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Autore: AngelOfSnow    23/07/2011    3 recensioni
" Shouta-kun "
Mi ridestai dai miei pensieri sentendo che le costava fatica parlare.
" Dimmi, come ti senti? "
" Shouta-kun… io "
Alzò la testa: vidi un lampo di lucidità e coraggio attraversare quei pozzi di cioccolata.
" Shouta-kun io ti amo… "
[ Sawako & Shouta Citazione Cap.4 ]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve ragazze! E dopo una settimana circa, rieccomi con un nuovo capitolo nuovo di zecca!
Voglio ringraziare tantissimo: _Jane_Doe_,
Ichigo94 ,XxRyka_AkarixX, e Pandora 86. Per aver recensito!
Con tanta Gioia nel cuore dedico questo capitolo alla mia migliore amica Emy!.. Spero che ti piaccia!

Questo capitolo nasce con uno spunto alla Canzone di Rihanna:  Te Amo...  la trovo fantastica che dire di più?...
Buona lettura!

 

 Capitolo 8

Special

Ti amo, ti amo.

 
<< Forza Ryuu, alzati e vieni a darmi una mano… >>

Ti  ti ti ti. ti ti ti ti .ti tiiiii….

Rumore, troppo rumore. Allungai un braccio sulla sveglia e con un sonoro pugno fermai quell’inferno. Aprì gli occhi impastati e mi misi a sedere sul letto osservando la scatolina nera: 6:35.

Cavolo Chizu-chan… ieri mi hai fatto fare le ore piccole…

Rabbia, quella lì mi farà morire di sonnolenza, poi ci si doveva mettere il festival dello sport in mezzo.. .

Sicuro che sia solo questo?...

Dannata  testa malata. Taci! Chizuru è l’unica che mi solleva. Da quando siamo piccoli, non ho mai conosciuto persone come lei. E’ una tipa normale, però pura, ama gli sport e … mi capisce.
Non so che sentimento sia, ma ieri, vedendo quanto Shouta sia stato in pena per lei, e le tante confessioni da parte d Sanako.

No, aspetta… era …. Sa-da-ko… No… Sawako,  si Sawako

Mi sono messo molto a pensare se il mio “amore” verso Chizu Chii fosse vero. La conclusione?.
Potrei stare bene solo ed esclusivamente con lei, anche così da amici, ma qualcosa oramai mi ha spinto ben oltre quella resa.

<< Ryuu… Forza che abbiamo bisogno di te! Sbrigati o arriverai in ritardo a scuola >>

Forza, hai da lavorare…

Mi alzai e con indosso la divisa del locale, scesi a dare un aiuto in cucina.

Riuscirai mai ad amarmi, o sarò sempre e solo io a consolare te?..

Un ghigno che avrebbe dovuto assomigliare ad un sorriso, penetrò la mia faccia con un leggero segno di dolcezza.
Possibile che riesca a sconvolgermi tanto?...
Un lampo di consapevolezza e ricordai il sogno che mi aveva colto alla sprovvista: Io e Chizu come protagonisti.
 
Una camera buia, apparte un candelabro in alto,  bellissimo, in stile ottocentesco.
Ma com’è possibile?...
Un candelabro non VOLA!...
Stupito cercai di capire dove fossi, ma all’improvviso spuntò Chizu…
Urlava qualcosa.
Ma cosa?...
 
Venni riportato sulla Terra con uno spintone di mio padre concentrato con i fornelli.

<< Ehi figliolo, sei più muto del solito..>>

Rise e continuò..

<< Stai bene?... >>

<< Sto bene, solo che non riesco a ricordare qualcosa…>>

Una pacca.  Due. Tre. Mi infastidì. E lo guardai nel modo più indifferente che il mio viso conoscesse.

<< Uuuuuh che paura… >>

Si spostò continuando il suo lavoro. Indifferente, come sempre, continuai a tagliare le verdure, mi concentrai sul sogno con uno sbadiglio degno di me.
 
