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Autore: callistas    25/07/2011    17 recensioni
Per chi aspettava, eccomi tornata come promesso.
Allora, non voglio anticiparvi niente, ma voglio dirvi che questa storia è la prima cosa seria che ho scritto.
Ci sarà una gran voglia di uccidere qualcuno e incoraggiare chi è sempre rimasto nell'ombra.
Ho cercato - davvero, ci ho provato - a mantenere l'identità del personaggio originale, ma dopo un pò sono riuscita a cadere ancora nella trappola infame dell'OOC.
E' una DracoxHermione, una coppia che adoro.
Vedremo il loro rapporto evolversi grazie a qualcosa che accade a Hermione. La tematica è trita e ritrita, ma ho voluto intasare il sito anche con una mia personale visione delle cose.
Spero possa piacere.
Se sì, commentate.
Se no, commentate.
Se forse, commentate.
In ogni caso, fatemi sapere che ne pensate.
W la democrazia!
Un bacio a tutti i passanti, callistas.
Genere: Commedia, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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08 - Decisioni, motivazioni, urla e incontri Tornata dalle mie – meritatissime – ferie, ho pensato di aggiornare subito, beh, quasi subito. Si sa che il rientro dalle ferie comporta oneri non indifferenti, quali il disfare le valige – sigh sob – fare le lavatrici – me misera e tapina – e infine stirarle – porca di quella vacca!!!
La prima cosa che ho guardato sono state le recensioni.
19?!?!?!?!?!?
Pazze!!
Vi amo!!
Questa era la mia faccia: O.O
Per poi passare a: ç_ç
Per infine arrivare a: ^_____________________________________________________________________^
Ma quanto mi siete mancate, eh? No dico… quanto?
Mi strappavo i capelli nell’immaginarmi le vostre bellissime recensioni, tanto che l’addetto delle stanze mi chiese se soffrivo di calvizie precoce… comunque non è di me che si deve parlare, ma di questa benedetta situazione che non ancora intende sbrogliarsi.
O sì?
Nel precedente capitolo, vi ho lasciato con dei quesiti abbastanza curiosi a cui ne aggiungerò degli altri con questo capitolo.
Ringrazio:

temmyKaos: oh, ehm… ^///^ sono un po’ arrossita, spero non si noti troppo…
Comunque ti ringrazio per aver deciso di andare oltre, davvero tante, tante grazie!
Spero di continuare a tenere attiva la tua attenzione, di non cadere nel banale e di farti stramazzare a terra dalla sorpresa ^____^
Ti ringrazio per tutti i tuoi complimenti. Sono contentissima che l’argomento, benché infinitamente trattato, lo sia stato in modo diverso. Spero di non deluderti.
Un bacio e buona lettura.

_araia: la mia fan namber uan!
Calma, calma… tu vuoi tutto e subito ^_^
Allora, inizio col dirti che le mie ferie sono state divine. Hai presente la pubblicità della Costa Crociere (vai di pubblicità occulta!) dove la coppia si mette a piangere?
Ecco, una cosa simile, solo elevata all’ennesima potenza… ^_^
Dunque, per parlare del capitolo. Diciamo che Ginny è sì adorabile, ma la storia deve ancora svilupparsi e io la terrei d’occhio, questa ragazza. Per la guarigione della stupidità di Harry e Ron, mah… vedremo anche quello. Ne dovranno passare di cotte e di crude.
Hihihi…
No, non ti preoccupare. Piton non ucciderà Hermione, ma verremo a sapere il motivo che lo ha portato ad accanirsi così brutalmente su di lei, per lo meno, mi è piaciuto immaginarlo così il perché di quel suo odio.
No-o! Ma che razza di rogna ho avviato con ‘sto smistamento?!?!
Quella è una cosa che affronterò più avanti, ma non dico altro, giusto per mantenere la mia dose di stronzaggine.
SATC 2? Sarai la prima a saperlo.
Ti adorooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!
Buona lettura!

Piccola pucci: una domanda alla volta, no?
Allora, iniziamo dall’inizio. Io a Ron non l’ho mai sopportato, onestamente e ad essere sincera fino alla fine, pensavo che Hermione si mettesse con Harry quando ancora Ginny non era entrata in gioco, ma lasciamo perdere. Ron mi sembra troppo poco per lei, troppo insipido, come le minestre degli ospedali. Così quando posso – cioè sempre – cerco di metterlo in cattiva luce.
Mi spiace per le fan di questo personaggio, ma proprio non lo digerisco.
Draco.
Draco fa di tutto per gli amici a cui tiene veramente, anche se non lo da apertamente a vedere.
Albert invece vuole fare bella figura, anche esteticamente, anche se come chiarito da Draco stesso, a Hermione non interessa come si veste una persona, visto che lei per prima usa semplici jeans e magliette e il fatto che glielo abbia fatto notare proprio il MIO furetto, la dice lunga.
Della serie “ti faccio schifo, ma finora hai osservato bene…”
Oddio! Ho davvero fatto questa gaffe? Perdonami! Allora per essere chiari, Hermione è stata rapita il secondo giorno della sua nascita, per motivi che verranno spiegati più avanti, non dico da chi. ^^
Per quanto riguarda la tua domanda se Hermione sapeva di essere stata adottata ti dico di sì. Infatti, l’ho scritto quando Myra ed Elthon fanno irruzione a casa di Hermione e fanno arrestare Jean. Il punto è quando Myra avvicina uno specchio e vuole che Hermione noti se ci sono somiglianze tra lei e Jean, ma Hermione la ferma subito e le dice che sì, sapeva di essere stata adottata.
Per la tua ultima domanda… spiacente. Ci sono cose che posso dirti e altre che sopraggiungeranno con il proseguo della storia.
Della serie “se vuoi saperlo devi leggere” così ti costringo a commentare e io mi godo nell’immaginare la tua faccia stravolta dai mille casini che ho messo in piedi.
Me stronza.
Sono io che ringrazio te per tutte queste domande. Mi fa capire che la storia è seguita sul serio e che non è letta giusto per passare due minuti.
Un bacio e buona lettura!

