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Autore: OrAnGeMaSk    24/07/2011    2 recensioni
"Prese le poche magliette presenti nel cassetto del comodino e le gettò in malo modo nella piccola valigia nera. Dire che era arrabbiata era dire poco: era furiosa. Se in quel momento qualcuno fosse entrato in camera sua avrebbe rischiato uno sguardo inceneritore e subito dopo come minimo due mesi di ospedale."
Vecchia fanfiction corretta che ripubblico sperando che piaccia.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yu Kanda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di Katsura Hoshino. Questa storia non è scritta a scopo di lucro. Gli unici personaggi che mi appartengono sono i miei personaggi originali.



SECOND CHAPTER – BLOODY MISSION


“Le paure fanno avverare i nostri incubi”
Anonimo

Quella notte qualcosa la svegliò. Era una luce flebile ma non poteva essere quella bianca della luna: era piuttosto una luce più calda, più colorata e sicuramente più fastidiosa visto che l’aveva costretta ad aprire gli occhi. Ormai del tutto sveglia decise di alzarsi e di andare in giardino per prendere una boccata d’aria e per rinfrescarsi un po’. Doveva ammettere che quella era una notte davvero calda. Aprì piano la porta per non fare rumore.
Grande errore.
Si sarebbe pentita di quel gesto in eterno.
Ciò che vide non furono il giardino e la città sottostante immersa nel buio e illuminata solo dalla luce delle lampade a olio sparse qua e là.
No. Quella cittadella ora era immersa solo nelle fiamme e nelle grida degli abitanti. Come aveva fatto a non sentirle prima.
Le lingue di fuoco, che si levavano sempre più in alto, ben presto raggiunsero anche quel piccolo paradiso fiorito, stritolandolo in un calore distruttivo. E, assieme alle fiamme, si ergeva anche una figura nera. Non riusciva a distinguerne bene i contorni ma poté notare chiaramente che sembrava camminare su una scala fatta di fuoco. Ma la cosa di cui ebbe più paura in quel momento fu la sagoma di un’arma che quell’ombra stringeva nella mano sinistra.
Una falce.
La falce, aveva letto in alcuni libri, è lo strumento con cui la Morte ti uccide.
La paura la paralizzò, le gambe non si muovevano, il sudore che le colava dalle tempie e sulla schiena era freddo, non sentiva più le dita delle mani e dei piedi. Teneva gli occhi puntati su quella figura che le sembrava più grande ogni passo che avanzava verso di lei. Arrivatale praticamente a due passi si fermò. Lentamente alzò il braccio destro dietro la testa, stringendo la presa sull’arma.
Vide solo la falce scendere velocemente su di lei.
Poi solo il nulla.

***

Si svegliò di soprassalto, la fronte madida di sudore. Scese dal letto tremando leggermente e si avvicinò alla finestra, aprendola. Inspirò l’aria fresca del mattino per calmarsi un attimo.
-Maledetto incubo- cominciò -Dopo tutti questi anni non ti è passata la voglia di tormentarmi?- Chiunque l’avesse vista in quel momento, l’avrebbe presa per una matta. Certo che parlare con un incubo non è certo da persone sane di mente. Si scostò qualche ciocca finita, per colpa della brezza mattutina, sul viso sudato.
“Che schifo” pensò “Sono tutta appiccicosa. Sarà meglio andare a farsi una doccia”.
Detto fatto, prese l’occorrente per lavarsi, un asciugamano, i vestiti ed uscì dalla stanza per dirigersi ai bagni.
Poté constatare che, nonostante l’ora, saranno state all’incirca le sette, parte del personale era già in piedi a lavorare: erano quelli della Scientifica e alcuni Finder. Non gliene importava niente al momento e decise di passare oltre. La sua unica preoccupazione ora era quella di lavare via quell’odore e l’inquietudine datale da quell’incubo maledetto. Sapeva che sarebbe riuscita a distendere i muscoli solo quando si sarebbe messa sotto il getto d’acqua tiepida. Passò in bagno non più di dieci minuti: si era lavata anche i denti e si era vestita. Indossava dei pantaloncini corti neri, una maglietta grigia di tessuto leggero e le solite scarpe da ginnastica.
Quando uscì dal bagno si scontrò con Lavi, diretto alla sua stanza.
-Buongiorno Rei- le disse sorridendo. La ragazza lo guardò con sufficienza e pensò: “Certo che è bravo a fare falsi sorrisi questo” .
-‘Giorno- rispose poi freddamente.
-Non essere così fredda con me, in fondo siamo compagni no? E poi dopo dobbiamo andare in missione insieme- le disse senza perdere quel suo sorriso fasullo. A Rei parve che fingesse che la discussione avuta la sera prima non fosse mai avvenuta.
-Dobbiamo andare da Komui, lui ci darà tutti i dettagli- continuò -Dovrebbe venire anche Lenalee, anche se non capisco perché servono tre esorcisti per una semplice missione-
-Forse perché non è una semplice missione- gli rispose Rei, insinuando il dubbio nel ragazzo.
-Metto giù queste cose e arrivo- continuò la ragazza, dirigendosi verso la sua stanza.
 E come fece Rei, anche Lavi si diresse alla sua stanza che, purtroppo per lui, divideva con Bookman. Mentre camminava si toccò la guancia: un piccolo cerotto a coprire una ferita. Meglio non rivelare a nessuno chi era quel pazzo samurai che gliel’aveva inferta.