Ti Amo! 
 Lo dice con Dolore?
Si nella sua voce traspariva dolore. Ma poi, mi sento leggero,  vedo un’iniziativa strana nei
suoi occhi, e balliamo sotto il candelabro volante…


Assurdo!...

Tornai presente a me con un dolore al dito.

Dannazione!..

Il pollice si poteva dire semi-partito, ma non sanguinava poi tanto, non me ne preoccupai e tornai a pensare.
 
Lei dice ti amo, allora  mette la sua mano attorno alla mia vita. Scioccato l’allontano senza spingerla troppo,  ma lei continua a gridare ti amo. Allora  le dissi che non sarei andato via ma che mi avrebbe dovuto, lasciar andare…
la mia anima sta piangendo, senza chiedermi il perchè
le dissi ti amo a mia volta felice. C’è qualcuno che vorrebbe dirmi ciò che ha detto..
non intendeva forse ti amo? O no?

 
Che confusione che era!... un sogno casinista e autolesionista in partenza.

Sospirai, osservai l’ora:  7:10. poco male, calcolando che il Mio tempo per fare una doccia equivale a 6 minuti, non avrei avuto problemi con la scuola. Entrai nella doccia in pochi attimi, sbadigliando aprì l’acqua calda e continuai a pensare che quel sogno fosse dannatamente strano.
Lasciai perdere nonostante i flash back insistenti poco dopo, e  vidi che Chizu stava uscendo di casa, mi sentì bene per la prima volta in tutto il giorno, con lei potevo abbassare la guardia.
<< Buongiorno Ryuu!.. Che faccia, dormito male?..>>

Mi stava osservando da ogni angolazione possibile, il mio viso, la mia posizione pressoché stanca, e i miei occhi.

Non ti aveva mai guardato tanto in faccia intenzionalmente!...

Ovviamente non mi lasciai trasportare da nessuna di tutte quelle emozioni, anzi camminai a passo deciso. Mi sarei divertito alle sue spalle.

<< Ryuu?... A-aspettami!..>>

Sentì rantolare solo questo e poi passi incerti dietro me.

<< Ryuu?.. Perché sei così triste? Hai dormito male?...>>

Mi fermai, un’altra immagine strana.
 
Ti amo….Ti amo, lei ha paura di respirare, ma le urla potenti. Le prendo la mano, non ho scelta, le avrei aperto il mio cuore, ma mi ha fatto stendere sulla spiaggia, abbiamo ballato in acqua, poi ho cominciato a prepararmi per andarmene. Consapevole che non volevo davvero farlo. lei mi sta pregando di dirle perchè sia finita…non lo sapevo.
 
Mi sentì scuotere leggermente, per ritrovarmi a pochi centimetri dal volto di Chizu. La scansai brutalmente. La sorpresa non poteva rientrare nelle mie capacità, tanto meno emozioni.

<< Ryuu, da quando, non parli più con me?...>>

Testa vuota guarda quello che hai fatto…

<< Ti ho fatto …qualcosa?...>>

Stava sussurrando dannazione! E quando lo faceva era triste.

<< Chizu, scusami. Pensavo che prenderti un po’ in giro ti avrebbe fatto uscire dai gangheri..>>

Stava tranquillamente tornando a sorridere fortunatamente, ma una punta di timore si celava nei suoi occhi. Non chiesi nulla, aspettando che divenissi per l’ennesima volta il suo consolatore. Ciò non avvenne. Cosa strana. Perso nelle mie congetture, camminammo in silenzio fino ad arrivare innanzi alla scuola, nettamente in anticipo rispetto alla campanella. Chizu si riprese da quella strana emozione e corse incontro ad Ayane come solitamente faceva. Mi piaceva vederla sorridere: metteva allegria.

<< Buongiorno…>>

Salutai e sbadigliai lasciandomi cadere letteralmente sulla sedia, segno che mi sarei messo a dormire di li a poco.

