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Autore: AngelOfSnow    31/07/2011    3 recensioni
" Shouta-kun "
Mi ridestai dai miei pensieri sentendo che le costava fatica parlare.
" Dimmi, come ti senti? "
" Shouta-kun… io "
Alzò la testa: vidi un lampo di lucidità e coraggio attraversare quei pozzi di cioccolata.
" Shouta-kun io ti amo… "
[ Sawako & Shouta Citazione Cap.4 ]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutte ragazze! Scusate l'enorme ritardo, ma è stata una sfacchianta com al solito! xD
Ci tengo a dirvi, che vista la lunghezza ( 24 pag) dell'insieme, ho deciso di dividere questo capitolo, che per altro è L'Ultimo in 2 parti...
Le poesie e alcune citazioni, sono state scritte da Emy, la mia gemellina e Best Friends che mi ha dato la magnifica idea di aggiungere le sue Creazioni... I love You Emy! you are the best! …♥
Grazie XxRika_AkarixX per il sostegno! …♥
Buona lettura!
 

 Capitolo 9
 

 

Il mio cuore non mi appartiene più.
E’ tuo.
Non chiedo niente in cambio di questo amore.
Voglio solo sapere se mi ami….
 
( E. Abate. Estratto..  )

                                    Arrivare a te…
 
 

( 1° parte )
 
 

