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Autore: AppleBlossom    30/07/2011    1 recensioni
Erano passate le settimane, i mesi…ormai era più di un anno che la loro relazione continuava e andava a gonfie vele, una convivenza a casa e sul lavoro che li aveva portati a conoscersi perfettamente.
Ma non abbastanza….
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Un altro po' di miele ma non abituatevi troppo! ^^
Buona lettura!







Lexie rientrò lanciando le chiavi sul tavolino e abbandonando le borse davanti alla porta. Non si accorse nemmeno di Mark dietro al bancone della cucina e sparì nel corridoio.
 
“Ehi ma… bentornata eh!”
Le gridò lui mentre era impegnato a girare la cena nella teglia bollente.
La voce di Lexie gli rispose da lontano.
 
“Ciao amore, scusa….non pensavo fossi già a casa. Non ce la facevo più!”
 
Mark rimise la teglia in forno e si rassegnò a raccogliere la roba lasciata per terra dalla fidanzata.
Dire che era disordinata era poco. Si era dimenticato di quanto fosse “invadente” la sua presenza in casa, di sicuro non passava inosservata. Ma era un piccolo prezzo da pagare, pensò mentre curiosava nei sacchetti.
 
“Eccomi, stavo scoppiando…credo di essermi fermata in tutti i bagni della città!”
 
Mark sorrise tirando fuori una tutina minuscola da uno di quei sacchetti.
“E questa?”
 
Lexie lo raggiunse strappandogliela di mano.
“Non ho potuto resistere…lo so…si era detto di non comprare nulla fino al parto, ma guarda che carina!!”
 
“No, veramente tu l’avevi detto. Io mi sono limitato ad archiviare la culla giù in cantina. Ma te ne pentirai quando ti accorgerai di tutto il tempo che ci metterò a montarla. Avevo bisogno di questo mese di preparazione credimi.” Scherzò Mark, continuando ad ispezionare le compere.
 
“E meno male che sei uno da doppia specializzazione… la prossima volta mi trovo un carpentiere!” Lo prese in giro lei, sedendosi sullo sgabello davanti al bancone.
“Basta Mark!!” protestò “Quella è roba mia, non spiare!!”
 
L’uomo la guardò con aria interrogativa estraendo l’ennesimo acquisto.
 
“Quello è un reggiseno per l’allattamento…a me pare che non servirà a niente, ma la commessa ha assicurato che è indispensabile…come tutto il resto… e poi insomma ho preso le cose per preparare la borsa, tanto so già che tu non troverai niente quando sarà il  momento!”
 
“Come no? Tutine, magliette, asciugamano, le tue camicie….i documenti…per chi mi hai preso?? Sono o no uno da doppia specializzazione?”
 
Lexie si mise a ridere bloccandolo.
“Sì sì dimenticavo che hai studiato! Posso fare la mamma anch’io ogni tanto?Bè dovevi vedere Meredith, si è comprata tutto il negozio! Quella bambina diventerà più viziata di Sofia!”
 
“Ehi aspetta, Sofia non è viziata!! Ma proprio per niente…”
 
Lexie si mise a ridere. “Eccome! Con tre genitori apprensivi come voi e medici per di più…”
 
“…quattro!” La corresse Mark avvicinandosi a lei.
 
“Già, quattro!”
Le faceva piacere sentirsi parte di quella famiglia. Mark amava coinvolgerla e da parte loro, Callie e Arizona si sentivano tranquille a lasciare la piccola con lei. Le serate passate insieme erano bellissime, Lexie era felice che anche il suo bambino avrebbe respirato quell’atmosfera. Ora come ora si chiedeva come aveva fatto anche solo a pensare di voler stare fuori dalla vita di Mark e di sua figlia.
 
 
“Come mai sei già a casa? Di solito non torni prima delle 8!”
 
Mark si avvicino ulteriormente per fermarsi dietro a lei ed appoggiare le buste sul bancone in modo da poterla circondare  in un abbraccio.
 
