Andrò in montagna e ci starò per tre o quattro settimane, e sarò senza internet per tutto il tempo, quindi non potrò aggiornare... Però mentre sono via, vedrò di scrivere qualche altro capitolo, in modo da andare più spediti a settembre! Vi ringrazio tutti per la pazienza e vi prego di continuare a seguirmi, nono stante la mia incostanza! Grazie a tutti, anche da parte della mia socia Ale!! Ci rivediamo tra un po', con il capitolo che parla dell'inizio del Football Frontiere! Buona lettura
Bea^^
ps: metto ancora il link del video: Universal Team! Grazie a kiara4thebest, che l'ha commentato!
Capitolo 14
-Una
partita contro di voi?!- chiese Mark, più che stupito.
-Mark,
se continui così ti cadranno gli occhi...-
sospirò Jude
–Che c’è di male a fare
un’amichevole?-
-No,
non c’è niente di male...-
-E
allora?- fece il capitano della Royal, come se non capisse dove
fosse il problema.
-Ma
noi... Ecco...-
-Voi?-
-Ehm...
A dire il vero non ci sentiamo pronti a giocare contro di
voi-
-Oh,
ma mica la dobbiamo fare ora! Intendevo quando vi sentirete
in grado-
-Ah...
Allora va bene! Appena saremo migliorati un po’, giocheremo
volentieri!-
-Perfetto.
Oh, ma che scemo, dimenticavo di farvi i complimenti
per aver raggiunto il Football Frontiere!-
-Non
è stata una partita facile, ma grazie alle informazioni che
ci avete dato ce la siamo cavata lo stesso. Non oso immaginare come
sarebbe
andata se non ci aveste detto che davano tutto nel secondo tempo-
-Figurati,
è stato un piacere. Il Football Frontiere sarà
molto
più interessante, se ci sarete voi-
-Allora
domani c’è la cerimonia di apertura?-
-Esatto...
Sei agitato?-
Mark
si colpì il palmo della mano destra con il pugno sinistro e
fece uno dei suoi sorrisi a trentadue denti.
-Agitato?
Certo, ma sono anche eccitatissimo! Domani ci sarà
subito una partita?-
-No,
domani presenteranno le squadre partecipanti e si decideranno
i prossimi incontri-
-E
come le presentano, le squadre?-
-Niente
di strano, ogni squadra entra quando viene chiamata nel
Frontiere Stadio-
-E
c’è tanta gente?-
-Di
solito sì-
-Oh,
accidenti! Non vedo l’ora di iniziare!-
***
-Ma
vieniiii!!! Domani iniziamoo!!-
-Smettila
di saltare sul letto, scemo! E poi domani non iniziamo
un bel niente, c’è solo la presentazione!-
-No!
Non è vero! Dimmi che non è vero!-
-Capitano,
diglielo tu...-
-E’
vero, Dem: domani c’è la presentazione delle
squadre
partecipanti-
-Uffaaaa...
Ma allora quando iniziamo il vero torneo?-
-Mercoledì.
Le partite sono ogni tre giorni. Ogni squadra fa una
partita a settimana-
-Nuuu...
Che noia... Io aspettavo domani con trepidazione!-
-Wow:
sai il significato di trepidazione?-
-Certo,
Hera. Trepidazione: stato d’animo di chi trepida, ovvero
di chi ha l’animo pieno di ansia, timore, affanno o, nel mio
caso, eccitazione-
Silenzio
sconcertato.
-Lo
ammetto. L’ho appena letto sul dizionario-
-Ah,
ecco. Mi sembrava strano...-
-Tu
stai zitto, Aphrodi: sei l’ultimo a cui può
sembrare strana
una cosa, visto che te ne inventi di tutti i colori!-
protestò Dem.
Aphrodi
sorrise, divertito –Io ne invento di tutti i colori? Chi
ha messo una ranocchia drogata nella borsa della prof di matematica?-
***
La
notte scese su Tokio.
Ogni
ragazzo appartenente ad una squadra che aveva raggiunto il
Football Frontiere era colmo di ansia e felicità: il torneo
non era una
semplice competizione, era un’occasione per dimostrare il
proprio impegno e per
divertirsi nel rispetto delle regole.
Nel
suo letto, David si girava e si rigirava, in preda a crisi di
risate: proprio quella sera, quel matto del porfessor Sawer si era
presentato
in smoking sotto alla loro finestra e si era messo a cantare una
serenata a
squarciagola. Quando suo zia Adelahide si era affacciata al balcone per
dirgliene quattro, il dialogo era stato pressapoco così:
-Mia
amata, luce della mia vita! Perchè sei sparita dalla mia
esistenza? Senza di
te, tutto è buio!-
-E ci
credo: le bollette della luce le pagavo io!-
-Ti prego,
ripensaci! Torna da me, mia musa ispiratrice! Il fuoco della speranza
mi brucia
dentro!-
Adelahide
era rientrata velocemente in casa e pochi istanti dopo il professore si
era
visto arrivare una secchiata d’acqua gelida dal sesto piano.
-Bene, il
fuoco è spento- aveva esclamato trionfante la donna
–Ed ora vattene, prima che
chiami la polizia!-
-No!
Rimarrò qui, in paziente attesa, come un tenero germoglio
piantato nella
terra!-
Due
ciabattate sul naso e il germoglio si accasciò.
-Se vuoi
ho anche il diserbante!- gridò la zia.
-No, mio
unico amore, non fare così! Rimarrò qui fino a
c...-
SBOINK!!!
