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Autore: SidRevo    05/08/2011    10 recensioni
Lo so che la dovrei smettere di intasare questo fandom stressando il resto del mondo con la mia malsana dipendenza, e che farei meglio a chiamare uno psicologo...ma Britin porta anche a questo!
Ci sono migliaia di raccolte sulla suddetta coppia, me ne rendo conto, ma anche stavolta non sono riuscita a resistere dal propinarvi la “roba” – appunto – che zampetta nella mia testa a riguardo, e che per ovvi motivi di trama non posso inserire nella long che sto scrivendo.
Ogni capitolo è scollegato dall’altro, portando quindi a raiting, timeline, generi e ambientazioni diversi. Un grosso e casuale agglomerato di Britin per intendersi, che spero vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Smile.

Raiting: Verde.
Timeline: Molto Post 5x13.



*'*'*


“Smile” 
[betato da Trappy]



Osservi attentamente gli occhi scuri identici ai tuoi, nella forma e nel colore, e quei lineamenti che sembrano fatti esattamente con lo stesso tuo stampo, neanche stessi guardando una tua vecchia fotografia, o uno specchio capace di ringiovanirti; ma quello davanti a te non è né una foto né uno specchio...è “solo” tuo figlio.
Il tuo grande orgoglio, il tuo più bel successo.
Lo vedi gonfiare le guance, con la tua stessa espressione scazzata: quella di chi sembra essersi appena strappato il fegato e la milza con le mani, per ammettere prima con se stesso, poi a voce alta, qualcosa che mai avrebbe voluto dire neanche sotto le peggiori torture medievali.
E, probabilmente, la tua espressione stupita per quello che le tue orecchie hanno appena sentito non deve certo aiutarlo. «Credo di non aver sentito bene.» borbotti, e lui ti lancia un
occhiata degna di una delle tue migliori espressioni incazzose.
Piega le labbra all
interno della bocca; e quasi ti salgono i brividi lungo la schiena nel sentire il suo tono sprezzante e sfrontato, eco del tuo. Sono ormai ventanni che ti sbatte letteralmente in faccia quanto sia identico a te, ma ancora non ci hai fatto labitudine, e probabilmente mai ce la farai. «Devo davvero ripeterlo?» sputa acido, assottigliando lo sguardo.
«Stai
seriamente parlando di te stesso?» chiedi scettico. «Cioè...sei sempre Gus Kinney o una qualche cazzo di navicella spaziale ha pensato bene di sfarfallare da queste parti per rapire mio figlio e appiopparmi un suo surrogato?»
«Cazzo, pà! Ha ragione Ted!» sbotta nervoso. «Fai proprio schifo a tirare su il morale! Meno male che sei troppo stronzo per fare del volontariato, o le stime dei suicidi raggiungerebbero picchi mai visti!»
«Ragazzino, una cosa alla volta. Devo ancora digerire il fatto che mio figlio sia etero!» Gus solleva le sopracciglia con un
espressione scocciata e non riesci a trattenere una smorfia. «Che cazzo ci troverai nel leccare quella...cosa, non lo capirò mai!»
«Tutti non fanno che ripetermi quanto somiglio a te...qualcosa da mamma dovevo pur ereditarla, no?»
«L
ho sempre pensato che le leccaciuffe avrebbero avuto una cattiva influenza su di te.»
«E io lo sapevo di aver sbagliato
padre a cui chiedere.» borbotta, calcando bene la parola “padre”, perché tu la percepisca chiaramente.
Lo guardi fintamente offeso, tenendo a mezz
aria la tazzina di caffè, per poi sorridere sornione. «E perché mai dovresti chiedere a lui? Somigli a me, anzi somigliavi...» rettifichi girando con sadismo il dito nella piaga, e lo vedi roteare gli occhi.
«Non è esatto. Somigliavo al
vecchio te.» controbatte, con quell
espressione spavalda che vorresti prendere immediatamente a schiaffi, se solo non fosse un fottuto controsenso, dato che...sì, anche quella è perfettamente uguale alla tua. «Mi pare che tu ti sia accasato da un bel po nel tuo bel castello principesco, con il tuo maritino. Ti ci vedo bene in pantofole e vestaglia, con gli occhialini calati sul naso, mentre passi le serate a leggere il giornale vicino al fuoco del camino...vecchio
Posi la tazzina sul piattino per desistere dal lanciargliela contro. Incroci le dita e fai buon viso a cattivo gioco. In fondo è ancora solo un moccioso e ne ha di strada da fare prima di raggiungerti. «Si da il caso che io non porti gli occhiali perché la mia vista è
ottima. Infatti vedo benissimo quanto sei coglione.» e uno a zero per Kinney Senior. «Seconda cosa, nel caso tu non te ne sia accorto...e il motivo torna alla frase di prima, è quasi estate, piccolo stronzetto...quindi non accendo proprio nessun cazzo di fuoco in nessun cazzo di camino. E terzo, tuo padre e l
altro tuo padre, hanno decisamente di meglio da fare che leggere il giornale in pantofole e vestaglia.»
