Serie TV > Flor - speciale come te
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Autore: Danicienta    28/07/2011    6 recensioni
Non sono mai stata soddisfatta dal finale della serie, per questo motivo ho deciso di inventarmi una storia tutta mia, dove a narrare i fatti sarà la nostra protagonista Flor. Buona Lettura!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ddd ___PERCHE' NON LO FA PIU' SPESSO?___

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Entrai in stanza sbattendo la porta furiosamente e mi gettai stanca e frastornata sul mio caldo lettino, certa di poter ritrovare un po' di calma, persa in quel giorno autunnale!
Per l'ennesima volta Federico mi aveva dato la colpa per un qualcosa che non avevo fatto!
Presi il mio diario segreto ed iniziai a disegnare e marcare insensate linee nere per sfogare quella rabbia che mi stava mangiando il fegato!
«Strega!» sussurrai a denti stretti per contenere quell'ira irrefrenabile.

Come di consueto stavo spolverando la cucina.
Ultimamente ero convinta che qualche presenza oscura ce l'avesse con me!
Ogni giorno strati inconfondibili di polvere si formavano inspiegabilmente sui ripiani e mensole della cucina della villa!
Antonio, lo chef di casa, mi aveva accusata più volte, con quei suo baffetti tipicamente italiani, di essere una buona a nulla nei mestieri domestici e di cambiare assolutamente lavoro!
Ma sapevo ed ero certa che quel cuoco dall'accento italiano era in realtà una buonissima persona dedia solo ed esclusivamente alla cucina, la sua travolgente passione!
Alto e paffuto, Antonio Rivoira, torinese d'origine, garantiva di essere un cuoco esperto già dall'età di cinque anni, quando ghiotto di dolci, offriva il proprio aiuto alla madre cameriera di un importante ristorante italiano.
un gene di famiglia, quindi!
Amabile e delizioso, come le sue leccornie, nessuno sapeva il motivo del suo arrivo in Argentina e ancor meno quello in casa Fritzenchucchen!
"C'è sempre stato!" si azzardava a dire ogni tanto Maya a tavola "Come Greta!" completava poi.
E perchè darle torto?! Greta era preistorica ormai! Diceva di essere giunta a casa Fritzenchucchen in una sera piovosa di trent'anni prima ...
Una storia lunga e noiosa che qualsiasi membro di famiglia conosceva a menadito e si rifiutava altamente a riascoltare!
Antonio e Greta non andavano d'amore d'accordo, vivevano sotto lo stesso tetto e condividevano lo stesso ambiente (la cucina), ma avrebbe fatto volentieri a meno l'uno dell'altra!
In un'altra vita, naturalmente, visto che ormai in questa tutti conoscevano il loro odio-amore!
Strofinai anche l'ultima macchia sul bancone, dove lo Chef di casa aveva appena terminato il manicaretto del giorno.
Respirai dolcemente quel delizioso profumo di cannella, ricordandomi della mia adorata Zia, le cui delizie erano impossibili da comparare con il cibo genuino di Antonio, ma quella era un'altra storia.
Mi passai una mano sulla fronte, asciugandomi le piccole goccioline di sudore «Santo Fliquity! Che fatica!» sistemai i portabiscotti in acciaio, prendendone uno per zittire il mio sotmachino!
Guardai fuori dalla finestra che dava sul giardino della villa.
Federico, in tuta da ginnastica, stava parlando al cellulare.
Sembrava tranquillo e uno strano sorriso divertito gli colorava il viso, riempiendomi il cuore di felicità.
Parlava, parlava e parlava, mentre io sorridevo e vagavo disperatamente alla ricerca del suo sguardo.
Ultimamente pensavo un po' troppo a lui.
Riflettevo su ciò che mi stava accadendo, riflettevo su cosa fossero tutte quelle emozioni che magicamente prendevano spazio nella mia anima ogni qualvolta che lo vedevo, riflettevo e puntualmente l'unico pensiero che mi gironzolava in testa era uno sfaticato "E' impossibile!"
Era matematicamente impossibile il fatto di essermi presa una cotta per quell'uomo scorbutico e terribilmente freddo, eppure ...
Eppure lo vedevo così prode, virile e valoroso come un cavaliere.
Così bello, forte e intrigante come un Principe.
