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Autore: Doll_    17/07/2011    17 recensioni
June è un'adolescente riservata e timida che al secondo anno di liceo viene inevitabilmente attratta nella tana del lupo cattivo. Jack è più grande e affascinante, ma anche col suo carattere intrattabile e scontroso, riesce a far innamorare di sé la ragazza e a portarla a letto, per poi lasciarla come suo solito. Peccato che l'anno dopo i due verranno messi a stretto contatto a causa dell'imprevedibile destino che, seppur detestandosi, li unirà sempre più...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'June e Jack'
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Tear My Soul

 

Parla in fretta e non pensar
Se quel che dici.. può far male
Perché mai
Io dovrei
Fingere
Di essere Fragile
come tu mi (vuoi)
(Vuoi) Nasconderti in silenzi
Mille volte già concessi
Tanto poi
Tu lo sai
Riuscirei
Sempre a convincermi
Che..
Tutto Scorre!

E..
Usami
Straziami
Strappami l’anima!

Fai di me quel che vuoi..

Tanto non cambia
L’idea che ormai
Ho di te
Verde coniglio
Dalle mille facce buffe

E dimmi ancora
Quanto pesa
La tua maschera di Cera
Tanto poi
Tu lo sai
Si scioglierà
Come fosse neve al sol
Mentre Tutto Scorre!

E..
Usami
Straziami
Strappami l’anima!

Fai di me quel che vuoi..

Tanto non cambia
L’idea che ormai
Ho di te
Verde coniglio
Dalle mille facce buffe

Sparami addosso
Bersaglio mancato
Provaci ancora
E' un campo minato
Quello che resta
Del nostro passato
Non rinnegarlo
E' tempo sprecato
Macchie indelebili
Coprirle è reato
Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagliala tu perché ho tutto sbagliato!

E..
Usami
Straziami
Strappami l’anima!

Fai di me quel che vuoi..

Tanto non cambia
L’idea che ormai
Ho di te
Verde coniglio
Dalle mille facce buffe

Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagliala tu perché ho tutto sbagliato!!




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Che stupida.. Che stupida!
Lo pensavo mentre mi tiravo su i boxer e lo ripetevo mentre andavo in bagno per sciacquarmi la faccia, come se solo con quel gesto potessi davvero dimenticare.
Dimentica, tutto, June. Dimentica ogni cosa.
Bastardo! Sapeva benissimo che non l'avrei mai fatto, che non me lo sarei mai permesso! Quei ricordi sarebbero rimasti incisi sulla mia pelle come marchi ardenti che bruciavano ancora ma non più di passione.
Le sue mani che esploravano il mio corpo, la sua bocca sulla mia...
Lui, dentro di me.
No. Non avrei di certo dimenticato, neanche se avessi voluto...
Ritornata in salone, dove tutti stavano sistemando i propri sacchi a pelo, la mia mente vagava da tutt'altra parte.
John ridacchiava alle battute di Freddie; Maggie si strusciava addosso a Chase; Alicia e Francine parlavano amorevolmente con Abby e Holly e Jack...
Jack dov'era?
“Oh, June, ma che fine avevi fatto? Possibile che sparisci sempre?” Sorrise Francine, venendomi incontro.
Oh, sai com'è, ero troppo presa a farmi scopare dal tuo migliore amico Jack..
Deglutii a vuoto reprimendo l'improvviso conato di vomito per ciò che avevo fatto e per la stupidità con cui mi ero lasciata andare, rivolgendo a Francine un sorriso storto.
“Ci ho messo un po' ad asciugarmi...”
…Con Jack.
“Va be, dai, ora però sistemati dove vuoi che iniziamo a giocare!” Batté le mani, euforica come sempre.
“G-giocare?” Balbettai, presa da una fitta di brutti presentimenti.
“Sì, giocare, June! Conosci il gioco della bottiglia?”
Oh, cazzo.

