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Autore: Cottage    15/07/2011    8 recensioni
Una banconota da 100 Pokè oscillava costantemente davanti ai miei occhi. "Ecco, questa è una cosa sospetta" avevo quindi detto, a Daisuke, il quale l'aveva già superata, non badandoci e dicendo "Sbrigati che siamo quasi arrivati"
Io, per tutta risposta, avevo sorriso, ridendo della mia distrazione "Hai ragione, scusa, si vede da lontano un miglio che questa è una trappola!" Quindi, dal nulla, erano scese altre banconote da 200 e 300 Pokè. "Oh, beh, direi che questo è un gran colpo di fortuna" Avevo ammesso, cambiando idea a facendo voltare un Daisuke stupito. Il mio lato taccagno aveva preso il sopravvento. Sembravo una bambina a cui la mamma aveva comprato un sacchetto di caramelle. Tante caramelle.

Madeleyne, Maddy, Madd-madd, chiamatela come più vi sembra comodo, è una ragazza normale (?), leggermente sarcastica e taccagna, che da un giorno all'altro decide di diventare allenatrice di Pokèmon e partire per una nuova regione.
In questo lungo -sì, si preannuncia lungo- viaggio incontrerà amici e nemici, persone divertenti e strambe e capirà che, dopotutto, stare chiusa in casa non è poi così divertente…
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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~ Di Palestre e Brioche ~

Wow. Però, che potenza. Magari potrei imparare a farlo anche io, qualche giorno …

Eccomi di nuovo qui, ammaccata ma ancora viva. Aver passato tutto quel tempo in una buia, sperduta, puzzolente grotta a chissà-quanti-cappero-di-metri sotto terra in compagnia, per giunta, di esseri a forma di vomito mi aveva, devo dirlo, decisamente provato. Ma Daisuke a quanto pareva era carico ed impassibile come sempre, tanto che il giorno dopo la 'nostra avventura' era voluto subito andare alla palestra, battere il capominestra ed andarsene da quella città.

In effetti, ne avevo abbastanza anche io. Ma ciò non giustificava quello che in quel momento stavo vedendo: lampi, rumori metallici e palle di energia sbrilluccicanti venivano lanciate a velocità furiosa sul campo di battaglia. Ora, non chiedetemi chi, di preciso, lanciava che cosa. Non ci vedevo un tubo, io. L'intero campo era coperto da una nuvola di sabbia, dovuta alla proprietà dell'Hippodown del capominestra. Stupido ippopotamo con la sabbia nel cervello!

Comunque, gli effetti erano strepitosi, davvero. Avrei potuto sedermi tranquillamente dietro a Daikke, a mangiucchiarmi qualche brioche. Avrei potuto.
Invece no! Ovviamente io non ne ho il diritto!

Quella mattina Daisuke m'aveva trascinata, a forza di occhiatacce minatorie, in palestra, senza nemmeno aver potuto comprare la colazione! Ma un briciolo di umanità ce l'aveva, quel tipo?!


"Il pokemon del capopalestra Juenito Leonides Marcelo non è più in grado di combattere. Il primo round è vinto dallo sfidante proveniente da Hoenn!" Uh? Cosa? Quando?

Guardai rapidamente il campo, dove non c'era più la nuvola di polvere e si potevano i contendenti. Il primo che notai era quello stupido ippopotamo grassone, sdraiato su un fianco, con gli occhi a girandola (?!). Di fronte a lui, Sey: malconcio, stremato, ma soddisfatto, si stava pulendo le gemme del suo corpicino. Le gemme che valevano chissà quanti Pokè. Le gemme che, prima o poi, avrebbero potuto scippare.

Tanto non è un problema mio. Pensai convinta, guardando Daikke curiosa: come si sarebbe comportato alla sua prima vittoria in palestra?
Il capopalestra, sempre sorridente, ritirò il pokemon. Poi, come se ne dipendeva dalla sua vita, attaccò a fare un piccolo balletto con le maracas ed un coro musicale alle sue spalle. Quindi si fermò, drammatico, tendendo in posa un pezzo di metallo. Daisuke lo guardò scettico. Potevo giurare di averlo visto piuttosto corrucciato.

Naturale, quello è uno psicopatico!
Io sarei già scappata! Daisuke, invece, non ancora del tutto convinto, prese la medaglia e se ne tornò indietro dopo un piccolo inchino rispettoso. E bravo Daikke!

Quindi si sedette vicino a me.
Ora, capitemi, non che ci trovassi nulla di male, ma c'era qualcosa che non mi convinceva, nel suo sguardo. Mi stava fissando, e questo non mi metteva a mio agio, dovevo ammetterlo.

