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Autore: Melanyholland    31/03/2006    6 recensioni
Stagione 5: che cosa sarebbe successo se, per fuggire da Glory, Buffy fosse partita solo con Spike e Dawn?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione: il capitolo è più o meno lo stesso che ho postato qualche tempo fa, cambia solo l’ambientazione del dialogo fra Buffy e Spike. Grazie ancora Simbia21 per avermi fatto notare l’errore. A voi tutti…buona lettura!

 

 

12. Affrontare il Dolore.

Dawn era stata rapita.

Dawn era stata rapita.

Unico pensiero, martellante, nella mente di Buffy. Cadde in ginocchio. I suoi occhi erano vuoti, spenti, fissava l’orizzonte senza vedere nulla, le labbra che si muovevano senza che emettessero alcun suono. Non si accorse dei suoi amici che la circondavano, né che Spike la superava per correre dietro a Glory. In quel momento, percepiva solo se stessa, e il dolore straziante esploso nel suo cuore.

Ansioso, teso, Xander chiese subito:

“Che cosa facciamo ora, Buffy? Dobbiamo inseguirle? Oppure aspettiamo?”

La voce del ragazzo sembrava lontana mille miglia, un’eco proveniente da un altro mondo. Buffy la sentì, senza però registrarla, e continuò a fissare il vuoto, quasi catatonica.

“Buffy? Che cosa facciamo?” ribadì, insistente, il ragazzo. La tensione e la paura l’avevano reso incapace di accorgersi dello stato dell’amica, per quanto evidente fosse. Willow, al contrario, aveva conservato abbastanza lucidità per capire. Posò saldamente una mano sulla spalla di Xander, che tacque improvvisamente al suo sguardo di ammonimento, e si avvicinò all’amica, esitante.

“Buffy…tutto okay?” domandò, con voce dolce.

Passarono lunghi attimi di silenzio. Poi, quando Willow stava per parlare di nuovo, accadde qualcosa di così inaspettato, così incongruo, così assurdo, che li lasciò tutti senza fiato, stupiti e confusi.

Buffy sorrise.

“Certo, Will” rispose allegra, alzandosi. “Tutto okay”. Si spolverò i pantaloni con noncuranza, come se fosse inciampata e caduta casualmente mentre passeggiava. Aveva ancora quello strano sorriso stampato sulle labbra.

Il primo a riprendersi dalla sorpresa fu Giles:

“Hai in mente un piano per salvare Dawn?” chiese, la fronte aggrottata. In realtà, non credeva veramente che Buffy avesse un piano, ma anche lui aveva bisogno di aggrapparsi a delle illusioni, qualche volta. La ragazza si voltò verso di lui, e ciò che vide nei suoi occhi non gli piacque per niente. Era… una luce folle.

“Dawn?” ripeté meccanicamente Buffy, il sorriso s’incrinò un momento, ma ridiventò subito smagliante. “Non abbiamo bisogno di un piano! Dawn tornerà presto. Ora però devo andare a casa. Ci vediamo domani, ragazzi!”

Trotterellò verso la strada, i capelli biondi fluenti dietro le spalle. Restarono tutti allibiti, e Xander esclamò, incredulo: “Ma che cavolo le prende? È impazzita?”

Giles sospirò, pesantemente, corrugando la fronte. Willow guardò l’Osservatore con occhi tristi:

“È crollata, non è così?” bisbigliò. L’uomo annuì, grave.

“Il dolore è stato troppo violento. Non riesce a sopportarlo. Io non sono un esperto di queste cose, ma ritengo che, per schermarsi e non soffrire, Buffy ora stia…rifiutando la realtà.”

“Lo penso anch’io” concordò la rossa. “Al corso di psicologia della professoressa Walsh abbiamo affrontato questo tema, una volta. Il rifiuto è uno degli stadi della sofferenza.”

“Ma di che diavolo state parlando?” proruppe Spike, che li aveva appena raggiunti. Sembrava affannato e irritato, e un rivolo di sangue gli colava dal naso. Evidentemente, la sua missione di recuperare Dawn era fallita miseramente.