«Cosa? Giocare a bridge?»
«Scopare, piccolo mocciosetto impudente.» gli sorridi sprezzante. «Quello che presto non farai più tu, perché ti sei...Dio, potrei vomitare solo a tentare di pronunciarlo.»
«Non la conosci neanche!» scatta sulla difensiva; e ora sì, che ti vengono i brividi. Questa non è una tua eredità...questo è tipico dell
altro padre di Gus. Appartiene a lui un vizio simile, ed è a lui che devi il fatto che tuo figlio sia meno ottuso e cieco di te per quanto riguarda i sentimenti e lamore.
D
altronde, però, è anche vero che a lui è stato insegnato ad amare fin dalla nascita, perché circondato da una vera famiglia. Tu lhai imparato dopo i ventinove anni.
«E spero anche di non farlo!» ribatti comunque stranito, al limite dello scioccato, dopo esser ufficialmente tornato ad avere qualche dubbio sulle proprietà nocive e letali dell
amore sulla gente.
Un giorno tuo figlio ti fa gongolare come un pazzo perché sai che scopa ovunque, senza legami e stronzate al seguito, perfetto lascito della tua vecchia e cara filosofia “Io non credo nell'amore, credo nelle scopate”, seppur lo faccia nel mondo etero...e il giorno dopo finisce col presentarsi da te con una faccia da funerale e ti chiede come tirarsi fuori dal pantano in cui si è andato ad infilare. Proprio un bell
affare!
«Ti sei innamorato anche tu, mi pare!» replica, e pronuncia proprio quella dannata parolina che non avresti voluto mai sentirgli dire...non a vent
anni almeno! “Innamorato”. Tuo figlio, Gus Kinney, si è fatto fregare come un fesso. Ne sei sempre più convinto...lamore porta guai. «E hai smesso da un bel po di scopare qualsiasi cosa ti capiti a tiro!»
Inarchi le sopracciglia e scandisci: «Si da il caso che io abbia quarantanove anni.»
«Cinquanta.» rettifica lui; e potresti giurare di averci sentito una lieve nota di soddisfazione nella sua voce.
«
Quarantanove. Ancora per qualche mese.» puntualizzi contrariato. «E, comunque, avevo molti più anni di te quando mi sono dato alla monogamia.»
«Solo perché avevi
molti più anni di me quando hai incontrato Justin.» ti accusa prontamente, e mai come adesso hai detestato questo suo esserti così simile anche nei modi di fare. Gus, come te, vuole sempre avere l
ultima parola.
«Non credo proprio.» rispondi deciso, anche se dentro il dubbio resta.
Chissà se sarebbe davvero andata diversamente; se saresti davvero riuscito a resistere a quei capelli troppo biondi, ai suoi occhi profondamente blu e ai suoi modi di fare che fin dalla prima volta ti hanno attratto come una calamita.
Ti concedi un lieve sorriso e ogni congettura ti abbandona, mentre nella tua testa si fa strada la consapevolezza che, a dispetto di tutti i “se” o i “ma”, ne sei certo, il tuo presente non potrebbe essere più felice.
E come se esistesse ancora quella strana fatalità che ha aleggiato intorno a te fino a farti uscire dal Babylon al momento giusto in quella notte di tanti anni fa – né un secondo di più, né un misero secondo di meno – e che ti ha fatto incrociare gli occhi dell
uomo che ami, anche adesso senti qualcosa che si stringe piacevolmente nel petto, e sai esattamente da quale parte voltarti per vederlo arrivare.
Non sai ancora come ci riesce – dopo tutti questi anni insieme resta sempre uno dei suoi misteri – ma ha l
assurda capacità di far sentire al tuo cuore la sua presenza.
E infatti è là, dall
altra parte della strada, che si guarda oziosamente intorno prima di attraversare; e ti sorride non appena si accorge del tuo sguardo, illuminando qualsiasi cosa intorno a sé.
Ti perdi ad ammirarlo, con una lieve punta d
invidia nel constatare che nonostante il tempo sia passato anche per lui – e che il “tre-zero” lha già superato da parecchi anni, ormai – mantiene sempre quella sua tipica aria di ragazzino sognante, e continua a indossare perfettamente i suoi vecchi e adorati jeans sformati, in piena linea con quella che trovi essere la sua terribilmente eccitante essenza dartista.
Non riesci a non sorridere più apertamente quando i tuoi occhi notano le scarpe da ginnastica malmesse, e ridacchi nel vedere che continua a portarsi appresso quella vecchia tracolla – cimelio della sua trapassata frequentazione dell
accademia delle belle arti – quando con tutti i soldi che ha guadagnato in questi anni, potrebbe comprarsene a migliaia in pelle umana...o pagarsi direttamente uno schiavetto che la porti per lui.
Ma è anche per questo che lo ami.