“L’intervento di oggi è saltato e … ho pensato di prendermi mezza giornata per stare un po’ con te. Ma poi tu non c’eri…”
 
“Oh scusami, non ti ho detto che sarei uscita, ma Meredith ha insistito tanto…”
 
“Qualcosa mi dice che sei stata tu ad insistere!”
 
“E va bene!” ammise lei.“Avevo davvero bisogno di uscire un po’… mi annoio a casa da sola!”
 
“Ne abbiamo già parlato Lex… potrei prendere qualche settimana, almeno potrei aiutarti fino alla nascita del bambino.”
 
“Non se ne parla nemmeno! E poi aiutarmi in cosa? E’ una noia mortale!”
 
Mark sapeva che era inutile insistere, quando si metteva in testa una cosa non c’era verso di farle cambiare idea.
Cercò di cambiare tattica.
 
“Ok piccolo…. La tua mamma è proprio testona!!” disse rivolgendosi sottovoce al pancione. “Ma diglielo tu che dovrebbe evitare di stancarsi così vagando per tutta Seattle!”
 
“Ma non mi sto stancando… un po’ di moto fa bene a tutti e due e comunque lui non è per niente stanco, anzi non sta fermo un secondo! Se solo mi lasciasse dormire almeno per un paio d’ore di fila…”
 
Mark le accarezzò i capelli invitandola a voltarsi verso di lui.
“Che ne dici di stenderti un po’ sul divano mentre io finisco di preparare la cena? Vedrai che specialità: branzino al forno su un letto di verdure con contorno di patate e pomodorini!! Praticamente uno chef!!”
 
La aiutò ad alzarsi dandole un bacio sulla fronte.
Ma invece di allontanarsi per il divano, Lexie lo tornò ad abbracciare.
 
“Non sono stanca…io credo piuttosto che avrei bisogno di una bella doccia rilassante…tu che ne dici?”
 
Conosceva quello sguardo.
Mark le rispose ammiccando. “Sicura?”
 
Lei lo ricambiò attirandolo verso di sé e baciandolo con passione.
 
Fece fatica a staccarsi per riprendere fiato. “Forse…forse dovrei spegnere il forno!”.
 
 
 
 
 
Sdraiato sul letto Mark si ritrovò a fissare il soffitto. Doveva essere rimasto in quella posizione per un bel po’ di tempo, perché la spalla e il braccio sinistro erano indolenziti, ma non poteva stenderli senza rischiare di svegliarla.
Lexie era lì accanto, raggomitolata tra le sue braccia, la testa abbandonata nell’incavo del suo collo, poteva sentirne il respiro leggero e regolare.
 
La cena era ancora chiusa nel forno ormai spento. Pazienza, se ne sarebbe occupato più tardi.
 
Con la mano libera iniziò ad accarezzarle i capelli sciolti. Finalmente si era addormentata, non era facile per lei dormire nell’ultimo periodo, spesso qualsiasi posizione diventava scomoda nel giro di pochi minuti, il bambino scalciava e anche respirare non le era più così semplice. Sapeva che erano tutti sintomi più che normali negli ultimi mesi di gravidanza, ma per lui, come per Lexie, quella era la prima esperienza e il fatto di sentirsi così poco d’aiuto era frustrante.
Con Callie era stato tutto diverso, lei aveva Arizona e comunque non era arrivata più in là del quinto mese. Per Sloane era stato ancora più semplice perché era sparita fino al momento del parto e lui non aveva dovuto fare nulla.
Si sentiva comunque confortato dalla compagna stessa, dopo tutto quello che aveva passato sembrava non dare peso a questi disturbi “minori”, come li chiamava lei. Cercava di concentrarsi sul fatto che presto avrebbe conosciuto quel bambino e probabilmente cercava di bilanciare l’apprensione crescente di Mark mostrandosi calma e positiva.
Nonostante questo lo aveva pregato di non comprare nulla prima del parto, anche se lui aveva già pensato alla culla, al passeggino, alle pareti della cameretta, ma lei si era persino rifiutata di entrarci. Una sorta di scaramanzia che molte donne avevano, ma che in quel caso era più che comprensibile; erano andate male già troppe cose fino a quel momento.
 