Così scorbutico e sgradevole tanto da farmi battere il cuore.
Perchè lui era in grado di farmi toccare il Cielo con un dito prima e soffrire le pene dell'Inferno poi e stranamente solo e soltanto con i suoi gesti.
Era un uomo impossibile e ...
e lui sorrideva ed io morivo, mentre la viscida coda di foca marcava il territorio.
Orribile.
Mi morsi il labbro quando lo vidi riprendere gli esercizi fisici per mantenere in forma quel suo meraviglioso fisico.
Rimasi ancora un istante ad osservare ogni suo movimento «Fliquity!» escalamai alzando gli occhi al Cielo «Dove siete, Fatine? Ho bisogno di voi!»
«Fate? Che stupida mocciosa! - Malala fece il suo ingresso "trionfante" nella cucina - Da quando le verduraie insulse come te, credono alle fate? - mi appoggiai annoiata alla scopa che poco prima avevo utilizzato per le pulizie - Lo sai, che le Fate non esistono e che se esistessero non aiuterebbero una fruttivendola indecente e lasciva come te? - camminava perfetta per la stanza, agitando quella sua orribile chioma nera - Ops, perdonami, non volevo insultarti!» la guardai per un istante, poi alzai gli occhi al Cielo, impolorante che quella tortura disumana finisse "Peccato che lo abbia già fatto!"
Maria Laura Torrès Oviedo, per tutti Malala, era la persona più spregevole della villa, ancor peggio della figlia!
Cinquant'anni e alle spalle una perfidia indescrivibile.
Mi odiava ed io odiavo lei!
Da quando avevo messo piede in quella casa lei e la figlia avevano fatto di tutto per cacciarmi: scherzi organizzati, cattiva luce davanti a Federico, insulti su insulti e ancor peggio attentati alla mia vita.
Ma io ero stata zitta!
Mi ero cucita la bocca ed ero andata avanti!
Avevo bisogno di quel lavoro e anche se non lo ammettevo esplicitamente, non volevo per nulla al mondo allontanarmi da quella famiglia, dai bambini, ma ancor di più da Federico!
Malala.
Madre "affettuosa" di Delfina e Sofia, ma Strega Maggiore di casa!
Odiosa, perfida, malvagia ed egoista fino al midollo!
Una carogna spregevole che contagiava con la sua meschinità la figlia maggiore, nonchè coda di foca per eccezione!
Insopportabili entrambe con quelle urla strappaorecchie che avrebbero reso pazze perfino le mura di quella villa. Inosopportabili e terribilmente affiatate!
Cruedelia Demon e la sua cagna dell'infamia!
La tarantola e la sua ragnetta!
Unite nel bene e nel male, o forse più nel male che nel bene?!
«Cosa fai? Alzi gli occhi al Cielo? Lo sai che è maleducazione? - mi passò acccanto e mi diede un buffetto sulla guancia - Ah, già, dimenticavo! Che educazione hai ricevuto, mia cara? Quella di un morto di fame?»
«La prego di smetterla!» le ordinai scocciata «Tu preghi me? Ah, povera cucciola indifesa - passò un dito sul bancone da lavoro, analizzando il mio lavoro - Stavi pulendo?»
«Sì»
«D'altronde è il tuo lavoro ed è l'unica cosa che ti puoi permettere!» sogghignò la perfida «Si può sapere perchè ce l'avete tanto con me?» sbottai trattenendo a stento le lacrime.
Quella donna mi stava insultanto pesantemente, sopratutto moralmente, straziandomi il cuore. Nemmeno Dulcina e Carina avevano mai toccato questo fondo!
Mi sentivo umiliata.
«Ce l'avete? Che linguaggio sozzo! Comunque non capisco cosa vuoi dire, cucciolina!»
«Perchè lei e sua figlia Delfina mi odiate?»
«Ti sbagli, piccolina! Noi non ti odiamo! E' solo un affetto diversamente ordinario, intendi? - scossi il capo ancor più umiliata di prima - Goffa, imbranata, impertinente, impacciata, maleducata e insulsa! Vuoi che continui? -  vagava raffinata per la stanza - presuntuosa, indecente, villana, ma sopratutto profittatrice!» feci per andarmene.
Tutto quello era troppo.
