Epilogo
Sono le tre e mezza del
mattino, mi sono appena svegliata, come sempre e non riesco a
dormire, perciò come ogni notte vado nella stanza di Luca.
Non ha il sonno profondo, ma
nemmeno leggero, non si accorge mai quando entro in camera sua e mi
siedo per terra, mentre lo guardo dormire. Non so nemmeno io perchè
lo faccio, però mentre lo guardo dormire mi rilasso. Lui è
tranquillo, forse sta sognando e io rimango a fissarlo, mentre una
bimba di nome Sarah, dentro di me scalcia.
Si, alla fine è una bimba e
non ho avuto dubbi su come chiamarla, ormai sono arrivata all'ottavo
mese e sono enorme, sembro una balena. Luca si diverte sempre a
prendermi in giro, ma in realtà lui non vede l'ora che nasca la
piccola. Ha comprato tutto quello che può servire, dalla culla, alle
tutine, ai biberon, non ha fatto mancare proprio niente.
Luca si gira nel letto e
mormora il mio nome.
-Carol-
Non so se si sia svegliato o
se sta dormendo, ma anche se si è svegliato se me ne vado domani
mattina nemmeno si ricorderà di avermi vista qui.
Mi alzo e apro la porta
della stanza, ma lui mi chiama di nuovo. Eh no, si è svegliato
davvero.
-Vieni qui- dice mentre mi
fa posto nel suo letto. Mi fa cenno di sdraiarmi.
Obbedisco, ma sto in
silenzio.
-Che ci fai qui?- chiede con
la voce impastata dal sonno.
-Non riuscivo a dormire-
ammetto.
Dalla finestra entra la luce
fiocca della luna e vedo una ruga profonda nella fronte di Luca,
tipico segno di quando è preoccupato.
-Ancora brutti sogni? Non mi
sembra che andare dallo psicologo ti stia aiutando- commenta
dubbioso.
Dopo essere andata a vivere
con Luca, pensavo di stare bene, ma mi sono accorta che appena
mettevo piede fuori casa mi prendeva il panico, avevo la costante
sensazione che qualcuno mi stesse seguendo, all'inizio non ci ho
fatto caso, pensando che prima o poi mi sarebbe passato, ma quando
sono iniziati gli incubi, dei sogni senza un senso preciso, solo
delle ombre, qualche persona che mi seguisse e che cercasse di
prendermi, ogni notte mi alzavo tutta sudata e non riuscivo più a
dormire. Perciò ho capito che avevo bisogno di aiuto, da qualcuno di
esperto.
I sogni non sono passati, ma
adesso riesco a uscire di casa con più tranquillità, per me è già
qualcosa, non mi aspetto che tutto questo passi da un giorno
all'altro, perchè per quanto possano passare i sogni e la paura di
uscire da casa, resteranno sempre delle ferite indelebili nel mio
cuore, ci sono e ci saranno per sempre, forse un giorno smetteranno
di farmi male, ma resteranno lì fino alla fine dei miei giorni. Non
basterà un medico o dei farmaci a mandarle via, niente potrà farle
sparire.
-Potevi svegliarmi-dice
Luca, interrompendo i miei pensieri.
-Non avevo un motivo per
farlo- rispondo e lo vedo sorridere sotto la luce della luna, si
aspettava una risposta del genere.
Restiamo in silenzio per
qualche minuto e spero si addormenti, così posso tornare in camera
mia, ma dopo qualche minuto lo sento sussurrare.
-Carol devo dirti una cosa-
dice estremamente serio.
-Dimmi- dico un po'
preoccupata da quello che mi vuole dire.
Attende qualche istante e
cerca di restare serio, ma sento dalla voce che sta per scoppiare a
ridere.
-Certo che, ogni giorno che
passa diventi sempre più enorme-
E alla fine scoppia a ridere
ed io non posso fare a meno di ridere insieme a lui, mentre gli tiro
una cuscino in faccia.
Mi abbraccia e mi attira a
sé.
-Vieni qui piccoletta- dice
mentre mi abbraccia. -Cerca di dormire adesso, che devi alzarti
presto-
Giusto, domani dovevo andare
a fare l'ecografia.
Luca mi accarezza i capelli
e sento le palpebre diventare sempre più pesanti.
