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Autore: hidama    26/07/2011    1 recensioni
"...Come la pioggia scende veloce e non lascia traccia, altrettanto velocemente si consumò quel giorno, tra lacrime, rimpianti, incubi, dolore, e nulla lasciò se non un tenero bacio per ricordo."
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Tsunade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La tempesta è passata e il fuoco ha smesso di ardere ogni cosa, lasciando solo un mucchio di cenere scura. Il sole cala sereno sugli animi stanchi, la giornata termina per lasciare posto a nuovi sentimenti, emozioni, e si lascia alle spalle il ricordo di una vita triste. Tramonto limpido di pensieri amari. Lettere stracciate che volano nel vento. Pensieri confusi che tormentano il cuore. Indecisione. Paura.
 
Aiko era seduta sul letto accanto a lui. Le tende erano scostate e lasciavano entrare gli ultimi e deboli raggi di sole della giornata. L'aria era tiepida e un vento leggero faceva muovere i vestiti macchiati di sangue appesi ad un filo, fuori. Il sole cominciava a calare e già si potevano vedere le prime stelle brillare in cielo.
Kakashi era sdraiato vicino a lei, con gli occhi chiusi. Consumato dalla febbre era lì che respirava a fatica e che parlava da solo, cercando di prendere chissà cosa. Implorava, pregava che arrivasse da lui.
< Quanto darei per sapere che cosa sogna... >
Per tante ore era andata così, tra la vita e la morte, a sperare che aprisse gli occhi. E poi, uno sguardo, una carezza, e di nuovo lui era sprofondato nel suo sonno agitato.
< Ma tu guarda che cosa è stato capace di farti... Non ci posso credere. Sono stata così stupida, e per poco non rischiavo di perderti per sempre. Solo per un mio capriccio, tu stavi per andartene. Che cosa avrei fatto? Come avrei potuto andare avanti? E mi basta sapere che stai bene, mi basta sapere che ci sei, mi basta sapere dove sei, e io sono felice. Per questo me ne vado... Non posso darti nient'altro se non ancora dolore, e io non voglio. Ho paura di ferirti ancora se resto con te e non posso permetterlo. E non sai quanto vorrei restare, non sai quanto ti voglio, quanto già mi manchi, ma non posso permettermi di rovinare anche la tua vita. Per questo me ne vado,  per sempre. >
Lo guardò attentamente per l'ultima volta, lo accarezzò, lo baciò, e poi lasciò la stanza, portando con sé tutti i suoi tristi ricordi.
Aiko se n'era andata.
 