Veramente troppo!
«Non ho ancora finito!» disse trattenendomi con un tono di voce ancora più cattivo.
Prese il sacchetto della spazzatura e, sotto i miei occhi increduli, lo svuotò sul pavimento. Con il restante si sporcò un poco gli abiti ed il viso «Non si fa, Florencia» mi mostrò uno dei suoi sorrisi più crudeli.
Indietreggiai. Avevo capito il suo piano, l'ennesimo scherzo giornaliero!
«FEDERICO! FEDERICO! AIUTAMI!» urlò con la voce più stridula e nociva che avevo mai sentito in tutta la mia vita!
Scossi il capo, incredula di fronte a così tanta cattiveria.
Come si poteva capire una donna del genere?
Come si poteva parlarle? O ancor peggio ...
Come si poteva considerarla mamma?
«Malala! Cosa succede?» Federico entrò in cucina, passando dalla porta di servizio.
Lo sguardo perso e ancora evidenti i segni dello sforzo fisico. Osservò irritato la "mamma" di casa, per poi passare il suo sguardo gelido ed impassibile su di me. Mi scrutò trattenendo la rabbia che vedevo sgorgare dal miele dei suoi occhi «FLORENCIA! NEL MIO STUDIO!»

Marcai ancora più furiosa una delle ormai migliaia di linee nere.
Strega,quella parola che echeggiava nella mia testa, iscritta nei miei fliquity più malevoli.
Strega, sei lettere che rimanevano incise sulle pagine bianche del mio diario con tutta la mia rabbia e tutta la mia umiliazione.
Strega era Malala, che ancora una volta aveva vinto la battaglia!

«Florencia, dimmi qualcosa! - Federico fissava a vuoto la sua scrivania, mentre tamburellava nervoso le dita sul legno - Coraggio!Parla! -  ruggì, facendomi sobbalzare dal piccolo nascondiglio che mi ero creata con l'incrocio delle braccia: mi sentivo protetta - Santo Cielo, Florencia! Vuoi almeno difenderti?! - alzai timidamente lo sguardo per incontrarmi con due occhi assetati di furia.
Lo riabbassai intimidita - Anzi no! Stai zitta! -  iniziò a camminare isterico per tutta la stanza fredda e gelida come lui - Lo sai che potrei cacciarti per quello che hai fatto? - continuavo in silenzio: quella era l'ennesima ramanzina che mi spettava dopo gli scherzi delle streghe - come puoi minimamente pensare di comportarti così?! Io proprio non ti capisco! Cosa ti hanno fatto Malala e Delfina per meritare tutto il tuo odio? - mi si avvicinò con cautela, la mano posata sul mento irsuto e gli occhi persi nel vuoto - Insomma vuoi parlare?! PARLA!» mi ordinò disperato.
Scattai all'indietro spaventata dalla sua reazione «Insomma, devo o non devo parlare? Prima mi dice una cosa, poi ne fa un'altra ed io rimango qui confusa peggio che una mucca travolta da una tromba d'aria!» il Principe mi posò una mano sulle labbra, sentivo il suo calore accarezzare il mio «Shhh! Non incominciare!» gli spostai violentemente il dito, presa da una rabbia indescrivibile «E invece io inizio! Come e quando voglio! La sa una cosa, Signor Federico? Lei è una persona così ottusa, ma talmente ottusa da non poter vedere la realtà che la circonda! Passa ore ed ore, giornate e giornate in questo studio, nel suo mondo, e poi pretende che tutto vada bene e segua perfettamente i suoi piani! Ma sa una cosa? La vita non è così, Federico e se le dicessi che non sono stata io a sporcare la Signora Malala, lei mi crederebbe? - Federico rimase impassibile, freddo come sempre - No che non mi crederebbe, perchè lei è troppo accecato dal suo lavoro, dai suoi interessi per potersi interessare alla bambinaia dei suoi fratelli! Perchè Florencia Fazarino è una stupida e sciocca verduraia, goffa ed impertinente che ne combina di tutti i colori! - gelido e rigido, insensibile e fin troppo glaciale - E le dico un'altra cosa! Le dico che sono stufa ed arcistufa di farmi prendere per il naso da tutti in questa casa e prima che ancora qualcuno riesca ad umiliarmi e a prendersi gioco di me, sarò io a dire basta - lo fissai dritto negli occhi - Me ne vado!» sbattei violentemente la porta dello studio, mentre le lacrime scendevano confuse sul mio viso furioso.