<< Ayane Chi, arriveremo PRIMI lo sento!!!... AHUHAUHAUAUA!!...>>

Alzai lo sguardo poco attento su lei e notai la sua faccia: Respiro caricato d’orgoglio, occhi pieni di fuoco, labbra in un ghigno vincente. Il tutto era attorniato da un’aura terribilmente divertente.

<< Pfff…pfff..>>

Cominciai a sottomettere e ridurre al minimo i singhiozzi che mi sarebbero voluti uscire dalla bocca. Ma come ricompensa ottenni il contrario.

<< Cosa?!.. Ryuu che cerca di NON ridere?... Ahahahha…>>

Si avvicinò a me e le lanciai un sorriso eloquente ogni tanto, quasi mai, le davo ragione vedendo i suoi occhi brillare.

<< Chizu, secondo me hai vinto la battaglia, ma come farai dopo?...>>
Ayane era più perspicace di quanto desse a notare. Come faceva a capire quanto fossi pazzo di lei? in fatto di malignità ogni tanto non batteva nessuno, ma non era mai stata una minaccia per il mio segreto: non aveva mai avuto conferme ai suoi schemi.

<< Ayane Chi, non capisco, che avrei vinto?..>>

Si rivolse a me.

<< Chizu, hai battuto Ryuu adesso, una semplice schermaglia, mettiamola così, ma con la guerra?... >>

Vidi ammiccare verso me, l’osservai indifferente, anche se dentro di me un mulinello di emozioni stava battendo prepotentemente per poter uscire. Stava battendo il tasto dolente.

Sarei mai riuscito a farlo?...

Vidi Chizu arrossire, e con prepotenza, chiusi gli occhi sopra le mie braccia lasciandomi andare del tutto, non era accaduto nulla, nulla,nulla.
Mi svegliai con un tonfo sordo alla porta; probabilmente nessuno aveva notato la mia “assenza” rilassante. Mi girai intorno, sorpreso di non esser stato ripreso da nessuno, e notai che stavano fissando Shouta e Safako,molto probabilmente, sedersi ai loro posti sorpresi.

Chissà come mai..

Non badai molto ma da come si erano seduti, capì che erano appena arrivati mano nella mano.
Non ne fui tanto sorpreso: ognuno pensa a se. In fondo, l’avrei voluto fare anch’io con Chizu.
Shouta era al settimo cielo, si notava anche tanto, ma poi qualcosa, il bigliettino forse, fece alterare la sua calma. Chissà come mai mi tornò in mente un’immagine.
 
Stavamo ballando in modo lento e sensuale, ma ci lasciammo a malincuore.
Mi fissava diritto negli occhi, e con paura, spezzai quel contatto con lei.

 
Sospirai e afferrai quel pezzetto di carta. Esplosi, non so ancora per cosa, ma la mia irritazione mi fece… Alterare?... si credo di si  lasciando sciolti quei sentimenti dolorosi.
 
<< Stupido, non puoi permetterti di parlare così di una persona, per di più una tua compagna di classe… Ti rendi solo ridicolo, e poi
non capisci proprio niente vero?... Se una persona si innamora non gli sbatte proprio niente del parere altrui, e gli altri non devono prendersi gioco dei sentimenti  che l’interessata o l’interessato prova. Si vede lontano un miglio che a te importa solo la bellezza esteriore, senza aver mai trovato l’amore… Se Kazehaya prova questi sentimenti non deve impicciarti. Stupido. >>
 