Finalmente Jack ci aveva degnati della sua affascinante presenza e, sedendosi a cerchio insieme a tutti noi, prese a fissarmi com'era solito da lui, essendosi per giunta messo di fronte a me.
Alicia, col suo pigiamino firmato rosa e bianco, iniziò a spiegare le regole del gioco:
“Allora, per chi non lo sapesse, questo non è il classico gioco della bottiglia dei baci o delle penitenze ma consiste nel rivelare le parti che di noi odiamo di più, ad esempio: io giro la bottiglia e capita a Fraddie, ciò vuol dire che lui dovrà dire una parte del corpo che detesta e, rigirando la bottiglia, il prossimo che capita, dovrà invece dire la parte che più preferisce del corpo di Freddie, e così via, chiaro?” Terminò, guardandoci tutti.
Non avevo mai sentito nulla del genere e dalle facce degli altri, credo che non ero l'unica; ovviamente l'avevano inventato Francine e Alicia in un momento di noia totale, anche se Jack, con la sua espressione indecifrabile, non mi faceva ben capire cose ne pensasse del gioco.
“Okay, allora iniziamo!” Continuò Alicia, facendo girare la bottiglia.
Sentivo uno strano senso d'ansia attanagliarmi mentre pensavo a cosa poter dire se il tappo puntava me... Io che odiavo ogni singola parte del mio corpo.
Ma stavolta mi salvai e puntò Holly: “Beh... Io detesto i miei fianchi.” Arrossì, lei.
“Devi dire anche il motivo.” La riprese Alicia.
“Perché sono troppo grandi.” Ammise, facendo poi girare la bottiglia fino a quando non fermò su Chase: “Del corpo di Holly...” Prese a guardarla tanto intensamente che sentivo la mia amica prendere fuoco all'istante mentre la gelosia di Maggie raggiungeva vette impensate.
“Del corpo di Holly mi piace il sorriso, perché quando sorride sembra risplendere.” Disse, facendomi temere che Holly svenisse da un momento all'altro.
Già me la immaginavo, sempre sorridente in ogni singola occasione.
“Ora Chase deve dire una parte del corpo che odia di sé.” Spiegò Alicia, facendomi capire qualcosa di più su quel gioco strampalato.
“Di me.. Detesto i capelli. Sono indomabili.” Disse, facendomi sorridere.
Forse non si accorgeva di quelli di Jack.
Il gioco andò avanti così, facendomi scoprire che chiunque, anche chi avevo sempre ritenuto bello e impossibile, non sarebbe mai riuscito a piacersi realmente.
C'erano aspetti di Francine e Alicia che non avevo mai notato ma che a loro sembravano così evidenti da definirsi persino “brutte”.
Ed io, in quei momenti, non facevo altro che sentirmi più insulsa e anomala.
Perché, se si definivano loro brutte, allora io dovevo essere proprio senza speranze.
“Io detesto la mia poca altezza... Mi fa sentire sempre una bambina in confronto alle mie amiche.” Spiegò Abby, girando la bottiglia che puntò me.
Dopo quasi mezz'ora, quella santissima bottiglia aveva fatto precipitare tutte le mie speranze di non dover parlare..
E invece eccola lì, carina carina, che continuava a puntarmi.
“Oh, ehm... Del corpo di Abby mi piacciono i suoi occhi. Sono castani scuro, ma hanno sempre una luce viva dentro ed è una cosa che adoro. Gli occhi non devono essere per forza chiari per essere belli... Bisogna sempre notare cosa sono in grado di scaturirci. E gli occhi di Abby mi mettono tranquillità.” Feci spallucce, beccandomi un super abbraccio da parte della mia amica dagli occhi scuri ma vispi.
“Okay, June, tocca a te.” Mi sorrise Alicia, dopo qualche secondo di pausa.
“Del mio corpo... fra le tante cose, detesto le mie labbra. Sono troppo fine e se a diciottanni riesco a raccimolare un po' di soldi vorrei rifarmi il labbro superiore che è troppo sottile rispetto a quello inferiore.” Ammisi, sentendomi una vera stupida ma, se Alicia aveva detto che voleva rifarsi il naso e Francine il seno, perché io non potevo dire le labbra?
Nell'istante in cui smisi di gesticolare e spiegare i miei intenti, sentii lo sguardo di tutti puntarsi sulle mie labbra... Ma che dico?
Non di tutti, ma di Jack e John.
Abbassai velocemente lo sguardo e afferrai talmente forte la bottiglietta da rischiare di romperla, per poi farla girare.
Ti prego, ti prego, fa che non capiti...
“Jack..” Il mio era stato un sussurro alle orecchie degli altri ma solo io ero in grado di tradurlo in una triste rassegna.
Lui non parlò subito ma si concesse di scrutarmi da cima a fondo, facendomi ribollire dall'agitazione.
I suoi occhi mi scrutavano dentro ed erano in grado di mettermi soggezione.
Però, da una parte, ero elettrizzata dal conoscere la sua risposta.
Speravo con tutto il cuore che non dicesse gli occhi perché ero fin troppo abituata a sentirmelo dire. Certo, avere gli occhi verdi poteva essere un vantaggio, ma sentirselo ripetere come complimento da qualsiasi ragazzo, era diventata anche una condanna.