"Emh … sì. Che c'è?" Domandai, confusa. Quello alzò gli occhi al cielo, esasperato. Beh, scusa mister come-fai-a-non-sapere-una-cosa-del-genere! Mi dispiace di non essere al tuo elevato livello psicologico!
In quel momento, una piccola, innocente ideuzza mi balenò in mente.
Spalancai gli occhi, guardandolo quasi fosse un criceto assassino con un papillon e un ciuffo alla Elvis.
"Non vorrai dire che …" Daisuke mi guardò quasi fossi tonta, con aria di sufficienza.

Io iniziai a sudare freddo. Non l'avrei fatto manco morta! Cioè, con un capopalestra, con Adolfa nelle tribune che brandiva un mattarello? Ma siamo pazzi!?
"No. Mi rifiuto. Non mi puoi costringere!" Gli dissi, facendo la linguaccia.
Daisuke mi guardò scettico, con un sopracciglio inarcato. Poi sentenziò, da maestrina: "Tecnicamente sì. Io posso."

Oh no. Nonononononono. No! Ora avrebbe usato una leva psicologica, me lo sentivo!
"Io ti ho insegnato le basi e accompagnato in questo viaggio, quando saresti potuta morire in varie occasioni. Il minimo che tu" Sembrò sputare veleno all'articolo, quasi mi dicesse di essere inutile "puoi fare, è quello di aiutarmi a battere le palestre." Dopodichè mi morsi la lingua.

Da quanto avevo capito, per vincere la medaglia si doveva battere due pokemon. Se si era in due, uno solo. Quindi a meno che io non combattessi, quello poteva dire addio alla sua medaglia.
Venni colta da una marea di rimorso e colpevolezza. Quel che aveva detto era davvero la verità? Ero davvero inutile? Lo rallentavo davvero così tanto? D'accordo, a volte mi comportavo in modo stupido, o lo disturbavo, o ancora lo mettevo in situazioni pericolose, ma non pensavo di essere catalogata da lui come inutile. Quel pensiero mi trafisse come una freccia. Mi alzai dalla panchina, demoralizzata. Tanto valeva andare e fare una figuraccia. Tanto io sono inutile.

"Oh! Finalmente la signorina si è decisa a sfidarmi!" Sorrise Juanito, allegro. "Pensavo stessi per scappare o qualcosa di simile …" Ah. Quindi Daisuke non era l'unico a vedermi in quel modo. Che felicità!

Il mio umore sta diventando sarcastico. Se mi reggo in piedi è solo grazie al campo magnetico terrestre. Mi sento depressa.
Quando sono depressa, mi sento come un'inetta. Forse dopo avrei potuto andare fuori ed impiccarmi, chi lo sapeva. Tanto ero inutile …

"La seconda sfidante, una certa Madeleyne Hellys, decide di affrontare il capopalestra! Si scelgano i due pokemon e si dia inizio all'incontro!" Esclamò il commentatore, con il microfono, sputacchiando qua e là. Era un uomo sulla trentina, con occhiali da sole e capelli sparati. Indossava un jilet di pelle nera e dei jeans strappati, e si dimenava come una rock star per indicare la scena al pubblico.
Il capopalestra mandò in campo il suo pokemon, ballando quella che aveva chiamato, più volte, 'la danza della vittoria'. Che ci fosse di differente nelle sue altre danze da quattro soldi, non ne avevo idea. Ugh, dovrei smetterla di essere irritata …

"Ora che Tierra è andata KO, non mi rimani che tu! Fuerza, Niño!"
Niño? Che cavolo voleva dire Niño?! Spagnolo maledetto...
Dalla sfera fuoriuscì una lucina rossa, che andò a formarsi sul pavimento. Quel che avevo visto mi pareva leggermente …patetico. A Daisuke danno come avversario un Hippodown potente e con mosse super, mentre a me mi rifilano un … che cavolo era!? Pareva un bernoccolo gigante, solo che con un brutto nasone rosa e dei piccoli occhietti vivaci. E stava sottoterra. Meno male che mi era già capitata di vedere una marea di cose strampalate, sennò quest'affare l'avrebbe battute tutte. Insomma... far combattere un pidocchio!?

"Umh, sfidante?" Domandò l'arbitro, impaziente. Mi stavo deprimendo.
"Non si può nemmeno pensare in questa palestra? Certa gente ..." Sussurrai, mettendo una mano sulle sfere pokè che avevo appese alla cintura della gonna – dava un tocco di classe, sì. Presi la prima a sinistra, e premetti il pulsante.
"Vai Ratt---" D'un tratto m'accorsi di un piccolo dettaglio. Rattata era sulla mia spalla. Ma allora chi cavolo c'è nella pokèball …?