Lally76: addirittura segnalato?!? Chi è il pazzo/a che l’ha fatto?
*così corre a fargli/le un monumento*
Sono contenta che tu abbia saputo cogliere il mio sforzo nel cercare di immaginare le varie emozioni di Hermione. È stato fin da subito il mio punto fisso, quello di immaginare come poteva sentirsi una ragazza di quell’età sconvolta su una verità del genere.
Ginny è l’amica che tutti vorremmo avere, ma capita qualcosa durante la vita in cui questa amicizia può percorrere delle strade in salita e difficili. Spero che tu abbia colto il mio messaggio implicito in relazione a Ginny.
Mi scuso se non hai capito molto, ma con il proseguo della storia, la trama si districherà.
O almeno lo spero… -.-
Anche a me piace Albert. Per il suo personaggio, mi sono basata molto su quei film che si vedono spesso in tv. Non so se hai presente quando il protagonista viene a sapere all’improvviso dell’esistenza di un parente molto vicino. Le sue reazioni sono essenzialmente due: o lo rifiuta categoricamente, o lo accetta e lo cerca fino allo spasmo. Albert, non appena saputo di avere una sorella, ha iniziato a comportarsi bene, come ho descritto nei capitoli dedicati ai suoi ricordi di adulto e infante, e a non fare i capricci. Poi c’è da dire che l’educazione di Myra ed Elthon non è stata rigida e severa come quella di Malfoy Senior e quindi Albert ha potuto decidere liberamente chi frequentare, a prescindere dal sangue.
Anche per te, la questione della casa arriverà più avanti.
Spero che questo capitolo ti piaccia e colgo l’occasione per ringraziarti di aver speso un po’ del tuo tempo per leggere questa mia composizione.
Un bacio, callistas.

Witchcmelanie: certo: altrimenti che stronza sarei?
Mio piccolo bignè alla crema… al momento Draco non è OOC, ma ben presto lo sarà, per poi cadere nell’OCCC, che nel mio gergo sta per Oh Cazzo Che Cambiamenti! Spero tu lo possa gradire comunque, perché ci ho messo un pizzico di ironia, che nella vita non guasta mai.
Per la casa di Hermione: aspetta e spera!
^___^
Superbaci!, callistas.

Hermione59: mamma mia come mi è piaciuta la tua recensione! Sono rimasta piacevolmente colpita. Che nel DNA maschile il cromosoma dell’insensibilità non esista è un dato di fatto. Appurato ciò, proseguiamo.
Ogni tua singola parola è la pura verità. Non avrei saputo dirlo meglio. Hermione non sa come muoversi in un ambiente che fino a poco tempo prima aveva disprezzato e che ora deve imparare a conoscere, Albert è ansioso di stare con lei e farle capire che gli è mancata terribilmente e Ginny ha l’oneroso compito di starle vicino, qualsiasi sia la sua decisione.
Speriamo tutto vada bene. Hermione si merita un po’ di tranquillità.
Grazie per le tue belle parole, callistas.

Black_Yumi: volevi Silente? Eccoti accontentata. Spero ti possa piacere questo capitolo, perché ne accadranno delle belle.
Ciao e buona lettura!

Valli: ridendo, scherzando e facendosi venire un’ulcera grande come una casa, il 25 è arrivato. ^___^
Tutto bene? Spero di sì. Le mie ferie sono state una pacchia assoluta, ma ti prego, non parliamo di me.
Harry e Ron sono, al momento, nel girone degli imbecilli. Dante non lo sapeva, ma c’erano anche loro… per quanto riguarda Silente, lo scoprirai adesso e Piton… ha sempre dimostrato avversione nei confronti di Hermione, per quella sua mano che svettava in alto ancora prima che lui potesse finire di porre la domanda. Bene. Oggi scoprirai perché Piton ce l’aveva con lei e con Harry e Ron.
Ma ci sarà anche dell’altro e… Dio come mi piace fare la stronza!
Buona lettura!

Daph: ce ne sarebbero di cose da dire su Harry e Ron, ma lascio a te il piacere di sbizzarrirti. Tranquilla… le apparizioni pioveranno come la Madonna di Fatima e alla fine mi urlerai dietro che non ne puoi più di vedere Draco & Co.
Per la McGranitt ho pensato che aggiungere la scena di lei che si scusa avrebbe appesantito il racconto, così ho preferito ometterla.
Spero non ti dispiaccia.
Intanto, grazie per le tue belle parole e buona lettura!
Reggiti!!!

Kiby: hallo! Sono tornata! In questo capitolo capirai il motivo della diversità di Piton. So che ti piace Albert, perché io per prima lo adoro. Ginny ha due contro coglioni di quelli belli duri e saprà mettere al proprio posto fratello e quasi fidanzato, anche se…
Ovviamente non dico altro, altrimenti mi brucio la storia.
Intanto a te il motivo per il quale Piton ce l’aveva con Hermione.
Baci!

Kasumi89: all’imbecillità non c’è mai fine e lo scoprirai man mano che la storia avanza. Ginny avrà i suoi momenti di gloria e di scarto, ma anche qui lo scoprirai con il proseguo.
Dopo una settimana di ritardo, eccoti il capitolo, sperando che ti piaccia!
Un bacio, callistas.

Laura malfoy: ciao cara, non ti preoccupare per la descrizione di Draco. Quel ragazzo, se ci fai caso, è un cubo di Rubrik: devi rivoltarlo come una frittata per far combaciare i pezzi. Draco ha una personalità molto contorta e più avanti amplierò questa parte. Dopotutto, non per niente ho messo come pairing Draco/Hermione…
La scena del racconto di Hermione è stata forse la più facile da scrivere. Non so perché ma ho immaginato che quando una persona racconta una cosa simile ai suoi amici questi reagissero proprio così: Harry è un cretino, Ron non ne parliamo e Ginny è l’unica ad avere un cervello.
Che più avanti si perderà per strada…
Questo capitolo è quello che forse mi piace di più, finora. La motivazione che ho tirato fuori per la scontrosità di Piton nei confronti di Hermione mi ha lasciata esterrefatta. Giuro che mi sono data del genio da sola!
Poi magari è una stronzata colossale… -.-
Adesso vediamo cosa vuole Silente.
Un bacio e buona lettura, callistas.