<< Andiamo dagli altri?... >>
<< No!...>>
<< Perché?..>>
<< Avanti, mangia!>>
<< Shouta!!...>>
<< Devi pur farlo prima o poi, anche se hai ragione…>>
<< Ok…>>
<< Dimmi aaaaah..>>
<< Aaaaaah..>>
Mi stava imboccando come una bambina piccola.
Che vergogna!..
All’ennesimo, misi la mano sulla sua e il mio cuore cominciò a palpitare, sfumandomi le guance di rosso. Lo guardai, per dirla  tutta fissai, il suo viso: era assorto nel sfamarmi forzatamente,  rideva e scherzava e i suoi occhi erano,  brillanti e pieni di gioia.
<< Perché mi fissi?...>>
Mi rivolse uno sguardo sorpreso e pieno di curiosità, anzi no di viva curiosità.
<< Mi stavo chiedendo…>>
Abbassai lo sguardo imbarazzata, mentre le mani giocavano tra loro, come se stessero cercando qualche parola, che ovviamente non trovarono lì.
Oh suvvia Sawako, non puoi imbarazzarti per un no nulla.
<< Sawako, parla liberamente, in classe non c’è nessuno...>>
Dicendo questo diede un morso ad un obento che avevo appositamente preparato la mattina. Aveva perfettamente ragione: eravamo soli in classe, e nessuno a parte gli altri erano rimasti a scuola.
<< Perché siamo rimasti a scuola?... Dico, sono le 4 del pomeriggio, e stiamo mangiando anche adesso… Si che prima non abbiamo avuto il tempo però…>>>
Le parole mi morirono in gola, per colpa della tristezza cui stavo cercando di non cadere preda.
Certo, il tempo non mi era mica mancato!...
Ripensai a Hio e Sho, Ryuu e Chizu. Che amarezza, non mi sarei mai aspettata che la giornata avesse questi riscontri negativi. Sospirai.
<< Sa-wa-ko, as-col-ta-mi >>
Il suo tono mi fece sorridere, sembrava volesse creare giochi con le parole e le labbra. Le labbra. Mi fermai a contemplarle in un modo strano. Il taglio, la forma e se fossero carnose o meno. Il mio respiro cominciò a mozzarsi
Concentrati e sta calma, vi siete già baciati no?...
<< Senti, per rispondere ad una delle tue domande, possiamo dividerla in 3 punti ok?. Punto 1: Siamo rimasti a scuola perché, sinceramente, non volevo che ci disturbassero con qualche frecciatina, o addirittura con qualche offesa, onde evitare questo, eccoci qui!..>>
L’ultima frase da lui pronunciata, fu accompagnata da una gesto di stizza e una smorfia buffa: aveva riso ghignando e cercando di prestare non curanza come Ryuu.
Non si assomigliano per niente…
Pensando ad ogni differenza, sentimmo una risatina squillante invadere le orecchie che fece girare lui. La consapevolezza spuntò dopo poco.
Eri tu a ridere !
Mi stava ancora guardando con l’obento a mezz’aria e la bocca semi aperta. Era esterrefatto, me compresa perché non mi ero mai messa a ridere. MAI. E sinceramente non pensavo potesse essere così naturale. Pensai agli anni passati,  non avevo memoria che avessi riso.
<< E-ehm, ecco io !... Scusa, va avanti…>>
Proprio mentre lui stava parlando dovevi ridere?!...
Rivolsi lo sguardo alla libreria cercando di mettere a bada le mie reazioni. Ma come ripresosi cominciò a ridacchiare.
<< No, aspetta… Tu SORRIDI per la prima volta in modo sincero e squillante, e mi dovresti chiedere scusa?...piccola, puoi interrompermi sempre così, morirei per avere un sorriso di questi in qualsiasi momento… anche in un funerale direi…>>
Lo guardai confusa sia per la parola –piccola- che per la parola –morirei- , e cercai di immaginare la scena. Vestiti in nero, chiesa , ghirlande, condoglianze, e… la Sua assenza. Tremai sul posto, come se avessi preso la scossa lungo tutta la spina dorsale.
Raccapricciante, vivere in un posto senza lui.
<< Shouta, non fare riferimenti così tetri per favore!...Non potrei immaginarmi adesso senza te al mio fianco, per favore.... >>
Appena finì di pronunciare questa frase, abbassò lo sguardo dispiaciuto e quando ricominciò era completamente sincero, però si era spostato rispetto a me. Che l’avessi offeso?
Stupida, stupida, stupida!
