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Autore: Kate_88    31/07/2011    15 recensioni
Cos'è il Crystal?
É il negozio di dolci più rinomato di tutta Tokyo, al centro della città, con un'insegna che mette appetito.
I suoi dolci sono conosciuti in tutti il Giappone e Usagi, la Co - proprietaria con Makoto, gestisce il locale.
D'altronde tutti sanno che al Crystal ci sono i Dolci d'Amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Makoto/Morea, Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Capitolo 14 – Praline piccanti

 

 

Ultimo anno di liceo – Istituto Juban

 

 

« Usagi ho scoperto che Kou ti viene dietro. Cavoli come sei fortunata. Diventerai la fidanzata di uno dei Three Lights! Per favore, vorrei tanto il suo autografo » Naru era un fiume in piena, con gli occhi marroni, i capelli rossicci e la mente che viaggiava lontana nel tempo.

Naru era bella, fidanzata ma come ogni ragazza della sua età aveva il poster dei Three lights in camera ed impazziva per tutti e tre i componenti del gruppo, senza distinzione.

« Gli dirai di si, vero? Avanti Usagi, non puoi dirgli di no! Potremo organizzare una bella uscita a quattro, non credi? »

Usagi aveva i soliti odango ben pettinati con i codini che scendevano lungo i fianchi contro la divisa; aveva fame nell'ora di pranzo ed aspettava Makoto per gustare con lei il suo pasto, sperando che la pausa non finisse mai.

« Usagi, Naru ha ragione. Potresti dare un'opportunità a Kou, no? In fin dei conti non è un ragazzo brutto »

« Ciao Makoto... »

Makoto aveva con sé i cestini del pranzo, pronta a sedersi con le altre sul prato dell'istituto, pronta a mangiare le prelibatezze che lei stessa riusciva a preparare al mattino.

« Allora, cos'è che non ti convince di Kou? »

« Non lo so. È carino è vero, sinceramente non lo trovo brutto però forse non è il momento di pensare ai ragazzi. Non sono brava a scuola, studiare non mi piace quindi devo pensare a cosa fare nel futuro, fare i colloqui con le aziende e vedere se vado bene per qualcosa »

« È perché Kou ti piace ma non abbastanza »

Naru agitò l'indice giocherellando con lo sguardo verso il cielo, nel tentativo di disegnare qualcosa con le nuvole.

« In che senso? » Makoto ed Usagi si guardavano, non comprendendo bene quelle parole.

« Se Kou ti piacesse realmente, tu non avresti dubbi ed andresti da lui ricambiando la sua dichiarazione, però non ti piace ed accampi scuse sul tuo futuro » continuava con quel gioco immaginario mentre parlava, rivolgendo alle amiche solo pochi sguardi « Anche io non sono eccellente nello studio però Nevius so che farà parte del mio futuro e non importa se domani avrò problemi con un esame oppure sarò indecisa o respinta ai colloqui, so che il mio cuore vuole solo lui. Anche Minako lavora come Idol eppure girano voci su lei e Yaten. Se queste sono vere vuol dire che entrambi hanno messo in gioco il loro futuro per amore. A te Seiya non piace. Lo trovi un bel ragazzo ma non lo vedresti mai come il tuo futuro, per questo non gli dai neanche una chance »

Makoto ed Usagi guardavano incredule Naru che smise di giocare con le nuvole e rivolse un sorriso alle amiche.

« In effetti il suo ragionamento non fa una piega eh! Usagi rimandiamo i fidanzati al futuro? Tanto il tipo della sezione A non mi si fila » Makoto dopo quelle parole toccò la fronte di Usagi con l'indice « Secondo me a te serve qualcuno completamente diverso da Kou. A te serve qualcuno che sappia divertirsi ma tanto forte da proteggerti anche solo con un braccio. A me invece serve un ragazzo e basta! Sulle caratteristiche posso lavorarci in futuro! » terminò con una nota d'ironia, scoppiando a ridere insieme alle altre due.

« Sai Naru, hai ragione! Un giorno arriverà qualcuno per il quale potrei anche mettere in discussione il mio futuro, per ora per, dirò no a Kou. Sarebbe inutile stare con qualcuno verso il quale non provo sentimenti. Ciò non toglie che è un bel pezzo di ragazzo! » Usagi concluse il discorso con quell'appunto, causando nuovamente una risata generale.

 

 

Il grosso difetto di Esmeraude era la voce e la sua capacità di saperla usare nei momenti meno opportuni.

Era logorroica.