E come la forma si andava schiarendo, io iniziavo a tremare di terrore. No! Non poteva essere vero! "Rattata, dimmi che è solo un brutto sogno, dimmi che mi risveglierò nel letto del centro pokemon!" Esclamai esasperata. Il topino non poteva far altro che consolarmi, facendomi pat-pat sulla schiena con la codina. Il pokèmon che ne era uscito, si era quindi voltato, sornione, aprendo la boccuccia e sputandomi una palla di fango in faccia. Sì, decisamente era lui.

"D'accordo …" Biascicai, troppo depressa per poter rispondere con rabbia. "Cerca almeno di impegnarti, ok? Wooper?" L'essere molliccio trotterellava per il campo, saltando sopra le varie rocce. Ma guardate come mi ero ridotta. Con un pokémon odioso e irrispettoso da far combattere contro il mio primo capominestra, con un compagno che mi odia e crede che sia inutile e con l'intero pubblico che stava ridacchiando sguaiatamente. Mi rendevo più ridicola ogni secondo che passava.

"Bien! Niño, usa graffio!" Cantò il capopalestra, mentre a ritmo di musica il piccolo coso si avvicinava a Wooper. E ciò non avrebbe causato alcun problema, se non fosse stato per il fatto che dopo alcuni secondi si era nascosto sottoterra.
"Uh, oh … e ora?" Mi chiesi, incuriosita. Se ero preoccupata per la lotta? Certo che sì. Se ero preoccupata del fallimento? Ovvio. Se ero sicura di perdere? Naturalmente. Stupido pokèmon …
Wooper, fra l'altro, se ne stava fregando altamente. Così, quando il pokèmon bernoccolo era sbucato fuori, iniziando a graffiarlo senza sosta, lui era volato in aria senza battere ciglio e, divertito, era partito a canticchiare "Woopa, woop, woopa!"
Non capivo se si era fatto male oppure se era così idiota da avere una soglia della sopportazione del dolore molto alta. O forse era così viscido che il graffio gli era scivolato sopra? No, impossibile: si vedevano chiaramente i segni di ferita.

"Impegnati …" Borbottai, quando Wooper era ricaduto a terra, facendo un salto mortale e sparando un getto d'acqua. Il Niño era però troppo veloce, e sparì di nuovo sotto terra. Era inutile dare comandi al Wooper, se questo poi se ne fregava come un decerebrato. Come c'era finito, poi, nella mia pokèball ancora non lo sapevo! Che avesse osato infilarcisi lui stesso, durante il mio sonno ristoratore?! Il mio odio per lui non faceva che aumentare.

" Niño, voglio una potente Magnitudo!" Esclamò schioccando le dita, Leonides
Magnitudo? E che roba sarebbe? Mi chiesi, osservandomi attorno. Da dove sarebbe arrivato l'attacco? Cercai febbrilmente per il campo, non vedendo traccia del bernoccolo. Wooper non era affatto preoccupato, ed anzi, faceva una fontanella con l'acqua della sua bocca.
"Ti ho detto di concentrarti." Gli avevo detto, chiara e tonda. Non sopportavo quelli che non si impegnavano, specialmente se poi erano altri che ci rimettevano. In altre parole, non sopportavo le persone come
me. Ricominciai a deprimermi, esattamente mentre il suolo iniziava a muoversi furiosamente, facendomi perdere l'equilibrio e cadere a terra. Era questo il potere di Magnitudo?
Il bernoccolo stava facendo qualcosa sotto terra, si capiva. Il demente aveva causato un terremoto. Come, esattamente, non ne avevo idea.

"Woo-per!" Aveva gridato Wooper, preso alla sprovvista. Aveva ormai perso l'equilibrio, ed era finito a terra, mentre alcune rocce che erano sul campo si sgretolavano e gli finivano addosso "Woah! Attento! Usa pistolacqua!" Lo incitai, sperando che perlomeno si togliesse e/o colpisse i massi con un attacco. Ma quel demente si lasciò schiacciare, ignorando il mio ordine.
Inizio a credere che lo faccia apposta …perchè non si impegna!? Perché non mi da una mano?! Che ho fatto per meritarmi questo? Cosa …


Il capopalestra, vedendo che il mio 'compare' era sgusciato fuori dalle rocce, con diversi graffi ed ammaccature, per non dire lesioni più grandi, aveva ordinato al pokemon di finirla con un paio di fangosberla. Finirla. Finirla. Ecco cosa dovevo fare. Che senso aveva continuare a lottare, se poi mi ritrovavo in una situazione così penosa e patetica? Perché ero ancora lì? Non bastava che me ne andassi via, mollando tutto e tornandomene a casa?