Non che non mi facesse piacere, ma sembrava essere l'unico pregio estetico che avessi e nel quale chiunque si andava a rifugiare per poi credere di lusingarmi appena me lo faceva presente.
Ma da Jack mi aspettavo altro.. Mi aspettavo di più.
E proprio quando parlò, sentii il mio cuore smettere di battere.
“Del corpo di June, fra le tante cose..” Sì, l'aveva detto. L'aveva detto davvero e che sia stato per prendermi in giro o sul serio, in quel momento non fece altro che farmi piacere. “Adoro le sue labbra. Ma è un peccato che sia tanto sciocca da non apprezzarle.”
Sbuuuum!
Tutto silenzio. Jack continuava a fissarmi con un'espressione fra il malizioso ed il presuntuoso; fra il divertito e l'odioso.
Ed io morivo.. Morivo dentro, fuori.. Morivo e basta.
“Ehm...” Alicia si schiarì la gola, evidentemente sorpresa come tutti gli altri. “N-non hai.. spiegato il motivo, Jack.” Gli ricordò, facendomi sprofondare sempre più.
L'unica che sembrava calma ed era anche sorridente era Francine.
“Le adoro perché June non le inumidisce quasi mai e per questo sono spesso screpolate e, beh, quando sono screpolate l'unico pensiero che ti viene in mente è di inumidirle tu stesso. Poi mi piace il fatto che il superiore sia più sottile del labbro inferiore.. Ogni volta che lo guardi ti viene voglia di morderlo.” Spiegò, infine, sorridendo poi con indifferenza, come se non avesse appena ammesso davanti a tutti che si sarebbe volentieri sporto a baciarmi e a mordermi le labbra.
Okay, non mi sarei rifatta per nulla al mondo.
Aveva detto che adorava le mie labbra.
Mi aveva fatto un complimento dopo tanto tempo e non l'aveva detto con cattiveria.
Ed io, beh... Io morivo. Continuavo a morire perché, nonostante mi avesse nuovamente portato al settimo cielo, sapevo bene che sarei potuta ricadere a terra in un battito di ciglia.
Dimentica, tutto, June. Dimentica ogni cosa.
“Del mio corpo, invece, detesto..” Proseguì lui, allentando la tensione e pensandoci su.
Non c'è nulla da detestare del tuo corpo, Jack, nulla.
“La scarsità di muscoli, il motivo è inutile dirlo.” Sorrise.
Che sciocco... Io adoravo il suo corpo snello e slanciato.
La tartaruga e i bicipiti non avrebbero reso qualcun'altro migliore di lui.
Era impossibile.
La bottiglia poi riprese a girare ed il gioco continuò.
Chi aveva già detto ciò che detestava, doveva solamente dire quel che gli piaceva del corpo dell'altro se ancora non l'aveva detto, in caso contrario, la bottiglietta doveva rigirare.
Quando capitò a John di dire ciò che gli piaceva di me, il sorriso calmo e tranquillo di Jack, scomparve all'istante.
“Del corpo di June.. mi piacciono i capelli.” Sorrisi, almeno non aveva detto gli occhi, e comunque i capelli erano un'altra cosa che detestavo di me... “Danno l'impressione di essere indomabili come lei, e adoro guardarla mentre ci rigira le dita in mezzo, assorta in chissà quali pensieri. E' una cosa che m'incanta.”
John era partito da un particolare banale fino ad arrivare a dettagli più intensi.
Inutile dire che mi stupì, anche se rovinò tutto con la sua ammiccata finale che, sì, mi lusingò, ma scurì il viso di Jack al quale, capii, non ero poi così tanto indifferente.
Quando il gioco stava per terminare e cominciavo a rilassarmi, di colpo, quel dannatissimo tappo blu mi ripuntò e, così, fui costretta a guardare chi l'aveva fatto girare.
Oh, cazzo.
Jack riprese a fissarmi in quel modo (fra il divertito e il malizioso), in attesa di ciò che avrei detto sul suo aspetto.
Adoro tutto di te!!!
No, non potevo dirlo. Sarei stata banale.
Con la mente, allora, rivisitai tutti i momenti passati insieme e ciò che più mi faceva scaldare il cuore, di lui, era...
“Il sorriso. Di Jack, adoro il sorriso.” Parlai, spinta da non so quale coraggio. “Ma, a differenza di quello di Holly o a quello di chiunque altro, il suo è.. particolare, perché è raro. Se Holly risplende, Jack fa risplendere. Può sembrare che alcune volte sorride ma in verità quelle sono solo delle piccole smorfie di circostanza. I sorrisi veri di Jack vengono da dentro. Quando apre le labbra e fa vedere i suoi denti perfetti.. Quando agli angoli degli occhi gli si formano delle rughe d'espressione e ai lati delle guance delle tenere fossette; ecco, quando sul suo viso si presentano queste cose, vuol dire che sta sorridendo.. Ma sorridendo davvero. Di quel sorriso raro che non concede a nessuno come se credesse che, così facendo, potesse mostrare una propria debolezza. Ma è un peccato che sia tanto sciocco da non apprezzarlo, perché solo quando sorride sembra tirare fuori il vero se stesso. Quel Jack rilassato e un po' bambino... Manca un po' quel Jack, sai?”
Avevo forse esagerato con la sincerità?