Vally80: troppo gentile e generosa con le parole. Ginny ha le palle che Ron ha perso da qualche parte e Hermione, come giustamente hai detto, ha bisogno di calore umano e di comprensione.
Albert vuole essere al massimo per l’incontro con la sorella. Crede che vestendosi bene possa essere un punto in più per farsi amare, ma non ha ancora capito che Hermione gli vuole già bene, anche se ancora è frenata dal dimostrarlo.
Un po’ di risate non guastano mai: si sa che i Serpeverde sono vanitosi, no?
Per quanto riguarda il fattore gelosia fraterna non posso dirti nulla. Ho affrontato anche questo passo, ma ovviamente non posso dirti nulla al riguardo.
Spero tu voglia continuare a seguirmi. Le tue critiche mi fanno sempre piacere.
Grazie mille per l’augurio. Le ferie sono state ottime, forse anche grazie ai tuoi auguri.
Buona lettura, callistas.

BLUFLAME: grazie per le tue belle parole!
Comunque tranquilla… credo che per un anno sono a posto di ferie. Ho mangiato come una tora incinta! ç_ç
Sono davvero lieta che lo stile ti piaccia e concordo con te nel dire che le trame più belle o le idee più originali, vengono spesso penalizzate da uno stile bambinesco o semplicistico. È una cosa che odio!
Draco è un caso a parte. Capirai più avanti il perché. Così come non ti dico dove la lingua di Draco andrà a finire…
Hihihi…
Bacioni!

Stefy494: fino al punto due ti dico ok, hai ragione. Dal terzo in poi dovrai penare come una dannata perché la storia non è ancora finita.
Per Piton adesso hai finalmente la risposta alla tua domanda.
Spero che la spiegazione sul comportamento di Piton ti piaccia.
Un bacio e buona lettura, callistas.

Lady of the Night: Harry e Ron avranno le loro belle gatte da pelare, come si suol dire. Ginny, al momento, è il pilastro di Hermione, ma più avanti avrà un piccolo cedimento di struttura…
Draco fa orecchie da mercante, finge che non gli interessi, ma la sua mente sta già iniziando a lavorare. Il Trio delle Meduse (Piton-Mc-Silente e non chiedermi perché li ho chiamati così) avranno una piccola discussione.
Spero che questo capitolo ti possa piacere come i precedenti. Io lo adoro.
Un superbacio, callistas.

HJ: spero di non mettere altre scontatezze nella storia come Harry e Ron altrimenti sono rovinata ç__ç
Sono contenta di non aver intaccato la mia immagine di Miss Stronzaggine 2011: perdere quel titolo mi butterebbe in depressione… ^__^
Spero che il capitolo ti piaccia!
Grazie di tutto!

Tinotina: consiglio 30 gocce di valeriana prima di andare a dormire hihihi… sembra quasi che tu non possa stare senza la mia storia…
*si diverte a fare la stronza*
Quando mai ho detto che avrei postato il capitolo sullo smistamento di Hermione, ma soprattutto… quando ho detto che sarebbe stata smistata? Io ho solo ipotizzato… ^^
Comunque sono spiacente… per i miei sogni ho fatto un incantesimo di barriera e tranne delfini e bonazzi in costume da bagno non ho visto nessun altro >___>
Io ti ringrazio per la tua stratosferica recensione. Mi rallegri le giornate nel sentirmi dare della stronza perché vuoi l’aggiornamento a tutti i costi.
^_______________^
Grazie davvero.
Ti auguro una buona lettura, callistas.

Ssaphiras: mi piace quando mi fai tante domande, spero però tu possa comprendere che non posso rivelare troppo altrimenti mi brucio il finale.
Harry e Ron sono i soliti: posso darti un’infinità di aggettivi, ma uomini è quello che li descrive meglio. Ginny è una donna e quindi più attenta allo stato d’animo di Hermione, visto che è sua amica.
Albert ha letteralmente i sudorini perché vuole fare bella figura con Hermione e Draco, inconsciamente, lo aiuta in questo, prestandogli la felpa.
Le reazioni delle serpi ci saranno… più avanti.
E per quanto riguarda Silente… dimmelo tu.
Un bacio e buona lettura, callistas.








VERITA’ NASCOSTE
DECISIONI, MOTIVAZIONI, URLA E INCONTRI

“Allora Hermione, dimmi… come ti senti?”
“A-abbastanza bene, grazie.” – rispose la ragazza. Il suo senso di disagio era leggermente scemato nel momento in cui aveva incontrato gli occhi gentili del suo preside, ma si era ripresentato quando aveva visto anche quelli del professore di Pozioni.
Cosa ci faceva lì?
“Non essere nervosa, rilassati. Sei tra persone fidate.”
Un’occhiata fin troppo perplessa andò a Piton, che sollevò un sopracciglio, quasi offeso. Hermione sapeva perfettamente cosa Piton avesse fatto per loro, non solo durante la guerra, ma per tutto il tempo in cui Voldemort aveva regnato, ma nonostante il passato, l’insegnante non ne voleva sapere di cambiare atteggiamento né verso di lei, né verso i suoi amici.
Conscia di aver esagerato con quell’occhiata, abbassò subito lo sguardo sulla sua interessantissima gonna a scacchi.
“Gradisci una tazza di the?”
“Sì, grazie.”
I presenti presero una tazza di the, sorseggiandolo in silenzio, cosa che mise Hermione ancora più a disagio.
“Posso… posso sapere perché mi ha convocata?” – azzardò lei.
“Volevo sapere se stavi bene. Com’è stato il tuo rientro… se ti aspettavi qualcosa.”
Ma perché ho la sensazione che quest’uomo sappia sempre tutto?, si chiese Hermione. Possibile che, senza che lei se ne fosse accorta, avesse letto i suoi pensieri e le sue emozioni della sera precedente, quando aveva confessato ai suoi amici la verità?
“No, io… è andato tutto bene, grazie.”
“Com’è stato l’incontro con il signor Preston?” – chiese sempre Albus.
Al pensiero del fratello, Hermione si rilassò.
“E’ stato… particolare.” – rispose Hermione.
Silente sorrise dietro i suoi occhiali a mezza luna.
Minerva e Severus ascoltarono il racconto senza battere ciglio.
“Quando… quando sono scesa dalla carrozza era ovvio che stesse aspettando qualcun’altra. Credo… credo che abbia capito chi sono quando mi ha guardato negli occhi.”
“Concordo. Sono identici a quelli del signor Preston.” – osservò Silente. – “E’ un vero peccato non essersene accorti prima.” – continuò.
Hermione s’irrigidì sulla sedia.
Gli adulti se ne accorsero. Soprattutto Severus Piton, che lanciò un’occhiata significativa a Minerva che lo contraccambiò, con uno sguardo completamente indecifrabile.