<< Scusa, non volevo farti rattristare… Comunque dicevo?..>>
<< Stavi parlando del punto 2 >>
<< Ah Si, ti sto facendo mangiare, imboccandoti…>>
Mi rivolse un sorriso malizioso, e non seppi che fare, però notai con piacere che si stava avvicinando progressivamente tornando nella posizione di pochi minuti prima. Certo, la malizia in se, era nuova, come emozione espressa in modo esplicito dalle sue labbra, anche se questa mattina aveva agito sotto l’influsso della stessa, accertarmi con  l’udito però, era un altro paio di maniche.
<<.. perché sono sicuro al mille per mille, che tu oggi non abbia toccato nemmeno un chicco di riso…e ieri, mia cara, sei stata male anche per questo,… mi sbaglio?>>
Mi osservò con fare accusatorio, e gli montai su un broncio per far notare il mio disappunto: mica l’avevo fatto apposta. Anzi, non ci avevo nemmeno pensato.
<< Comunque sia, l’ultimo, è forse quello che mi imbarazza più di tutti…>>
Sono curiosa del motivo..
Mi avvicinai, puntando la mia curiosità sul suo viso: stava diventando rosso. Il mio cuore ebbe un tonfo secco, e cercai di dimostrargli il più intensamente possibile che ero curiosa di sapere i suoi sentimenti. Non mi sarei fatta scrupoli a dirgli i miei in un secondo momento.
<< P-per favore, non guardarmi così intensamente, mi fai imbarazzare…>>
Risi di gusto, balzai giù dal banco in cui eravamo seduti, e mi misi di fronte a lui in attesa. Cercando di essere il più possibile carina., ma notando che diveniva ancor più colorato mi allontanai poco e presi una sedia posizionandola proprio davanti a lui.
<< Così va meglio?...>>
Mi chinai a guardargli il viso con solo il busto. Subito una voce infantile, forse la stessa che non voleva lasciarlo andare, mi incitava a baciare quelle labbra carnose e rosee.
Bacialoooo!! Guarda, sembra un bambino! Dai già l’avete fatto, un altro bacio che sarà mai?...
Ma che vado a pensare?!! Fortunatamente la sua voce mi chiamò all’ordine.
<< Si, allora, il punto 3 è meno complicato degli altri: ho paura di farti del male. Chizu mi ha raccontato su grandi linee quello che è successo, e mi sono convinto che sia stata colpa mia … le ragazze, non ti avrebbero mai dovuta toccare. Tu sei una cosa preziosa per me, l’unica che ho sempre avuto paura di toccare vista la tua fragilità. Sei un brillante unico ai miei occhi…e quel graffio non mi darà pace non appena sarà un brutto rico-…>>
Non gli diedi il tempo di continuare e unì un’altra volta le nostre labbra superata dalla passione delle sue parole, come un’esplosione. All’inizio fu desiderio puro e intenso: mi aveva premuta contro se mettendomi una mano sulla nuca, e l’altra a cingermi il fianco, io dal canto mio gli avevo buttato le braccia al collo; poi divenne sensuale e dolce. Ogni tanto lasciava che prendessimo fiato, ma quasi subito mi ricopriva di baci piccoli sul collo. Per me, era qualcosa di nuovo e intenso, qualcosa di raro; ci fermammo solo quando le nostre labbra furono sazie l’una dell’altra. Mi sentì subito in colpa: avevo preso l’iniziativa senza sapere quello che realmente voleva. Ma sorrise e dopo aver messo una mano dietro la nuca mi disse.
<< Grazie… Non ti credevo così… ehm… come dire, intraprendente. >>
Sentì una sensazione nuova gonfiarmi il petto, però non riuscivo a identificarla tra tante.
Chiedigli come si chiama..
<< Shouta.. mmm.. senti non riesco a capire come si potrebbe identificare questa
emozione…potresti aiutarmi? Sento che è bella, ma non la conosco…>>
<< Si certo, proverò a darti una mano…forza siediti qui..>>
Dando buffetti sul banco mi indicò dove mettermi e mi ritrovai incollata a lui, fianco a fianco.
<< Comincia…>>
Mi rivolse un sorriso bellissimo. Appoggiai la testa sulla sua spalla in assenso.
<< Non sono intraprendente… mi sono sentita attratta da te impulsivamente… non volevo darti
fastidio..>>