Si svegliò di soprassalto dai suoi incubi, ritrovandosi seduto sul letto completamente bagnato di sudore e senza maglietta. Si guardò intorno spaurito, e per un attimo sperò che lei fosse lì accanto a lui, ma non c'era.
Le sue ferite erano state medicate, i vestiti lavati, tutto era in ordine, perfetto.
Ma lei non c'era, era l'unica cosa che mancava in quella casa così perfetta. Mancava il suo profumo, la sua voce, mancava tutto di lei.
Con la nausea che gli attanagliava lo stomaco, la testa che girava vertiginosamente e la vista annebbiata, scese barcollante le scale fino al salotto, completamente al buio.
Dove era? Tutto era immerso nel silenzio e nella penombra, non un suono o un raggio di luce. Ogni cosa era immobile al suo posto, ma di Aiko non c'era nemmeno l'ombra.
Si voltò, provò a chiamarla con tutta la voce che aveva in gola, ma non uscì nulla dalla sua bocca se non un sospiro stanco e triste.
Poi, una cosa dalla strana forma attirò la sua attenzione: sul tavolo c'era una penna, vicino alla penna c'era un pezzo di carta, completamente accartocciato. Kakashi lo aprì con le mani tremanti.
Il foglio era scritto in ogni spazio, non c'era angolo della pagina che non portasse una scritta. Ma più che alle parole, lui fece caso a grandi macchie scure che avevano macchiato la carta in profondità: era evidente, erano lacrime.
Una morsa stretta lo prese alla gola, e improvvisamente si sentì avvolto da una strana inquietudine; decise di leggere, era una lettera.
La calligrafia sbilenca era facilmente riconoscibile. Ebbe un tuffo al cuore: l'aveva scritta lei.
'Ciao Kakashi,
se adesso stai leggendo questa lettera, vuol dire che finalmente ti sei svegliato, e che io me ne sono andata.
Mi dispiace tanto averti dato tutti quei problemi, mi dispiace di averti fatto soffrire, nel corpo e nell'anima, ma non avrei mai immaginato che sarebbe andata a finire così.
All'inizio era tutto meraviglioso, dico sul serio: eri fantastico, ti amavo, mi sentivo amata, per la prima volta dopo tanto tempo ero felice... Ma poi ho riaperto gli occhi e ho ritrovato tutta la mia sofferenza. Avevo paura di ferirti, paura che ti potesse accadere qualcosa, e ho deciso di andarmene, per cercare Eisaku. La sua voce risuona ancora forte nella mia mente, e di nuovo mi fa perdere tutto il mio coraggio. Ma so che ormai è tutto finito, e che tu sei con me.
Sai, quel giorno mentre correvo pensavo a te... Correvo nella foresta in cerca di lui e immaginavo la tua faccia nel sapere il mio passato, il passato che tanto odio. Immagino che ti abbia detto tutto Tsunade, dopotutto era l'unica che lo sapeva... Scusami se non te l'ho mai detto, perdonami se ti ho tenuto tanti segreti, ma pensavo che non mi avresti accettata per quello che davvero ero, credevo che mi avresti rifiutata se ti avessi raccontato le cose orribili che ho fatto. Nella mia vita non mi sono mai preoccupata delle conseguenze delle mie azioni, né del valore della vita, ma sono sicura che questo lo hai capito da tempo. Purtroppo però è stato proprio questo che mi ha fatto perdere la strada, e che per poco non mi faceva perdere te.
Se adesso non mi vedi, è perché io me ne sono andata, via, lontano. Non cercarmi, te ne prego: mai sarò in grado di darti tutto quello che tu hai dato a me; non potrei mai riuscire ad amarti come tu hai fatto con me.
Ho sofferto troppo nella mia vita, ho visto troppo sangue, ne ho sparso, e questo mi fa male, ancora oggi. Tutti i ricordi più dolorosi si affollano nella mia mente mentre ti guardo sognare il tuo passato, e non riesco a sopportarlo.
Ti ho preso in giro, mi sono presa gioco di te, dei tuoi sentimenti, e sono stata egoista. Sono arrabbiata con me stessa più di quanto tu possa immaginare, ma non serve...
Non avrei mai creduto di poter trovare qualcuno come te in questo mondo, in questa vita, ma proprio quando ti avevo davanti, non riuscivo ad essere me stessa. Avevo paura di ciò che sarebbe potuto succedere, paura di fidarmi, di soffrire di nuovo, di far soffrire te.
Mi rendo conto solo adesso del male che ti ho fatto, e che ti sto facendo.
Prima ero lì, vicino a te, e ti guardavo dormire, e pensavo a noi... Ricordi quella volta? La prima volta? Io non la dimenticherò mai... beh, quel giorno è stato il più bello della mia vita, grazie a te.
Ti ho amato con tutta me stessa, con la mia anima, con tutto il mio cuore, ma non è bastato a proteggerti dai fantasmi del mio passato... Volevo aiutarti, volevo renderti felice, ma non sono stata in grado nemmeno di salvare me stessa, e allora ho deciso di rinunciare.
Ho rinunciato a tutto, a questa vita, a questo posto, a questa casa, a noi...
Non posso permettermi di essere ancora la causa del tuo dolore, non voglio che tu conservi di me solo un triste e amaro ricordo, voglio che mi ricordi con amore, come io ricorderò te, per sempre.
Mi dispiace, non immagini quanto... Addio. Ti amo.
Aiko’
Le mani tremavano, il cuore batteva forte nel petto, come se dovesse scoppiare. Mano a mano che scorreva le righe con lo sguardo spento si sentiva sempre più disperato, come mai si era sentito nella sua vita.
< Te ne sei andata... via, per sempre. Perché? >
Non voleva rassegnarsi, non voleva credere a quello che aveva appena letto, e continuava a rileggere la lettera soffermandosi ogni volta sulle grandi macchie scure che avevano lasciato le sue lacrime.
La immaginava là, con la penna in mano, a piangere, a scrivere il loro addio.
Il mondo gli crollava addosso, se lo sentiva sopra le spalle, con tutte le sue disgrazie. Rileggeva, rileggeva ancora, per andare a fissare quel "Ti amo",  al centro di una grossa chiazza sbiadita.
Cosa avrebbe fatto adesso? Come sarebbe andato avanti senza di lei, fino alla fine dei suoi giorni?
Aveva già riletto la lettera almeno una dozzina di volte, quando sentì un rumore alle sue spalle. Si voltò...
Una figura tutta raggomitolata su se stessa era sdraiata sul divano, e dormiva. Respirava piano, e il rumore che faceva era quasi impercettibile.
Si avvicinò, cauto, si inginocchiò accanto al divano andando quasi a sfiorare il volto della figura.
La guardò attentamente, poi la abbracciò con tutta la forza che gli era rimasta.
Aiko saltò di colpo alla stretta, spaventata.
-"Ti amo, ti amo tanto..."
-"Ehi, che succede? Tesoro che c'è?" - domandò lei preoccupata, poi la vide. La lettera era a terra, aperta, proprio sotto di lui.
-"Pensavo che te ne fossi andata per sempre, pensavo che mi avessi lasciato da solo... Ti prego dimmi che..."
-"Se tu mi vuoi, sarò con te per sempre... Portami con te e non mi importerà del resto. Ti amo..."
  
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