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Autore: _M e l_    16/07/2011    4 recensioni
STORIA SOSPESA.
Melanie era stata felice.
Ma quella felicità era basata su una menzogna e, si sa, la verità, prima o poi, viene sempre a galla.
E Melanie è stata vittima di questa cruda realtà che l'ha portata a fare scelte diverse, sbagliate.
Che l'ha portata a nuovi incontri.
Che la porterà, forse, all'amore...
Tratto dal primo capitolo:
- Come ti chiami? -
- Sirius Black -
La donna s'irrigidì immediatamente sentendo quel nome. Tolse la mano che egli stava medicando dalle sue e si allontanò di scatto.

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- Non voglio farti del male – ripeté Sirius. Sicuramente lei pensava che fosse un temibile assassino. Doveva in qualche modo farle capire che non era affatto così.
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Allora era vero, lei era...
- Melanie – lei rise della sua faccia shoccata. Di certo era una rarità vedere il composto e impeccabile Sirius Black con la bocca penzoloni.
Ma egli pensò solo a quanto fosse bella quella risata cristallina.

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Il rating arancione potrebbe arrivare al rosso
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Si ringrazia Desdemona XI per il meraviglioso banner :)



The meeting;

 

Melanie correva lungo una strada a lei sconosciuta. Era senza fiato, ma continuava a correre.
Non pensava che l'avrebbero trovata così presto. Non aveva neanche avuto il tempo di ambientarsi nella nuova città, che erano ricomparsi. Ma doveva aspettarselo. Ora che lui era tornato la ricerca si era intensificata.
Si guardò indietro cercando con gli occhi il suo inseguitore, ma non lo vide.
“Questo non è un buon segno” si disse, in preda al panico.
Quando se lo ritrovò di fronte per poco non gli andò a sbattere contro.
L'uomo era magro, dall'aspetto incredibilmente robusto e massiccio. Il volto era ricoperto da una folta peluria che si estendeva per tutto il corpo.
Tutto di Fenrir Greyback richiamava la violenza. Dalla postura prettamente animalesca ai glaciali occhi azzurri.
“Occhi da lupo...” pensò Melanie mentre un brivido le correva lungo la schiena. Fenrir la guardava come se fosse carne da macello, l'agnello di cui bramava sfamarsi.
D'altronde tutti sapevano che era mosso da un istinto primordiale, disumano.
Adorava mordere le persone condannandole al suo stesso destino di mannari, ma qualcosa nel suo sguardo le fece capire che non si sarebbe fermato a quello, non quella sera. Non con lei.
- Ora non puoi più scappare – le disse perfido.
L'aveva cercata così a lungo che non desiderava altro se non saziare il suo ardore. Non desiderava altro se non ricevere una ricompensa dopo tutto quel peregrinare. E doveva ammettere che era veramente un buon bocconcino. Non se la ricordava così donna.
Di media statura, corpo magro, curve al posto giusto. Occhi grandi, nocciola come quelli del padre, dilatati dalla paura. Un ghigno maligno si dipinse sul suo volto. Incutere terrore era la sua specialità e, anche in quel caso, non aveva fatto cilecca. Ma la cosa che lo fece cedere fu la sua pelle diafana, sicuramente morbida al tatto. Aveva voglia di assaggiarne il sapore, di staccarla a morsi, di graffiarla in preda al piacere.
Di sentire le sue grida di dolore.
Al solo pensiero il corpo fu attraversato da una scarica d'eccitazione. Fenrir avanzò leccandosi le labbra con la lingua pronto ad essere dissetato.