***

“Sbaglio o è diverso da ieri?” Linalee si guardò attorno: si trovava nell’ufficio del fratello perché era stata convocata per una missione. Però era diverso da come lo aveva lasciato ieri: c’erano, non fogli, ma pezzi di fogli ovunque, il divano aveva qualche piccolo squarcio qua e là, così come il resto dell’arredamento, e qualche libro era letteralmente tagliato a metà.
-Fratello! Ma che cosa è successo qui dentro?- Domanda retorica, visto che la risposta già la sapeva.
-Ahahahaaa!! Dov’è Lavi?- Chiese Komui sviando la domanda della sorella, sapendo che non avrebbe insistito oltre.
Linalee si guardò attorno: evidentemente Lavi non era ancora arrivato. Intanto nella stanza, oltre lei e Komui, c’era anche Rei. In sua presenza Linalee si sentiva a disagio, sembrava che con quegli occhi riuscisse a vederle in fondo all’anima, a metterle a nudo tutte le sue emozioni e i suoi sentimenti. Quegli erano occhi troppo freddi da sostenere, persino più freddi di quegli di Kanda.
Appena l’aveva vista nella stanza aveva subito sentito un’angoscia chiuderle la gola. Perché quella ragazza le faceva quell’effetto? La osservò per un attimo: a un primo impatto poteva sembrare un maschiaccio, ma osservandola attentamente, Rei era bella, dalla pelle nivea, sembrava quasi un’entità magica ed eterea, che risplendeva di luce. Eppure quel suo carattere diceva tutto il contrario: selvaggia, orgogliosa, testarda e per niente aggraziata.
Osservò quegli occhi e per un attimo li incrociò con i suoi: un brivido lungo la schiena e una goccia di sudore freddo che colava dalla tempia sinistra, ecco come si sentiva Linalee.
-Scusate il ritardo- l’improvvisa entrata di Lavi nello studio riportò alla realtà Linalee, che poté staccare il contatto visivo con Rei, facendola sentire più al sicuro.
-Ora che siamo tutti qui,- esordì Komui, attirando l’attenzione su di se -vorrei illustrarvi i dettagli della missione-
Si sedette sulla sedia dietro la scrivania e invitò i ragazzi a sedersi sul divanetto.
-Questa sarà la tua prima missione qui, Rei. Lavorerai spesso con i tuoi nuovi compagni in modo da poterti ambientare meglio e trovare il partner ideale nelle missioni. All’inizio dovrai supportarli e osservare come funziona il tutto ma sono sicuro che ben presto potrai essere assegnata a delle missioni in cui sarai tu al comando - Rei annuì sbuffando: aveva già partecipato a varie missioni quando era in Asia, perché mai avrebbe dovuto starsene ad osservare se già sapeva come funzionavano le cose?
-Non avrei voluto assegnare questa missione a delle ragazze, soprattutto a Rei che è appena arrivata,ma gli altri sono già stati incaricati a fare altro e non avrei potuto mandare Lavi da solo.- L’espressione di Komui si era fatta più seria.
-Dovrete recarvi a Vienna-  un sonoro sbuffo interruppe il discorso del Supervisore.
Rei si stava alterando: non solo avrebbe dovuto lavorare in gruppo, o meglio osservare gli altri lavorare, ma avrebbe dovuto anche prendere il treno, di nuovo. E non erano passate neanche ventiquattro ore da quando aveva messo piede a terra, e non sul pavimento di un vagone.
-Oh coraggio! Avrete uno scompartimento tutto per voi- disse Komui, intuendo i pensieri della ragazza e cercando di tirarla su di morale.
-Tornando a noi: abbiamo trovato…-  esitò un attimo, sembrò titubante -un cadavere- continuò poi.
L’esitazione del Supervisore non scappò all’occhio dei ragazzi, turbati dalle ultime parole pronunciate dall’uomo.
-I nostri Finder sono già sul posto e vi daranno tutti i dettagli. Prenderete il treno tra un’ora, andate a prepararvi su!- esclamò Komui, finendo il discorso con un sorriso.
-Aspettate un attimo- a interromperlo fu Rei -perché dovremmo andare a vedere un cadavere? Non se ne può occupare la squadra che si trova già là?-
-Abbiamo riscontrato una strana sostanza simile all’Innocence nel…- ancora esitò -nel corpo.-
Detto questo congedò i ragazzi che uscirono dalla stanza. Solo Rei era rimasta nello studio.
-C’è qualcosa che mi vuoi chiedere, vero?- Una delle qualità del Supervisore era la perspicacia: capiva subito quando qualcosa non andava.
-Si- inizio l’Esorcista.
-Ho chiesto a Bak perché mi ha fatto trasferire. Non mi ha detto niente- disse Rei, una punta di disappunto nella voce.
-E quindi vorresti che te lo spiegassi io- concluse per lei la frase.
Annuì col capo.
-Ti dirò tutto a tempo debito. Ora vai che il treno non aspetta- E detto questo Komui le fece segno con la mano di uscire.
“Ecco” pensò Rei “Praticamente sono stata scaricata per la seconda volta”
-Ma è un vostro vizio?- Diede voce ai suoi pensieri prima di chiudere la porta.