In salotto incrociai l'artefice di tutto sogghignare soddisfatta per la vittoria «Me ne vado! N'è felice?!» la mia era più una domanda retorica, sapevo già quale sarebbe stata la risposta della strega.
Mi allontanai adirata diretta nella mia stanzetta sotto le risate fragorose di quella che fino ad allora era stata una delle mie rovine: Maria Laura Torrès Oviedo!

«Strega! - ripassai ancora una volta infuriata la scritta ormai permanente sul foglio e in me - Vipera viscida e velenosa! Accidenti a te e a tutta la tua stirpe! - scaraventai violentemente il diario dal letto e mi rifugiai tra le braccia del mio cuscino a forma di cuore.
Singhiozzi interminabili accompagnavano quel malinconico silenzio che faceva da cornice alla mia stanza.
Singhiozzi che credevo non si sarebbero più fermati, che sarebbero rimasti scritti nell'anima per la troppa umiliazione.
Singhiozzi che nemmeno l'amuleto o l'incantesimo più potente avrebbe potuto curare.
«Missione compiuta! - una vocina risuonò in quell'interminabile silenzio di lacrime - che c'è? Cosa ho sbagliato adesso?» alzai la testa dal cuscino, mi asciugai lentamente le lacrime, mentre ancora il pianto mi divorava l'anima.
Una lucina verde brillava davanti a me «Oltre ad essere tonata sei anche inopportuna! - la pallina rossa prese posto accanto a me - Tonta ed inopportuna!» mugugnò annoiata «Tacete! Non avete visto che la nostra piccola sta male? - il chiarore del sole mi inebriò della sua energia - Cosa è successo, piccola Flor?» mi chiese con la sua solita dolcezza «Suelo - sussurrai mentre ancora le lacrime prendevano spazio sul mio viso addolorato. Avrei voluto abbracciare qualcuno in quell'istante, sentirmi protetta, curata e sopratutto, amata - l'ho fatto davvero, Suelo?! Mi sono licenziata!»
«Come ti sei licenziata?!» esclamarono all'unisono Lumbre, Brisa e Linfa «Shhh, ragazze! Fatela parlare! - Suelo si avvicinò a me e dolcemente mi accarezzò il viso - Cosa è successo, piccolina?»
«Ero stufa ... stufa ed umiliata per colpa di quelle due streghe»
«Malala e Delfina» sbarrai gli occhi «Voi lo sapevate? - vidi le quattro lucette annuire - E allora perchè non mi avete aiutata? E' un mese ormai che tento inutilmente di rintracciarvi e voi? Voi vi date per disperse! Fliquity!» mi strinsi al cuscino triste ancora più di prima «L'impollinazione dei fiori richiede molto tempo»
«Brisa! Taci!» la voce di Linfa sembrava essere più stridula del solito «Perdonaci, Flor! Credevamo che te la saresti cavata con quelle due signore! Sei forte, coraggiosa e piena di te!»
«Imbranata e goffa allo stesso tempo! Suelo! Come potevo difendermi ed insultarle davanti a Federico! Lui è così cieco, così ottuso da far venire il mal di stomaco, Santo Fliquity!»
«No, Flor! Non dire così! Tu non sei ne goffa ne imbranata, sei ...» Suelo mi fissò un istante «Sei una babbea!»
«LUMBRE! Per tutti i troll callosi di questo mondo! O TACI O TI TRASFORMO IN UNA VIPERA VISCIDA E PIENA DI RUGHE!»
«Scusami, Suelo! Non volevo ...» la lucetta rossa svanì nel nulla «Lasciala perdere! E' un po' acida per l'impollinazione poco riuscita!»
«Vuoi fare la sua stessa fine, Brisa? - la pallina verde si scosse leggermente - Flor, guardami - alzai gli occhi ancora pieni di lacrime - hai fatto la scelta giusta!»