“E dov’è la Cacciatrice?”

Tutti si scambiarono sguardi tesi e stanchi. Alla fine, Giles sospirò e lo informò brevemente dello stato di Buffy. Spike esplose, irato:

“Beh, e che avete intenzione di fare!? La piccoletta è in pericolo, se non ve ne siete accorti! Non possiamo aspettare che Raggio di Sole sperimenti tutti i maledetti stadi della sofferenza!! La vado a prendere e le do una scrollata!”

“NO!” gridò Willow, disperata. “Dobbiamo lasciarle del tempo per…”

Non c’è tempo!” la interruppe il vampiro, gli occhi fiammeggianti, e si diresse velocemente sulle tracce della Cacciatrice. Willow fece per richiamarlo, ma Giles la trattenne per il braccio e mormorò:

“Lascialo andare.”

“Ma…” obiettò lei, debolmente.

“Anche se mi costa ammetterlo, e non sai quanto…” l’uomo sospirò “…Spike ha ragione. Il tempo stringe e Buffy deve reagire quanto prima, o per Dawn e per noi tutti sarà la fine.”

“Lo so, ma sarà il caso di lasciarla nelle mani di…” fece un cenno eloquente verso il punto dove prima si trovava Spike, lo sguardo avvilito.  

“Può darsi che con la sua… irruenza Spike si dimostri più abile di noi nel convincerla”.

Willow e Xander sembravano ancora poco convinti. Alla fine, il ragazzo sospirò:

“D’accordo. In fondo non può farle del male, ha il chip…”

La rossa annuì. Anya, che era rimasta in disparte, incrociò le braccia e borbottò:

“Beh, mi auguro che la faccia rinsavire al più presto! Non ho alcuna voglia di morire!”

Willow le lanciò un’occhiata esasperata e domandò, facendo un grande sforzo per mantenersi calma e lucida:

“Signor Giles, noi nel frattempo che cosa facciamo?”

L’Osservatore si tolse gli occhiali, strofinandoli con un fazzoletto preso dalla tasca della giacca.

“Cercheremo altre informazioni sul rito. Non possiamo fare altro”.

Esausti, scoraggiati, delusi, si diressero tutti verso il negozio, a passi strascicati.

 

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Buffy stava spazzando il vialetto di casa sua. Se non fosse stato per la drammaticità degli eventi, Spike l’avrebbe trovato squisitamente buffo.

Ora, lo fece solo maledettamente infuriare.

“Ma che diavolo ti è preso?” sbottò, e Buffy sussultò, girandosi verso di lui quasi fosse stata strappata da un sogno. Sbatté le ciglia, perplessa, poi tornò a dedicarsi al vialetto.

“Non lo vedi da te?” ribatté, irritata. Spike la afferrò per il polso e lei trasalì di nuovo. “Lasciami!” reagì, si divincolò e lo spintonò via.

Lui rise, bilanciandosi. Un po’ più di forza e l’avrebbe fatto cadere.

“Rimbambita oppure no, resti sempre uno zuccherino con me, eh?” esclamò ironico, facendo oscurare ulteriormente il viso di lei, che aveva abbandonato la scopa per mettersi in posizione di attacco. Spike guardò la sua posa e sospirò:

“Non è con me che devi combattere” ribatté secco “Sfoga la tua furia su qualcun altro.”

“Ad esempio?” sputò lei, guardandolo al di sotto delle sopracciglia aggrottate, i pugni ancora alti.

“Ad esempio la troia che ha rapito tua sorella e sta per ammazzarla”.

Questo la colpì. Buffy abbassò i pugni, lo fissò con occhi grandi e smarriti per qualche attimo, poi si girò di nuovo verso la scopa.

“Devo pulire, questo viale fa schifo” Affermò, un tremito nella voce appena percepibile. “Va’ via.”

“No!”

“Spike-“ Ma prima che potesse aggiungere qualcos’altro lui la prese per le spalle e la scaraventò contro il muro esterno della casa, provocandosi una leggera fitta alla testa. La ramazza cadde con un tonfo, Buffy urlò, ma solo per la sorpresa: non le aveva fatto male.

