
"Ora, mira in
un buco qualunque, e usa di nuovo pistolaqua!" Gli avevo
ordinato, indicando le buche che il Diglett si lasciava dietro. Se
ero giusta con i calcoli, ognuno si collegava l'uno all'altro, e ben
presto il bernoccolo nasuto si sarebbe ritrovato fuori dai tunnel. E
allo scoperto. Quando il docile, nuovo Wooper eseguì il comando, il
Diglett fu sparato fuori ad una velocità straordinaria.
Sogghignai: la
vittoria era mia.
"Wooper, usa
colpo di fango!" Esclamai, leggendo l'attacco sul pokedex. Il
capopalestra, sorpreso dal suddetto cambio delle sorti della
battaglia, non sapeva come reagire, e balbettava in spagnolo frasi
che per me non avevano senso.
Diglett, fuori dal
suo elemento, non valeva niente. Ed era spaventato. Si vedeva dalla
sua faccia terrorizzata, quando le prime palle di melma di Wooper
l'avevano colpito, scagliandolo ancora più in aria. Il piccolo
girino sputava davanti a se palle di fango, e poi usava la coda come
mazza per tirarle a gran velocità.
E bravo Wooper,
almeno sei utile a qualcosa. Mi
ritrovai a pensare, sollevata. Le cose stavano andando meglio, ora
che mi ascoltava.
"¡No! Tiene
que resistir!"
Il capopalestra Juenito era disperato, sapeva di non poter far niente
fuori dalla terra. Mi aveva sottovalutata, quel demente. Ora poteva
assaggiare la mia vendetta! Chissà
che ha detto, però ...
"Non
abbiamo più tempo, o la va o la spacca. Wooper, usa pistolaqua!"
Lo incitai con un'energia tale da sorprendermene. Da dove proveniva
tutta quella determinazione? Era così che si sentivano gli
allenatori di pokemon? Era così che Daisuke si era sentito a portare
alla vittoria il suo Sableye?
Mi piace. La vendetta è così dolce ~
Inutile
dire che, per il povero Diglett, era la fine. Con l'ultimo getto
d'acqua, aveva sbattuto contro la parete dietro al capopalestra, ed
era stramazzato al suolo. Occhi a girandola. Capopalestra disperato.
Tra un po' non riuscivo a crederci. Rimasi in coma per qualche
minuto, non sapendo cosa fare, mentre l'arbitro annunciava la mia
vittoria. La mia
prima vittoria
in palestra. Ero shokkata.
"Woopah!"
Gridò il pokemon, lanciandomi un getto d'acqua e sparandomi dritta
con il muro, fradicia. Quel gesto, per quanto malsano e
raccapricciante, mi aveva reso contenta. Voleva dire che Wooper era
felice, e che la mia faccia non era più piena di fango …
"Ah
..usted
gana, chica. Felicitaciones." Mi disse il capopalestra,
lanciandomi una medaglia e aiutandomi ad alzarmi. Io lo fissai,
stringendo il pezzo di metallo.
"Uh
... ceeerto. Naturale. Ovvio. Gracias ... qual è il tuo nome
intero?" Domandai, non ricordandolo. Mentre stava per
rispondere, lo interruppi "Ma chissene importa, vero Rattata?"
Mi voltai dando le spalle al capominestra, fregandomene della sua aria depressa, e lanciando in aria il topino. Lui era contento per la mia vincita, ma guardava di sottecchi Wooper. Quello era rimasto fermo impalato, a sorridermi sornione. Lo squadrai per un po', prima di dirgli: "Sei stato cocciuto ed egoista. Stavamo perdendo. Ti dovrei crocifiggere per aver mollato." Lui abbassò il musetto, smettendo di sorridere. Da quand'è che aveva sti sbalzi d'umore?!
"Ma
non lo farò." Sospirai: non avevo una croce abbastanza grande.