Perché non so la strada di casa, forse. Mi risposi, acida. Non sapevo nemmeno dove fosse casa mia. Figuriamoci battere un capopalestra. La mia idea era stata patetica. Ora avevo messo nei guai, non solo Daikke, che contava su di me per arrivare fino alla lega, ma anche Rattata, Wooper e i miei nonni. Cosa avrebbero pensato di me? E i miei pokemon, si sarebbero sentiti traditi, o contenti per il fatto di non dover più sottostare ad una come me?

"Diglett!" Esclamò carico il pokemon, lanciando ondate di fango sul Wooper e colpendolo da sotto terra. E Wooper colpiva il terreno alla rambo, con pistolaqua ovunque, senza nemmeno un briciolo di strategia. E si stava stancando, sì, si vedeva. Aveva sempre il suo sorriso gigante, ma stavolta riuscivo a scorgere qualche traccia di fatica. E se io vedevo la fatica, in uno come Wooper, allora voleva dire che era al limite. Perché. Ditemi solo perché io devo essere così inetta.

"Woopah!" Esclamò il pokemon, colpito da dietro, ricadendo in avanti.
Perché non posso combinarne una giusta? Perché non mi ascolta?
"Woo!" Il girino stava venendo graffiato dal Diglett. O almeno così pensavo che si chiamasse quell'affare. Mi sorprendeva che Wooper fosse ancora in piedi. Controllai il pokedex per capirci meglio qualcosa. Quindi sospirai: la vita era quasi finita, un altro paio di colpi e bye bye Wooper. Era riuscito a sopravvivere solo perché gli attacchi del bernoccolo deluxe erano di tipo terra/roccia, il suo stesso tipo.

Wooper era seduto a terra, stremato. Stavamo perdendo. Il diglett faceva un piccolo balletto con il suo capopalestra. Tanto dovevano avere capito che non valevo nulla.
Iniziai a tremare, mentre varie emozioni si mescolavano violentemente assieme.
Ero in vena di piangere, ma non mi permettevo di farlo. Ero estremamente triste e disperata, ed ero circondata da persone che si facevano beffe di me.
Ero spaventata, perché l'idea della sconfitta avrebbe potuto arrecarmi grossi danni psicologici. E in più Daisuke mi avrebbe mollato sicuramente.
Ero delusa dal mio comportamento passivo, come se non me ne fregasse nulla che Wooper veniva preso a pugni e a calci.
L'emozione più forte che provavo, era di sicuro la confusione. Dov'era finito il Wooper che mi si attaccava testardamente alla faccia? Dov'era finita tutta la sua forza ed energia? Che avesse mollato fin da subito...?


"Eh no! Aspetta un attimo! Questo non è concepibile!"

Fissai il campo febbrilmente, dove il Diglett si era rituffato sottoterra, per l'attacco finale. L'affare melmoso si era arreso? Si era arreso!? Come permetteva di arrendersi, quando quella che poi ne affrontava le conseguenze ero io!? Io non mi arrendevo mai! Mai! Anche se a volte mi deprimevo, il mio senso del dovere mi impediva di mollare. Non potevo. Era .. era …
"Inaccettabile!" Urlai, facendo in modo che lo stupido Wooper mi ascoltasse sopra le sue monotone canzoncine. Se c'era una delle poche cose che mi facevano imbestialire, era quella. Io non avevo mai mollato, non avrei mai mollato! Dentro di me, al vedere il girino mucoso in quello stato afflitto, qualcosa era scattato.

L'intera sala si era fatta silenziosa, mentre io urlavo al pokèmon qualunque cosa mi venisse per la testa.
"Tu! Sembra che tu non mi abbia capito!" Sbraitai, con l'insana voglia di andare nel campo e sbatterlo contro le rocce più massicce che erano sparpagliate per il campo.
"Da quando ti ho visto per la prima volta, non hai fatto altro che menarmi, disturbarmi, seguirmi, sbavarmi, sputarmi getti d'acqua, fango, melma, muco, appenderti alla mia testa e alla mia faccia, tentare di ammazzarmi per ben tre volte in situazioni di pericolo e, per giunta, entrare nella mia sfera pokè senza permesso!" Elencai, pestando forte a terra, per scaricare la rabbia.