-AAAAAAARGH!-
-Zia, ma
che succede?- aveva domandato giustamente David, che
all’inizio della
discussione era sotto la doccia.guardò giù dal
balcone e vide il suo insegnante
di canto a terra, con accanto il maxi contenitore di plastica del
diserbante.
-Niente,
caro. Solo un po’ di fuoco e di erbacce nel cortile-
-Che?-
-Dai,
vieni in casa che ti racconto-
-E il
professore?-
-Uhm...
Lasciamolo lì. Se continua anche stanotte, qualcuno lo denuncerà per
schiamazzi notturni-
***
Jude
osservava sua sorella mentre dormiva tranquilla. Visto che
era sabato sera, come al solito passava la notte nella casa della
famiglia
adottiva di Celya, la famiglia Hills.
La
ragazza si era addormentata dopo ore e ore di continuo
chiacchericcio, nonostante fosse più di mezzanotte quando il
signore e la
signora Hills li avevano spediti a letto. Celya era agitatissima per il
Football Frontiere: lei faceva parte dello staff della squadra della
Raimon e
quello era il suo primo torneo importante. Certo, non doveva giocare,
ma aveva
delle responsabilità.
Jude
al contrario era molto più calmo di lei. Dopo tutto aveva
partecipato al Football Frontiere due volte di seguito e lo aveva
sempre vinto
con la Royal Academy. Nonostante
“l’aiuto” che il signor Dark assicurava
alla
squadra, Jude era sicuro che avrebbero potuto vincere ogni partita che
avevano
disputato anche senza utilizzare mezzi subdoli come le minacce o i
sabotaggi.
Ora però c’erano quelli della Raimon che gli
interessavano. Chissà come se la
sarebbero cavata al torneo? Mancava poco e l’avrebbe scoperto.
***
Joe
lanciò ancora il pallone contro il soffitto, stando
sdraiato.
Di
nuovo sua madre venne a controllare che fosse nel mondo dei
sogni.
Di
nuovo lo trovò rannicchiato nel letto, addormentato come un
angioletto.
E
di nuovo uscì.
Joe
lanciò ancora il pallone contro il soffitto, stando
sdraiato.
Di
nuovo sua madre venne a controllare che fosse nel mondo dei
sogni.
Di
nuovo lo trovò rannicchiato nel letto, addormentato come un
angioletto.
E
di nuovo uscì.
Joe
ridacchiò: era così semplice fregare gli adulti.
***
Mark
si alzò e per l’ennesima volta andò a
controllare che tutto
fosse a posto: gli scarpini nella sacca, la divisa immacolata, la sua
immancabile fascia appoggiata al comodino. Bene, tutto ok.
Tornò
a letto, ma dieci minuti dopo si alzò per ripetere
l’operazione.
-Oh,
insomma: domani c’è solo la presentazione, Mark,
calmati!- si
disse. Aveva bisogno di parlare con qualcuno. Sua madre? No, dormiva da
un
pezzo. Ma certo, suo nonno! Acchiappò la foto e si sedette
sul materasso.
-Ciao,
nonno! So che è tardi e che dovrei già essere a
letto, ma
davvero non ce la faccio: sono troppo eccitato! Però allo
stesso tempo anche in
ansia... In cinquant’anni è la prima volta che la
squadra della Raimon partecipa
al Football Frontiere... Mi sento responsabile, non solo per i miei
compagni,
ma anche per tutti quei ragazzi che hanno frequentato la mia scuola e
che non
sono riusciti ad accedere al torneo! Spero di ottenere un buon
risultato e di
divertirmi! Wow, nonno, ci pensi? Il Football Frontiere...-.
***
Axel
proprio non riusciva a dormire. Immagini ed emozioni confuse
gli si accavallavano nella mente: la cerimonia d’apertura del
Football
Frontiere dell’anno prima, le partite, la gioia di essere
arrivati in finale,
la tensione del giorno prima della prova decisiva, il largo sorriso di
sua
sorella, pieno di aspettativa. E poi l’incidente, i fari del
camion che
inghiottivano la figura di Julia, il dolore, le facce deluse dei suoi
compagni
dopo la finale, persa.
No,
questa volta non andrà così!, si disse. Questa
volta arriverò
fino in fondo, farò del mio meglio per vincere e divertirmi.
E’ questo che
vuoi, vero, sorellina?
***
-Domani
inizia il torneo... Era ora!-
-Almeno
la smetterai di rompere, Geco...-
-Uffa,
Impressionista! Quanto sei noioso!- Geco fece una
linguaccia all’amico, disteso sull'erba con le mani
incrociate dietro alla
testa. Ovviamente, visto che era notte, non teneva alzato il cappuccio,
e i suoi
capelli erano sparsi sul prato. Geco si mise accanto a lui e
iniziò a giocare con una
ciocca.
-Geco,
ti dispiace smettere di giocare con i miei capelli?-
domandò l’altro, mettendosi seduto. Dal suo tono
non si capì se era infastidito
o no.
-Sì, mi dispiace, problemi?-
-Sì: tu, di
testa-
-Sempre
a litigare come marito e moglie, voi due-
Geco
fece un gran sorriso –Ciao, Jiles!-, mentre Impressionista si
limitò a salutare più compostamente.
-Così
vicini e così lontani- commentò il nuovo
arrivato,
sciogliendosi in una risata argentina, prima che altre sagome
comparissero dal nulla, luminose nella notte.
Noticine dell'autrice:
capitolo corto e senza pretese... Devo ingranare la marcia, dopo tutto questo tempo XD
L'ultimo pezzo è importante, attenzione!