"In parte è merito tuo se abbiam vinto, no? E poi sei un mio
pokemon, ora …"
Già,
il mio secondo pokemon. Che è un viscido e irresponsabile girino. Il
mondo mi odia … Piagnucolai
inconsciamente, salutando il capopalestra e evitando gli sguardi di
odio che mi lanciavano quelli del club di Adolfa. Ma quanti problemi
che si faceva quella lì. Uscì fuori, dove mi aspettava Daisuke, che
lucidava la sua Medaglia. Naturalmente, sia la mia che la sua erano a
forma di Wooper, identiche a quella vista in palestra prima che noi
fossimo caduti dentro alla grotta. Pareva l'avessero sigillata,
quella trappola mortale! Ed
era ora, stupidi cittadini di questa lurida città ...
Sì,
stare in quella città non mi piaceva, si era capito. Volevo
subito partire, per non tornarci mai più. Mai mai mai mai mai mai
mai ---
"Stai
disturbando." Mi interruppe freddo il mio compagno. Oh,
lo stavo dicendo ad alta voce? Non
pareva ne soddisfatto ne dispiaciuto. Probabilmente, non gliene
poteva fregare di meno. E mi sarei anche intristita, se non fossi
stata troppo contenta.
Di
fianco a lui erano già pronti i nostri zaini con la nostra roba, che
mi urlavano 'Libertà! Andiamocene via di qui!'. Mi misi la borsa
sulla spalla, e mi abbassai per coccolare i miei due pokemon. Suonava
strano considerare Wooper come parte della squadra, dovevo
ammetterlo, ma probabilmente ci arei fatto l'abitudine.
"Allora
Rattata, Wooper, avete fatto amicizia?" Rattata fulminò con lo
sguardo il girino, prima di annuire lentamente. Non sembrava più
irritato come prima, ma era diffidente. Che bravo topo da guardia!
Wooper
invece mi guardava sornione. Poi si era voltato verso Rattata e gli
aveva tirato un piccolo Pistolaqua. Sembrava che lo trovasse
divertente, ma il topolino no, affatto: si era messo a scuotersi come
un cagnetto, e aveva preso a ringhiare.
"Uff! Wooper, puoi non dare fastidio, almeno per qualche minuto?" Chiesi, seria. In realtà ero divertita – vedere qualcun altro soffrire a causa del girino era impagabile – ma non volevo darlo a vedere. Il sorriso di Wooper si capovolse in un lampo, facendolo apparire triste e depresso. Feci un salto all'indietro per lo spavento. Voi non avete idea di quello che stavo vedendo. Era uno spettacolo raccapricciante: un Wooper, normalmente, aveva già un sorriso da ebete che irritava chiunque lo intravedeva, giusto? Provate a immaginare quando fanno il broncio.
Sì,
fa paura.
Mi ritrovai a pensare, prima di accarezzarlo: "Comunque, cerca
di non ferire nessuno, d'accordo?" Il piccolo pokemon tornò
sorridente, e la sua coda iniziò a muoversi felicemente.
Oh
no. Questo è un brutto segno. Esattamente
quando stava per balzarmi sulla faccia, gli tirai la sfera pokè
addosso, e lo rimisi in fretta e furia sulla cintura, esclamando: "Tiè!
Stupido girino! Te l'ho fatta!" Poi mi resi conto di chi ero e
cosa stavo facendo, e smisi di esultare. Allungai un braccio a
Rattata, che lo risalì veloce, prima di raggomitolarsi sulla mia
testa. Tanto era piccolo …
"Senti
Daikke …" Tentai. Ma Daisuke non c'era. Dove si era cacciato?
Partì
a correre d'impulso, mentre un'orribile pensiero si faceva largo
nella mia mente: non è che mi avesse abbandonato?! Dopo tutto quello
che avevo passato? Non poteva lasciarmi, non così!
Ma
Melmolandia era enorme, piena di fango e cumuli, impossibile da
esplorarla tutta. Caddi un paio di volte, ma continuai a correre.
Avevo una paura becca che se ne fosse andato, disturbato dal mio
comportamento. Non che avesse torto, solo che … mi ci ero
affezionata.