Appena finì, mi trovai gli occhi di Shouta puntati contro, e non solo, che mi ringraziavano dal profondo. Non dissi nulla, ma Sawako ( così si chiamava, finalmente lo ricordavo) mi disse che Chizu era rimasta colpita dalle mie parole, e di nuovo, la tenerezza dei nostri ricordi accese il mio viso. Le ore passarono lente e apatiche, solitamente il girono successivo ai giochi i professori non badavano nemmeno alle mie pennichelle fuori orario, perché anch’essi non erano molto organizzati. Dormì ad ogni lezione sodo. Domani non l’avrei potuto fare, non potevo NON sfruttare questa carta. Mi riposai fino all’ora di pranzo e quando suonò alzai poco la testa per fissare cosa stesse facendo, oramai  era una routine:  uscire da casa, scuola, risate, ramen, camera mia, notti insonni a ridere o punzecchiarci e quando capitava, qualche pazzia sul momento. Ad esempio, uscire in piano inverno con le maniche corte. Quello ci aveva fatto prendere un bruttissimo raffreddore, ma ne valse la pena infondo.

<< Ho fame…>>

Annunciai la cosa a bassa voce. Mi avrebbe sentito.

<< Anche ioooo!! Ragazzi andiamo a prendere qualcosa?...>>

<< shouta e Sawako?...>>

Aveva chiesto in contemporanea alle esultanze di Chizu alla parola – Mangiare-
Ci guardammo per un po’, ma le nostre domande rimasero mute.

<< E-emh.. Sawako è andata al posto mio per fare le fotocopie. Ha insistito tanto e Pin gli ha ceduto la mansione… era così carina mentre lo chiedeva…>>

Sentì Chizu singhiozzare parole strane, ma sicuramente stavano elogiando la buona volontà di Sawako.

Chissà forse vuole rimanere un po’ sola…

Guardai di nuovo Chizu che abbracciava Ayane, i nostri occhi si scontrarono specchiando lo stesso pensiero.

Infondo mi piace come amica.

Uscimmo dall’aula a passo lento, non che il mio fosse molto veloce, ma non era normale. Qualcosa disturbava anche Chizu e Ayane.

<< Chizu, cosa succede?...>>

Vidi con quali occhi si girò e notai la rabbia e spostai piano gli occhi a destra e sinistra: tutti, si erano fermati a guardarci. Molti sorridevano beffardi e altri parlottavano qualcosa con l’amico più vicino.

<< Dannati… ancora con queste voci da corridoio …>>

Ayane aveva dato alla luce i suoi pensieri prima di Chizu. Si guardarono preoccupate, ma continuarono ugualmente a camminare verso il bar della scuola.

<< Ragazze…cos’è successo?...>>

Nessuna risposta.

<< Ok…>>

Mi limitai a dire, affrettando il passo e superandole di poco.

<< Ryuu?...perchè corri?...>>

Mi fermai prima delle scale, ruotai il busto verso loro, una mano alla testa in segno di noia, cosa che provavo davvero.

<< Ho fame, ma se non ci sbrighiamo non troveremo nemmeno un panino per gli altri. >>

Credo di esser riuscito nel mio intento: distrarle. Ma come al solito, Ayane è troppo perspicace per i miei gusti.

<< Ragazzi cominciate ad andare, vado un attimo in classe e arrivo subito…>>

Detto questo strizza l’occhio nella mia direzione, ma non le avrei dato nessun sazio, e con la stessa espressione vuota e dura le accennai un assenso.

<< Ok Ayane Chi, però sbrigati…ahaha sennò mangio tutto. Vero Ryuu?..>>

Rivolse uno dei suoi sorrisi a me, e stregato, annuì debolmente.

Sarò il tuo consolatore, solo questo..

Ma che cavolo? Non sopporto che la mia testa reagisca in questo modo ogni qual volta che mi guarda;

Mi sento esposto così, e non l’accetto.

Cominciai a scendere le scale, seguito o no che fossi, mi sentivo irritato, e cosa molto irritante, i pezzi del sogno tornavano a galla.
 
Soli, mano nella mano. Sono felice, ma…
Lei piange e non mi guarda, chissà perché. Le prendo il viso con una mano, e con il dorso cancello il solco delle lacrime. Mi sento in paradiso, i fremiti di piacere erano sublimi, lei però mi urla ancora contro.
Non lasciarmi!...
Non capivo il senso di quelle parole. Perché avrei dovuto lasciala? Finalmente era mia.
Mi giro e le rivolgo la schiena. Poi… sparisce, non la vedo più.

