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Autore: hidama    26/07/2011    0 recensioni
"...Come la pioggia scende veloce e non lascia traccia, altrettanto velocemente si consumò quel giorno, tra lacrime, rimpianti, incubi, dolore, e nulla lasciò se non un tenero bacio per ricordo."
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Tsunade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Come la pioggia scende veloce e non lascia traccia, altrettanto velocemente si consumò quel giorno, tra lacrime, rimpianti, incubi, dolore, e nulla lasciò se non un tenero bacio per ricordo.
 
Pioveva. Le nuvole coprivano fitte il cielo, oscurandolo completamente. Il Villaggio era deserto: non c’erano bambini che giocavano per la strada, non c’erano negozi aperti, non c’erano ragazzi che passeggiavano per le strade quiete di Konoha, non c’erano cani che rovistavano nella spazzatura per arrabattarsi un pezzo di pane bagnato. C’era solo la pioggia.
C’era la pioggia, e c’era una ragazza che portava dentro di sé un immenso dolore.
< Perché? Perché è dovuto succedere? Perché mi hai tradita? Io ti amavo! Eri tutto quello che desideravo, eri tutto quello che avevo sempre sognato… ma mi hai ingannata, mi hai preso in giro… Perché?! Davvero merito tutto questo?! Mi hai fatto fare tante cose orribili, mi hai fatto spezzare tante vite… e io ubbidivo solo perché tu fossi fiero di me. Non ci posso credere: mi sono lasciata ingannare da uno come te. E adesso mi ritrovo qui a piangere, sola… >
Era proprio così… l’uomo che amava l’aveva tradita, l’aveva ingannata, e adesso la voleva morta.
Eisaku ora era lontano, e non poteva trovarla, ma Aiko sentiva una strana sensazione. Si sentiva agitata, invasa da una strana preoccupazione, e aveva paura dell’uomo che fino a poco prima l’aveva amata.
Eisaku era il capo del Villaggio dell’Ombra, una terra lontana e sconosciuta a molti, triste e buia; era un capo temibile, e a volte spietato: basti pensare a tutta la gente innocente che aveva fatto uccidere alla stessa povera Aiko… ma tutto sembrava un sogno bellissimo per lei; l’unico problema è che poi dai sogni bisogna svegliarsi, e anche per Aiko fu così.
Era successo tutto velocemente, in un giorno nero e piovoso come quello…
…Eisaku era in piedi sulla collina che sovrastava il piccolo Villaggio, e guardava perso il paesaggio.
-“Qualcosa non va, tesoro? Sei strano in questi ultimi giorni.”
-“Va tutto bene… Aiko, devo dirti una cosa…”
-“Dimmi, ti ascolto…”
-“Sai… Ho notato che sei diventata molto abile, sei potente…” – si voltò verso di lei, lo sguardo gli si fece cattivo in volto.
-“Eisaku che succede?!”
-“Sei potente piccola… troppo potente…Sai, rischi di compromettermi, di rovinarmi la reputazione: non ho intenzione di diventare lo zimbello del paese solo perché una ragazzina mi ha superato. Credo che sia il caso di finirla qui, prima che… sì, diciamo prima che tu possa diventare abbastanza brava da tenerti tutto il tuo potere per te…”
-“Eisaku ma… ma cosa stai dicendo? Cosa vuoi da me?!”
Una paura orribile la assalì, fu avvolta da un’orripilante sensazione mista a terrore e stupore: cosa c’era di così terrificante da dire? Il cielo scuro cominciò a infonderle timore. Cominciò a tuonare, e presto venne a piovere.
-“Lo sai che cosa voglio: voglio il tuo potere, voglio la tua forza, voglio che tu muoia! Per me… e io saprò conservare il tuo spirito per sempre, dentro di me.”
La pioggia batteva forte, e bagnava senza sosta il viso dei due giovani.
-“Ma cosa dici?! Ti prego, così mi spaventi…”
-“Oh, ma non c’è da spaventarsi... ora tu rimani ferma lì: vedrai, non sentirai nulla…”
-“Eisaku…” – sussurrò, prima di sparire in un turbinio di ombre scure, lasciando Eisaku incredulo e furente, sotto la pioggia che scrosciava impregnando la terra scura.
< Non ci posso credere: sono stata una stupida a fidarmi di te, lo avrei dovuto immaginare… tutto quello che mi chiedevi, tutto quello che mi hai insegnato… lo hai fatto solo per accrescere in me il potere, e prenderlo poi per te. Accidenti… >
Non smetteva di piovere, ma a lei non importava: fissava il Villaggio della Foglia dall’alto, ripercorrendo continuamente con la memoria quel maledetto giorno in cui era entrata a far parte del Villaggio dell’Ombra e continuando a ricordare l’orribile momento in cui lo sguardo viscido di Eisaku si era posato su di lei per l’ultima volta, prima che lei sparisse, per non tornare mai più.
Tutto era tranquillo, quando d’improvviso sentì un rumore provenire dagli alberi alle sue spalle: la paura la invase nuovamente, un senso di agitazione la conquistò e un brivido di gelido terrore le attraversò la schiena…
-“Chi sei?” – domandò l’uomo uscito dal groviglio di cespugli.
-“Non sono fatti che ti riguardano… Lasciami in pace.”
Aiko fece per andarsene, ma l’uomo la prese per un braccio e la tirò verso di sé, puntandole un kunai lucente alla gola.
-“Temo che se non saprò il tuo nome, sarò costretto ad ucciderti ragazza.”
Ora si guardavano negli occhi: erano vicinissimi, e lei non poté fare a meno di notare l’ambiguità del ragazzo che le stava di fronte.
Sì, era un ragazzo più che un uomo, un ragazzo giovane, con i capelli argentati, un occhio coperto dalla fascia del Villaggio, l’altro nero e profondo, il volto nascosto da una maschera fina e scura; alto, magro, sembrava muscoloso: non c’erano dubbi, uno Shinobi del Villaggio della Foglia, e anche niente male a dire la verità.
-“Non mi sottovalutare… potresti farti molto male.”
-“Ah, davvero?” – domandò lui in tono di sfida.
-“Sì…” – gli bisbigliò Aiko all’orecchio, poi gli baciò le labbra nascoste e sparì, senza lasciare traccia.
< Però, niente male come primo incontro… però uffa, non mi ha nemmeno detto il suo nome, e adesso dove la vado a cercare?! Beh, pazienza, vorrà dire che mi troverò un altro svago questa settimana… però… Accidenti, per essere appena una ragazzina, devo dire che ci sa fare… >
Kakashi se ne stava sotto la pioggia a pensare a quella ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, gelidi, limpidi, al suo profumo di rosa, alla sua bocca morbida che l’aveva baciato, per sfida, affronto.
Non la conosceva nemmeno, non l’aveva mai vista e con tutta probabilità non l’avrebbe incontrata mai più, eppure si sentiva diverso, circondato da una sensazione mai provata prima, mista a soddisfazione e paura. Il suo profumo era rimasto ben impresso nella sua mente, come del resto la morbida sagoma delle sue labbra posate sulla maschera fredda e bagnata; e poi… e poi quegli occhi, gelidi ma profondi, e le guance, rosee, belle… E il corpo! Che corpo: praticamente perfetto.
< Niente male, davvero niente male… > continuava a ripetersi, poi decise che era meglio tornare a casa, prima di fare altri incontri.
 