Più
correvo, più perdevo possibilità di ritrovarlo. E lì erano
arrivate le lacrime. Ciò che stavo provando era simile a ciò che la
maggior parte delle persone prova quando ci si perde: disperazione.
Paura. Isteria.
Mi
pareva di essere come quei bambini che si perdono al centro
commerciale, mercato, spiaggia etc, e che si disperano perché dopo
ore di ricerche non trovano più i genitori. Quant'ero ridicola. Mi
asciugai il volto con le mani: non dovevo piangere per così poco.
Svegliai Rattata con delle carezze, e lo pregai di aiutarmi. Il topo
mi squadrò, ma senza che dovessi aggiungere altro, rizzò le
orecchie e si mise in ascolto.
Trattenni
il fiato, incrociando le dita.
"Ratta!" Il pokemon puntò con la zampetta in una direzione, mentre io ero partita alla carica.
Arrivai
ad un piccolo sentiero nascosto da alcuni alberi, al margine del
quale vi era Daisuke, seduto su un ceppo. Pareva impaziente. Mi
sembrò volesse dirmi qualcosa, ma appena mi vide chiuse la bocca e
si rialzò, muto.
"N-non
devi sparire così!" Lo rimproverai, con voce tremolante. Avevo
da poco superato la paura, ed avevo ancora gli occhi arrossati. Lui
scrollò le spalle e si incamminò, giocherellando con il pokedex.
"Ti
ho aspettato." Mi rispose, come se fosse una cosa normale.
"…"
Decisi di non commentare, sapendo che tanto l'avrebbe avuta vinta
lui. La cosa importante era che l'avevo ritrovato, e che ora potevamo
proseguire insieme per la prossima città.
"Sei
arrabbiato?" Gli chiesi, senza accorgermente.
Quello
immediatamente si girò. L'espressione sul suo volto illeggibile.
"...Perchè?"
Domandò, ignorando il mio bisogno di informazioni.
"Beh…"
Mi rigirai i pollici, ed abbassai lo sguardo a terra. "Prima
stavo perdendo. Mi son fatta prendere in giro dall'intera città. Il
mio pokemon non mi rispetta. Ti ho fatto aspettare. Ti sto
rallentando …" Spreco
il tuo tempo,
volevo aggiungere.
Lui tornò a camminare, frugando nella sua valigetta. Dietro di lui, continuavo a fissare per terra, piena di rimorso. Forse dovevo davvero andarmene …
Ad un certo punto, mi volò addosso un pacchetto colorato. Lo afferrai prima che cadesse, e ne guardai il contenuto: due brioche. Ero sorpresa. Due 'brioche al miele di Combee'?! Guardai sbalordita il pacchetto e poi Daikke, che continuava a camminare come se niente fosse. Quindi, andai di fianco a lui e gli ficcai – letteralmente – una brioche in bocca. Quello mi guardò irritato, mentre io, allo stesso modo, mi mangiucchiavo la mia, innocentemente.
"Tieni Daikke ~" Gli cantilenai, mentre lui non poteva rispondere per colpa della brioche che gli tappava la bocca. Quindi risi, vedendo quanto si dibatteva per potermi rimproverare. Daikke si acquietò in pochi secondi, e tornò a guardare la strada, mangiando tranquillamente. Ma, essendo davvero euforica – insomma, ho vinto in una palestra, ho calmato un Wooper assetato di sangue e ricevuto la merenda da Daikke, come poter essere più felici? - volevo manifestare il mio stato d'animo.
"No, davvero!." Iniziai, dando un altro morso alla brioche "Se non fosse stato per quello che tu mi hai insegnato, probabilmente non avrei nemmeno potuto avvinarmi al capominestra. Prima che tu mi spiegassi, non sapevo nemmeno cos'erano il tipo, il livello, gli HP … quelle cose lì!" Tagliai corto, capendo di starmi rendendo ridicola. Ma era una cosa che mi sentivo in dovere di dire.
"Quindi
… grazie." Terminai mugugnando imbarazzata, tornandomene a
mangiare.