Anche se per un attimo, invaso dalla rabbia verso di lei, suo malgrado l’aveva desiderato.

“Lurido bastardo! Prova un’altra volta a toccarmi e io-“ Spike si lanciò contro di lei, schiacciandola con il proprio peso contro il muro. Il suo corpo reagì, come al solito, alla vicinanza di lei, ma era troppo infuriato per assecondarlo. Le bloccò i polsi, e Buffy tentò di liberarsi, ma senza successo. La sua forza sembrava essere volata via insieme alla sua razionalità.

“Torna in te, Cacciatrice” ordinò, gelido. Il viso di lei era a pochi centimetri dal proprio e poteva scorgere benissimo i suoi occhi verdi, colmi di disperazione e dolore. Ne fu risollevato: significava che una parte di Buffy era cosciente di ciò che stava accadendo, che la sua noncuranza era solo superficiale, e poteva essere abbattuta.

Se gli occhi di lei fossero stati vuoti, avrebbe saputo di averla persa per sempre. Ed era qualcosa che non riusciva nemmeno a immaginare di affrontare.

“N-non so di che parli!”  singhiozzò la ragazza, mentre le lacrime cominciavano a imperlarle le ciglia. “Ti prego, lasciami in pace”.

La sua supplica era carica di bisogno, di dolore. La fermezza di Spike vacillò, mentre guardava la donna che amava sopra ogni altra cosa rivolgergli una preghiera che mai avrebbe potuto assecondare. “Vorrei…” sussurrò, ma si riscosse subito, quando l’immagine dell’altra ragazza Summers si fece largo nel suo cuore. Entrambi dovevano essere forti, e dovevano farlo per Dawn. Lei contava su di loro.  

Strinse i denti, e la presa sui polsi della Cacciatrice, che gemette mestamente.

“Non posso! Questa non sei tu!” gridò, e lo pensava veramente. Buffy era una guerriera, Buffy era in gamba, Buffy era gloriosa. Non quell’ammasso piagnucoloso che gli stava davanti.

“Non ti credevo così vigliacca! Hai sempre affrontato tutto ciò che ti è venuto contro, per quanto ti costasse! Cristo, hai mandato Angel all’Inferno, pur di salvare il mondo! E adesso non riesci a raccogliere le forze per combattere Glory?!?”

“Io…Dawn…” balbettò lei, sconfitta, scie bagnate su entrambe le guance.

“Tua sorella è stata solo rapita, non è morta!!” replicò, “Ma lo sarà presto, se non corri ad aiutarla.” Aggiunse spietato.

“Io non…io non…” Buffy lo guardò dritto negli occhi, ritrovando un  po’ della propria forza per gridare: “Io non posso salvarla!! Non posso!!”

“No, se resti qui a frignare e a pulire.” Sospirò. “Da anni rischi la tua vita per salvare un mucchio di sconosciuti. Come puoi non avere il coraggio di rischiarla per tua sorella?”

“Non si tratta di questo” mormorò Buffy, così a bassa voce che, se lui non avesse avuto sensi più affinati, non l’avrebbe udita. Distolse lo sguardo da lui, e continuò, con voce incrinata di pianto, in quel sussurro quasi impercettibile. “Lei è tutto ciò che mi resta. Se fallisco…”

Fu come se qualcuno avesse spinto un interruttore. Buffy si spense, fissando il vuoto, senza nemmeno più piangere. Spike si accorse che l’unico motivo per cui non scivolava a terra era che lui la bloccava contro il muro. Era inerte come una bambola, una bambola a grandezza naturale con lo sguardo più triste e desolato che avesse mai visto.  

“Ehi, Cacciatrice?” chiamò, ma lei non reagì. La scrollò, continuando a chiamarla. “Cacciatrice..? Buffy? Ehi!”. Niente.

