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Autore: devilrose1982    19/07/2011    2 recensioni
Myles Kennedy, Alter Bridge, Slash
Una fan fiction inventata su Myles Kennedy e una mogliettina "in fuga".
Riuscirà il nostro eroe a convincerla a tornare a casa?
"So I'm coming home
Lost on a road I don't belong
I rest my soul I'm so alone
Far from the streets I call my own
I'm coming home"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Questa strada deserta
che chiamiamo casa
Questo è il nostro destino
inseguiamo il tramonto
mentre superiamo
una vita di agonia"
 
 

"Leinie Kennedy" si annunciò la ragazza alla reception mostrando il documento al consierge, l'uomo le sorrise con gentilezza "Prego signora, il signor Kennedy vi sta aspettando in camera, stanza 226"
"Buona giornata" lo salutò Leinie cortesemente, per un attimo le tornò in mente quella stessa scena alla reception di qualche tempo prima, ci ripensò con una punta di sconforto ma cercò subito di scacciare via quel pensiero triste, ora sorrideva radiosa tenendo per mano Christian, allungò il passo verso l'ascensore e vi salì col cuore in gola; era ansiosa di riabbracciare finalmente Myles, questa volta senza riserve, senza dover fingere niente di fronte al bambino, sarebbe stato un abbraccio vero, sincero e non appena le porte dell'ascensore si aprirono il sorriso tenero di Myles accolse i suoi tesori.
Il cantante era stato avvisato dell'arrivo della moglie, aveva lasciato chiaro il messaggio alla reception: voleva essere subito chiamato non appena moglie e figlio fossero arrivati all'hotel.
Aveva aspettato in camera per tutta la mattina in attesa di quella notizia, aveva guardato l'orologio un miliardo di volte solcando avanti e indietro il pavimento di ceramica bianca della sua stanza contando i secondi che lo separavano dal momento in cui li avrebbe riabbracciati di nuovo.
Nel momento in cui la porta dell'ascensore si aprì e finalmente i loro sguardi si incrociarono di nuovo entrambi pensarono di morire per l'emozione.
Lei era talmente bella da togliere il fiato pensò Myles, stupenda nella sua semplicità, col suo broncio da bambina inquieta e i lineamenti infantili, Myles era raggiante, splendido con quella maglietta azzurra che tanto piaceva a Leinie, Myles l’aveva indossata apposta, Leinie gli aveva sempre detto che la adorava perché si intonava ai suoi occhi.
Il cantante le diede a malapena il tempo di uscire dall'ascensore, non poteva più aspettare oltre, voleva stringerla a se. Ci fu un breve tenero abbraccio, gli occhi dei due fissi l'uno in quelli dell'altra poi Myles la strinse più forte a se e la baciò con passione, aveva aspettato troppo a lungo quel momento e ora non stava più nella pelle, cercò la bocca di lei, aveva fame di lei, la baciò con talmente tanta passione da rischiare di farle male, non si sarebbe più staccato se non fosse stato per il piccolo che li tirò entrambi reclamando un po' d'attenzione "Papà ci sono anch'io" brontolò Christian anche lui ansioso di riabbracciare il papà "Non la stringere così le fai male" tornò a reclamare attenzioni il bambino suscitando le risate dei genitori.
"No tesoro, non mi sta facendo male" gli rispose dolcemente Leinie mentre si staccava dall'abbraccio di Myles
Il cantante strinse forte a se anche il bambino e la ragazza notò i suoi occhi azzurri ricoprirsi di un velo lieve, Myles si era commosso, stava quasi per piangere, glielo fece notare scherzosamente "Ken, cosa sono quegli occhi lucidi?" scherzò lei allusiva
Ken... Non lo chiamava così dalle prime volte che si erano incontrati, sembrava passato un secolo, o forse solo un giorno
“Ah si… Colpa dell'aria condizionata" si giustificò Myles leggermente in imbarazzo