Odio tutto quello che riguarda la mia vecchia vita.
Quella donna, quell’uomo e il cognome che mi hanno obbligata a portare ingiustamente.
È sinonimo di mezze verità e bugie. Io, che per anni non ho fatto altro che proclamare la giustizia e la verità, ho vissuto una vita di menzogne. So che non è stata colpa mia, ma non riesco a non sentirmi un’ipocrita quando ci penso.
Il che accade praticamente ogni giorno, ogni secondo da quest’estate.
Se Ginny lo sapesse, mi prenderebbe a schiaffi.
Perché doveva succedere a me?

Nessuno meglio di me sa riconoscere l’odio e il risentimento.
E quello che ho letto nei suoi occhi era un disprezzo così profondo verso quel cognome che ha portato per anni, che mi ha lasciato… piacevolmente colpito.
Li odia.
Odia quelle persone che l’hanno strappata al suo vero mondo, che l’hanno costretta a una vita non sua.
Che l’hanno privata della sua vera essenza.
Hermione Granger è morta.
Al suo posto c’è Hermione Preston.
Chissà se anche Hermione è il suo vero nome.
È solo una questione di tempo, tempo che spero passi in fretta, prima che la ragazza si accorga di essere sbagliata per la casa in cui è stata smistata sette anni fa.
A volte, basta poco perché le persone cambino. A volte occorrono anni, altre volte un semplice secondo. A questa ragazza è bastato un attimo, è stato sufficiente rivelarle la verità e già inconsciamente ha iniziato a cambiare atteggiamento.
È molto probabile che sia sotto l’effetto della suggestione. I Serpeverde sono rinomati per i loro pregiudizi, ma nemmeno i Grifondoro ne sono tanto esenti. Sapere di essere una purosangue l’avrà fatta riflettere molto e dai discorsi che ha fatto Albus dalla visita a Preston Manor a inizio mese, l’ha notato pure lui.
Non so dire se sarà lei stessa a scegliere di cambiare casa, fosse solo per la necessità di stare il più vicino possibile al fratello ritrovato, o perché la sua naturale indole la spingerà a volersi staccare da Potter e Weasley, ma quando lo farà, perché so che lo farà, avverrà quel cambiamento che Albus tanto preme per avere.
Un avvicinamento tra le nostre due case.

È cambiata.
Lo sento, lo vedo. Lo percepisco.
La vecchia Hermione non c’è più. Non oso immaginare quanto abbia sofferto nel vedersi smembrare la famiglia sotto il naso. Non posso essere che felice per lei, che abbia ritrovato quella vera, ma non riesco proprio a immaginare quale sia il suo stato d’animo attuale.
O forse sì.
Quando Silente ha implicitamente fatto riferimento alla sua vecchia vita, è diventata di ghiaccio. Quel cognome, che un tempo portava con orgoglio, le si è ritorto contro. La vita che aveva condotto fino a quest’estate ha perso di significato. Immagino la soddisfazione di Severus, palpabile quasi quanto il dolore di Hermione. Avere una studentessa brillante come lei nella sua casa gli risolverebbe praticamente tutti i problemi.
Ma a pensarci bene, Hermione è l’unica persona che sarebbe in grado di far cessare le ostilità tra Serpeverde e Grifondoro, ma non so se sia un bene usare questa storia per risolvere una rivalità vecchia di secoli.
Non sarebbe giusto per lei, lei che non chiede altro che essere lasciata in pace, ma che dovrà affrontare il cambiamento che sta avvenendo nella sua vita e il compito che Albus ha già deciso di affidarle.
Spero solo che vada tutto bene.

“Comunque…” – fece il preside, interrompendo i pensieri comuni. – “… non era mia intenzione farti ricordare cose spiacevoli, Hermione. Volevo solo dirti che se avessi bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa, ti prego di non esitare a rivolgerti a me o alla professoressa McGranitt.”
La riccia annuì.
“Grazie. Lo terrò a mente.”
“Bene.” – fece Silente, battendo le mani sui braccioli della sua poltrona. – “Credo tu abbia cose più interessanti e importanti da fare, che star qui a parlare con un povero vecchio.”
Hermione sorrise, intenerita e divertita.
“E’ sempre un piacere parlare con lei, professor Silente.” – fece Hermione. – “Con permesso.”
Il preside le sorrise e annuì.
“Professori.” – fece lei, salutando la McGranitt e Piton. Prese l’uscita e se ne andò.
“Albus?” – lo chiamò Severus, ma il preside gli fece segno con la mano di non dire altro.
“Minerva, cosa ne pensi?” – chiese il preside.
La docente di Trasfigurazione prese un enorme sospiro.
“Penso che tu abbia già deciso, Albus. Penso anche che mi pentirò di quello che sto per dirti, ma non posso tenermelo dentro: penso che per te sia più importante risolvere una faida che dura da tempo immemore, piuttosto che preoccuparti di come potrebbe sentirsi Hermione, una volta caricata di questo peso, in aggiunta a quello che ha già.”
“Minerva, io credo che…” – tentò Severus, ma la donna lo zittì.
“Così come penso che per te sarebbe la manna dal cielo, Severus. Scusate, ma ho dei compiti da correggere.”
Aprì la porta e uscì.
“Albus, converrai con me che la signorina Preston sta cambiando.”
Silente non rispose, mentre si accarezzava la lunga barba. Si era molto impensierito alle parole dell’amica. Eppure, non si poteva nascondere che Hermione stesse cambiando. L’irrigidimento provato solo nel fare riferimento alla sua vecchia vita ne era stata la prova lampante.
“La salute fisica e mentale della signorina Preston mi sta a cuore, ma…” – Severus venne interrotto.
“Allora spiegami il tuo accanimento su di lei, Severus.” – chiese serio l’uomo.
Piton si zittì, colto alla sprovvista.
“Come dici scusa?”
“Severus… sono perfettamente a conoscenza dei punti impropriamente sottratti a Grifondoro da parte tua.”
Il professore non sapeva cosa dire. Albus lo stava… rimproverando? Silente si alzò dalla sua sedia e si diresse verso la finestra, osservando gli ultimi studenti ritardatari uscire da scuola per la gita a Hogsmeade.
“Albus, io non…”
Silente si girò, zittendolo solamente in quel modo.
“Ti sei accanito su Hermione per la sua competenza e, diciamocelo in faccia… per la sua amicizia con il figlio di Lily.”
Fu solo perché era allenato da anni e anni di assoluto controllo in presenza del Lord Oscuro, che Piton non arrossì di vergogna e indignazione.
“E ora mi vieni a dire che ti sta a cuore la sua salute? È davvero così importante per te il cognome di una persona?”
Severus serrò la mascella.
“O non sopporti l’idea che qualcuno possa essere abile quanto te in Pozioni?”
“Come osi, Albus?” – tuonò Severus, rompendo nell’esatto modo le ampolline presenti come qualche giorno prima aveva fatto Minerva.
Silente lo guardò, senza battere ciglio.
“Anni passati a fare la spia per tuo conto e questo è il tuo ringraziamento?” – le mani, serrate in due pugni, tremavano violentemente.
“Smentiscimi Severus. Dimmi perché non hai mai potuto sopportare Hermione. Perché, tutto a un tratto, questo suo interesse nei suoi riguardi, tanto da indurmi a credere che cambiare casa per lei sia la soluzione migliore? Vuoi allontanarla da Harry Potter e Ron Weasley solo per ripicca?”
Severus non resse oltre.
“Quella ragazza ha la mia materia nel sangue!” – sbottò lui, creando un’onda di energia magica.
Quella volta, Albus non riuscì a rimanerne immune. Dovette proteggersi il volto con le braccia e far leva sulle gambe per non cadere all’indietro.
“Ma puntualmente qualcosa la distrae. O per meglio dire qualcuno! Il suo spirito grifondoro le impedisce di concentrarsi correttamente perché deve fare da balia a due ragazzini che, piuttosto che passare un’ora a studiare, se la cavano copiando! Sono stanco, Albus. STANCO! Vedere un potenziale simile così sprecato mi riempie di rabbia! Voglio che la Preston impari a pensare a se stessa! Voglio… voglio che capisca che quei due rischiano di tirarla a fondo, se non se ne stacca il più presto possibile! E per far sì che questo accada lei DEVE cambiare casa!”
Severus Piton ansimò per lo sforzo, per aver detto finalmente la verità, che covava da sette anni a quella parte.