Mi mise una mano cingendomi da dietro, in pratica eravamo vicinissimi, e guardando il suo viso mi venne lo stesso desiderio.
<< Ecco, anche adesso, se sono vicina a te, mi viene voglia di toccarti o peggio, che per me è meglio, di baciarti… poi però prima hai detto che ti era piaciuto. Anche se mi sono vergognata un po’. Non immaginavo di poter agire d’istinto in queste situazioni, ma comunque, mi sono sentita gonfiare il petto…simile all’orgoglio e ad una gratificazione interiore… >>
Mi fermai osservando il suo profilo, era assorto con le sopracciglia aggrottate in un moto di analisi. Poi si girò e avvicinò il suo viso al mio.
Possibile che voglia baciarmi?...
Poi però a qualche centimetro si fermò, potevo sentire il suo respiro e il battito del suo cuore.
<< Mmmm… anche adesso?...>>
Iniziai a battere le ciglia.
Che domande Certo!...
<< … S-si, che domande…>>
Il mio tono risultò impacciato. Mi ero buttata la zappa nei piedi da sola, ma come facevo a mascherare il mio interesse per colui che amavo?
<< Interessante… la tua patologia è alquanto comune per la tua età…>>
 Lo trovai buffo, si stava comportando da psicologo intento a consultare  qualche paziente pazzo.
Ma io non sono pazza, forse strana, ma pazza!...
<< Signorinella, lei soffre di una sindrome incurabile, rara e alquanto casinista…>>
Mi avvicinai con aria supplichevole e continuai a scherzare seguendo il suo modello.
<< Oh, si dottore ..Pff.. mi dica…pff lei cos’ho contratto…>>
Fece finta di togliersi un paio di occhiali da vista e strizzandomi l’occhi cercò di rimanere serio.
<< Lei è innamorata signorina, il che mi induce a pensare e a dirle che lei sia enormemente orgogliosa di far provare belle sensazioni al suo ragazzo, felice di essere solo sua, perché lei è solo sua, e credo che lei sia felice… Adesso, sia davvero felice, ogni volta al fianco dei suoi amici… oramai lei non è più sola… Si l’amore e la felicità insieme la gratificano tanto da renderla orgogliosa di se…>>
 I miei occhi si spalancarono per la sorpresa. La consapevolezza delle sue parole era palpabile. L’amore, mi ha reso più leggera la vita!
Abbassai gli occhi, non per imbarazzo, ma per pensare. Già non ero mai riuscita a pesare questo genere di emozioni, mi sentì stringere nelle spalle.
<< Sawako… ehi ci sei?.. non volevo turbarti…>>
<< Shh, sto meditando…>
<< Ah, scusa…pff…>>
Mi sentivo benissimo, si era vero, non potevo togliere che mi sentivo ancora a disagio per alcuni tratti del mio carattere eppure… eppure erano passati solo 2 giorni per notare un cambio repentino in me. Adesso ero riuscita addirittura a ridere, a far sentire la mia risata, ad esprimere e riconoscere alcune emozioni, a dichiararmi e dividere la mia parte solare da quella fredda calcolatrice e distaccata..
Infatti, quello che era successo con Hio, non mi aveva dato scelta…
Rabbrividì al ricordo di quei momenti, che mi facevano entrare in panico. Panico assoluto..
<< Ehi, non vorrai mica strapparmi la maglia… >>
<< Eh? Oh la maglia…scusami..>>
Ritrassi la mano e continuai a fissare i miei piedi, cercando di seguire i ghirigori dei disegni sulle mattonelle. Una pacca mi fece rinvenire.
<< Sai che facciamo?...>>
Che facciamo?...
E come se avessi parlato ad alta voce rispose alla mia domanda con un sorriso ampio e gli occhi lucenti. 
<< Andiamo a comprare i biglietti per il cinema che hanno aperto qualche mese fa… sai ci lavora un amico di mio padre>>
Ammiccò con fare cospiratorio, e gli risposi con un sorriso.
<< Si! Non sono mai stata al cinema con qualcuno. >>
Ero felice, potevo toccare il cielo con un dito, mi sembrava un altro giorno, io mi sentivo nuova più viva e accetta. Gli occhi iniziarono a pizzicare, e dopo pochissimo tempo, lacrime di gioia mi bagnarono il viso. Sospirai e con accortezza, mi gettai sul suo petto dove venni rinchiusa in un abbraccio, silenzioso: non c’era bisogno di parole.