Seiya se n'era accorto da diversi giorni ormai, da quando aveva chiesto l'aiuto economico a quella donna, promettendo di regalarle il Crystal con qualsiasi mezzo pur di salvare la propria casa discografica.

Adesso era lì, con Esmeraude sopra completamente nuda che s'agitava mentre con il fiato corto continuava a ricordargli del loro contratto e della sua completa disponibilità.

I soldi avevano rovinato entrambi, spingendoli a scelte di dubbio gusto.

Seiya stava facendo appello a tutte le sue forze per resistere in quella situazione, per cercare di non fare una figuraccia tuttavia era difficile e non era facile concentrarsi su quel corpo perfettamente modellato se poi la voce della proprietaria era più forte di ogni barriera.

Usagi invece se la immaginava silenziosa oppure rumorosa il giusto, con il corpo da proteggere sotto il suo e la schiena che s'inarcava ad ogni spinta.

Lei si che sapeva eccitarlo solo con il pensiero ma la voce di Esmeraude era forte, così forte da abbattere anche il pensieri di Usagi e di quei capelli biondi così morbidi.

Ci pensava da anni: perché non andava bene per lei? Perché stava arrivando a tanto pur di averla?

Si stava vendendo per una donna, stava dando via l'anima per un essere puro.

L'amore per Usagi lo stava consumando, giorno dopo giorno e tutto ciò, un po' alla volta, lo stava portando alla rovina.

« Basta così » spinse via la donna da sopra il suo corpo, coprendosi velocemente con un lenzuolo, osservandola di sbieco.

« Che ti prende? Non sei autorizz... »

« La vuoi smettere? Parli di continuo! Con te è impossibile! Fammi il favore, se proprio devi usarmi in questo modo, avresti almeno la decenza di stare zitta? Sai com'è, rischio di dover ricorrere al viagra per stare con te qualche minuto »

« Ehi! Non sai trattare con le donne »

« Esm, fottiti! Se ti tappassi quella boccaccia vedresti che potrei essere il più caro dei tuoi tanti amanti. In trent'anni di esistenza non ha mai detto nessuno che parli troppo? »

Seiya era scoppiato ed Esmeraude sentiva sulla pelle quelle urla mentre si ricopriva, mortificata in qualche modo da quelle espressioni.

Era ricca, era bella ed il suo amante l'aveva appena rifiutata e trattata come la peggiore delle sgualdrine; era come se i ruoli si fossero invertiti.

« Va a casa Seiya. Ci sentiamo domani per distruggere il Crystal » non aveva detto altro, limitandosi ad alzarsi per farsi una doccia, lasciandogli capire che non l'avrebbe voluto rivedere al suo ritorno.

Se ne andò via, con la testa confusa e l'anima urlante.

 

Mamoru attendeva Usagi.

Usagi attendeva Makoto e quest'ultima era in attesa di Motoki per un appuntamento a quattro, perché se il cioccolato regnava sulla nocciola, la crema era un po' in soggezione di fronte a quella con le mele.

Usagi aveva paura per il suo primo appuntamento con Mamoru e dopo aver pregato Makoto per circa un'ora, era riuscita a convincerla a passare con loro almeno la prima ora.

La domenica sera era l'ideale, la pasticceria era chiusa, loro non erano troppo stanchi ed Usagi aveva avuto il tempo di prepararsi per quella serata che doveva essere speciale, lasciando i capelli legati con i soliti odango ed indossando un mini abito nero con delle spalline fine e delle scarpe con dei tacchi alti; voleva fare bella figura per quella sera.

Makoto era arrivata con Motoki, lei con un abito verde scuro fasciato sotto i seni ed un paio di scarpe alte marroni, lui con un pullover beije e dei pantaloni un po' più scuri per creare contrasto.

Dopo aver recuperato Usagi, raggiunsero Mamoru al ristorante dove li aveva preceduti per verificare che ci fossero dei posti disponibili; era un comune ristorante giapponese, con la cucina della tradizione e del buon ramen oltre alle prelibatezze più costose come il sushi ed il pesce fresco in generale.

« Stai bene Usa! »

« Grazie Mamo chan »

L'imbarazzo tra i due era palpabile e Makoto tratteneva le risate con Motoki, stritolandogli la mano intrecciata per evitare una figuraccia con i propri amici.

Makoto era stata indecisa fino all'ultimo su quell'appuntamento, credendo che il ghiaccio lo dovessero sciogliere da soli e non con il loro aiuto, così prima di entrare al ristorante tirò Motoki facendogli l'occhiolino ed accampando una scusa, rivelò ad Usagi di aver dimenticato il portafogli a casa.