***

Scesero dal treno quando ormai il sole stava tramontando dietro le montagne e il cielo di fuoco si mischiava a quello nero della notte .Tutto attorno a loro era caotico e sembrava che la musica di famosi compositori come Mozart e Beethoven risuonasse ancora nell’aria, conferendo alla città un aspetto ancor più armonioso, in sintonia con le note dei più famosi spartiti di musica classica.
Si erano incantati tutti e tre respirando quell’aria magica e gotica. Faceva freddo, d’altronde era quasi dicembre, Lavi affondò il viso nella sua sciarpa arancione, Linalee cercò di riscaldarsi le mani strofinandole tra loro e Rei le mise nelle tasche della giacca donatale dall’Ordine. Ora avrebbero dovuto esaminare quel cadavere, cercare la locanda dove già alloggiavano i Finder mandati precedentemente sul posto, mettere qualcosa sotto i denti e riposare.
Già, riposare. Rei non vedeva l’ora di tornare in Sede per poter finalmente dormire, ma era certa che le avrebbero assegnato una nuova missione, come le aveva già anticipato Komui quella mattina.
-Andiamo dal cadavere prima di tutto- disse Rei autoritaria ai due compagni di squadra.
-Sissignora!- Lavi si era messo serio sull’attenti per poi ridere come un matto.
-Scusa- disse -E’ che somigli troppo a Yu!- continuò imitando il broncio del ragazzo.
-Non paragonarmi a quello lì!- Rei era andata su tutte le furie -Quell’idiota ed io non abbiamo nulla da spartire, mi sono spiegata?-
Rei se l’era presa con Lavi che ora tremava dal terrore. Lenalee non poté fare altro che assistere impotente allo spettacolo.
“Però l’aura omicida è la stessa” pensò il giovane Bookman.

***

-Etchù!!- uno starnuto.
-Ehi Kanda, ti sei ammalato?- chiese Marie al ragazzo.
-No- ripose soffiandosi il naso.
“Qualcuno sta sparlando di me” pensò con una vena pulsante sulla fronte.