<< Non mi piace vederti piangere… mi fa, innervosire…però se mi fai un bel sorriso prometto, di chiamare anche gli altri… che ne dici?...>>
Mi fermi di botto, immobile.
Avrei passato una giornata con loro?.. tutti insieme?..
Ne avrei approfittato per fare un’altra cosa…
<< Promesso! Senti posso farti una cosa?...>>
Sorrisi nel modo migliore che avessi imparato a fare, e notai che rimase imbambolato per qualche secondo, contemplando il mio viso. Ne fui felicissima.
<< Si certo, di me puoi fare tutto quello che vuoi. Non devi chiedermi nulla. Quando vuoi farmi qualcosa falla, sono un pupazzo nelle tue mani…>>
I miei occhi divennero lucidi. Prima di mettergli una mano dietro la testa con movenze maliziose, vidi le sue iridi seguire la mano, quando fui a pochi centimetri da lui, baciai con un tocco leggero le sue labbra, mi spostai e poggiai la fronte sulla sua spalla. Biascicai un grazie, per tutto, consapevole della sorpresa nei suoi movimenti.  Uscimmo poco dopo dalla classe in cerca di Ayane Chan, Pin-san, forse Chizu chan e Ryuu, quei due erano arrivati da noi mano nella mano prima di lasciarci soli.
Probabilmente si sono dichiarati…
Mi intenerì al pensiero di vedere Ryuu finalmente con la sua metà. I corridoi erano deserti , ma il pavimento odorava di buono: lavanda e gelsomino. Ottimo. I muri mi ricordavano il latte e  in alcuni punti però si faceva o più scuro o più chiaro. La presa di Shouta sulla mia mano, mi richiamò presente e osservai il suo profilo. Mi ricordai di un particolare che per tutta la giornata era sfuggito: i capelli. Arrestandomi di botto tirai poco la maglia per chiamarlo; mi riservò un sorriso beato.
<< Senti, questa mattina…>>
Come continuo?...
<< Per caso, avevi i capelli bagnati?...>>
Ruotò la testa rosso in viso lasciandomi sfuggire una risata soffocata.
<< Allora erano bagnati i capelli!...>>
<< Si, perché questa mattina intorno alle 5, ho fatto una specie d “Bagno ristoratore” e mi sono addormentato nella… .>>
Che avrà mai detto!
Non ero riuscita a sentire la parte finale.
<< Non ho sentito… ma se non vuoi dirmelo non ti costringo ..d-davvero.>>
Avevo esitato sulla parte finale , affinché si rendesse conto di non dovermelo dire per forza. Mi riscossi, e cominciai a tirarlo poco alla volta per gli immensi corridoi deserti.
Sembra un sogno.
Ci mise pochissimo a camminare al mio fianco come faceva prima, ma stava architettando qualcosa. Nei suoi occhi c’era qualcosa di strano che non riuscivo a capire.
<< Sawako. Aspetta >>
Mi arrestai lì con il cuore in gola.
<< Dimmi, c’è qualcosa che….che ti disturba? >>
Di scatto alzò la testa verso me, e come presa in contropiede, mi mise una mano attorno alle spalle avvicinando le labbra all’orecchio.
<< No, piccola. Tutto bene…solo…>>
Non riuscì a respirare, sapendo che il sangue affluiva veloce nelle guance.
<< Solo, vorrei fare una telefonata…>>
Rise, e mi baciò una guancia, lasciandomi in quella posizione. Non sarei riuscita comunque a muovermi.
<< A-a-allora… no-non t-ti preoccupare. Vai. >>
Balbetti troppo!...
<< Si però, stavo calcolando il rischio di lasciarti sola...>>
Abbassò la testa pensieroso. E capì che pensava agli avvenimenti di quel giorno.
Coraggio. Puoi parlare normalmente… hai fatto di meglio prima no?..
Mi passò in mente il bacio appassionato, e quasi tremai dalla vergogna.
<< Shouta, vai pure, io vado dagli altri. Non preoccuparti.. Davvero! >>
<< Ok… datemi 5 minuti e arrivo. >>
Guardai come e con quale cadenza si stava muovendo, era perfetto: l’andatura era regolare, le spalle, si muovevano poco, accentuando il suo profilo, la mano destra teneva in mano il telefonino, la sinistra stava dentro la tasca. Lo contemplai fino a quando non scomparve dietro un muro panna dove un bacheca, custodiva gli avvisi.
Forza, vai dagli altri …