Si erano fatte le quattro e il gioco era finito da più di un'ora. Tutti avevano preferito mettersi a dormire e dal russare pensai che ci erano riusciti alla grande.
Io però non prendevo sonno. Era buio e c'era calma (a parte il russare), però non riuscivo a chiudere occhio.
Rivivevo ogni istante passato con Jack di quella sera, dal Luna Park, alla camera di Alicia. Poi ripensai al passaggio in macchina e di conseguenza a tutte le cose brutte che mi aveva detto e al fatto che, nonostante ciò, lo amavo con tutta me stessa.
E probabilmente non avrei smesso neanche sotto tortura.
No, non ci riuscivo. Dovevo assolutamente alzarmi per bere qualcosa.
Silenziosamente, quindi, aprii la cerniera del sacco e, in punta di piedi, mi diressi in cucina per aprire il frigo.
Certo, non era casa mia, ma Alicia aveva ben detto che potevamo fare ciò che volevamo come se lo fosse, testuali parole, quindi non mi feci problemi a rovistare in cucina per cercare qualcosa da bere.
Aprii l’enorme frigo giallo canarino e vi trovai così tante bibite diverse –fra l’energetiche alle ipercaloriche- che mi ci vollero diversi minuti per sceglierne una.
Beh, avevo preso l’acqua… Almeno era sicuro che mi avrebbe dissetata.
Stavo per aprire uno sportello per il bicchiere quando mi accorsi che era troppo alto e che riuscivo a prenderne uno a malapena in punta di piedi.
“Acc..” Imprecai a bassa voce, allungando più che potevo il braccio ma vanamente poiché non riuscii nemmeno a sfiorarlo.
“Ti serve una mano, nana?”
No, non era stata una visione. C’era veramente Jack, dietro di me, in pantaloncini e canotta nera, coi capelli arruffati –sicuramente perché non riuscendo a dormire si era rigirato così spesso nel sacco a pelo fino a renderli più indomabili del solito- , e gli occhi lucidi che, con voce bassa e soave, cercava di aiutarmi.
“Oh, ehm.. Non riesco a prendere il bicchiere.” Deglutii, osservandolo mentre, senza parlare e senza alcuno sforzo, alzava di poco il braccio per afferrarne uno e porgermelo.
“G-grazie.” Lo guardai, per poi rigirarmi a versarmi l’acqua e berla silenziosamente.
Jack, intanto, aveva riaperto il frigo e si stava versando un po’ di coca cola.
“Non riesci a dormire, eh?” Mi chiese, gelandomi il sangue.
Si rivolgeva a me come faceva una volta. Senza sguardi maliziosi e accenni di fastidio. Sembrava semplicemente se stesso.
“No. Ho troppi pensieri nella testa..” Ammisi, abbassando lo sguardo per non fargli vedere le mie guance arrossate.
Potevo eccitarmi solo nel guardarlo bere?
“A che pensi?”
A ciò che dovrei dimenticare.
“Alla scuola.” Mentii, sentendomi sotto esame a causa del suo sguardo penetrante.
“Qualche materia in particolare?”
“Storia dell’arte e algebra.”
“Brutti voti?”
“Pessimi.”
“Storia dell’arte è una cavolata. Come fai ad andare male?” Inarcò un sopracciglio, poggiandosi al mobile della cucina, di fronte a me.
“Sai, non sono tutti secchioni come te, Jack.” Sorrisi di sbieco.
Jack era un genio a scuola, cosa che non si direbbe all’apparenza.
“Non sono un secchione. I secchioni sono quelli che amano studiare…”
“Sì, lo so, lo so, i secchioni sono quelli che amano studiare, io studio semplicemente per non dover studiare più in futuro.” Lo interruppi, continuando la citazione che mi ripeteva sempre quando l’anno scorso lo prendevo in giro chiamandolo secchia.
