Crossover
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Autore: _Arthur_    04/08/2011    4 recensioni
Sora decise che poteva sacrificarsi [...] e fece scorrere la scura lama nel suo petto [...] Melinda, in quel momento, era a posto: niente e nessuno avrebbe potuto disturbarla
Crossover tra "Kingdom Hearts" (giochi) e "Ghost Whisperer" (serie TV)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Telefilm, Videogiochi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
Arrivi

Il mantello purpureo strisciava sul pavimento, proprio dietro ai suoi piedi, sul pavimento di quello che una volta era l’imponente castello di Malefica.
Lei non avrebbe commesso i gli stessi errori della strega, si disse, non si sarebbe messa contro il Prescelto, ma lo avrebbe sfruttato, lo stava già sfruttando.
E ora che era arrivato anche il tassello mancante il suo piano procedeva a gonfie vele.
"nessuno mi fermerà, questa volta"
 

Di nuovo per terra, di nuovo in un altro mondo ma, questa volta, il senso di vomito era meno forte.
Melinda si era ritrovata in un vicolo di quello che doveva essere sicuramente un mondo nuovo.
- non dire niente – Anticipò il commento sarcastico del Riflesso.
- Non ho parlato! –
- stavi per farlo –
- Cos’erano quei mostri, nella villa? –
- Te  ne ho già parlato, ricordi? Ti avevo detto che molto presto li avremmo visti… Erano Heartless, carini, vero? –
- Taci -
Sora rise e la guardò rialzarsi da terra. Quando fu debolmente in piedi sulle sue gambe, la donna, poté osservare attorno a se. Notò subito il piccolo moguri che svolazzava, come immerso in una luce azzurrina, poco lontano da li.
- che ci fa, qui? –
- come ti ho già detto ce n’è sempre uno in ogni mondo! Principalmente vendono piccoli oggettini come la tua collana, che creano loro stessi!-
Ancora per qualche secondo guardò il piccolo pipistrello-orsacchiotto, per poi uscire dal viale e trovarsi in una piazzetta. Se non fosse stata maledettamente certa di trovarsi in un altro mondo, avrebbe potuto accantonare quel senso di abbandono, misto a rabbia e a una non indifferente dose di paura, che la pervadeva, poiché il luogo sembrava non aver niente di particolare. Alcuni negozietti di cianfrusaglie si affacciavano nel piccolo spazio, circondato da alcune case, e di li a pochi passi un papero ben vestito, con tuba e bastone, stava assaggiando un batecco di gelato…
“un papero ben vestito che assaggia un batecco di gelato?!?!”
Melinda fissò la figura per alcuni secondi, sbatté le palpebre, certa di avere avuto una brutta allucinazione e, solo dopo aver costatato che la sua vista rispondeva perfettamente al cervello, poté concedersi il lusso di rassegnarsi all’idea.
“beh, perché non ci dovrebbe essere un papero con tuba e bastone? Tanto ormai…”
La sua mente accantonò il problema in un profondo recesso e li rimase, decisa a non lasciarsi sconvolgere.
A quel punto la donna allargò l’orizzonte di vista e  un’altra prova del fatto che non poteva essere nel suo mondo le giunse agli occhi: in mezzo a quello che doveva essere un deserto, o il mare, o qualche assurda diavoleria, una grandissima cascata scendeva a picco dai basamenti di un castello che, visto in quel modo, sembrava galleggiare nell’aria. Sembrava che qualcosa avesse devastato le mura di quel luogo, una forza invisibile ma molto potente, almeno era quello che sentiva Melinda, tutt’ora lo sovrastava.
Istintivamente il suo corpo venne percosso dai brividi.
- Cosa è successo laggiù? – chiese
- Uh… una lunga storia, magari quando ho tempo te la racconto –
- Per quale motivo tutti questi segreti?? –
- Con chi stai parlando? – La voce di Roxas la sorprese alla sua destra: non lo aveva sentito arrivare.
Melinda non sapeva cosa rispondergli… ma Sora le giunse in aiuto:
- Digli la verità!-
“La verità? E sia”
- Ciao, Roxas –
- Ciao. con chi stavi parlando? –
- Vedo che non demordi, eh. –
- Già –
- Con Sora, stavo parlando con Sora –
La notizia travolse Roxas, in una maniera che non sfuggì alla donna
- O meglio – Continuò Melinda – Con il suo riflesso –
- Il suo… Riflesso? –
- Si, cosa ne sai, in proposito?-
- Niente; a meno che… non si tratti del suo fantasma. Come diceva Xemnas –
Alla parola “fantasma”, Melinda capì che anche Roxas conosceva la storia dei Riflessi
- Si, proprio così. Il fantasma di Sora, un concentrato di ricordi, emozioni e modi di essere. Purtroppo, però, “Fantasma” non è il termine adatto, visto che l’ ”originale” è ancora vivo, e che bene o malo lo sei anche tu – lo sguardo che gli mandò significava solo una cosa: “so chi sei”.