 
Mi blocco sulle scale, e collegando la scena in cui ci trovavamo al sogno, mi giro di scatto per vedere se fosse lì. Occhi spalancati per il terrore e fiato corto, non era da me davvero.
Fortunatamente è lì, a due scalini dietro di me, incredula per la mia espressione e reazione.

<< Stai bene?...>>

Stava sussurrando per paura credo.

<< Senti, potresti camminare avanti a me?... mi rendi nervoso.>>

Era la verità, e in silenzio con la testa bassa passò avanti, colpevole. Mi sentì uno stronzo per la durezza con cui le avevo parlato. Afferrai il polso la tirai a me e l’abbracciai, forte.

<< Scusami, il fatto è che sono nervoso, questa notte ho fatto un sogno strano che mi sta facendo impazzire… non volevo essere scorbutico…anche questa mattina sono stato scontroso…>>

<< mh, ok…ne vuoi parlare?...>>

Non capì la sua reazione: si stava stringendo a me?
Scossi poco la testa in segno di diniego, deludendo, forse il suo auto controllo.

<< Mi spiace, ma proprio Con te, non posso..>>

<< Perché? Sei arrabbiato con me?... è da questa mattina che sei strano..>>

Immaginavo queste parole.

<< Tu di più però…>>

Si staccò imbarazzata e ricominciò a camminare impacciata. Addolcì lo sguardo e con poche falcate la raggiunsi camminando al suo fianco.

Chissà cosa le prende…

<< Oh no Ryuu! Osservaaaa!!..>>

Si avevo già notato la fila che partiva dal piccolo bar.

<< Vi avevo avvertite.. >>

Sospirando aspettammo il nostro turno, nel frattempo l’altra era già tornata, e quando arrivò il nostro turno, cominciammo a ordinare anche per gli altri. Sawako e Shouta non si erano visti nei paraggi, e non ne capivo il motivo, ma sentivo una strana sensazione nell’aria.

<< Chizu…>>

Due occhi pieni di allegria si  voltarono verso me in attesa.

Non dirle nulla forse è meglio…

<< Si? Dimmi tutto.. >>
 
Fallo…


<< Sawako e Shouta…>>

<< Sen-…>>

<< C’è qualcosa…anf… che non va…anf.. ragazzi..>>

<< Ekko!..>>

Lo pronunciarono in coro senza nemmeno accorgersene. Io rimasi palesemente distaccato dalla scena, non ricordavo nemmeno il vero nome della ragazza. Mi sarei dovuto impegnare, e non ne avevo completamente voglia.
<< Anf… Scusatemi, ma Sawako…non so.. anf…ma ci sono dei ragazzi che le stanno parlando in modo cattivissimo…>>
Ecco cos’era!...appena capì la situazione mi ritrovai a correre per i corridoi semi affollati, trascinato da chizu. Non mi infastidì molto perché mi teneva per mano.
Oh concentrati!..
lo feci, ma i miei pensieri proiettarono un altro ricordo.
 
Mare, sempre soli noi due. Le riprendo la mano, e sento un brivido di dispiacere sulla schiena. Lei mi osserva il viso stanca.
 Amami ti prego!..
Continuava a ripeterlo, ma non riuscivo a parlare. Poi però la sua supplica divenne rabbia e il suo amore odio, ebbi l’impressione di non conoscere la ragazza che mi stava di fronte.
Ti odio! Mi hai sempre presa in giro…
Non riuscivo a parlare e osservavo la sua rabbia.
Visto che non mi ami, sarò costretta ad abbandonarti come farai con me…
TI ODIO!...

