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Autore: Iyah May    21/07/2011    2 recensioni
ATTENZIONE: Questa storia è collegata a 'REMEMBERING SUNDAY'. Non sono una il sequel dell'altra ma sono la stessa storia raccontata dal punto di vista di due diversi personaggi. 'Lullabies' è raccontata da Alex, cantante del gruppo All Time Low.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TEXT [CHAPTER 17]
 
L’atmosfera era migliorata e nei giorni seguenti le prove erano diventate momenti costruttivi e divertenti, nonostante si percepisse sempre la preoccupazione per la scomparsa di May.
Le mie giornate erano monotone, passavo dalla scuola alla sala prove al letto di Maria. Ma stavo bene. A pranzo i ragazzi chiamavano Iyah e io me ne stavo in disparte e facevo finta di fumare qualche sigaretta e non mangiavo. Mi faceva passare la fame pensare a Iyah in giro con Tom. Così tornavo da Maria. E stavo bene.
 
***
 
Mancava un giorno al concerto. Il primo concerto senza Iyah. Era sempre venuta, anche quella volta che aveva la febbre alta. Il primo concerto con Maria, la prima canzone per lei. L’ansia era tanta e si sentiva; eravamo tutti preoccupati per una cosa o per un’altra. Ma eravamo comunque sicuri che su quel palco avremmo spaccato i culi. L’unico incerto era Jack, preoccupato dal fatto di non poter dare il massimo senza sua sorella.
Finite le prove avevamo bisogno di distrarci un po’, di scaricare la tensione, così io e Jack siamo andati a mangiare qualcosa insieme – Rian aveva un impegno di Hachi e Zack voleva andare in palestra.
Seduti sul cofano della sua auto guardavamo per terra e ci passavamo la Coca-Cola e le patatine fritte, lanciandone qualcuna per colpire in testa i piccioni.
«Sai Jack» cominciai, osservando attentamente una formica che camminava su una delle patatine a terra «a volte mi sento piccolo e inutile come una formica»
«Ma se quella formica non esistesse, l’intera colonia ne risentirebbe. Puoi anche essere l’animale più piccolo della Terra ma la tua presenza qui potrebbe essere fondamentale. Ogni formica ha il proprio compito da svolgere, forse tu devi ancora trovare il tuo. O semplicemente sai già qual è ma non lo vuoi ancora accettare»
Non avevo idea di cosa volesse dire Jack, raramente traspariva questo suo lato profondo e quando succedeva, mi prendeva alla sprovvista.
«Mi presti il cellulare? Ho finito i soldi sul mio»
Glielo passai. Scrisse un messaggio velocemente e me lo ridiede. Guardai nella cartella dei messaggi inviati.
‘Iyah, ti prego. Torna a casa. Mi manchi’
«Cazzo Jack! Non hai firmato il messaggio! Ora penserà che l’abbia scritto io!»
«È proprio quello che voglio pensi» disse con un sorriso compiaciuto.
Lo spinsi giù dal cofano.
   
 
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