Albus non immaginò minimamente che l’atteggiamento assunto dal docente di Pozioni fosse dettato da tali motivazioni. Si girò nuovamente verso la finestra e vide Hermione incontrarsi con Albert.
Severus non riuscì a credere di aver detto veramente quello che pensava di quella ragazza, ma dovette ammettere di sentirsi meglio.
Aveva sempre avuto un’alta opinione di Hermione Granger, ma la sua amicizia con Potter e Weasley la distraeva dai suoi doveri: per aiutare loro a consegnare un compito vagamente decente, doveva tralasciare i propri e ciò non era ammissibile!
“Va bene, Severus.” – fece Silente, girandosi.
Piton lo guardò con sospetto. Va bene, cosa?
“Farò in modo che la signorina Preston si accorga il più presto possibile di quanto i signori Potter e Weasley la stiano intralciando nei suoi studi.”
Piton corrucciò le sopracciglia, per poi spalancare gli occhi, sgomento. Iniziò ad agitarsi sul posto. E a indietreggiare leggermente.
“Non intenderai…”
“Sì, Severus.” – di nuovo, Silente si girò. Improvvisamente, si sentì invecchiato di cent’anni in un sol colpo.
E capì di aver già preso la decisione finale, quella decisione a cui l’amica docente di Trasfigurazione era arrivata ancor prima di lui.
Avevi ragione, Minerva, pensò il preside, mentre delle rughe si aggiungevano attorno ai suoi occhi: mi preme molto di più sanare la faida tra le due case.









Da quando la guerra era finita, i negozi che popolavano Hogsmeade avevano apportato delle modifiche di carattere strutturale.
La gelateria di Florian Fortebraccio aveva la peculiarità di vantare un elevato numero di salette private dove, se necessario, era possibile chiudersi dentro e insonorizzarle per poter parlare liberamente, lontano da occhi e orecchi indiscreti.
Fu in una di quelle salette, che Ginny Weasley diede fondo alla sua ugola d’oro, sommergendo d’improperi il suo quasi futuro defunto fratello dall’ormai certa adozione e il ragazzo di cui credeva essere innamorata.
Una credenza che stava, purtroppo, scemando, vista l’ignoranza e l’indelicatezza dimostrata dai loro discorsi.

“… ci dispiace, ok?” – aveva urlato Ron, rosso. – “Hermione ci aveva presi alla sprovvista e…”
Ron si alzò e iniziò a correre in tondo, per quando la grandezza della saletta lo permettesse. Ginny gli stava correndo dietro nella fedele riproduzione di un toro che aveva appena visto il drappo rosso.
“Ci dispiace? Colti alla sprovvista? Ma sei deficiente? Hermione ci dice che la sua famiglia le ha mentito da quando è nata, e tu gongoli perché è figlia dei Preston? E fermati, cazzo!”
Harry Potter sgranò gli occhi nel sentire la ragazza usare un simile linguaggio.
“E non contenti, non le avete nemmeno chiesto come stava! Ed è la vostra migliore amica? Ma ti fermi, porca puttana?”
Ron si fermò, ansante.
“Scusa Ginny… ma Hermione ci aveva davvero spiazzato.” – fece Harry, credendo di andare in soccorso del suo amico.
La rossa si girò e Harry si pentì amaramente di aver aperto bocca.
“Non credere di scamparla tu, eh?”
Harry s’indicò sgomento.
“Sì, tu!” – Ginny diede le spalle a Ron, che ne approfittò per svignarsela. – “Tu!, che la prima cosa che hai fatto quando hai saputo chi era suo padre, è stata quella di guardarla come se volessi sposartela, solo per avere un suocero come Auror!”
Harry arrossì di vergogna. Per un attimo il pensiero l’aveva toccato.
Ginny era rossa, non solo perché quei due avevano dimostrato di avere una sensibilità da elefante in un negozio di cristalleria, ma per il fatto che Harry avesse guardato l’amica in quel modo. Si era sentita profondamente ferita da quel gesto.
“Vi siete comportati malissimo! Avete il mio più totale biasimo!”
“Miseriaccia, Ginny!” – esclamò il fratello, mettendosi vicino a Harry. – “Abbiamo detto che ci dispiace! Dopo andremo a Hermione e le chiederemo come sta, va bene?”
La rossa assunse una postura eretta.
Chiuse gli occhi.
Inspirò.
Ron e Harry tremarono di paura.
E diventarono momentaneamente sordi.
“NO CHE NON VA BENE, CRETINI! DOVEVATE AVERLO FATTO PRIMA QUESTO RAGIONAMENTO!”
Poi, cadde un momento di silenzio.
“Mi avete davvero delusa.” – fece Ginny, con un tono di voce che non piacque per niente ai due.
Sentirono le budella attorcigliarsi fino a far venire loro la nausea.
“E avete deluso Hermione, lei, che da quando vi ha conosciuto, non ha fatto altro che aiutarvi, a prescindere dai compiti. Vi ha sempre sostenuto, vi è sempre venuta incontro. Si è esposta molte volte con voi davanti a Piton, vi ha supportato in ogni cosa e ha seguito te, Harry, nella ricerca degli Horcrux.”
I due tennero gli sguardi bassi.
“Non ha mai chiesto niente in cambio, se non un po’ di considerazione. Che alla prima occasione non avete saputo dimostrare. Complimenti davvero.”
La rossa uscì dalla stanza. Rimanere lì significava prenotare una cella ad Azkaban. Prima di uscire dal locale disse al proprietario che pagavano i ragazzi della saletta 3.
Almeno una piccola vendetta se l’era presa.
Aveva gli occhi lucidi, perché aveva capito che una bella amicizia si era appena rotta.