 
 L’ultima frase mi investì come un pugno, lo stesso che aveva appena lanciato Chizu a quella ragazzona di fronte a Sawako. Lasciai la sua mano e mi concentrai sul ragazzo. Attaccare una ragazza e farle del male era da codardi. Ci guardammo a lungo e notai gli occhi di un blu tendente al grigio.

Goditeli, perché diventeranno Neri!...

Pensato questo ghignai, e vidi Chizu fare altrettanto;
Durante il combattimento notai che Chizu era messa molto male di me: la ragazzona aveva un Coltellino, o taglierino non lo sapevo,
con cui cercava di farle del male. Io mi stavo divertendo parecchio: il mio nemico non era male, ma nemmeno così bravo rispetto ai duri anni di allenamento e scuole che avevo praticato.

<< BASTA!>>

Fu Sawako a urlare, in preda all’ansia, fermandoci a tutti.

<< Ragazzi per favore no…>>
Mi fermai ma una scena mi si parò davanti troppo tardi per riuscire a fermarla. La ragazzona stava puntando il coltello al braccio e subito dopo la colpì facendola cadere a terra. Ansia, ero in ansia completa. Le immagini del sogno mi riportarono alla spiaggia e sotto il candelabro, ma mi limitai a tagliarle fuori e pararmi in posizione di difesa di fronte a lei, preda dei miei stessi sentimenti, mi lasciai andare del tutto: non potevo sopportare di perderla in qualsiasi situazione. Ma mi sforzai di apparire calmo innanzi ai miei “nemici”.

<< Chii ... Stai bene?...>>

<< Si… >>

Stava mentendo alla grande, e la scena in cui mi diceva –Ti odio- mi fece perdere il controllo. Stavo ammattendo.

<< Senti posso dirti un cosa?...>>
<< Concentrai, fallo dopo….>>

Ha capito?...

<< Ne va della mia salute mentale…>>

Era la pura verità ; eravamo consapevoli e presenti a noi stessi per poter continuare.

<< Dimmi…>>

La sentì sospirare vivamente.

<< Ti ho sempre Amata…>>

L’avevo detto. Non potevo crederci, ma mi sentì un perfetto Idiota

<< Ryuu….>>
Un altro sospiro e continuai a far finta di nulla.
<< Dopo…>>

L’avrei difesa con tutto me stesso, ma appena lo scontro stava per riprendere Pin interruppe tutto con un fischietto. Sinceramente gli fui grato per l’interruzione e approfittando della confusione, mi girai verso Chii ( era inutile che ormai la chiamassi normalmente).
Mi guardò male, e mi sentì morire, ma non lo lasciai intravedere e la presi in braccio. Feci scivolare una mano sotto i ginocchi e una all’altezza della schiena, diretto in infermeria.
Che strazio stavo iniziando ad odiare quel posto.

<< Ryuu, mi ascolti?..>>
<< Eh?..>>
Non mi ero accorto che stesse parlando.
<< Per quello che hai detto prima…>>

Abbassò lo sguardo imbarazzata.

<< Oh si, non preoccupartene davvero, se ti turba cancellalo ok?...>>

Adesso potevo morire da perfetto idiota. Non mi amava, io ero solo il suo consolatore. Sentì qualcosa di strano e nuovo: la sua mano mi stava cingendo il fianco, in una sorta di abbraccio, abbastanza scomoda come posizione per lei, l’allontanai poco dal mio petto scioccato, e l’occhiata che mi lanciò fu dolorosa. Mi sentì malissimo, e riavvicinai quella che poteva essere una bambina piccina, in questo momento era così, bisognosa di affetto al mio petto.

<< Ti amo…>>

Lo sussurrai, incredulo di me stesso.

Cavolo e adesso? Ho detto quello che pensavo? Spiegatemelo!...

le si illuminarono gli occhi e sorrise a 32 denti.

<< Ti amo… anche io >>

Avevo sentito bene?
I miei occhi si allargarono tanto la sorpresa e entrai in infermeria, appoggiai Chii sulla portantina e non dissi nulla, l’osservai.