Lexie si mosse leggermente senza dare il minimo segno di volersi svegliare.
Lo sguardo di Mark fu attirato dal luccichio del diamante al suo dito. Le prese la mano osservandolo. Non era il primo anello che regalava a una donna, non era nemmeno il più grande, né il più costoso, ma era adatto a lei, se n’era accorto appena l’aveva visto. O forse era stato Derek ad accorgersene per primo.
Quello di Addie no…quello era un “signor-anello” con taglio, colore e carati perfetti, così come lo era lei. Chissà che fine aveva fatto quell’anello.
 
Addison Montgomery… per una vita intera aveva pensato che fosse lei l’amore quello vero. L’unico.
Mentre cercava distrazione e conforto passando da un letto all’altro, il suo unico pensiero tornava alla compagna di corso, all’amica rossa dalle gambe mozzafiato, alla moglie del suo migliore amico che aveva deciso che lui non sarebbe stato un buon padre. Per quanto lei lo trovasse irresistibile, non lo aveva mai considerato seriamente.
Bè certo, il sesso con Addie era fantastico, ma aveva ragione lei…era solo quello.
 
Poi dal nulla era comparsa questa ragazzina. Una matricola confusa tra mille altre matricole. Carina, un po’ impacciata, a volte balbettante. Non riusciva nemmeno a ricordarsi la prima volta che l’aveva incrociata, non c’erano state campane o fuochi d’artificio. Se non fosse venuto a sapere che era la sorellina di Meredith forse non si sarebbe nemmeno voltato a guardarla.
E poi cosa gli aveva fatto cambiare idea? Cos’era che la distingueva dall’infermiera di radiologia o dalla primaria di oncologia?
Era intelligente…era molto più che intelligente quella ragazza! Lo aveva stupito con le sue intuizioni e con la sua cocciutaggine. E poi era brava… imparare quelle suture facendole su se stessi non era da tutti…anzi non aveva mai conosciuto nessuno così pazzo da fare una cosa del genere.
E sorrideva. Sorrideva ai pazienti, sorrideva a O’Malley e sorrideva a lui…ed era un sorriso che ti scaldava il cuore. E allo stesso tempo gli sapeva tenere testa nel suo modo così buffo e imbranato.
Ok…un’ultima cosa…lo aveva sedotto!
Chi l’avrebbe mai detto? Il dottor Bollore, lui era il seduttore. Ogni donna avrebbe voluto essere qualcosa di più di un passatempo per lui. Era bello, brillante, di successo…e dannatamente sexy!
E lei lo aveva letteralmente circuito…lei che era proibita e per questo ancora più irresistibile.
 
Ora sentendo il suo corpo caldo lì accanto avvertì di nuovo quel brivido, lo stesso della prima volta, lo stesso di ogni volta. Non sarebbe mai stato stanco di quel corpo, anche ora, anche se lei inizialmente si vergognava, lui non l’aveva mai vista così bella.
Certo, avrebbe aspettato, non voleva rischiare di far male a lei o al bambino, ma Lexie lo aveva rassicurato in tutti i modi, e doveva ammetterlo, riaverla era stato stupendo. Il desiderio, la complicità, la tenerezza che provavano ogni volta, gli facevano capire che Lexie era Lei.
Lexie non era mai stata solo sesso, lo aveva cambiato senza fare assolutamente nulla.
 
“Quanto…quanto ho dormito?”
La voce assonnata della ragazza lo riportò alla realtà.
 
“Non lo so, anch’io mi devo essere addormentato…saranno le dieci..”
“Oh Mark!! La tua cena…scusa!” Cercò di tirarsi su. Era buffa, tutta spettinata.
 
“Tranquilla…eri stanca, avevi bisogno di riposare un po’. Soprattutto dopo tutto quel movimento.”
Disse lui sorridendo.
 
“Che scemo!” Rise, recuperando la maglietta di Mark e infilandosela, almeno quella le andava bene. “…e comunque adesso sto morendo di fame, quindi torna ai fornelli chef!”
 
“Si padrona!”
 
La seguì in cucina sorridendo a quell’ultimo pensiero:
Eccome se lo aveva cambiato!
  
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