"Giusto, scusa, l'aria condizionata" 
“Aspetta, abbiamo preparato una cosa per te … Chris dai il tuo regalo a papà" si rivolse poi al bambino che tirò fuori dallo zainetto un foglio arrotolato a pergamena chiuso da un nastro di seta azzurro, Myles lo scartò impaziente e curioso di conoscerne il contenuto. Era un disegno fatto da Chris; ritraeva loro tre finalmente felici e sorridenti, tutti e tre mano nella mano sotto un sole splendente e un cielo azzurro e limpido, Myles sorrise
"E' bellissimo tesoro" disse con un filo di voce e imbarazzato cercò di non farsi vedere dal figlio ma gli scappò una lacrima, ma dopo le molte lacrime amare versate nei mesi scorsi finalmente una lacrima di gioia, che tuttavia non sfuggì al bambino "Papà, perché piangi? Non ti piace il disegno?"domandò imbronciandosi preoccupato. Come poteva essere ingenuo un bambino così' piccolo.
"Ma certo che mi piace amore, è stupendo" disse asciugandosi gli occhi col dorso della mano
“Chris papà non sta piangendo, è l'aria condizionata" intervenne Leinie, Myles la ringraziò con lo sguardo mentre il bambino fissò entrambi poco convinto, Myles abbracciò ancora Leinie stringendola a se.
"Quindi ci vuoi di nuovo bene?"
"Non ho mai smesso di volervene" lo baciò Myles sulla fronte, in quel momento i restanti tre membri del gruppo fecero la loro comparsa nel corridoio dell'hotel per festeggiare il ritorno della ragazza.
"Guarda chi abbiamo qui! Signora Kennedy" urlarono salutandola e scherzando inscenarono ad un baciamano in segno di reverenza.
Leinie sorrise, aveva saputo da Myles tutta la storia della serata di due giorni prima e avrebbe sicuramente trovato il modo di ringraziarli per sdebitarsi con loro, dopo pochi minuti anche le altre donne raggiunsero i mariti salutando Leinie e Christian.
Si abbracciarono calorosamente, erano sempre state un bel quartetto da quando si erano conosciute, si erano dispiaciute molto quando avevano saputo della separazione dei due , ma ora che le acque si erano calmate e gli sposini riappacificati non vedevano l’ora di riabbracciarla "Bentornata tra noi" l'accolsero
"Grazie" rispose Leinie stringendosi ancora di più a Myles e godendosi ancora la sua vicinanza e qualcuno capì la loro voglia e il loro bisogno di starsene da soli.
Le tre ragazze si scambiarono un'occhiata complice "Allora, qui c'era in programma una bella gita al parco giochi, chi vuol venire?" chiese Vicky ad alta voce. 
Era chiaro che fosse soprattutto un invito a Christian, i ragazzi la guardarono straniti mentre il bambino si illuminò iniziando a tirare Myles per la maglia, la moglie di Scott intervenne "Leinie, tu sarai stanchissima immagino" le fece l'occhiolino "Chris può venire con noi, così puoi riposarti" 
“Dai mamma posso? Per favore” sfoderò il suo migliore sorriso da bambino felice per tentare di convincerla, Lienie sorrise ricambiando il cenno d'intesa, avevano capito la sua voglia di restare sola col marito “Ok, ok certo che puoi andare”
"Ottima idea Vicky, tutti al parco giochi allora" le fece eco Donna, la moglie di Brian
"Ma stai scherzando?" domandò un incredulo Brian alla moglie che gli lanciò un'occhiata gelida "Tu stai zitto" Intervenne Mark per spalleggiare la moglie Vicky "Perfetto, allora è deciso, Chris viene al parco con gli zii" poi diede nemmeno tanto gentilmente di gomito a Brian che non aveva inteso il motivo di quella gita, mente gli altri ridevano alle sue spalle della sua mancanza di acume
"Ahhh, Chris viene al parco con noi mentre papà e mamma "riposano"...." alluse.
L'allegra brigata si allontanò in compagnia del bambino felice di passare una giornata a giocare con gli zii divertenti, come li chiamava lui.
 