«Come?! Suelo, stai scherzando?! - sbottò sarcastica Linfa - Allora tutto il nostro lavoro non è servito a nulla? Allora la missione "El Milagro de lo de siempre" è fallita? Tutto il nostro paino è fallito! Incredibile! Abbiamo fatto un sacco di sforzi per cosa? Per avere una babbea ancora più depressa di prima? No! Io non ci sto!» rimasi di stucco mentre anche la lucetta blu si volatilizzava.
Di quale fliquity di piano stavano parlando?
Ma sopratutto, perchè Lumbre e Linfa erano così arrabbiate? Avevano fallito, sì, ma in che cosa?
«Flor, non dare retta a certe Fate Infuriate! Possono dire tante di quelle menzogne che neanche i diavoletti riescono a contare!»
Tutto stava prendendo il colore di un mistero ed io ero sempre più triste e sconsolata.

Preparavo demoralizzata i bagagli.
Ripensavo al tempo trascorso in villa con i ragazzi, così poco, quasi impercettibile e incalcolabile.
Quanto mi sarebbero mancati i ragazzi? Quanto mi sarebbero mancati i bellissimi momenti passati assieme, ridendo e scherzando o inventando piccole burle innocue per le streghe. Sì, perchè la mia unica ancora di salvezza in quel castello erano i ragazzi, nemmeno Federico si salvava!
Lui era il peggiore di tutti, il Dracula della situazione ed io non lo sopportavo!
Piegai l'ultima magliettina e la inserii nella borsa.
«Flor! Flor! - Tomás entrò di corsa nella mia cameretta - Eccoti qui! Dov'eri finita? E' tutto il giorno che Roberta ed io ti stiamo cercando!» cercai di nascondere i bagagli. Odiavo gli addii.
«Cosa sono questi? - la furbetta di casa mi indicò le valige ormai pronte - Non te ne stai andando, vero?» le sorrisi come un ebete «In realtà Federico mi ha dato una settimana di vacanza! Sapete il troppo lavoro stressa ed il meglio è riposare ...»
«Non sei brava a raccontare le bugie, Flor! - Tomás incrociò le braccia - dicci la verità!»
Raccontai ai bambini l'ennesima buffonata di Malala, ignara che qualcuno dietro la porta ci stava ascoltando.
«Ma Flor, tu devi dirlo a Federico! - Tomás mi abbracciò quasi disperatamente - Non te ne puoi andare! Devi restare con me!»
«E con me! Flor, lo sanno tutti che Malala e Delfina sono due streghe senza scopa, non vedo il perchè dire la verità ti spaventi?!» mi asciugai l'ennesima lacrima «Già,  lo sanno tutti tranne Federico! Non ha detto nulla, è rimasto impassibile come sempre! Non mi ha nemmeno chiesto di restare!»
Osservai i bambini che ormai mi sedevano di fronte sul letto. La salopette colorata di Roberta non corrispondeva al suo animo angosciato. Gli occhi scuri le brillavano e tratteneva a stento le lacrime.
Il piccolo Tommy, nella sua tenacia, nascondeva una piccola debolezza, che ancora non avevo scoperto. Gli occhi, nonostante la loro ombra scura, celavano tristezze e sofferenze a me ancora sconosciute.
Ma il tempo era scaduto ed io non avrei avuto più la possibilità di scoprirle.
«E' Federico - sospirò il piccolino - Il problema è Federico! Se non fosse per la sua stupidità a quest'ora le streghe se ne sarebbero già andate!»
«E' vero! Federico non si accorge di quanto male ci vogliono Malala e Delfina! E tu devi aiutarlo, Flor! Non te ne puoi andare così! Se ci abbandoni, qui è la fine! Solo tu ci puoi aiutare!»
«E come?» domandai cosciente ormai dei bambini d'oro che tenevo tra le braccia «Stando con noi, Flor! Convincerlo che si può essere felici!»
«Credi che non ci siamo accorti di nulla? Tutti sappiamo che Federico non è più lo stesso da anni - Tomás si asciugò una lacrima - E' triste, cattivo e per di più non gli importana niente di noi»
«Non dire così, Tommy» lo strinsi ancora più forte a me «Flor, lui non era così! Qualche anno fa, prima che la mamma mi abbandonasse, venivo tutte le estati qui da loro e Fede era felice, certo, non come una Pasqua, ma di sicuro con un sorriso più largo di quello che ha adesso!»