La sua pazienza, già al limite, sfumò del tutto. Alzò una mano e la colpì, lo schiocco dello schiaffo che risuonò per la strada quasi deserta. Il dolore gli esplose nel cervello, tanto violento che lasciò la ragazza per portarsi le mani alla testa, gemendo e strizzando gli occhi. Buffy, privata del suo sostegno, scivolò lungo il muro, ma per il resto sembrò che lui non l’avesse mai toccata. Spike la fissò, puntini bianchi che luccicavano davanti ai suoi occhi per la sofferenza appena ricevuta, molto maggiore di quella che le aveva arrecato con lo schiaffo.

Solo l’amore che provava per lei lo trattenne dal colpirla ancora, e più forte.  

“Tanto non ti lascio in pace!” le disse, stizzito come un bambino. “Sono abituato a trattare con donne fuori di testa! Credi di poter essere più esasperante di Dru!? Ha, la vedremo!” La afferrò per il gomito, issandosela fra le braccia e la trasportò fino ad un punto preciso del prato, da dove, alzando la testa, si poteva vedere…

La finestra della camera di Dawn.

Stavolta Buffy reagì. Lui percepì un tremito attraversarle il corpo, e la sentì stringersi più forte a lui, quasi spaventata. “No” soffiò, in un bisbiglio implorante, contro il suo petto.

“Oh sì!” replicò lui, spietato, lasciandola cadere seduta a terra.  

Buffy tremava visibilmente, ora.

“Vuoi uccidere tua sorella!? Bene! Abituati ad entrare in quella stanza e a trovarla vuota; abituati a sentirti male ogni volta che ci vai; abituati al pensiero che se lei non c’è, è solo colpa tua!”

“È il mio dono, Spike.” mormorò lei, abbracciando le proprie gambe, posando la testa sulle ginocchia. La sua voce era addolorata, ma rassegnata.

“Cosa?” domandò lui, preso in contropiede.

“La Prima Cacciatrice…mi ha detto che la morte è il mio dono. Mi ha detto che ucciderò mia sorella, e io non posso farci niente. Perché lottare, allora? Per averla sotto gli occhi mentre muore?” Scosse la testa, facendo ondeggiare seccamente le ciocche disordinate di capelli biondi.

“Ho visto il cadavere di mia madre, Spike. Non voglio vedere anche quello di mia sorella. E mi dispiace se la cosa non ti va giù, ma non posso fare niente nemmeno per questo.” Posò lo sguardo su di lui, le sopracciglia aggrottate, e finalmente, anche se stanca e sofferente, lui rivide la Buffy di sempre, gli occhi verdi che brillavano.

“Vattene via, adesso.”

“No” rispose ancora una volta lui, e si sedette accanto a lei. “Hai detto la prima Cacciatrice, eh?” ad un suo cenno di assenso, continuò: “Cos’era, una specie di scimmia che camminava carponi e si annusava sotto le ascelle? Wow, una fonte davvero attendibile!”

“Era uno spirito” replicò lei, quasi offesa.

“Sì, forse. Ma non ti hanno insegnato che non si deve mai prendere troppo sul serio le profezie? Sono dannatamente noiose, e hanno almeno un centinaio di interpretazioni. Chi ti dice che la tua sia esatta?”

“Beh…che altro potrebbe voler dire?” ribatté, scontrosa.

“Te l’ho detto: un centinaio di altre cose. No, Buffy, lottare ha senso: non puoi sapere cosa ti riserva il futuro, finché non lo affronti. Né può saperlo lo spirito di una che non si cambia mai le mutande.” Lei scosse la testa, poco convinta, ma Spike le prese le mani, costringendola a guardarlo:

“Non condannare a priori tua sorella. Dalle una possibilità…e concedila anche a te stessa.”

Buffy sospirò, abbattuta. “Ho paura” confessò. “Ma anche Dawn deve averne, in questo momento. Hai ragione, non posso abbandonarla”.

Spike le sorrise.

“Questa è la mia ragazza!” esclamò, fiero. Lei lo guardò storto, alzandosi.