Lui, però, stupendomi, mi dedicò uno di quei sorrisi che mi fecero sciogliere all’istante.
“Mi accompagni fuori a fumare?” Chiese poi, avvicinandosi alla porta.
Una volta usciti, ci mettemmo seduti di fronte alla piscina a scrutare il buio del cielo davanti a noi, mentre non facevo altro che ascoltare il mio cuore martellarmi nel petto ed il naso odorare fino allo sfinimento il suo profumo.
Questo è Ugo Boss…
Seduti accanto su una sdraio, poi, tirò fuori il tabacco, le cartine ed i filtri, iniziando a farsi un drummino.
“Sai come si fanno?” Fece, mentre con le dita arrotolava il tabacco nella cartina ai margini di essa.
“L’ho visto farlo spesso ma non credo di esserne capace.” Ammisi, sorridendogli.
“Non è poi così difficile, basta esercitarsi.” Fece spallucce, rigirando poi la carta.
“Pillole di saggezza.” Commentai, beccandomi un’occhiataccia divertita.
“Lecca.” Disse poi, gelandomi.
“Eh!?” Mi voltai verso di lui, paonazza, ritrovando ad un palmo dal naso il drummino appena fatto.
“Lecca la carta, mi serve per sigillarla.” Sorrise sghembo.
“Oh, ehm.. Okay.” Deglutii, avvicinandomi e, sentendomi il suo sguardo famelico addosso, tirando fuori la lingua per leccare la parte superiore della cartina.
Quando finii e mi scostai, lui rimase ancora qualche secondo a guardarmi, per poi accendere la sigaretta con l’accendino ed iniziare a fumarla.
“Non hai mai pensato di smettere? Seriamente, intendo.” Gli chiesi, guardandolo con la coda degli occhi senza riuscire a non desiderare di essere quella misera sigaretta fra le sue labbra.
“Ho smesso per un periodo… Quando me lo avevi chiesto tu.” Ammise, stupendomi per l’ennesima volta.
“Pensavo che fumassi solo quando non c’ero io.”
“No, avevo proprio smesso. Avevi detto che odiavi l’odore di tabacco.”
“Ottima memoria. Ma adesso non è più così.. Ogni tanto qualche sigaretta la fumo anche io.” Dissi, cercando di non badare alla piacevole sensazione che le sue parole avevano scaturito in me.
“Sciocca. Sei una bambina troppo piccola. Il fumo a certe mocciose come te, fa male.” Mi ammonì anche se con un tono quasi.. dolce.
“Sono cresciuta.”
“Non si cresce in così poco tempo.”
“Il tempo non conta, servono le esperienze.”
“Mmm.. Pillole di saggezza.” Mi schernì, sorridendo ancora in quel modo che avevo ammesso di adorare.
Sembrava quasi farlo apposta.
Jack finì la sua sigaretta e quando la poggiò nel posacenere, riprese a scrutarmi.
“Così.. ti piace il mio sorriso, eh?” Chiese poi, facendomi tremare dall’imbarazzo.
Accidenti a lui!
“Beh.. E’ quello che ho detto. A te piacciono le mie labbra..” Feci spallucce, nascondendo alla bell’è meglio il mio rossore.
“Sì. Le adoro.”
Oh santa madonnina, aiutami tu a non saltargli addosso all’istante!
“Jack..” Provai a protestare perché il mio sesto senso aveva acceso un lieve allarme nella mia testolina, ma sembrava già troppo tardi.
“Sì, June?” Chiese, avvicinandosi.
“Io.. Non posso dimenticare.”
Mi voltai e trovai i suoi occhi così vicini ai miei che i nostri nasi stavano quasi per sfiorarsi.
Restammo a fissarci per vari minuti quando alla fine, eliminando la distanza fra noi, mi sussurrò a fior di labbra: “Allora non farlo.”
Il bacio che venne dopo non aveva niente a che fare con quello passionale e quasi doloroso del precedente nella stanza di Alicia.
Quello sulla sdraio fu lento, soffice, dolce, intenso… Non esigeva di più, ma entrambi sapevamo che una volta iniziato non saremmo riusciti a fermarci.