«Sì, Flor! Roberta ha ragione! E' tutta colpa di quella strega di Delfina se Fede è così! Sono sicura che gli ha fatto qualche incantesimo malefico, perchè questo non è il mio fratellino!»
«Sei solo tu che ci puoi aiutare a far ritornare Fede come era prima! - Roberta sospirò - Sei la persona più buona che conosca al mondo e non ci puoi abbandonare proprio adesso!»
«Ci prometti che rimani?» gli occhi di Tomás brillavano nell'oscurità della mia stanzetta. Era il bambino più bello che avessi mai visto in tutta la mia vita. Bello e coraggioso come il fratello. Due sosia indescrivibili.
«Allora?!» insisté Roberta «Ve lo prometto - sorrisi vedendo nascere una nuova felicità negli occhi dei bimbi - parlerò con Federico - li vidi avvicinarsi alla porta - alt! Dove credete di andare senza prima darmi due bei bacini sulla guancia?! - i due cuginetti mi si avvicinarono e mi stamparono due teneri baci sulle guance - Molto meglio! - se ne andarono lasciando spalancata la porta - E ora che faccio?! - con le mani mi coprii il viso disperata - Ah, fatine dei guai datemi una mano voi!»

«Florencia, possiamo parlare?» Federico entrò di soppiatto nella mia stanzetta. Strabuzzai gli occhi incredula della sua presenza, dopo il litigio furibondo di qualche ora prima «Ehm, qualunque cosa sia successa non è colpa mia! Sono rimasta chiusa in camera fino ad ora e Greta può testimoniarlo!»
«No, non preoccuparti! Non è successo niente» sospirai sollevata dal fatto che per una volta la colpa non ricadesse su di me.
Finalmente.
«Mi dispiace» Federico rimase impassibile poggiato allo stipite della porta con le braccia conserte e lo sguardo perso nel pavimento «Le dispiace?! - strabuzzai gli occhi ancora più incredula di prima! Se poco prima Federico era entrato in stanza dopo un litigio furioso, calmo e pacato come sempre, ora che si stava scusando, aumentava dei seri fliquity dubbiosi in me. era veramente insolito - Si sente bene? - guardai fuori dalla finestra - Mi sa che stasera verrà un temporalone di quelli!»
«Florencia, per favore! Non rendermi le cose più difficili di come sono già!»
«Ah, perchè adesso chiedere scusa è difficile - mi alzai pian piano dal letto e mi avvicinai a lui gesticolando freneticamente con il dito - Ma per favore! Chiedere scusa è la cosa più semplice che una persona possa fare! E' segno di umiltà e generosità! Chi non lo fa è veramente un orco!» sbottai arrabbiata ancora più di prima «E' questo quello che pensi di me? - Federico mi guardò - che sono un orco?» mi scostai nervosa la frangetta «Bhe, è quello che penso di lei adesso! E mi scuso se l'ho offesa, non era mia intenzione!» Federico si sedette lentamente sul letto che la piccola Roberta occupava accanto al mio ormai da tempo «Lo vedi? Per te è così semplice chiedere scusa. Come fai? Sei così ... così ...» sospirai «Lo so, sono così strana!» sorrise scuotendo lentamente il capo «No, ti sbagli! Sei così diversa! - si fermò un istante - Sei pazza, stravagante, imbranata, impertinente ...» lo bloccai «Ehi, ci vada piano!»
«Scusami»
«Lo vede? E' così semplice chiedere scusa - sospirai emozionata per quel magnifico piccolo momento "intimo" - Ah, Singor Federico! Perchè è così freddo?» alzò un sopraciglio sorpreso «Io non sono freddo»
«Ma non si guarda mai allo specchio? Sempre così imbronciato, cupo, con quel musone che potrebbe benissimo arrivare in Europa! - mi bloccai pensierosa - un cubetto di ghiaccio! Ecco cosa mi ricorda, un Freezer, un cubetto di ghiaccio - lo vidi sorridere alla mia battuta - Ah, ma lo vede come è bello quando ride?! Ehm, volevo dire come cambia? Le si illumina il viso talmente tanto che sembra che il sole sia sceso in terra! Perchè non lo fa più spesso?» alzò il sopraciglio questa volta sorridente «Cosa?»
«Sorridere!»