« Dai Mako chan, pago io e me li ridai »

« No Usagi, vado e torno. Mi faccio accompagnare. A dopo »

Salutando velocemente gli amici, Makoto si dileguò con il ragazzo, lasciandoli da soli per permettere loro di godere di tutti i momenti magici che potevano vivere solo al primo appuntamento.

Mamoru ed Usagi restarono perplessi ed attesero fuori il locale solo pochi minuti, il tempo che impiegò la mail di Makoto a raggiungere il cellulare di Usagi per informarla del piccolo scherzo.

La bionda andò nel panico.

Non sapeva come comportarsi con Mamoru e non riusciva a decifrare i messaggi che il suo corpo inviava ogni volta che s'avvicinava a lui.

Aveva sempre saputo che le brave ragazze si concedevano un po' alla volta, che non si poteva donare subito sé stesse ad un ragazzo perché poi tutto sarebbe morto dopo pochi giorni, ma la vicinanza di Mamoru mandava in frantumi tutte quelle convinzioni.

In quel momento riusciva ad associarsi soltanto ad una pralina piccante con il cioccolato fondente e la polvere di peperoncino-, aveva capito che quel ragazzo riusciva ad azionare ogni meccanismo del suo corpo ed a farlo bruciare inaspettatamente, come quando ci mangia una pralina al peperoncino: non sai cosa nasconde il cioccolato.

Mamoru la guardava cercando di capire cosa le passava per la testa e per liberarla dei tanti pensieri, le carezzò gli odango smuovendo un po' la perfezione di quell'acconciatura, rivolgendole un sorriso che semplicemente lei ricambiò, stringendogli la mano e tirandolo a sé facendo leva sulle scarpe per colmare la differenza d'altezza, cercando di rubare la labbra morbide al ragazzo.

Sarebbe cambiato tutto con un bacio.

Lui voleva quelle labbra dal primo istante che l'aveva vista, non solo quella sera e lei si domandava per si ostinava a trattenersi in sua presenza; si era resa conto che lo amava e che con molta fortuna era anche ricambiata.

Non le importava di Seiya, dei guai, di nulla: con Mamoru anche l'aria aveva un altro sapore.

Si stupì quella sera del sapore delle sue labbra, erano davvero al cioccolato piccante appena fatto, sciolto a bagnomaria, bollente e gustoso come una cioccolata calda speziata ed appena servita con della morbida panna.

« Andiamo al negozio? » Mamoru sussurrò quelle parole sulle labbra della ragazza che si limitò ad annuire, rivelando soltanto quanta voglia avesse di dolci.

 

Il viaggio in macchina permetteva alla mente dei due giovani di viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda; l'uno aveva voglia dell'altro e nonostante sfrecciassero con le gomme sull'asfalto, la pasticceria sembrava eternamente distante ed il desiderio sempre più difficile da gestire.

La pasticceria era il luogo dove si erano incontrati la prima volta, il luogo dove Usagi l'aveva squadrato pensando che fosse il più idiota di tutti i candidati e dove lui, con aria strafottente, l'aveva definita la più ingenua del mondo.

Quel posto che profumava di Dolci, quel locale che permetteva ai sogni d'essere realizzati, era il luogo ideale per guardarsi in faccia ed ammettere con i loro cuori che non si poteva più scappare da quel sentimento che si era ingrandito a macchia d'olio.

Una delle tante particolarità del Crystal risiedeva nell'odore: fuori il negozio, chiuso od aperto, si poteva annusare l'odore della cioccolata, delle creme o il semplice odore del pan di spagna appena sfornato.

Usagi aveva aperto la porta del negozio, Mamoru l'aveva richiusa alle proprie spalle dopo essersi immerso in quel mondo di odori e dolcezze.

Il buio del negozio copriva perfettamente l'imbarazzo dei due: Usagi si mordeva il labbro inferiore, Mamoru tossiva un po' per spezzare il silenzio.

Usagi camminò verso il laboratorio e seguita da Mamoru aprì il frigorifero che conteneva le creazioni di Makoto.

Il destino c'aveva messo lo zampino perché a far da padrona in quell'impero del freddo e dei dolci, c'era proprio una torta al cioccolato e peperoncino, con accenni di panna e foglie d'oro commestibile che adornavano la superficie del dolce come fossero stelle nel cielo.

Usagi rimase estasiata da quella prelibatezza, azzardando con il dito verso la panna, fermata da Mamoru che agitò l'indice ed il capo in segno di negazione.