"Eppure, quando sei comparso su questo campo, ti ho lasciato fare, incitandoti, anche, cercando di aiutarti. Ma tu che hai fatto? Mi hai ignorato spudoratamente, come il piccolo e ottuso esserino schifoso che sei!" Lo stavo insultando di brutto, come mio solito. Solo che stavolta, non potevo permettermi un no come risposta. Non accettavo un no, come risposta. Il Diglett si stava preparando all'attacco. Si sentiva dalle scosse che si stavano facendo sempre più forti. Avevo notato che fosse lento a fare gli attacchi, e che l'unica cosa che sapeva fare era andare sottoterra per fare attacchi a sorpresa. In quanto a velocità o altro, faceva pena.

"Ma io non mi sono arresa. Io non voglio arrendermi. Io non accetto di arrendermi." Gli dissi, più calma. Sentivo la determinazione accendersi dentro di me, come se fosse stata assopita per la maggior parte della mia vita, e che poi si fosse risvegliata solo ora. "Quindi" lo indicai energeticamente, decidendo che se non lo smuovevo ora, avrei perso l'incontro. "Tu ora collaborerai! Perché non accetto che un essere viscido e ricoperto di melma puzzolente", l'intera popolazione di Melmolandia mi aveva guardato con disprezzo. "Causi la mia sconfitta!"

Seguirono attimi di silenzio e mutismo da parte dell'anfibio. Che non sorrideva più ma bensì mi fissava stralunato. Ma non c'era tempo di discutere, bisognava agire. Se io non avessi fatto qualcosa, avrei perso. E non avrei più potuto guardare in faccia Daisuke, senza fremere di vergogna e sensi di colpa.
Con un forte scossone, le rocce si erano sollevate e stavano ricadendo per l'intero campo, alcune minacciando di colpire Wooper.

E' tempo che prenda in mano le sorti della battaglia.

"Wooper, usa pistolaqua al suolo e vai in aria!" Così le scosse non avrebbero potuto prenderlo, men che meno le rocce. Il pokemon, chissà per quale miracolo, aveva ubbidito al comando, ed era volato in aria con una scia d'acqua lucida, che si era abbattuto al suolo. Mentre volava, controllai il pokedex.
Wooper: HP 13/69; liv. 14
Diglett: HP 43/50; liv 15

In altre parole aveva pochi HP e per giunta, avevamo il vantaggio del tipo di pokemon. Noi potevamo usare mosse di tipo acqua per schiacciarlo, giusto? Bene, allora le avremmo sfruttate.


"Ora, mira in un buco qualunque, e usa di nuovo pistolaqua!" Gli avevo ordinato, indicando le buche che il Diglett si lasciava dietro. Se ero giusta con i calcoli, ognuno si collegava l'uno all'altro, e ben presto il bernoccolo nasuto si sarebbe ritrovato fuori dai tunnel. E allo scoperto. Quando il docile, nuovo Wooper eseguì il comando, il Diglett fu sparato fuori ad una velocità straordinaria.
Sogghignai: la vittoria era mia.
"Wooper, usa colpo di fango!" Esclamai, leggendo l'attacco sul pokedex. Il capopalestra, sorpreso dal suddetto cambio delle sorti della battaglia, non sapeva come reagire, e balbettava in spagnolo frasi che per me non avevano senso.
Diglett, fuori dal suo elemento, non valeva niente. Ed era spaventato. Si vedeva dalla sua faccia terrorizzata, quando le prime palle di melma di Wooper l'avevano colpito, scagliandolo ancora più in aria. Il piccolo girino sputava davanti a se palle di fango, e poi usava la coda come mazza per tirarle a gran velocità.


E bravo Wooper, almeno sei utile a qualcosa. Mi ritrovai a pensare, sollevata. Le cose stavano andando meglio, ora che mi ascoltava.
"¡No! Tiene que resistir!" Il capopalestra Juenito era disperato, sapeva di non poter far niente fuori dalla terra. Mi aveva sottovalutata, quel demente. Ora poteva assaggiare la mia vendetta! Chissà che ha detto, però ...
"Non abbiamo più tempo, o la va o la spacca. Wooper, usa pistolaqua!" Lo incitai con un'energia tale da sorprendermene. Da dove proveniva tutta quella determinazione? Era così che si sentivano gli allenatori di pokemon? Era così che Daisuke si era sentito a portare alla vittoria il suo Sableye?