Albert e Hermione erano sotto la grande quercia ai piedi del Lago Nero. Il ragazzo aveva portato una coperta, sulla quale ora i due stavano chiacchierando. Erano già le dieci e venti del mattino e la giornata si prospettava come una delle migliori.
C’era un leggero sole, che riscaldava il paesaggio e i cuori dei due giovani. Albert l’aveva pregata di sdraiarsi sulle sue gambe e Hermione aveva accettato, seppur con non poco imbarazzo. Da quella posizione, Hermione poté guardare meglio suo fratello.
Portava i capelli sciolti e leggermente ondulati, di un castano chiaro, quasi miele. Gli occhi erano castani come i suoi e avevano lo stesso taglio. La bocca era carnosa, come quella di Elthon, il sorriso e le deliziose fossette che gli si formavano ai lati della bocca erano tutte di Myra.
“A cosa pensi?” – le chiese Albert, gentile.
“A nulla in particolare.” – mentì lei. – “E tu?”
“Agli anni passati senza di te.” – rispose il ragazzo, sinceramente. – “Sai…” – iniziò lui, con un sorriso. – “… ho sempre immaginato che tu fossi bionda, con i capelli lisci.”
Hermione sollevò i sopraccigli.
“Perché?”
“Io ho ereditato i capelli da nonno Percival.” – spiegò lui.
Hermione si sentì a disagio. Lei non lo conosceva.
“Chi?”
“Nonno Percival. Quando torneremo a casa per il Natale, lo conoscerai.”
Tornare a casa.
Qual è la mia casa?, pensò Hermione con una nota di amarezza.
“Ok…” – rispose lei.
“E ensavo che tu avresti ereditato i capelli di nonna Elaine.”
“E… e lei chi è?”
“Allora: nonno Alphred è il papà di nostro padre e sua moglie è nonna Elaine, mentre nonna Eloise è la nonna materna ed è sposata con nonno Percival.”
“Sono… sono ancora vivi?” – chiese lei, sperando di non aver fatto una brutta figura.
“Oh…” – fece lui, contento di quell’interesse. – “… non li ammazzi nemmeno con gli Avada Kedavra a quelli.”
Hermione sorrise, divertita.
“Ti va… di fare una passeggiata?” – propose Albert.
“Sì, volentieri.” – Hermione si alzò, ma prima che potesse puntare le mani sulla coperta e darsi la spinta per alzarsi in piedi, Albert le porse le mani, che lei accettò.
“Cosa voleva da te la McGranitt?”
“Mi ha portata dal preside.”
Albert si girò.
“Perché?”
“Voleva dirmi che se avevo bisogno di qualcosa potevo rivolgermi a lui o alla professoressa. E poi…” – poi s’interruppe.
“E poi?” – la incalzò lui.
La ragazza scosse la testa e sorrise.
“Nulla, non ti preoccupare.”
“Hermione, per favore…”
La riccia si girò, col fiato in gola. Ogni volta che Albert la chiamava per nome così normalmente le saliva dallo stomaco una strana sensazione…
“Davvero Albert… nulla d’importante.” – lo rassicurò lei.
Il ragazzo si avvicinò a lei e appoggiò la fronte sulla sua. La ragazza chiuse gli occhi e si abbandonò contro di lui.
“Ti prego… per… per diciassette anni sei stata lontana dalla mia vita… non alimentiamo queste distanze. Cosa ti ha detto Silente?”
Hermione sospirò. E se non avrebbe capito?
“Io…” – quando aprì gli occhi vide quelli del fratello colmi di preoccupazione.
Di essere tagliato fuori ancora dalla sua vita.
“E’ che… è difficile da spiegare. A te.”
Albert si allontanò.
“Perché? Credi che non riuscirei a capirti?”
Hermione scosse la testa, spaventata.
“No, non tu come Albert, ma… tu come Serpeverde.” – lo guardò, mordendosi il labbro inferiore. L’aveva offeso?
“Mettimi alla prova.” – disse lui, risoluto.
Hermione gonfiò le guance, trattenne il respiro per qualche secondo e poi lo rilasciò tutto d’un fiato. Riprese a camminare.
“Ieri sera… ho detto ai miei amici di quello che mi è successo.” – sentirsi avvolgere dalle sue braccia fu rassicurante.
“Che ti hanno detto?”
Fu lì che Albert la sentì come afflosciarsi su se stessa. Gli venne istintivo serrare la presa sulle sue spalle per evitare che cadesse a terra.
“Hermione? Che ti hanno detto?” – chiese, cercando il suo sguardo.
“Loro… erano quasi contenti.”
“Beh… sarei contento anch’io di aver ritrovato la mia vera famiglia.” – osservò lui, che non aveva colto il punto.
Hermione si scansò in malo modo. Albert ci rimase malissimo.
“Ecco, nemmeno tu capisci.”
Quelle parole lo mandarono in confusione.
“Perché?”
“Perché?” – la sua voce era salita di un’ottava. – “La mia vita va in pezzi e gli altri sono contenti?”
Albert sgranò gli occhi per il malinteso. Cercò di spiegarsi, ma Hermione era partita in quarta.
“Myra è stilista ed Elthon è Capo degli Auror. Solo per questo Harry voleva quasi sposarmi!” – disse, infervorata. – “Non… non si sono degnati nemmeno di chiedermi come stavo! Erano… Ron era tutto esaltato perché ora sono come lui!” – disse. – “Quasi nemmeno prima gli facessi schifo per il mio essere mezzosangue, e ora tu!”
Albert chinò il capo.
“Ma che vi passa per la testa? Io per prima sono convinta che quella donna abbia compiuto un crimine nei miei e nei vostri confronti, ma non mi ha cresciuta male! Ho perso tutto quello in cui credevo nel giro di pochi giorni… e dovrei sentirmi felice? Abbiate almeno un minimo di rispetto!”
E la giornata, da bene che era iniziata, era già terminata alle undici meno cinque nel modo peggiore possibile. Hermione corse in camera sua a piangere.
Avrebbe mai smesso un giorno?