«Già, sorridere ...»
«Sorridere e radersi quella barba, per esempio! Le hanno mai detto che somiglia ad un cavernicolo moderno?»
«Flor, adesso non esagerare» mi sorrise ancora una volta. Quanto era bello?!
«Io le sto solo dicendo la verità! Solo e soltanto la verità - incrociai le dita e le baciai di fronte a lui - senza offesa, naturalmente!»
Segui un lungo silenzio, in cui ognuno probabilmente pensava ai fatti suoi.
Non so lui, ma io rivedevo impresso nella mente quel suoi sorriso indimenticabile.
Bello e raggiante: un Sogno, come quello che ci fece incontrare la prima volta!
«Vi stavo ascoltando prima - sbarrai gli occhi - tu ed i ragazzi»
«Prima? E ...e - balbettavo - e ... cosa ha sentito?»
«Purtroppo non tutto - sospirai sollevata - ma avrei voluto sentire di più! - si passò nervoso una mano tra i capelli biondi - Perchè non mi hai detto la verità? In fondo non ti costava nulla»
"Mi costava, eccome se mi costava!" «Ha sentito?»  
«Ho sentito che Malala ti ha fatto un brutto scherzo! Ancora non capisco come la mia madrina possa aver fatto una cosa simile?! - si passò una mano sul viso - Malala - sospirò - comunque sia non preoccuparti, con lei ho già parlato e mi ha garantito che non si ripeterà più. Stai tranquilla! - si prese ancora un istante - Mi dispiace, Flor»
«E di cosa, Federico? Non è che adesso ha preso il giro e si andrà avanti a scusare per tutta la vita?»
«Mi dispiace che ti sia ritrovata in situazioni sconcertanti e - mi guardò fissa negli occhi, sentivo il cuore salirmi in gola - e mi dispiace di non averti creduto! - eravamo una di fronte all'altro, i nostri occhi si fissavano a vicenda ed io mi sentivo morire. Improvvisamente lo vidi prendermi le mani: credevo di svenire. Il suo tocco tiepido, forte e così principesco tra le mia mani, un poco screpolate a causa dei continui detersivi - Vorrei che tu restassi»
«N'è è sicuro? Perchè altrimenti i bagagli sono già pronti!» strinse ancora più dolcemente le mie mani tra le sue «Flor, Tommy e Roberta hanno bisogno di te ed anche io - il color miele dei suoi occhi risplendeva alla luce del tramonto: era un momento così romantico - come tutti i miei fratelli d'altronde - sospirò credo un po' confuso - ti prego resta»
Riflettei un istante non so se per decidere o per sentire ancora le sue possenti mani cingere le mie, ma il silenzio che segui fu indimenticabile. I nostri occhi erano un libro aperto: io leggevo i suoi, imploranti e probabilmente lui sfogliava i miei. Quello che lesse non so, ma rimanemmo lì immobili, mentre i minuti trascorrevano, mentre il tempo passava accarezzandoci dolcemente sotto quel tramonto da favola.
«FEDERICO! FEDERICO!» ancora una volta la coda di foca si era intromessa, rovinando completamente quel piccolo passo in più nel rapporto tra me e Federico.
Una gatta morta guasta feste!
«Devo andare» si alzò lentamente, lasciandomi le mani, per poi avvicinarsi alla porta. Prima che se ne andasse lo bloccai «Resto» sussurrai con la voce ancora interrotra dai battiti irrefrenabili del cuore.
Mi sorrise, strizzandomi dolcemente l'occhio e bisbigliandomi un timido "Grazie".
Quando se ne andò, mi chiusi in stanza, gettandomi euforica su letto.
Federico stava cambiando ed io ero cotta di lui!


ANGOLO AUTRICE: Ce l'ho fatta!!!!!!
W me!!!!!!! La grafica è finalmente uscita perfetta!!!!!!!!!
Mi scuso per i capitoli precedenti, ma ora non ci sarà neanche più un errore nell'intestazione (almeno credo) XD
Voglio ringraziare tutte le persone che nella mia storia lasciano sempre un segno, naturalmente gradito!
biby_ef
piccolavenere96
flori186
Federika21
freezer1996

Un grazie di cuore ragazze!!!!!
Alla prossima ....


  
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