- Perciò lui e le altre Anime dei membri dell’organizzazione si chiamano Riflessi: riflessi di una vita passata, riflessi di corpi che non sono raggiungibili, e cuori sparsi chissà dove –
Roxas capì subito che Xemnas ci aveva visto giusto anche quella volta: La descrizione che la donna aveva appena dato era esattamente quella del capo dei tredici. I Riflessi erano la parte mancante, ciò che ancora mancava nelle loro non-esistenze.
- E quindi – disse il Nessuno – mi vuoi dire che, in questo momento, il Riflesso di Sora, il mio riflesso è qui? E perché tu lo vedi? –
- Per lo stesso motivo per cui vedo te! –
- E perché non me lo hai detto, prima, a Crepuscopoli? –
- è stato lui a vietarmi di farlo; se vuoi posso farmi dire il perché –
- Fallo, e, già che ci sei, chiedigli una cosa che solo lui può sapere –
- Non mi credi, eh? – Non poteva biasimarlo, in fondo.
Si girò verso Sora, e lui rispose alle richieste:
- Una cosa che posso sapere solo io? Digli che proprio lì – ed indicò il castello – è stato il posto in cui Sora si è ucciso, dopo aver combattuto con il suo amico di infanzia, Riku. E digli anche che, probabilmente, è stato il primo luogo che ha visto nella sua nuova “non esistenza”-
Melinda riferì il tutto al Nessuno.
- E – continuò seguendo ciò che le diceva il fantasma – ti chiede se, avendoti detto che lui era con me, saresti venuto o avresti istantaneamente deciso di dire tutto a Xemnas
Chiunque lui sia-
“ e così “ Roxas pensò “ero già abbastanza furbo, anche da vivo” Anche un Nessuno riusciva a sentire la stranezza di quella situazione. Nessuno, nella storia dell’Organizzazione, aveva mai potuto venire in contatto con il suo io originale, anche se un quella, “mezza forma”.
- Ve lo concedo, Xemnas, che tanto per la cronaca è il capo dell’Organizzazione, ci aveva comandato che, nel caso avessimo avuto anche solo il minimo presentimento che un Riflesso, come li chiami tu, fosse stato vicino a noi, avremmo dovuto istantaneamente chiamarlo –
- e perchè, ora, non lo fai? –
Ma la risposta le giunse dal Riflesso:
- non lo sa. Non è come gli altri Nessuno che non provano emozioni ne sensazioni, in lui rimane ancora qualcosa; forse perché Sora, dopotutto, è ancora vivo. Roxas prova alcune sensazioni ma non le capisce. –
Da tutte le descrizioni che Sora le aveva fatto dei membri dell’organizzazione, Melinda aveva pensato a Roxas molto diversamente a come lo trovava. Forse era quella coscienza che gli leggeva negli occhi, o quella strana sensazione di “mancanza” che gli vedeva in viso. Non era quell’essere senza sentimenti che si aspettava, e ora capiva il perché.
- Quindi? Cosa dobbiamo fare? – il non-ragazzo biondo platino si stava guardando attorno, in attesa di sapere quale fosse la “missione”.
- Secondo il nostro Sora in questo mondo si è nascosto uno dei Riflessi, dobbiamo trovarlo e portarlo con noi –
- e dopo? –
- e dopo troveremo gli altri… e ognuno di loro ci seguirà. E Poi non so cosa faremo; va bene, così –
- Poi avrai fatto il gioco di Xemnas! Radunare tutti i Riflessi… è come offrirglieli su un piatto d’argento! –
- non abbiamo alternative –
- … vorrei sapere chi te lo ha fatto fare! –
- è una lunga storia – disse girandosi verso il fantasma
- non guardarmi così! – si lamentò Sora - Sai che non avevo altra scelta! –
- beh - Rassegnata, Melinda si voltò verso il castello - andiamo, quello è il luogo più probabile in cui troveremo qualcuno –

 
La Dama Rossa abbassò piano il cappuccio del mantello e osservò, sotto di lei, le tre figure allontanarsi. Subito dopo parlò all’aria, dietro di lei:
- Quindi, Myde, avevi ragione… è arrivata fino a qui. Ne ha fatta di strada! –
Se Melinda avesse potuto sentirla, si sarebbe voltata e avrebbe visto una donna parlare a tre figure, peccato che sarebbe stata l’unica a vederli.



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Scusate il ritardo
ma le cosa da fare in estate si moltiplicano, senza considerare che l'esame di solfeggio si avvicina (qualcuno mi salvi).
e quindi questo quinto capitolo è arrivato in ritardo, inoltre la storia inizia un po' a sfuggirmi, e mi tocca aggiungere elementi  nuovi (che quindi riichiedono tempo per essere pensati XD)
Spero di essere più bravo, per il prossimo capitolo. Ma non garantisco niente.
Intanto vi chiedo se questo capitolo vi è piaciuto!! Fatemi sapere, mi raccomando, ergo, Recensite!!
Un saluto a tutti!
BuonCiao! :D
_Arthur_
P.S. Ma, scusatemi, anzichè chiamarli "Nessuno" non potevano usare un altro nome? ciò non agevola la scrittura, no...

  
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