<< Ehi… >>

Mi riportò presente e risi, un sorriso vero.

<< Hai sorriso?!... ahahaha ! finalmente!!..>>

Sentivo il bisogno di andare. Avevo tradotto il sogno che mi tormentava dalla mattina: era un sogno premonitore della giornata. Collegai ogni scena ad un momento accaduto e mi ritrovai a sogghignare.

<< Perché ridi?>>
<< Rido perché sei un sogno!...>>
Vidi la confusione nei suoi occhi e gli medicai il braccio.

Per fortuna niente di grave, è un graffietto…

<< Poteva andarti peggio lo sai?..>>

Annuì pensierosa e non capì più niente: la baciai. Le sue labbra erano calde e grandi in confronto alle mie, ma non per questo ci impedirono di esprimere quanto ci stava unendo. Lei ne rimase di sasso. Io ebbi il desiderio di andare a pendere qualcosa da bere.
<< Senti, io vado a pendere qualcosa da bere…>>
Vidi il panico nei suoi occhi, e mi spaventai che potesse urlarmi contro alcune delle stupide accuse.

<< Ok.. Però torna presto che non mi va di stare sola! Hahahah!..>>

Ne rimasi spiazzato. Forse stavo diventando superstizioso. Ribaciai quelle labbra e uscì a prendere qualcosa, nel distributore più vicino che conoscessi: in direzione. Un succo alla pesca per lei, e mi limitai a prendere un succo all’albicocca. Quindi tornai in infermeria e appena arrivai al fianco della porta, notai Shouta schizzare via senza nemmeno accorgersi della mia presenza, poco male.

<< Ecco il succo!...ehi ma cosa c’è?..>>
<< Grazie, no nulla. Sono solo preoccupata. Cosa succederà adesso?... devi dire che è successo un gran casino, e questo lo conosciamo tutti, ma le conseguenze?..>>

Le accarezzai i capelli e con una nota di disappunto le risposi.

<< Chii, guardami un secondo…>>

Alzò la testa e rimasi più sconvolto appena incrociai i suoi occhi.

<< Sono stanco e senza dubbio, scocciato per pensare a quello che vorranno fare gli altri. Quando ci saranno problemi, saremo lì pronti per loro, ma adesso, proprio in questo momento non posso pensare a loro, perché…>>

Sentì un sospiro e vidi che abbassò lo sguardo. Le presi il volto e lo rivolsi al mio.

<< Perché adesso non possono infrangere il nostro momento. Non sai quant’è che aspetto e non intendo condividerti con nessuno. Mai più… >>
Mi abbracciò e fui felice. Finalmente le cose sarebbero andate nel verso giusto. Lo sentivo. Avrei potuto ostentare diffidenza con tutti, ma proprio con lei non ci riuscivo abbattendo ogni parete del mio essere. Ricambiai l’abbraccio.

<< Io voglio il succo alla pesca!..>>
<< Immaginavo…>>

Le passai il succo con una mano mentre con l’altra le presi la mano.

<< Grazie. Tu si che mi conosci! >>
<< Dopo tutto il Ramen che ti mangi… ti conosco come le mie tasche in fatto di cibo!..>>

MI guardò e fece un finto broncio. Ci guardammo e scoppiammo a ridere, certo il mio non era una specie di risata: più che altro era un ghigno; non ero abituato a lasciarmi andare.

<< Adesso che facciamo?...>>
<< Andiamo a farci una dormita?...>>

Lo proposi senza malizia, ma intese male.

<< TU CO-…>>

Si interruppe diventando rossa come un pomodoro.

<< Chii... a che stai pensando?...>>

<< Tu maniaco! >> e cominciò a camminare velocemente nella direzione degli altri.

<< Oh! Dai! Sei tu la manica qui!...>>

Si fermò di colpo e mi aspettò.

<< Ma solo perché lo siamo insieme…>>

Abbozzai un sorriso e risposi.

<< Certo. Insieme! >>
   
 
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