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Autore: Giulz95    21/07/2011    0 recensioni
David Rays è un ex detective, che ora lavora come buttafuori in un locale di proprietà della mafia. Quando una rapina finisce con l'uccisione del figlio del capo mafioso Vinnie Marcello, Pietro, Rays dovrà tornare al suo vecchio lavoro, se ne vuole uscire vivo. Cosa succederà quando sua sorella Julie deciderà di andare a dargli una mano con le indagini? David riuscirà a proteggerla?
-Hai qualcosa per cui combattere?- mi giro a guardarlo -Qualcosa per cui non puoi sparire e basta?-
Mi fa la domanda che io faccio a me stesso da mesi. Per cosa vado avanti? La mia vita non ha più un vero senso da quando sono stato sbattuto fuori dalla polizia. Non so nemmeno se ne uscirò vivo da questa storia, ma di certo non mi farò ammazzare senza provarci. Devo farlo per me e per Julie. Devo impedire a Vinnie di farle del male.
-Sì.- dico guardando in avanti -C'è qualcuno.-
Sono ben accette recensioni :)
Genere: Azione, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono un paio di persone al mondo che odio particolarmente. Non sono molte, ma sono quelle che prenderei a pugni finchè non sputano sangue. Una di queste è sicuramente Paul "Anthony" Rest. Tony, così è conosciuto nel giro, è un poliziotto: la razza peggiore. Sono quelli che se vedono uno del giro agonizzante in mezzo alla strada gli passano sopra con la macchina. Credo che soffra del complesso dell'inferiorotà, o che so io, fin da quando lavoravamo insieme ad un caso di omicidio. Non è un gran poliziotto, non è nemmeno molto grande a dire il vero. Ma ha avuto la fortuna di tirare Vinnie fuori da un'indagine con la polizia, e per questo si è guadagnato qualche privilegio.
Ah, dimenticavo: Tony è il figlio di puttana che si portava a letto la mia ragazza mentre io ero in prigione.
-Fanculo, Dave!- Mi spinge contro il muro del ripostiglio, tenendomi il colletto della giacca con un mano, -Mi stai dicendo che ti sei buttato dietro al bancone come una puttana terrorizzata? Eri così quando stavi al dipartimento?- Un ghigno compare su quella faccia da culo che si ritrova -La prendevi nel culo così, ogni volta?-
-No, quello lo lascio fare a te, stronzo.- Gli rispondo sorridendo, prima che un suo gancio allo stomaco mi levi il fiato.
-Dillo di nuovo.- Mi dice, guardandomi dall'alto verso il basso mentre gli do la schiena, inginocchiato a terra.
-Fottiti.- Riesco a dirgli quando ricomincio a respirare. -Stavo cercando di non far coinvolgere la polizia. Se scoprono chi è il proprietario di questo posto siamo tutti nella merda.-
-Sei sempre stato bravo a prendere per il culo la gente, Rays.- mi dice, avvicinandosi -Non capisco ancora come Jenny sia riuscita a resistere sei anni con uno stronzo come te.-
Lo fulmino con lo sguardo, mentre si rialza.
-Andiamocene ragazzi,- si rivolge ai tizi che lo hanno accompagnato qua sotto. -Lasciamo perdere questo idiota.-
Finalmente, portano tutti il culo fuori dallo sgabuzzino. Aspetto qualche secondo prima di uscire per andare di sotto, dove la scentifica sta scattando qualche foto della scena del crimine. Cazzo, suona quasi strano dirlo dopo sei anni. Un tizio mi chiede se saprei riconoscere gli aggressori mentre fumo una sigaretta. Gli rispondo che non gli ho visti in faccia e lui se ne va ringraziandomi, mentre una delle altre persone che odio al mondo si avvicina seguito da un paio di ufficiali.
-David Rays.-
-Detective Loundry.-
John Loundry è uno di quei figli di puttana che sono entrati al dipartimento perché il padre è il capo della polizia di Washignton, e ne va abbastana fiero. Quello di cui Loundry non va fiero è che suo padre ha lasciato lui e sua madre qualche mese fa e che è stato trovato da degli amici con un uomo, il che è davvero scioccante sia per un buon capo della polizia come lui sia per una famiglia per bene come la loro. Anche lui, come Tony, non è mai riuscito davvero a chiudere un caso definitivamente e non è stato mai promosso a detective come me. 
-Ho sentito che sei stato tagliato fuori.-
-Già.-
-Ho avuto un sacco di tempo per lavorare senza di te fra i piedi.-
-Sei riuscito anche a chiudere almeno un caso?-
Sorride alla mia provocazione. Poi si rivogle ad uno degli ufficiali.
