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Autore: Anna Veronica    19/07/2011    1 recensioni
Questa Fan Fiction è il mio primo esperimento, cioè prima di pensare ad un finale o sviluppo alternativo di Utena la mia mente aveva fantasticato su molte altre serie ma questa mi ha preso in una tale maniera che non ho potuto non metterla per iscritto.
Questa FF può essere considerata sia una OOC che una AU, tratta del rapporto tra Wakaba e Saionij. I personaggi sono stati completamente stravolti sia per quanto riguarda l'anime che il manga, la scuola potrebbe apparire simila ma viene privata di tutte le "stanezze" che la Saito ci aveva abituato. Utena è insieme a Touga ma per sapere come si svilupperà la loro storia dovrete attendere un'altra FF...
Buona lettura e siate clementi con i commenti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Saionij guidò lentamente fino alla casa di Wakaba, durante tutto il viaggio la ragazza non aveva detto una parola, se ne era rimasta lì, ranicchiata sul sedile, quasi sembrasse volerci sprofondare all'interno, con lo sguardo rivolto verso quel paesaggio che conosceva così bene e che mai come in quel momento le era apparso così vuoto. Poco prima di salutarla definitivamente Sainoji aveva allungato la mano in cerca di quella di lei, ma Wakaba si era ritirata in se stessa ed era scesa dell'automobile senza nemmeno salutarlo.
Rimasto lì con lo sguardo fisso verso quella porta che si chiudeva, il ragazzo pensò che così si stava chiudendo anche l'ultima possibilità di un futuro insieme a lei, quando la pioggia cominciò a cadere nemmeno se ne accorse, rimase lì nella macchina, con lo sguardo perso nel vuoto, stranamente assomigliava proprio a quello che lui aveva intravisto negli occhi di lei pochi istanti prima.
Ad un tratto fu distratto da un ticchettio, un signore sulla cinquantina stava battendo su uno dei finestrini intimandolo di tirarlo giù: - Mi scusi giovanotto, ma questa è sosta vetiata.- Saionij notò che in mano il poliziotto teneva una torcia, una torcia? Ma se quando Wakaba era scesa era ancora giorno... quanto era stato lì? Ore decisamente. Mentre stava ancora realizzando quanto tempo era passato un fulmine squarciò il cielo illuminando il quartiere a giorno, come se quella scarica elettrica l'avesse colpito direttamente Saionij scese velocemente dall'auto, la pioggia cadeva copiosa ma non gli importava, in due falcate coprì la distanza che lo separava dalla casa della ragazza.
Senza curarsi un attimo dell'uomo in divisa che aveva cominciato ad inveire contro di lui, il ragazzo aveva preso a battere forsennatamente contro lo stipite della porta della casa di Wakaba.
Un alquanto sconvolta Wakaba aprì la porta, il ragazzo notò subito che aveva gli occhi gonfi e arrossati, prese un respiro profondo e disse: - Rimani con me, rimani con questo stronzo che ti ha fatto soffrire, che ti ha e ti fa piangere continuamente. Resta con me, perchè senza... bè senza di te è inutile che io me ne vada a migliaia di chilometri da qui, che combatta ogni giorni per trovare quel me stesso che tanto dico di cercare. Sono rimasto qui per ore e nemmeno me ne ero accorto, lo sai perchè? Perchè non riuscivo a credere che tu te ne saresti andata via dalla mia vita, che lo avrei permesso senza muovere un dito.- mentre Saionij diceva quelle parole gli occhi della ragazza si riempirono di nuovo di lacrime, mentre il ragazzo era ormai bagnato da capo a piedi. - Ti prego, non voglio tornare ad essere il ragazzo che ero senza di te... Io...-
- Basta... - e dopo aver sussurrato quella sola parola abbracciò il ragazzo, stringendolo forte e cercando di ributtare indietro le lacrime... ora non era più necessario piangere: - Io rimango qui... - mentre diceva quelle parole pose una mano sul petto del ragazzo all'altezza proprio del cuore, lui abassò lo sguardo e lei, poco prima che le loro labbra si incontrassero concluse dicendo: - sempre...- .
Il poliziotto, vedendo quella situazione, stracciò il pezzo di carta nel quale aveva cominciato a scrivere la multa, osservò la sua mano sinistra e vedendo la fede luccicare ripensò a molti anni prima, quando anche lui si era trovato ad implorare una ragazza di rimanere con lui, nonostante quel lavoro da schifo, nonostante le notti insonni e la paura di non tornare a casa la sera; questi pensieri gli suscitarono un delicato sorriso sul viso, si premette il cappello sulla testa e tornò alla macchina che aveva fermato poco più in là, erano quasi le 22 e la fine del turno era vicina, a casa avrebbe trovato quella ragazza con qualche ruga in più ad aspettarlo insieme a due bambini meravigliosi.Intanto Wakaba e Saionij erano stretti l'un l'altro incuranti della pioggia che li aveva bagnati, quando la madre della ragazza uscì per vedere cosa era successo cercò di richiamare la figlia, per evitare che si prendesse un raffreddore, allora i due ragazzi si misero a ridere, Saionij diede un ultimo e più casto bacio alla ragazza che entrò poco dopo in casa e che non vide la madre sorridere amorevolmente al ragazzo poco prima di chiudere la porta.


Consiglio a tutti di leggere questo capitolo con la canzone "Please Don't Go" dei Barcelona, che mi ha ispirato per la stesura di questa parte.
  
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