Dal canto suo, la ragazza era paralizzata. La paura e la stanchezza l'avevano sopraffatta impedendole di ragionare lucidamente. Indietreggiò solo quando egli alzò una mano come per toccarle il viso, scontrandosi con lo schienale di un'antica panchina.
Il parco silenzioso si era rivelato la scelta sbagliata. Pensava che avrebbe potuto riposare lì solo per quella notte, per poi andare alla ricerca di un nuovo posto il mattino seguente, ma non aveva tenuto conto che era troppo isolato, troppo vuoto.
Ma chi diavolo poteva mai andare in un parco alle tre di notte eccetto una stupida ragazzina e un lupo mannaro bramoso di sangue e sesso?
Nessuno, appunto.
Il lupo si spazientì e, con la stessa mano sollevata precedentemente, sferzò l'aria incattivito.
Melanie istintivamente si chiuse a riccio per proteggersi, voltandosi verso la panchina, cosicché i suoi artigli, affilati ed efficaci come spade taglienti, le si conficcarono nella schiena lasciando graffi profondi. Gemette accasciandosi per terra, impreparata al secondo attacco. Sentì distintamente il sangue colarle lungo la schiena mentre la maglietta e il reggipetto squarciati le cadevano di dosso. In un moto di pudore si strinse i lembi lacerati al petto ma questo non era di certo nei piani di Greyback.
Infatti, bloccandole i polsi con le mani, la fece girare, adagiandosi su di lei, per gustarsi appieno le forme dei suoi seni. Erano perfetti, nulla in meno a come li aveva immaginati. Piccoli e sodi, delicati, morbidi. Infervorato strinse più forte le mani e le sue lunghe unghie penetrarono nella pelle della donna che, invano, cercava una via di fuga.
Quasi urlò quando egli spostò la mano, per adagiarla sulle sue protuberanze, lenendole il polso. Fiotti di sangue iniziarono ad uscire dalla grave ferita. Con la mano libera Melanie arpionò quella del suo carnefice tentanto di allontanarla e si dimenò finché, con un ginocchio, non riuscì a colpirlo sui genitali.
Adirato si alzò tenendola per i capelli. Le mani di lei intorno al suo braccio, l'altra mano di lui conficcata nel suo fianco.
- Volevo giocare un po', ma ora mi hai fatto incazzare – le disse all'orecchio. La sua voce era roca e brutale, adatta alla sua figura spaventosa.
Melanie tremò aspettando la sua condanna. Non poteva salvarsi.
Ma, prima che potesse morderla, una forza misteriosa lo spinse lontano dalla ragazza che, immediatamente, cadde al suolo. Guardò incredula il corpo del suo assalitore giacere svenuto dopo essersi schiantato contro un albero. Sobbalzò quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Si ritirò al contatto spaventata.
- Tranquilla, non voglio farti del male. - le disse il suo salvatore. Scandì le parole una per una per essere sicuro che lei le avesse percepite. La osservò attentamente e constatò che aveva troppe ferite, non poteva lasciarla lì, doveva portarla con sé per forza.
- Vorrei medicarti. Posso portarti a casa mia? - domandò cauto.
La ragazza stanca e dolorante non poté che accettare.
Solo allora lui le vide il viso. Rimase stupefatto, assomigliava così tanto a...
“No, è impossibile” meditò bloccando la sua fantasia.
Prima di poterla circondare con le braccia ella sussurrò:- La mia bacchetta... -
Con altrettanto tono basso, per non procurarle ulteriore fastidio, disse:- Accio bacchetta! - ed essa gli arrivò in mano. Gliela porse subito, onde evitare inutili inconvenienti, e, finalmente, poté prenderla in braccio, coprendola con il suo mantello.

 

 

 