Scorsi
con la coda nell'occhio la faccia di Daisuke. Normalmente così
pallida e fredda, sulla quale facevano capolino i lucidissimi
occhiali da vista, da dietro ai quali si celavano i suoi occhi
assassini. Mai una volta aveva sorriso. Ora, con la brioche in bocca
e lo sguardo che fissava di fianco a lui, come se ci fosse qualcosa
di interessante, era piuttosto buffo. Per di più, aveva le gote
arrossate.
Sobbalzai:
Daikke e gote arrossate? C'era qualcosa che non andava. Quindi
iniziai a battargli una mano sulla schiena "Oh, nono! Non voglio
che soffochi ~" Piagnucolai, mentre quello tossiva preso dallo
sconforto. Come sospettavo, Daisuke stava soffocando. Menomale che me
n'ero accorta appena in tempo.
Daisuke
si tolse la brioche dalla bocca, e mi disse, glacialmente:
"Stavi
tentando di uccidermi?" Io ridacchiai, prendendogli la mano: sì,
era tornato il vecchio Daikke. Quello, quasi fosse stato scottato, la
ritrasse, con un'espressione addolorata in volto. Corrucciai le
sopracciglia. Prima che potessi pensare a cosa era dovuta tutta
quella foga, lui disse, serio:
"Solo
tu potresti strozzarti
con una brioche."
Io lo guardai storto, prima di urlargli: "Cattivo! Sei crudele Daikke ~" Piagnucolai, e vedendo come reagiva al suo nomignolo (aka. La sua schiena fu percossa da brividi e iniziava a comparigli un tick all'occhio) mi misi a ridere di buon gusto. A quel punto Daikke si riprese di scatto, lanciandomi un'occhiataccia e aumentando il passo, in silenzio. Io intanto continuavo a sorridere:
Ho
vinto la mia prima palestra. Sto viaggiando per l'isola in compagnia
di due pokemon. Ho mangiato una 'brioche al miele di Combee'. Tutto è
perfetto. No, aspetta.
Corrucciai
le sopracciglia, sapendo di aver dimenticato qualcosa. Poi tornai a
sorridere, annuendo.
Ma soprattutto, sono con Daikke. Ora davvero è tutto perfetto.
Author's Corner ~
Buaaaaah!
*autrice che piagnucola* Ora che sono stata via così tanto tempo,
tutti mi odieranno e non continueranno a leggere!
Tatoo/coscenza:
No, perché dovrebbero odiarti per la tua assenza, gli hai fatto un
favore U.U
GloGlo:
Hai ragione -^^- Thank---
Tatoo:
ti odieranno perché il capitolo, fa schifo. Ah no, scherzavo.
L'intera
tua storia fa cagare!
GloGlo:
… *piange*
Ma
torniamo a noi. So che sono stata via a lungo, e vi spiegherò il
perché: la scena della battaglia. Insomma, che barba! Non ne avevo
voglia di scriverla! Troppo lunga, noiosa … a nessuno interessano
>.< E quindi mi sono depressa e ho mollato tutto. Spero che
comunque mi insultiate, o mi facciate delle critiche. Tanto per
sapere che non mi avete dimenticato ^^;
Quindi
… mi scuso per l'assensa, mi scuso per la schifezza, mi scuso per
essere noiosa e per la pessima grammatica. Scusate ancora tanto
*inchino*
Così
Madeleyne si è cuccata la prima medaglia ed un nuovo pokemon, che
chissà come è riuscito ad entrare nella sfera. Boh. E poi si è
ritrovata con Daikke, assumendo per certo che era infuriato con lei
per la schifezza che ha fatto, oppure che se ne fregava di lei.
Povera Maddy T.T L'importante è che poi abbia potuto fare colazione,
sennò sarebbe svenuta nel mezzo del boschetto -.-
Oh,
e il capopalestra ed Adolfa? Uno si è depresso, e non si toglierà
da Melmolandia per un po', mentre Adolfa …. chissà che farà.
*sogghigno poco rassicurante*
E....
Jack? o.o E' morto? Lo scoprirete se continuerete a seguirmi ~
GloGlo_96 ~ [Gomenasai Q.Q]