-Sai Ross, non so da quanto tempo sei nella polizia, ma Rays qua era uno di noi. Uno dei migliori effettivamente. Lavorava nell'anti-mafia, giusto?-
-Giusto.-
-E ora lavora per i Marcello. Ditemi voi se non è una curiosa coincidenza.- Sorride prima di continuare -E ho visto che anche tu stai facendo un gran bel lavoro qua. Spero che quel ragazzino dietro il bancone non fosse un tuo amico.-
-Che diavolo vuoi, Loundry?-
-Voglio le chiavi della città, se capisci cosa intendo.- mi sorride -E voglio che tu personalmente ci porti al piano di sopra.-
Lo guardo, prima di spegnere la sigaretta e lasciarmi scappare una risata a denti stretti e di superarlo, facendo strada mentre lo prendo in giro. -Come vuoi, detective.-
-Allora, Dave.- mi dice mentre saliamo le scale -Quanto tempo sei stato dentro? Cinque anni?-
-Circa.-
-Deve essere stato traumatizzante per un ex poliziotto stare in mezzo ai cattivi.-
-Detective, John. Detective.-
Finalmente riesco a zittirlo. Una volta arrivati al piano del bar, si guarda intorno. 
-Sai John, è un po' che non vedo in giro tuo padre. Non è più venuto a farci visita. Qualche problema?-
Si gira e mi lancia uno sguardo d'odio, prima di avvicinarsi e prendermi per il bavero della giacca. 
-Dovresti stare attento quando apri la bocca, Rays. Perché fai un'altra battuta di spirito su mio padre, e io ti uccido. Chiaro?-
Annuisco e sorrido, prima che si giri e torni verso le scale.
-Hey Loundry.-
-Rays?-
-Ho sentito che tuo padre ci sa fare con la bocca.-
Lo sento, ma non lo guardo, mentre i suoi colleghi cercano di tenerlo lontano da me. Davvero, è esilerante come Loundry sia un cagasotto. Non è stato nemmeno in grado di licenziarsi per stare lontano da suo padre perché sa che non potrebbe fare nessun'altra cosa. Credo sia il primo dei falliti. 
-Non finisce qui, Rays.-
-Come vuoi, amico.- dico mentre mi accendo una sigaretta.
Scende le scale, mentre sento dei tacchi salirle. 
-Va tutto bene?- Mi chiede Jenny, avvicinandosi a me.
-Sì.-
-Ho sentito che hai avuto una discussione con Tony.-
-Sì, beh, a dire il vero il tuo fidanzato parla poco. Preferisci di gran lunga le maniere forti.-
-Tony non è il mio fidanzato.-
-Non da quello che ho sentito.-
Mi guarda leggermente ferita.
-Si può sapere perché continui a fare così? Ti fa sentire meglio comportarti come uno stronzo.-
-Effettivamente sì.-
Quando i nostri occhi si incontrano, a volte, ripenso a come le cose andavano prima di tutti i casini. A quando lei era mia e a quando passavamo le giornate come una coppia vera. Poi però ripenso subito che sono tutte stronzate. Che per lei non era vero un cazzo, che non ci ha pensato due volte a correre nel letto di quel bastardo nonappena i casini sono iniziati, e improvvisamente la nostalgia di quei tempi mi passa.
-Ti conosco Dave.-
-No, non più Jenny. Quindi perché ora non torni di sotto con le altre troie?-
Se ne va, ferita. Beh, direi che lei ha ferito me più di una volta. Questa è solo una vendetta che si sta prolungando nel tempo. Ero innamorato di Jenny. Ero davvero preso da quella cazzo di biondina, e perderla come è successo mi ha spezzato in due. Lei mi ha spezzato in due. Quindi fanculo. 
Però non è una delle persone che odio. Non potrei mai odiarla, nemmeno dopo tutto quello che è successo. Anche se sono cambiato da come ero quando stavamo insieme, Jenny rimane sempre una di quelle voglie che ti bruciano sotto pelle, che più cerchi di rinnegare più ti uccidono. Come una brutta droga.



John Loundry: Jordan Belfi http://api.ning.com/files/rmiGDwO7eUW-HpSMUKnDOqyGh51P-*yYE0815jO5ZJWDkOedOCtYjMDp2Iw7onoQkqefZvEPWEJM0HyY5xVDre7YdT16z3qs/normal_jbelfi_season1_01.jpg
  
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