Meccanicamente seguì i corridoi che portavano in presidenza. Già da lontano si poteva sentire la risata di Pin-san accompagnata da quella di Chizu Chan. Accelerai fino arrivare davanti la porta, presi la maniglia e bussai, in coro mi dissero di entrare.
<< Sawako!...>>
Ayane e Chizu Chan mi stavano chiamando, mentre Ryuu aveva puntato gli occhi verso me. Vidi passare come lampi emozioni forti: Coraggio, felicità, amore, e quasi subito rivolse il suo sguardo verso Chizu, che era sorprendentemente allegra, più del solito; Si erano dichiarati. L’attenzione si spostò su Ayane Chan che litigava con Pin-san, questa volta litigavano per….? Non riuscivo a capirlo. Risi in modo squillante, avrei dovuto farlo in modo pacato, ma non riuscì a controllarmi
 Tutti si girarono verso me, 4 paia di occhi puntati addosso, le guance iniziavano a diventare rosse, lo potevo sentire.
<< Sawako… Era una risata quella?...>>
Colpevole spostai lo sguardo a destra e sinistra cercando di prendere tempo.
E adesso?..
Sospirai rassegnata e abbassai la testa consenziente. Un abbraccio, una pacca e risate. Mi sarei aspettata urla e visi pallidi di paura. Mi dovetti ricredere: Chizu Chan  stava stringendo troppo forte, come un topolino nelle spire di un serpente buono, Ayane rideva perfida mormorando una strana cantilena – Sono riuscita nel mio scopo-; metteva paura. Incontrai la solita indifferenza trasparire da Ryuu, ma come incrociammo gli occhi si aprì in un sorriso sincero. Ne rimasi spiazzata.
Da quando?!...
Misi a setaccio ogni ricordo per capire se ne avesse mai fatti di così ampi e la risposta mi parve ovvia: No, erano smorfie somiglianti per altezza muscolare.
<< Wei Sawako! Adesso che hai riso… >>
Pin- san mi stava parlando in modo scorbutico.
<< Ahahaha, adesso che hai riso, davanti ai miei occhi, sarò baciato dalla fortuna?...>>
Cosa?!?!.
<< Ah già, hai bisogno di fortuna per poter parlare, o baciare qualche donna! …>>
Ayane le rispose gelida. Quasi mi sentì in colpa per non avergli risposto. Quasi.
<< Ecco, Pin-San, non ho poteri sovrannaturali…. Mi dispiace…>>
<< Oh suvvia! Tranquilla, so che non sei consapevole dei tuoi poteri…hahahaha …>>
Niente, non cedeva. Lasciai perdere, a controllai la direzione. Sedie di color Bordoux di pelle lucida, scrivanie, fogli sparsi un po’ qua e là, cassettiere, post-it appesi, circolari ancora da firmare; quell’ambiente non mi dispiaceva per niente.
Chissà in quale cinema vuole portarti!
<< Oi! Ragazzi, eccomi, scusate stavo facendo una telefonata. Sentite la mia idea: domani, cinema a coppie, Horror che più horror non si può. Domani è domenica no?... Ryuu, non potresti prenderti la giornata? Pin, Ayane, potrete venire soli. Chizu Chan, non so…. >>
Contemporaneamente a queste parole, i suoi occhi cercarono i miei, e fino a quando non li trovarono sembravano turbati, ma dopo, si intenerirono di colpo, lasciando che il suo corpo si avvicinasse al mio fino a sfiorarsi. Lasciai la mano aperta, e subito la sua si intrecciò alla mia. Arrossì di colpo sotto lo sguardo di Ayane Chan: i suoi occhi mostravano soddisfazione e una specie di vittoria muta. Ryuu si alzò dalla sedia su cui era sprofondato, e con passo felpato andò a cingere in un abbraccio felice Chizu Chan che non ne fu sorpresa. Sentì sobbalzare Shouta. Chizu Chan iniziò a parlare orgogliosa tra le sue braccia.
<< Shouta, non preoccuparti per me.. ho trovato il mio accompagnatore…>>
Arrossì e Ryuu alzò un sopracciglio contrariato.
<< Non sono il tuo accompagnatore. Sono il  tuo Ragazzo…>>
Chizu assunse un colorito febbrile e Ryuu strinse poco la presa su lei. Sembravano davvero una coppietta innamorata.
<< Bene. Allora, siamo d’accordo?...>>
Annuimmo all’unisono in senso positivo.
Usciremo insieme!..
Continuava a cantilenare un pensiero nella mi testa mandando in tilt la parte razionale di me.

   
 
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