Erano arrivati indisturbati a Grimmauld Place Numero 12. L'uomo, dopo aver dato alla ragazza qualcosa da mettere indosso, l'aveva condotta in una camera.
Melanie ora giaceva supina sul letto mentre egli le curava le lesioni. L'aveva esaminato a lungo e, nonostante non ricordasse, era sicura di averlo già visto.
Il silenzio fu interrotto dalla sua domanda.
- Ci siamo già incontrati? - l'uomo la guardò, stupito che anche lei avesse avuto la sua stessa sensazione. Preso alla sprovvista dovette stringere un po' troppo la fasciatura perché lei sobbalzò trattenendo a stento un gemito di dolore.
- Scusa... - disse allentando la presa.
- Io sono un estraneo e la tua prima domanda è se ci siamo già incontrati? - le domandò a sua volta per sviarla.
- Non mi hai risposto – constatò attenta.
- Beh... ecco io... non ne sono sicuro – “ma non può essere lei” continuava a pensare imperterrito.
Melanie accettò quella risposta nonostante non fosse stata del tutto esaudiente. Poi riprese:- Come ti chiami? -
Egli non sapeva cosa risponderle. La verità e rischiare di essere scoperto dagli auror che lo cercavano o una bugia rischiando di perdere quel pizzico di fiducia che la ragazza gli aveva concesso? Opto per...
- Sirius Black – la verità.
La donna s'irrigidì immediatamente sentendo quel nome. Tolse la mano che egli stava medicando dalle sue e si allontanò di scatto. Non per paura, né per altro. Solo per guardarlo meglio.
Come aveva fatto a non riconoscerlo? Beh, sicuramente era invecchiato di parecchio. Le borse sotto gli occhi gli conferivano un'anzianità che non aveva. Anzi, secondo i suoi calcoli avrebbe dovuto avere trentasette anni.
Infatti in quelle pozze verdi trasparivano tutta la sua vitalità e la sua giovinezza. I baffi castani si prolungavano in una barbetta sulle guance che lasciava parte del mento scoperto. Il tutto era coronato da una folta capigliatura marroncina ben curata. Era abbastanza alto con un corpo muscoloso che, a differenza di Greyback, non incuteva alcun timore.

- Non voglio farti del male – ripeté Sirius. Sicuramente lei pensava che fosse un temibile assassino. Doveva in qualche modo farle capire che non era affatto così.
Ma non ce n'era bisogno perché lei lo sapeva già. Sapeva chi aveva ucciso tutti quei babbani. Sapeva chi aveva reso possibile l'omicidio di Lily e James Potter, i suoi genitori.
- Lo so – sussurrò la ragazza curiosa. Voleva capire se si ricordava di lei. Se l'aveva riconosciuta. Si riavvicinò allungando il braccio che lui prese, nuovamente sorpreso.
Doveva chiederglielo. Doveva sapere.
- Posso domandarti una cosa? - la ragazza annuì attenta.
- Tu... tu assomigli molto a una mia cara amica... Lily Evans, la conosci? - ella sorrise tristemente sentendo quel nome. Certo che la conosceva.
- Si... era mia madre... e tu sei Sirius Black, il padrino di mio fratello, Harry – Sirius non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito. Allora era vero, lei era...
- Melanie – lei rise della sua faccia shoccata. Di certo era una rarità vedere il composto e impeccabile Sirius Black con la bocca penzoloni.
Ma egli pensò solo a quanto fosse bella quella risata cristallina.

 

 

---
Okay, premettendo che non sono sicura di aver fatto bene a postarla, avviso che non so quando aggiornerò.
Tutto dipende dall'ispirazione (che sia maledetta).

Tornando al capitolo:
Melanie Lily Potter è nata quando i coniugi Potter avevano 17 anni (piccoli malandrini loro), di conseguenza lei ne ha 20, 4 anni di differenza con Harry. Comunque la sua storia verrà spiegata meglio nei capitoli futuri.
Ho cambiato un pò di cose, ma tutto verrà detto a tempo debito :)
Per qualsiasi domanda, non esitate a chiedere ;)
Avvertimenti:
Il rating, per ora, è arancione, ma potrebbe arrivare al rosso.

Non mi prendo il merito di quello che non ho scritto io, perciò qualora ciò che leggerete non è frutto della mia immaginazione lo segnalerò sicuramente.

La descrizione fisica e psicologica di Fenrir Greyback l'ho presa da qui:

http://fattoilmisfattogdrreturn.forumcommunity.net/?t=43604170

La descrizione fisica di Sirus Black l'ho presa da qui:
http://esgdroldnewhp.blogfree.net/?t=2401556


Infine ringrazio chi recensirà, chi metterà la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi la leggerà solamente.
Vostra,
_
M e l_

   
 
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