Mi piace. La vendetta è così dolce ~

Inutile dire che, per il povero Diglett, era la fine. Con l'ultimo getto d'acqua, aveva sbattuto contro la parete dietro al capopalestra, ed era stramazzato al suolo. Occhi a girandola. Capopalestra disperato. Tra un po' non riuscivo a crederci. Rimasi in coma per qualche minuto, non sapendo cosa fare, mentre l'arbitro annunciava la mia vittoria. La mia prima vittoria in palestra. Ero shokkata.
"Woopah!" Gridò il pokemon, lanciandomi un getto d'acqua e sparandomi dritta con il muro, fradicia. Quel gesto, per quanto malsano e raccapricciante, mi aveva reso contenta. Voleva dire che Wooper era felice, e che la mia faccia non era più piena di fango …

"Ah ..usted gana, chica. Felicitaciones." Mi disse il capopalestra, lanciandomi una medaglia e aiutandomi ad alzarmi. Io lo fissai, stringendo il pezzo di metallo.
"Uh ... ceeerto. Naturale. Ovvio. Gracias ... qual è il tuo nome intero?" Domandai, non ricordandolo. Mentre stava per rispondere, lo interruppi "Ma chissene importa, vero Rattata?"

Mi voltai dando le spalle al capominestra, fregandomene della sua aria depressa, e lanciando in aria il topino. Lui era contento per la mia vincita, ma guardava di sottecchi Wooper. Quello era rimasto fermo impalato, a sorridermi sornione. Lo squadrai per un po', prima di dirgli: "Sei stato cocciuto ed egoista. Stavamo perdendo. Ti dovrei crocifiggere per aver mollato." Lui abbassò il musetto, smettendo di sorridere. Da quand'è che aveva sti sbalzi d'umore?!

"Ma non lo farò." Sospirai: non avevo una croce abbastanza grande. "In parte è merito tuo se abbiam vinto, no? E poi sei un mio pokemon, ora …"
Già, il mio secondo pokemon. Che è un viscido e irresponsabile girino. Il mondo mi odia … Piagnucolai inconsciamente, salutando il capopalestra e evitando gli sguardi di odio che mi lanciavano quelli del club di Adolfa. Ma quanti problemi che si faceva quella lì. Uscì fuori, dove mi aspettava Daisuke, che lucidava la sua Medaglia. Naturalmente, sia la mia che la sua erano a forma di Wooper, identiche a quella vista in palestra prima che noi fossimo caduti dentro alla grotta. Pareva l'avessero sigillata, quella trappola mortale! Ed era ora, stupidi cittadini di questa lurida città ...

Sì, stare in quella città non mi piaceva, si era capito. Volevo subito partire, per non tornarci mai più. Mai mai mai mai mai mai mai ---
"Stai disturbando." Mi interruppe freddo il mio compagno.
Oh, lo stavo dicendo ad alta voce? Non pareva ne soddisfatto ne dispiaciuto. Probabilmente, non gliene poteva fregare di meno. E mi sarei anche intristita, se non fossi stata troppo contenta.
Di fianco a lui erano già pronti i nostri zaini con la nostra roba, che mi urlavano 'Libertà! Andiamocene via di qui!'. Mi misi la borsa sulla spalla, e mi abbassai per coccolare i miei due pokemon. Suonava strano considerare Wooper come parte della squadra, dovevo ammetterlo, ma probabilmente ci arei fatto l'abitudine.

"Allora Rattata, Wooper, avete fatto amicizia?" Rattata fulminò con lo sguardo il girino, prima di annuire lentamente. Non sembrava più irritato come prima, ma era diffidente. Che bravo topo da guardia!
Wooper invece mi guardava sornione. Poi si era voltato verso Rattata e gli aveva tirato un piccolo Pistolaqua. Sembrava che lo trovasse divertente, ma il topolino no, affatto: si era messo a scuotersi come un cagnetto, e aveva preso a ringhiare.

"Uff! Wooper, puoi non dare fastidio, almeno per qualche minuto?" Chiesi, seria. In realtà ero divertita – vedere qualcun altro soffrire a causa del girino era impagabile – ma non volevo darlo a vedere. Il sorriso di Wooper si capovolse in un lampo, facendolo apparire triste e depresso. Feci un salto all'indietro per lo spavento. Voi non avete idea di quello che stavo vedendo. Era uno spettacolo raccapricciante: un Wooper, normalmente, aveva già un sorriso da ebete che irritava chiunque lo intravedeva, giusto? Provate a immaginare quando fanno il broncio.