Ginny si era infilata in una delle vie di Diagon Alley, non sapendo nemmeno bene dove stesse andando. Alla fine si era ritrovata in una specie di parco e aveva preso residenza su una panchina, sulla quale era seduta a gambe incrociate.
Pensava la piccola di casa Weasley.
A molte cose.
Era molto amareggiata per il comportamento dei due ragazzi. Fino a quel momento non aveva mai detto niente, perché preferiva non alzare discussioni dettate solo dalle sue sensazioni, ma quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Ginny era una ragazza che sapeva osservare.
Se ne stava zitta zitta in un angolo e guardava le persone relazionarsi con le altre, e così aveva fatto anche con i suoi amici. Non che fosse sua prerogativa dare giudizi, ma un’opinione personale se l’era fatta.
E non era molto rosea.
Harry e Ron erano due bravissimi ragazzi, buoni e generosi. Avevano combattuto il male e ne erano usciti vincitori, ma quando si trattava di Hermione, sembrava che tutto quello che riguardasse la ragazza fosse un loro diritto.
Avevano diritto a chiederle aiuto con i compiti;
Avevano diritto a chiederle di copiare i compiti;
Avevano diritto a venire difesi da Piton, a suo discapito;
Avevano diritto a farsi coccolare, quando si facevano male a Quidditch;
Avevano diritto a sentirsi elogiare quando prendevano un bel voto;
Avevano diritto a spassarsela, lasciando il lavoro sulle spalle di Hermione;
Avevano diritto a qualsiasi cosa, ma mai avevano un dovere nei confronti di Hermione.
E l’unica volta in cui per lo meno il buon senso lo richiedeva, l’avevano trattata come se nulla di grave fosse successo. Aveva osservato per troppo tempo ed era venuto il momento di reagire.
Hermione era stata fin troppo brava a non dire mai niente, a farsi andare bene quegli atteggiamenti, ma non lei. Essere l’ultima di dieci fratelli l’aveva aiutata parecchio a farsi rispettare.
Bene. Era giunto il momento di mettere in pratica quegli insegnamenti.
“Weasley, i tuoi capelli sono riconoscibili a chilometri di distanza. Dove sono Potty e Lenticchia?”
Ginny si girò di scatto, non avendo riconosciuto quella voce, ma quando vide Blaise Zabini, alzò gli occhi al cielo e si rigirò, non degnandolo di una risposta.
Blaise, invece, era rimasto sorpreso dalla remissività della rossa.
“Weasley?” – la richiamò lui.
“Zabini sloggia. Oggi non è aria.” – rispose lei, stizzita.
Ovviamente il moro rispettò la sua decisione.
Sedendosi accanto a lei.
Ginny si girò, infastidita.
“Oh, ma che vuoi?”
“Sedermi. Ero un po’ stanco.”
Ginny alzò gli occhi al cielo e si alzò, spostandosi di qualche panchina, nascosta da degli arbusti. Di nuovo, Blaise si sedette accanto a lei.
“Sto per lanciarti una fattura, Zabini. Sei avvertito.” – fece lei, tagliente.
“Accomodati.” – fece lui, allargando le braccia.
Repentinamente, Ginny portò la mano destra ai capelli, acconciati in una crocchia fermata dalla bacchetta ma Blaise, altrettanto velocemente, gliela bloccò con la propria.
Fu il primo contatto che i due ebbero che non implicassero spintoni o altro di eccessivamente violento.
“Hai una pelle morbida, per una che non può permettersi delle creme.”
“Brutto stronzo che non sei…” – si bloccò.
E l’attimo successivo divenne del colore dei suoi capelli.
Zabini… le aveva fatto un complimento? Rimasero a fissarsi negli occhi per un tempo infinito, mentre la ragazza sentiva che il colore delle sue guance stava avvicinandosi a tonalità inesistenti in natura.
Come se fosse una cosa del tutto normale, Blaise le prese la mano e iniziò ad accarezzargliela, alzando di poco la manica del maglione.
Completamente paralizzata dalla sorpresa, Ginny lo lasciò fare, chiedendosi comunque se non stesse cercando il punto con maggior affluenza di sangue per tagliarla e farla morire dissanguata in quel posto.
Blaise le aprì la mano stretta a pugno, semplicemente facendo partire il palmo della propria dal polso e facendolo scivolare delicatamente su quello di lei.
Capì di aver raggiunto il punto di non ritorno quando vide il moro giocherellare con la sua mano, eppure, non riusciva a opporre resistenza.
“Che diavolo…”
“Perché non stai zitta, Weasley?”
Ginny si zittì. In circostanze diverse avrebbe sciorinato una sequela di accidenti, ma in quel momento non percepì un ordine, ma una sorta di richiesta.
Il che era molto strano se si considerava la fonte…
“Credo che abbiamo qualcosa in comune, io e te.”
“E tale assurdità deriverebbe da?…” – chiese lei, lasciandolo giocare e lasciando la frase in sospeso.
“Da una verità scoperta da poco.”
“Di cosa… oh!” – esclamò lei, sorpresa. – “Tu sai di… di Hermione?”
“Sì. Albert me lo ha detto. E fatico ancora a crederci.”
“Non lo dire a me…” – disse, abbassando lo sguardo.
“Perché litigavi con Potter e tuo fratello?”
Ginny non gli rispose e girò lo sguardo dall’altra parte. Sgranò gli occhi incredula quando sentì Zabini tirarle una ciocca di capelli per farla girare. Non le stava facendo male, sembrava solo che richiedesse attenzioni, come un bambino piccolo.
Si girò.
Blaise aveva un sorriso divertito sulle labbra, cosa che catturò ogni senso della rossa.
“Perché… perché dovrebbe interessarti?” – chiese lei, rapita dal suo sguardo.
“Così.”
“Dovrai darmi una motivazione ben più sufficiente di questa, se vuoi che apra la bocca.”
“Che caratterino…” – osservò il moro, divertito.
Ginny sembrò capire una cosa solo in quel momento.
“Scusa, come fai a sapere che ho litigato con Harry e Ron?”
Blaise non tentò nemmeno di nascondere un sorrisetto divertito.
“Mi hai seguita?” – chiese lei, sgomenta.
“Sai ascoltare, mi fa piacere.” – fece Blaise.
Ginny si liberò con uno strattone dalla sua presa e si alzò.
“Non so che diavolo tu voglia da me, Zabini e non m’interessa. Stammi lontana!”
“Perché dovrei farlo?”
La rossa si trovò presa completamente in contropiede.
“Tu… ma ti ha dato di volta il cervello?”
Anche Blaise si alzò, sorpassandola di cinque centimetri buoni. Si avvicinò a lei che non era riuscita a muoversi di un centimetro e le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“E’ probabile.” – rispose lui, indugiando sulle sue labbra.
“Adesso mi stai spaventando…” – fece lei, indietreggiando.
“Cosa esattamente di me ti spaventa?” – chiese Blaise.
Ginny non sapeva esattamente cosa dire. Cos’era che la stava spaventando? Il suo comportamento? Quella sorta d’interesse che aveva letto nei suoi occhi?
O che tra Serpeverde e Grifondoro ci potesse essere qualcosa di più, oltre alla rivalità?
“Io… devo andare!”
Non era mai accaduto che Ginevra Molly Weasley scappasse di fronte al “nemico”, ma durante la sua corsa iniziò a chiedersi cosa significasse esattamente quella parola.
Blaise la guardò allontanarsi di corsa da lui. Forse era stato un po’ troppo precipitoso, ma non aveva saputo resistere. Era da quando la giovane di casa Weasley aveva assunto sembianze femminili degne di nota che il bel moro aveva iniziato a guardarla con occhi differenti.
Era diventata molto bella e intelligente.
Soprattutto se bisticciava con Potter e Lenticchia…
Eppure non l’aveva respinto subito, anzi. Gli aveva lasciato un po’ di corda per vedere fin dove si sarebbe spinto. Fortuna che poi, quella corda, era stata bloccata, altrimenti le cose sarebbero state un tantino differenti.
Girò i tacchi e se ne andò pure lui. Aveva lasciato Draco e Theo con la scusa di andare in bagno e, a meno che non fosse stato colpito da una caccarella fulminante, era meglio tornare indietro.