Usagi mostrò uno sguardo triste e Mamoru divenne suo complice, sfregiando la torta con l'indice, facendo l'amore con il dito della ragazza.

Nuovamente il desiderio si palpava nell'aria e Mamoru sfiorò l'unica persona che voleva sentire sotto i polpastrelli, carezzandola alla base del collo, avvertendo sulla pelle la risposta di Usagi, con mille brividi ed il respiro lento.

Lei non avrebbe mai immaginato che la crema alle mele l'avrebbe fatta uscire di testa, lui invece da subito aveva capito che la panna con le fragole erano il suo dolce preferito.

Usagi era pronta.

Aveva sentito sulla sua pelle le dita di Mamoru e la mente aveva fatto fermare lo sguardo sul corpo coperto del ragazzo, con l'unico desiderio di vederlo privo d'abiti; tutto d'un tratto la pasticceria si rivelò una pessima scelta per quella serata, cercando un piano d'appoggio morbido e comodo come un letto, differente dal bancone di lavoro che Makoto e Motoki in teoria usavano per creare dolci.

Usagi pensava, Mamoru azzardava e portando la ragazza a sedere sul bancone, iniziò a muovere le mani carezzandole le cosce, imprimendo un po' di forza per farla sentire ancora più desiderata.

Annusava il collo della ragazza, la baciava e lasciava scie di passione su quel corpo finchè un rumore dalla saletta destò i due ragazzi che si guardarono; Usagi aveva lo sguardo terrorizzato, Mamoru era semplicemente preoccupato.

Inizialmente non udirono altri rumori dalla sala e tutto sembrava essere tornato a posto, attribuendo ad una sedia scricchiolante quel suono, tuttavia in breve uno strano odore arrivò al laboratorio.

Fumo.

Usagi non riuscì a dire nulla che Mamoru l'aveva già presa per mano, trascinandola per farla uscire da quel luogo cieco, privo di finestre.

Le fiamme avevano già invaso tutta la sala, distruggendo i capolavori d'arredo che le due ragazze avevano acquistato nel tempo, poi si erano spostate verso il bancone e la sala principale, dove i clienti di solito attendevano le prelibatezze; si erano attaccate alle tende, alle sedie, ai tavoli e tutto ciò che poteva bruciare con il loro arrivo.

Sotto gli occhi increduli di Usagi, il Crystal stava crollando.

Il fumo rendeva difficile la respirazione e Mamoru ancora non riusciva a capire come poteva raggiungere l'uscita senza far ustionare entrambi.

Le fiamme avvolgevano la porta e le finestre erano campi infuocati, impossibili da attraversare.

Usagi lasciò in quel caldo inferno le sue scarpe con i tacchi alti e si stringeva a Mamoru mentre gli odango perfetti che tanto piacevano a lui, si allentavano un po' alla volta, ricadendo morbidi sul volto che si sporcava di nero.

Entrambi si abbassarono per strisciare sul pavimento mentre Mamoru si levava la giacca per porgerla ad Usagi e permetterle di respirare attraverso il tessuto.

Erano nel panico e non riuscivano ad avvertire dei suoni da fuori, qualcosa che lontanamente ricordasse i pompieri.

Avevano paura ed il non trovare vie d'uscita stava gettando la ragazza in una profonda agitazione, tossendo di continuo con le lacrime agli occhi.

« Mamo... »

« Usa stai calma, per favore. Ti porto fuori di qui, promesso »

« Sta andando tutto in frantumi » tra un colpo di tosse ed un altro, Usagi versava lacrime al profumo di fiamme e fumo.

« Usa stai tranquilla »

« Non lo senti? »

« Cosa? »

« L'odore del fumo, ha coperto quello dei dolci. Io e Mako ci abbiamo lavorato tanto... »

« Ne parliamo fuori. Dobbiamo trovare il modo di uscire Usa, quindi cerca di resistere! »

« Fa caldo »

La paura ed il calore di quel posto adesso erano deleterie per Usagi che si sentiva più debole ed affaticata nonostante Mamoru la scuotesse per non farle perdere i senti in quell'inferno.

Il Crystal si era trasformato: non era più il Paradiso dei dolci bensì stava diventando la tomba dei due giovani.

Mamoru continuava a guardarsi intorno e lasciando Usagi in un punto dove le fiamme non arrivavano, si mosse verso una finestra, agitando la giacca per soffocare le fiamme.