“Torniamo al Magic Box, i ragazzi ci staranno aspettando e non possiamo perdere altro tempo.” Ordinò autoritaria, come se non fosse stata proprio lei a far perdere tempo. Spike sbuffò, mentre un sorrisetto gli si formava sulle labbra: era proprio tornata quella di sempre.

Prima di andare, Buffy gli si avvicinò e lo baciò leggera sulla bocca. “Grazie” sussurrò, e lui ebbe appena il tempo di sentire quanto erano calde le sue labbra e salate per le lacrime che il pugno, inaspettato e doloroso, lo colpì sul naso, facendo esplodere di nuovo mille scintille luminose dietro le palpebre. Gemette, portandosi le mani al viso, e asciugandosi il sangue.

“E questo è per lo schiaffo, Spike. Provaci un’altra volta e al pugno in faccia sostituirò un paletto nel cuore!” 

Esclamò lei, ostile, voltandogli le spalle e dirigendosi verso la strada a passo sicuro. Spike la guardò male, ma la seguì.

Eh sì. La Cacciatrice era tornata quella di sempre... accidenti a lei.

 

 

To be continued…

 

Note dell’Autrice: capitolo un po’ triste, lo so, ma d’obbligo. Non potevo mica far prendere alla leggera il rapimento di Dawn, vi pare? Spero che Buffy non vi sia sembrata troppo lagnosa, comunque. Allora, che ne pensate? Noioso? Carino? Fatemelo sapere, mi raccomando!

Nel frattempo, ringrazio caldamente tutte coloro che hanno commentato, siete veramente magnifiche!

Shavanna: ciao! Sono contenta di sentirti. È proprio vero che Buffy è esasperante, certe volte! Spike ha proprio una gran pazienza con lei…ma si sa, lui è sempre stato un love’s bitch, come si autodefinisce ^_-. Ti dirò, dei ragazzi di Buffy, Riley a me non dispiaceva. Invece Angel se l’è sempre ‘scoattata’ troppo sin dal primo episodio, poi quando nella seconda serie è diventato cattivo non l’ho proprio più sopportato. E nel penultimo episodio della settima serie l’ho profondamente odiato (nota: bacia Buffy davanti a Spike. Maledetto! Certo che anche lei…). Mi auguro che questo aggiornamento non ti abbia annoiato, fammi sapere cosa ne pensi, ok? Un bacio.

Chloe88: ciao! Sono davvero felice che continui a seguire la ff con piacere, grazie delle lodi sulla parte Spuffy. La storia sta volgendo al termine, sì. Mancano uno o due capitoli, dipende se riesco a far stare tutto quello che deve succedere nel prossimo o no. (Lo so: sono completamente disorganizzata-__-). Un bacione, a risentirci!

Arya: ciao!Grazie della recensione e dei complimenti, te ne sono grata. Come avrai notato, ho lasciato un po’ da parte le vicende di Buffy e Spike, dato che era un momento di crisi. Ma nel prossimo ricomincio con lo Spuffy, promesso! Quanto alla morte della protagonista…non ti prometto niente. Leggi e vedrai! Baci.

Isabel: ciao! Che bello sentirti! Sono davvero orgogliosa che lo scorso capitolo ti sia piaciuto.^__^

Spero che anche questo sia all’altezza delle tue aspettative. Un bacio, a risentirci! Ps. Mi piace quella canzone dei Maroon 5! Molto bella.

Mokuren078: ciao! Anch’io adoro Spike geloso! L’hai visto nell’episodio della sesta stagione “Older and far away”? E’ impagabile! Grazie della recensione, spero di non deluderti mai. Baci.

Lalla86: ciao! Felice che la mia storia ti abbia appassionato, grazie mille della recensione e delle lodi. Spero che continuerai a seguire la ff con piacere. Un abbraccio.

Questo è tutto. Un’ultima piccola nota: non ho mai studiato psicologia, quindi le nozioni che spaccio per vere in questo capitolo potrebbero essere totalmente errate. Anzi, probabilmente lo sono. Siate clementi.^^”

A presto,

-Melany

  

 

 

 

 

  

 

  
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