Erano le undici e quarantacinque del mattino e tra poco sarebbe dovuta scendere per il pranzo. Da quando era entrata in camera sua, non aveva fatto altro che maledirsi per lo scatto d’ira avuto con Albert.
Era sempre stato così, fin da bambina: lei riusciva a capire il punto di vista degli altri, ma gli altri non capivano mai il suo.
Hermione, tu capisci quello che voglio dire, vero?
Non so se sono stato sufficientemente chiara,Hermione.
Hermione, tu che sai sempre tutto…
Hermione? Hai capito quello che intendo?
SI’!, DANNAZIONE! LEI CAPIVA!
Ma chi capiva lei?
Si maledì più volte, perché non voleva litigare con Albert. Appena messo piede in camera, sarebbe voluta tornare indietro per scusarsi, ma aveva pensato che forse se n’era già andato, dovendo così rimandare le scuse a un altro momento.
Si sedette pesantemente sul letto, quando un picchiettare alla finestra la costrinse a rialzarsi. Si alzò di scatto e corse alla finestra, sperando con tutta se stessa che fosse di Albert.
Prese il biglietto e sorrise di sollievo, quando vide la firma in fondo.

Non volevo offenderti in alcun modo, Hermione.
Capisco perfettamente che per te non è stato assolutamente facile, ma ho così paura di perderti di nuovo che a volte parlo senza pensare.
Spero di poterti rivedere oggi pomeriggio sotto la grande quercia.
Credi sia possibile chiarire di persona questo malinteso?

Tuo fratello,
Albert

Hermione prese piuma e pergamena e gettò giù poche righe.

Certo, anch’io voglio parlarti e scusarmi.
Subito dopo pranzo andrò alla grande quercia.
Voglio vederti.

Con affetto,
Hermione

Legò il messaggio alla zampa del gufo e lo guardò sparire verso il basso. Era meglio prepararsi per il pranzo.




Nel suo ufficio, Albus Silente era seduto alla sua scrivania. Non era molto convinto di ciò che stava per fare, ma si disse, per convincersi, che era per una giusta causa. Se quelle due case avessero continuato a farsi la guerra tra loro, non ci sarebbe mai stata una vera unità nel mondo magico.
Chiuse gli occhi e annuì, grave.
Forse aveva preso la sua decisione, nell’esatto momento in cui Myra ed Elthon gli avevano raccontato la loro storia.
Fanny intonò una melodia triste, quasi avesse capito le intenzioni del vecchio preside. Il vecchio si girò e le sorrise, bonario.
“Ah, cara Fanny… spero che almeno tu possa perdonarmi.” – si avvicinò all’uccello e lo accarezzò.
Fanny si godette per un attimo la carezza e poi volò attorno alla stanza.
Silente inforcò l’uscita e si diresse nei sotterranei, dove stava l’archivio che conteneva tutti i fascicoli degli studenti di Hogwarts.









Note di me:
>_>
Non so se scappare o restare. Voi che dite?
Cosa ne pensate dell’evoluzione della storia?
Spero, ovviamente, che vi piaccia e prima che decidiate di comune accordo di attaccarmi con pale e forconi, fuggo.
Un bacio e buone “seghe mentali” a tutte.
Callistas.
  
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