Sì, fa paura. Mi ritrovai a pensare, prima di accarezzarlo: "Comunque, cerca di non ferire nessuno, d'accordo?" Il piccolo pokemon tornò sorridente, e la sua coda iniziò a muoversi felicemente.
Oh no. Questo è un brutto segno. Esattamente quando stava per balzarmi sulla faccia, gli tirai la sfera pokè addosso, e lo rimisi in fretta e furia sulla cintura, esclamando: "Tiè! Stupido girino! Te l'ho fatta!" Poi mi resi conto di chi ero e cosa stavo facendo, e smisi di esultare. Allungai un braccio a Rattata, che lo risalì veloce, prima di raggomitolarsi sulla mia testa. Tanto era piccolo …

"Senti Daikke …" Tentai. Ma Daisuke non c'era. Dove si era cacciato?
Partì a correre d'impulso, mentre un'orribile pensiero si faceva largo nella mia mente: non è che mi avesse abbandonato?! Dopo tutto quello che avevo passato? Non poteva lasciarmi, non così!


Ma Melmolandia era enorme, piena di fango e cumuli, impossibile da esplorarla tutta. Caddi un paio di volte, ma continuai a correre. Avevo una paura becca che se ne fosse andato, disturbato dal mio comportamento. Non che avesse torto, solo che … mi ci ero affezionata.
Più correvo, più perdevo possibilità di ritrovarlo. E lì erano arrivate le lacrime. Ciò che stavo provando era simile a ciò che la maggior parte delle persone prova quando ci si perde: disperazione. Paura. Isteria.

Mi pareva di essere come quei bambini che si perdono al centro commerciale, mercato, spiaggia etc, e che si disperano perché dopo ore di ricerche non trovano più i genitori. Quant'ero ridicola. Mi asciugai il volto con le mani: non dovevo piangere per così poco. Svegliai Rattata con delle carezze, e lo pregai di aiutarmi. Il topo mi squadrò, ma senza che dovessi aggiungere altro, rizzò le orecchie e si mise in ascolto.
Trattenni il fiato, incrociando le dita.

"Ratta!" Il pokemon puntò con la zampetta in una direzione, mentre io ero partita alla carica.


Arrivai ad un piccolo sentiero nascosto da alcuni alberi, al margine del quale vi era Daisuke, seduto su un ceppo. Pareva impaziente. Mi sembrò volesse dirmi qualcosa, ma appena mi vide chiuse la bocca e si rialzò, muto.
"N-non devi sparire così!" Lo rimproverai, con voce tremolante. Avevo da poco superato la paura, ed avevo ancora gli occhi arrossati. Lui scrollò le spalle e si incamminò, giocherellando con il pokedex.
"Ti ho aspettato." Mi rispose, come se fosse una cosa normale.
"…" Decisi di non commentare, sapendo che tanto l'avrebbe avuta vinta lui. La cosa importante era che l'avevo ritrovato, e che ora potevamo proseguire insieme per la prossima città.

"Sei arrabbiato?" Gli chiesi, senza accorgermente.
Quello immediatamente si girò. L'espressione sul suo volto illeggibile.
"...Perchè?" Domandò, ignorando il mio bisogno di informazioni.
"Beh…" Mi rigirai i pollici, ed abbassai lo sguardo a terra. "Prima stavo perdendo. Mi son fatta prendere in giro dall'intera città. Il mio pokemon non mi rispetta. Ti ho fatto aspettare. Ti sto rallentando …"
Spreco il tuo tempo, volevo aggiungere.

Lui tornò a camminare, frugando nella sua valigetta. Dietro di lui, continuavo a fissare per terra, piena di rimorso. Forse dovevo davvero andarmene …


Ad un certo punto, mi volò addosso un pacchetto colorato. Lo afferrai prima che cadesse, e ne guardai il contenuto: due brioche. Ero sorpresa. Due 'brioche al miele di Combee'?! Guardai sbalordita il pacchetto e poi Daikke, che continuava a camminare come se niente fosse. Quindi, andai di fianco a lui e gli ficcai – letteralmente – una brioche in bocca. Quello mi guardò irritato, mentre io, allo stesso modo, mi mangiucchiavo la mia, innocentemente.

"Tieni Daikke ~" Gli cantilenai, mentre lui non poteva rispondere per colpa della brioche che gli tappava la bocca. Quindi risi, vedendo quanto si dibatteva per potermi rimproverare. Daikke si acquietò in pochi secondi, e tornò a guardare la strada, mangiando tranquillamente. Ma, essendo davvero euforica – insomma, ho vinto in una palestra, ho calmato un Wooper assetato di sangue e ricevuto la merenda da Daikke, come poter essere più felici? - volevo manifestare il mio stato d'animo.