E così fu.
“Non ti sei inumidita le labbra.” Mi ricordò, facendomi sdraiare lentamente sotto di lui.
“Lo hai fatto tu.” Sorrisi timidamente a causa dell’eccitazione crescente.
“Giusto..”
E riprese a baciarmi, fino a quando le sue mani non iniziarono ad accarezzarmi i fianchi ed il ventre e lui prese a baciarmi il collo.
“Hai un profumo buonissimo, June.” Sussurrò, lasciandomi un lieve bacio sulla scapola.
“Odoro di te, Jack.” Ansimai, quando ormai la sua mano aveva scostato la mia canottiera.
“Allora sono io ad avere un buono odore, visto che sa di te.” Disse, scendendo a baciarmi un seno da sopra la stoffa.
Si era posizionato fra le mie gambe ed istintivamente le legai alla sua vita, come a non volerlo lasciare andare per nessun motivo al mondo.
Fra me e Jack era sempre stato così. Ogni momento era buono per saltarci addosso, anche se prima eravamo riusciti a concludere un discorso serio e profondo.
La passione vinceva su tutto.
Gemetti ancora più forte quando la sua mano scese fin sopra i boxer e prese a massaggiarmi lentamente e piacevolmente.
Dio, com’era bravo.
Le sue carezze erano quasi studiate; circolari con velocità alterne.
“Fai piano, June, o ci sentiranno.” Sussurrò ancora, aumentando la velocità e abbassando leggermente il reggiseno per prendere a torturami un seno.
Mi mordevo così forte il labbro che rischiavo quasi di romperlo a sangue.
“Oh, Jack..” Ansimai, quando ormai mi stavo avvicinando alla strada di non ritorno.
“Il mio nome, June, ripeti il mio nome… A bassa voce.” Mi supplicò quasi, con la voce roca ma comunque sensuale.
Così mi ritrovai a gemere il suo nome ripetutamente come alcune ore prima ma senza urlarlo.
Il piacere stava arrivando non esageratamente intenso ma lo stesso totale e assoluto.
Tanto che Jack fu costretto a tapparmi la bocca a baci per non farmi urlare.
Stava per rialzarsi ma non lo avrei nuovamente lasciato andare, così forzai ancora di più la presa sulla sua vita e aggrappai le mie mani dietro la sua testa per immergere le mie dita fra i suoi capelli setosi ma ribelli.
“Adoro tutto di te, Jack.. Tutto.” Ansimai fra un bacio e l’altro.
Una cosa che ero solita fare, quando rimanevano così avvinghiati, era lasciargli baci soffici su tutto il viso, in segno di affetto e non solo di passione selvaggia.
Perché quello che mi legava a Jack era decisamente più grande del sesso.
Il mio era amore.
Perché anche se Jack avesse continuato ad usarmi, straziarmi, strapparmi l’anima, io avrei continuato comunque ad amarlo in quello stesso modo incondizionato con cui un disperato si aggrappa alla vita.
Io mi sarei aggrappata a lui.



Angolo Autrice:
Mi dispiace tantissimissimissimissimooooo!!!! Oddio, ritardo indecente, lo so!
E capitolo terribile… Avevo così tante cose in mente, ma, accidenti, il tempo davvero mi permette poco!
Poi non ho potuto rispondere a tutte le recensioni e questo mi fa stare ancora peggio!
Spero davvero di riuscire a farmi perdonare andando avanti nei capitoli perché non potete capire quanto mi dispiaccia!
Farò il possibile per rendervi la lettura migliore, giuro!
Un bacione alle mie belle, dalla vostra ritardataria preferita (spero): Doll_
PS: Jack non lo capiremo mai, ragazze, bisogna farci il callo come la nostra povera June U.U

   
 
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