 
“abbiamo appena iniziato
a trovare il conforto che ci spetta
questa è la vita che dobbiamo scegliere”

 
Myles e Leinie rimasero finalmente da soli, lui la tirò a se con vigore spingendola oltre la porta della camera da letto "Da quanto aspettavo questo momento" le sussurrò all'orecchio soffermandosi ad odorare i suoi capelli.
La sua voce calda, il suo respiro così vicino le diedero un brivido, quel solito brivido che provava ogni volta che era vicina a lui, ma questa volta con una nuova consapevolezza, con la consapevolezza che ora che era riuscita finalmente a ritrovarlo non avrebbe commesso altri errori, non se lo sarebbe più lasciato scappare tanto facilmente, si voltò di nuovo per cercare le sue labbra, la sua bocca, chiuse le sue labbra con quelle di lui cercando avidamente la sua lingua, infilò le piccole mani fredde sotto la maglia di lui, lisciò la sua pelle calda, Myles sussultò sotto il suo tocco freddo ma la lasciò fare, fece scivolare via i vestiti facilitandole il compito, non c'era tempo da perdere, gli sarebbe piaciuto giocare ed esplorare lentamente il suo corpo da sotto i vestiti, ma ci sarebbero stati altri momenti per farlo, era passato troppo tempo dall'ultima volta che avevano fatto l'amore e in quel momento l'unico suo desiderio era di stare con lei, sentire il loro corpi uniti e vicini in quel contatto magico.
Fece finalmente l'amore con lei dopo tanto tempo, rabbiosamente all'inizio; il silenzio della stanza era rotto solamente dallo sfregare delle lenzuola e dai loro gemiti nemmeno troppo soffocati, poi ci fu una seconda volta più dolce e continuarono così per tutto il pomeriggio.
Arrivarono stremati al tramonto, erano riusciti a ricreare la loro magia, a fermare il tempo e riportarlo indietro ai loro giorni più felici, tra le lenzuola candide di quell'anonima stanza d'albergo che a loro era parsa invece splendida.
Restarono in silenzio abbracciati sotto le coperte per un tempo infinito.
Lo squillo del telefono li riportò alla realtà costringendoli a destarsi dal loro sogno, Myles rispose con la testa di Leinie ancora appoggiata contro al suo petto, il ragazzo non parlò granchè riducendo la conversazione a un groviglio di monosillabi qua e là.
"Chi era?" chiese Leinie quando il marito chiuse la conversazione
"I ragazzi, stanno tornando con Chris"
"Di già?" brontolò lei
"Di già? E' passato tutto il pomeriggio, è quasi ora di cena signora"
"Ma io stavo bene qui con te"
Myles sorrise tornando a stringere a se la sua pigrona preferita "Si, anche io starei qui con te ancora, avrei anche per la testa un certo pensiero"
"Sarebbe?" chiese lei curiosa, alzò la testa per poterlo guardare meglio in quegli occhi azzurro cielo, limpidi
"Che ne diresti di una sorellina per Chris?"
"Interessante come pensiero signor Kennedy, dovremo lavorarci un po' su..."
"Con piacere signora, non ora però, ci aspettano gli altri per cena. Sono stati chiari, vogliono festeggiare il tuo ritorno in famiglia"
"Ok, su alziamoci da qui allora" si stiracchiò Leinie alzandosi dal letto diretta sotto la doccia per rinfrescarsi.
"Leinie" la chiamò Myles ancora seduto sul letto, la ragazza si voltò "Mi hai portato quello che ti avevo chiesto?" La ragazza annuì, tornò indietro cercando qualcosa nella borsa, poi si ricordò di averla ancora indosso, si tolse la catenina che teneva al collo, sfilando l'anello che ne pendeva, lo restituì a Myles che le sorrise rinfilandosi finalmente al dito la loro fede nuziale.
 

"Faremo un nuovo inizio
dai pezzi strappati
l'alba è di fronte a noi
lancia i tuoi dolori al vento
lascia che la strada ci porti via
e fuggiremo dalla confusione"
 
   
 
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