"No, davvero!." Iniziai, dando un altro morso alla brioche "Se non fosse stato per quello che tu mi hai insegnato, probabilmente non avrei nemmeno potuto avvinarmi al capominestra. Prima che tu mi spiegassi, non sapevo nemmeno cos'erano il tipo, il livello, gli HP … quelle cose lì!" Tagliai corto, capendo di starmi rendendo ridicola. Ma era una cosa che mi sentivo in dovere di dire.

"Quindi … grazie." Terminai mugugnando imbarazzata, tornandomene a mangiare.
Scorsi con la coda nell'occhio la faccia di Daisuke. Normalmente così pallida e fredda, sulla quale facevano capolino i lucidissimi occhiali da vista, da dietro ai quali si celavano i suoi occhi assassini. Mai una volta aveva sorriso. Ora, con la brioche in bocca e lo sguardo che fissava di fianco a lui, come se ci fosse qualcosa di interessante, era piuttosto buffo. Per di più, aveva le gote arrossate.

Sobbalzai: Daikke e gote arrossate? C'era qualcosa che non andava. Quindi iniziai a battargli una mano sulla schiena "Oh, nono! Non voglio che soffochi ~" Piagnucolai, mentre quello tossiva preso dallo sconforto. Come sospettavo, Daisuke stava soffocando. Menomale che me n'ero accorta appena in tempo.
Daisuke si tolse la brioche dalla bocca, e mi disse, glacialmente:
"Stavi tentando di uccidermi?" Io ridacchiai, prendendogli la mano: sì, era tornato il vecchio Daikke. Quello, quasi fosse stato scottato, la ritrasse, con un'espressione addolorata in volto. Corrucciai le sopracciglia. Prima che potessi pensare a cosa era dovuta tutta quella foga, lui disse, serio:
"Solo tu potresti
strozzarti con una brioche."

Io lo guardai storto, prima di urlargli: "Cattivo! Sei crudele Daikke ~" Piagnucolai, e vedendo come reagiva al suo nomignolo (aka. La sua schiena fu percossa da brividi e iniziava a comparigli un tick all'occhio) mi misi a ridere di buon gusto. A quel punto Daikke si riprese di scatto, lanciandomi un'occhiataccia e aumentando il passo, in silenzio. Io intanto continuavo a sorridere:


Ho vinto la mia prima palestra. Sto viaggiando per l'isola in compagnia di due pokemon. Ho mangiato una 'brioche al miele di Combee'. Tutto è perfetto. No, aspetta.
Corrucciai le sopracciglia, sapendo di aver dimenticato qualcosa. Poi tornai a sorridere, annuendo.

Ma soprattutto, sono con Daikke. Ora davvero è tutto perfetto.






Author's Corner ~

Buaaaaah! *autrice che piagnucola* Ora che sono stata via così tanto tempo, tutti mi odieranno e non continueranno a leggere!
Tatoo/coscenza: No, perché dovrebbero odiarti per la tua assenza, gli hai fatto un favore U.U
GloGlo: Hai ragione -^^- Thank---
Tatoo: ti odieranno perché il capitolo, fa schifo. Ah no, scherzavo.
L'intera tua storia fa cagare!
GloGlo: … *piange*

Ma torniamo a noi. So che sono stata via a lungo, e vi spiegherò il perché: la scena della battaglia. Insomma, che barba! Non ne avevo voglia di scriverla! Troppo lunga, noiosa … a nessuno interessano >.< E quindi mi sono depressa e ho mollato tutto. Spero che comunque mi insultiate, o mi facciate delle critiche. Tanto per sapere che non mi avete dimenticato ^^;
Quindi … mi scuso per l'assensa, mi scuso per la schifezza, mi scuso per essere noiosa e per la pessima grammatica. Scusate ancora tanto
*inchino*

Così Madeleyne si è cuccata la prima medaglia ed un nuovo pokemon, che chissà come è riuscito ad entrare nella sfera. Boh. E poi si è ritrovata con Daikke, assumendo per certo che era infuriato con lei per la schifezza che ha fatto, oppure che se ne fregava di lei. Povera Maddy T.T L'importante è che poi abbia potuto fare colazione, sennò sarebbe svenuta nel mezzo del boschetto -.-
Oh, e il capopalestra ed Adolfa? Uno si è depresso, e non si toglierà da Melmolandia per un po', mentre Adolfa …. chissà che farà. *sogghigno poco rassicurante*
E.... Jack? o.o E' morto? Lo scoprirete se continuerete a seguirmi ~

GloGlo_96 ~ [Gomenasai Q.Q]

   
 
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