« Usagi respira piano. Provo a spegnere le fiamme qui » parlava a stento, lottando contro le fiamme che tuttavia si moltiplicavano minacciose, non lasciando via d'uscita ai due ragazzi.

Usagi invece di lottare si stava abbandonando alle fiamme nonostante Mamoru continuasse a chiamare il suo nome per non farla addormentare.

Il rumore di una sirena destò i due ragazzi che sorrisero appena, cercando una speranza in quel suono.

Mamoru s'avvicinò ad Usagi, lasciando la giacca a terra che prese subito fuoco, stringendo la mano della ragazza per darle forza, faticando a respirare.

I minuti furono interminabili.

I vicini si erano accorti delle fiamme ed avevano chiamato i pompieri ma nessuno sapeva che dentro c'era qualcuno, così attesero che la porta fu abbattuta e le fiamme domate, per essere tratti in salvo e condotti in ospedale.

Usagi ricominciò a respirare tra le braccia di Mamoru, sperando di dimenticare in fretta quel primo appuntamento.

 

« Usako... »

« Sta dormendo dai, lasciala riposare »

Le voci di Mamoru e Motoki arrivavano ovattate alle orecchie di Usagi che si trovava sdraiata in un letto d'ospedale.

Strizzò un po' gli occhi e rimase ancora immobile ad ascoltare le voci intorno.

« Fortuna che i vicini hanno chiamato i pompieri. Quando la polizia ha chiamato Makoto è sbiancata. Credo di non averla mai vista in quello stato »

« È stato terribile. Ha preso fuoco sotto i nostri occhi »

« Ho visto com'era il locale non appena hanno spento le fiamme. Dammi retta, siamo ufficialmente disoccupati ma la cosa triste è che il locale è da buttare, se così si può dire... »

« Mako? Dov'è Mako? » furono le prime parole di Usagi, con le lacrime che scendevano di lato nonostante gli occhi chiusi « Mako... »

Usagi non voleva nessuno, solo Makoto.

L'amicizia tra le due era così forte da non morire per un incendio o per nessun altra calamità, tuttavia adesso Usagi voleva la mano di Makoto per ricevere un po' di quel coraggio che era morto con una parte del Crystal, sotto i suoi occhi.

« Usako... come stai? »

Usagi annuì e sorrise, in risposta alla domanda di Mamoru, aprendo gli occhi ed osservando in seguito anche Motoki.

« Furu dov'è Mako? »

« Provo a mandarle una mail. Mi ha detto che andava al negozio a controllare la situazione. Dovrei raggiungerla perché ci sono da sistemare alcune cose »

« Vengo anche io »

« No Usa, tu resti qui. I dottori hanno detto che devi restare almeno la notte »

« Mako ha bisogno di me. Tu devi farti curare. Ti sei ustionato! »

« Già mi hanno curato » Mamoru le carezzò la fronte e spettinò maggiormente la frangia, baciandole poi le labbra davanti a Motoki che osservava i due innamorati con un sorriso.

Il cellulare di Motoki, dopo quell'attimo di dolcezza da parte degli amici, squillò presentando sul display un numero sconosciuto.

« Pronto? »

Usagi e Mamoru guardavano Motoki mentre questo cambiava più volte espressione.

« Scherzi? Ma come ci sei riuscita? Va bene, arrivo subito. Ok va bene. Una coperta, va bene. Ehi, ammetto che non vedo l'ora di vederti. Ok ok scherzo » attaccò il telefono e guardò i due amici che attendevano curiosi l'esito di quella chiamata.

« Makoto deve passare la notte in carcere. Mi ha chiesto una coperta. »

Usagi e Mamoru sgranarono gli occhi, incapaci di dire o fare altro.










Ecco finalmente il nuovo capitolo di questa fic.
Ammetto che ci ho messo davvero tanto ad aggiornare ma spero che il capitolo vi piaccia lo stesso.
Come noterete a fine capitolo, non c'è la solita conclusione che di solito mi piace dare, questo perchè in realtà è come se fosse la prima parte, la seconda la troveremo nel prossimo che sarà incentrato almeno all'inizio su Makoto, anche per capire perchè è finita in carcere.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come sempre vi invito, se vi va, a lasciarmi un parere.
Finirò di rispondere presto alle vostre recensioni.
Come sempre, ringrazio chi ha recensito, chi addirittura l'ha aggiunta tra le preferite/seguite/ricordate.
Spero di aggiornare con più frequenza e spero che questo cap v'abbia un pò incuriosito.
Baci baci,



Kate

   
 
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