***

Un Finder li aveva raggiunti e accompagnati fino al luogo del ritrovamento del cadavere.
Si trovavano in un deposito del porto affacciato sul Danubio. Appena entrati, i ragazzi fecero tutti una smorfia di disgusto: l’aria era irrespirabile e l’odore nauseabondo. Odore di morte.
Rei e Lavi, che avevano l’occhio più attento, notarono subito gli schizzi di sangue sul pavimento. Gran parte di essi era sparpagliato qua e là, solo uno schizzo era regolare e arrivava fino a una parete. Dopo che Lavi glielo fece notare, anche Linalee si accorse che quelle macchie erano decisamente sospette.
Ma ciò che era più sospetto e che saltava più all’occhio di tutto il resto erano quegli stracci messi qua e là sul pavimenti con uno un po’ più grande degli altri impregnato di sangue esattamente al centro del deposito.
I tre esorcisti si avvicinarono a quel piccolo lenzuolo sospetto, accucciandovisi accanto .
Difficile descrivere cosa provarono quando Lavi sollevò quello straccio: un misto di orrore, disgusto, nausea. Lenalee si alzò in piedi e si voltò di scattò, trattenendo a stento un conato di vomito con la mano premuta sulla bocca, mentre le lacrime sgorgavano copiose dagli occhi. Anche Lavi si era alzato ed era andato dall’amica per confortarla. Non voleva darlo a vedere, ma anche lui era rimasto scosso da quella vista orribile. Diede una veloce occhiata a Rei che era ancora accucciata indifferente di fronte a quel macabro spettacolo. Si chiese come faceva a non mostrare la minima reazione.
Ma non era vero che era rimasta indifferente.
-Non ti bastavano i sogni?- chiese, prendendo tra le mani quella cosa raccapricciante e attirando l’attenzione del giovane Bookman -Quando la smetterai di tormentarmi?-
Rei fissò i suoi occhi su quell’obbrobrio. Li alzò, poi, e si guardò attorno: non era difficile pensare cosa ci fosse sotto gli altri stracci.

***
Note dell'autrice:
Finalmente riesco ad aggiornare la storia dopo moltissimo tempo. Inizio col scusarmi del ritardo: tra esami di maturità ed essere stata scaricata dalla mia Ispirazione non riuscivo più ad andare avanti. A dire la verità avevo tutto pronto tranne l'incubo di Rei, che per l'appunto ho modificato rispetto alla versione precedente che mi sembrava troppo "apocalittica".
Passando al capitolo, come potete vedere iniziano i misteri, soprattutto riguardo alla protagonista. E iniziano anche i casini: abbiamo un cadavere! Speriamo di rimanere su D.Gray-Man e di non divagare in CSI o NCIS visto l'andazzo che sta prendendo la storia XD. Per quanto riguarda il sogno, ho dovuto riscriverlo un pò di volte perchè non avevo idea di come strutturarlo: comunque il fatto che sia corto è voluto (più o meno).
Vorrei aggiungere un grazie a tutti quelli che commentano e a tutti quelli che leggono senza commentare, nonostante io continui a chiedere recensioni per poter migliorare. In fondo, ammettiamolo, ricevere recensioni è davvero bello e, non so voi, ma io sono sempre agitata ogni volta che vedo il contatore delle recensioni aumentare nella pagina delle mie storie! Un grazie va anche a LadyMischance che ha messo la storia tra i preferiti e tra le seguite e a hatsu no hana e alla mia adorata Yoshitsune06_15 che l'hanno messa tra le seguite. Ringrazio soprattutto la mia Sharina per gli errori che mi ha fatto notare! Thank you \(*3*)/
Comunque per me le vere vacanze inizieranno a metà agosto perchè andrò in Abruzzo... in moto! Wooooosh! Comunque prima di allora spero di trovare il tempo per aggiornare e soprattutto di continuare su Word la storia: io pensavo di godermi l'estate dopo gli esami, di poter fare quello che volevo, invece mi tocca studiare per la patente e, visto che sono tanto pigra quanto pazza, finirò per fare la muffa sul divano invece che uscire. E pensare che avevo un mucchio di progetti tra cui imparare a suonare la chitarra, leggere il Signore degli Anelli, leggere tutti gli Harry Potter (si sono una di quelle persone che prima si guarda i film e poi legge i libri XD), finire un mucchio di videogiochi lasciati in sospeso. Ecco questa era solo una parte della lunga lista che ho in cantiere XD
Ma tralasciamo questo e passiamo alla fine: vi saluto, vi ringrazio e vi lascio a una frase di anticipazione per il prossimo capitolo, sperando di ritrovarvi lì.

"Una figura che Rei conosceva bene, quella figura che tormentava il suo sonno, quella figura che ogni notte le faceva visita negli incubi. Quel boia, con la falce nera perennemente sporca di sangue."

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Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
  
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