Sospiro e mi chiedo se è
questa la felicità. Non so se sono felice, ma sono certa che senza
di Luca non so come avrei fatto. Ho avuto la fortuna di incontrarlo e
piano piano è diventato parte fondamentale della mia vita, perchè
non importa se ho passato dei giorni infernali, non importa se sono
rimasta incinta a diciassette anni, non importa se mia figlia non
avrà un padre, perchè so che Luca ci sarà, per me e per lei,
farebbe qualunque cosa per noi. E' come se fosse lui mio padre, non
mi fa mancare niente ed è sempre attento a me.
Non so che fine abbiano
fatto le altre ragazze dopo l'arresto di Sandro e dell'autista di
nome Adam, sono rimasta in contatto solo con una ragazza: Alis. Io e
lei ci sentiamo spesso e ci vediamo di frequente, perchè lei è
stata adottata da una famiglia qui in zona.
Non so se le altre ragazze
siano tornate in Romania e se siano riuscite a riacquistare il
sorriso.
So, però, che le ragazze
che stavano con me durante il mio lungo viaggio, e che adesso sono
tornate a casa, sono soltanto una minima parte delle ragazze che
purtroppo stanno ancora per strada, da qualche parte nel mondo. Io
non posso fare più di tanto, posso solo sperare che anche loro un
giorno possano uscire da quel tunnel infernale e spero che possano
vedere la luce e la bellezza del mondo. Spero che anche loro possano
trovare un angelo, che io ho avuto la fortuna di incontrare, e mi
sento terribilmente egoista, perchè io si e loro no, ma anche se mi
allontanassi da Luca, le cose non cambierebbero e non so se
cambieranno mai.
Auguro a tutte le ragazze
che hanno passato e stanno passando quello che ho passato di trovare
la forza e il coraggio di andare avanti, perchè se ce l'ho fatta io,
ce la possono fare anche loro.
E
siamo giunti alla fine di questa breve storia.. Ho scritto questa
storia con tanta fatica, ma anche con tanta voglia di scriverla, non
perchè scrivendo questa storia avrei cambiato le cose,
assolutamente no, questa storia non servirà a far cambiare
niente, ma forse aiuterà a capire e ci aiuterà a
riflettere. Noi, molto spesso, siamo sempre pronti a puntare un dito e
giudicare, ma quanti di noi si fermano a pensare? Penso pochissimi di
noi, e credo che la colpa di questo sia anche dei mass media che molto
spesso ci fanno vedere una realtà totalmente diversa da quello
che effettivamente è. Ci riempiono la testa di fesserie, ci
presentano la nuova coppia dell'anno o il nuovo concorrente del Grande
Fratello, ma a me di vedere queste cose, che me ne frega?
Perchè invece non evitiamo queste cazzate e ci occupiamo di
cose più importanti, basterebbero anche solo cinque minuti, ma
no, che dico, in cinque minuti non si può raccontare il dolore e
la sofferenza delle persone, che molto spesso sono costrette a subire
violenze. Ma che ne sappiamo noi, delle ragazze che molto spesso,
passando in macchina, le vediamo per strada e la prima cosa che ci
viene da dire è:"Guarda un pu**ana".
Ci sono tantissime persone come Carol nel mondo, che riescono a farcela
grazie all'aiuto delle persone come Luca e poi ci sono le persone come
Sarah, che non sono abbastanza forti e coraggiose.
Si dovrebbe affrontare il tema della violenza e della prostituzione
molto più frequentemente, ma soprattutto si dovrebbe operare
davvero e sono tantissime le persone che si danno da fare per aiutare
queste ragazze, perciò un grazie va detto a tutte le forze
dell'ordine, che fanno davvero il possibile, ma neanche loro possono
fare i miracoli.
Penso che non importi se questa storia non abbia 40 capitoli, ma solo
13, penso che sia il concetto e le parole quelle che contano. E la cosa
che mi dispiace è che purtroppo, non posso dire che questa
storia è frutto della mia fantasia, questa è la
realtà, non c'è niente di inventato, solo i nomi dei
personaggi sono inventati, tutto il resto è reale. Mi ritengo
una persona fortunata, perchè io ho una famiglia che mi vuole
bene, ho un motivo per alzarmi dal letto la mattina, ho qualcuno che si
prende cura di me.
Vi ringrazio per aver letto questa storia, e sinceramente sono contenta
che sia finita, perchè è stata una fatica immensa
scriverla, eppure io ho provato soltanto a immaginare quello che
può provare una ragazza che è costretta a subire violenze
da tutti..
Ringrazio chi ha letto questa storia, chi l'ha commentata, chi ci
è solo passato a dare un'occhiata, chi l'ha messa nelle seguite,
nelle preferite. Grazie mille a tutti.
Giada.