*   *   *

 
-“Signorina Tsunade, c’è una certa Aiko Atsumi che vorrebbe vederla, posso farla entrare?” – domandò Shizune ad una più che mai scocciata Tsunade.
Il Quinto Okaghe non era decisamente di buon umore: le trattative con il Villaggio del Suono stavano fallendo, e presto Konoha si sarebbe trovata sull’orlo della guerra, ma adesso sembrava ci fosse un altro problema.
-“Mmmh, mai sentita, comunque falla entrare.”
Poco dopo entrò nell’ufficio zeppo di carte questa certa Aiko: i vestiti bagnati, i capelli biondi sciolti sulle spalle che grondavano acqua da tutte le parti, una bella ragazza, non si poteva dire il contrario, nonostante lo strano atteggiamento.
-“Posso aiutarti in qualche modo, ragazza?” – chiese l’Okaghe, sconcertata.
-“Vengo a chiedere asilo politico, signora. Ho sentito dire che al Villaggio della Foglia avrei potuto trovare riparo.”
-“Riparo da cosa, Aiko? È così che ti chiami, giusto?”
-“Sì, mi chiamo Aiko Atsumi, e vengo dal Villaggio dell’Ombra. Io… sono stata tradita dal capovillaggio: mi vuole uccidere.”
Aiko non sapeva perché stava rivelando tutto così spudoratamente, dopotutto erano sempre affari suoi, e avrebbe potuto tranquillamente inventarsi una scusa. Eppure c’era qualcosa che istintivamente la spingeva a fidarsi di quella donna che non aveva mai incontrato prima e di cui conosceva il nome solo per fama.
-“Capisco, tu sei la ragazza di Eisaku, vero?”
Colpita e affondata: quelle parole facevano più male di qualsiasi altra arma.
-“Pensavo di esserlo, finché non ha cercato di uccidermi…” – abbassò lo sguardo, addolorata.
-“Molto bene, per me puoi restare; provvederò affinché tu stia sempre sotto la custodia di uno shinobi, così avrai la protezione necessaria per…”
< Mh, proteggermi… se solo sapesse… >
-“Non ho bisogno che qualcuno mi protegga, so cavarmela benissimo da sola…”
-“Oh, lo so, lo so bene: il tuo nome mi dice quanto basta per farmi rendere conto delle tue abilità, Aiko. Ma, vedi, qui al Villaggio della Foglia le cose vanno diversamente, e temo che se vuoi rimanere, dovrai adattarti. Puoi aspettare qui per stanotte, ti farò preparare una stanza: domani ti manderò uno shinobi. Puoi andare.”
-“Tutto qui?”
-“Sì, tutto qui.”
-“Arrivederci, e grazie…”
-“Non c’è di che.” – rispose Tsunade accigliata, mentre guardava Aiko che usciva dalla stanza con aria abbattuta.
< Accidenti, allora è vero che al Villaggio dell’Ombra le cose non vanno per niente bene… Avrei dovuto aspettarmelo da uno come Eisaku. E adesso mi ritrovo a dover proteggere la sua ragazza… Maledizione! Questo Villaggio aveva già tanti problemi senza che ci si mettessero anche loro! Ma dopotutto, non posso negarle un riparo: deve aver passato un brutto periodo. Non è facile portare dentro di sé certe cose… Credo che si troverà bene con… sì, credo che la affiderò a lui. > pensava, mentre scriveva a caratteri cubitali su un pezzo di carta il nome di “Hatake Kakashi”.

  
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