Lo ami per come si ostina a rimanere con i piedi per terra – pur dipingendo sempre e solo quello che gli va, come e quando gli va – quando tutti al suo posto sarebbero volati altezzosi chissà dove; lo ami per come non ti da ascolto, quando cerchi di convincerlo a indossare un vestito formale a una delle sue importanti personali e lui ti guarda scettico, mentre s
infila unanonima camicia bianca e un paio di pantaloni a caso...ma soprattutto lo ami per quegli sguardi carichi di tensione sessuale che ancora intercorrono tra di voi e che sembrano non volersi placare mai.
Lo ami perché semplicemente sai che non ne avrai
mai abbastanza di lui.
«Buongiorno famiglia Kinney.» vi canzona, e come sempre dà un buffetto a Gus e un bacio a fior di labbra a te. La regola è: “niente porcherie davanti al bimbo”, anche se il
bimbo in questione ha già passato da un bel pezzo la fase di api, fiori, cavoli e cicogne e scopa qualsiasi sciocca ragazzina carina che cade ai suoi piedi...o meglio, lo faceva prima del fattaccio; e anche se tu non ti faresti certo problemi a scoparti il tuo biondo marito sul tavolino del bar.
«Pà...» lo chiama Gus facendoti sorridere. Hai sempre adorato, fin dalla prima volta in cui l
ha fatto, che si riferisse così a Justin...anche se, ovviamente, non glielhai mai detto e mai uscirà dalle tue labbra. Sei innamorato, sposato, monogamo e con una vera famiglia, ma hai ancora un po di dignità da mantenere e il tuo famoso orgoglio! «Grazie a Dio che sei arrivato, perché il padre biologico è pressoché inutile.»
«Cosa ti detto questo essere gelido senza cuore?» gli risponde la tua dolce metà, con un sorrisetto insolente.
«Semmai cosa lui ha detto a me.» borbotti. «Sta cercando di farti restare vedovo prima del previsto.» Justin passa gli occhi da te a tuo figlio, visibilmente confuso, e ti decidi a pronunciare quelle tre parole che, messe secondo un filo logico e riferite al sangue del tuo sangue, ti fanno accapponare la pelle. «Si è innamorato.»
Gli occhi blu di tuo marito guizzano sorpresi verso tuo figlio e ti accomodi meglio nella sedia, con una gamba accavallata, pronto a goderti la crociata in cui
sicuramente Justin si lancerà per farlo rinsavire, spiegandogli quanto è importante che alla sua età si diverta e che continui a scopare in giro come ha fatto fino all
arrivo della guastafeste in questione. Accenni un sorriso compiaciuto nellattesa, ma quello che le tue orecchie odono, non è esattamente quello che ti aspettavi: «Davvero?» domanda sorpreso. «Ma è fantastico! Allora, chi è?»
«No, no, no.» intervieni allarmato. «È...
cosa
«Tuo figlio è innamorato. Non sei contento?»
«Ma ha solo vent
anni, Cristo Santo!»
Gus e Justin sbattono più volte le palpebre in silenzio, per poi scambiarsi una strana e poco rassicurante occhiata d
intesa. «Brian...» ti chiama il tuo “caro” artista fedifrago, con un sospiro calmo e quellaria che assume ogni volta che sembra dover spiegare a un bambino perché non può mangiare il dolce prima di cena. «Non ti ha detto che vuole arruolarsi e partire per la guerra, o farsi un viaggetto sulla luna. È solo innamorato, come tanti ragazzi della sua età.»
«Ma...» tenti di protestare, quando l
odioso trillo del telefono di Gus tinterrompe, e ti basta un attimo per capire che è Lei, dal modo in cui un sorrisetto va a increspargli le labbra e da come farfuglia scuse per andarsene.
«Io dovrei...»
«Va
pure.» gli strizza locchio Justin. «Bado io al vecchietto. Ti chiamerò in caso di ictus o infarti!»
«Ottimo, incoraggialo pure.» mormori stizzito, ripromettendoti dentro di te che questa non gliela passerai poi tanto liscia. Peccato che ogni punizione che balena nel tuo cervello prenda velocemente le sembianze di qualche giochetto erotico.
«Pà, ma almeno lo Stato te lo da un sussidio come badante?» ti sfotte apertamente il tuo caro pargolo, e le tue labbra si piegano in un sorriso tirato, molto poco amichevole.
«Poppante, vedi di fare poco il simpatico, o sarà la tua...» sgrani gli occhi in una smorfia disgustata e continui: «...che Dio ce ne scampi, fidanzatina, a farti da badante...perché sarai costretto a succhiare pappine con la cannuccia per il resto dei tuoi giorni!»
«Vorrà dire che ti farò compagnia.» risponde ironico, e tu inarchi le sopracciglia.
«Hai cinque secondi per sparire da qui, prima che ti prenda a calci nel culo!»
«Buona giornata, papino.»
«Anche a te,
stronzetto.» mormori e segui la sua figura con un sorriso sulle labbra e, senza neanche rendertene conto, uno sguardo carico d
amore condito da un pizzico dapprensione.
«Tranquillo
gelosone, il suo eroe resti sempre tu e nessuna ragazzina ti ruberà il posto.» commenta immediatamente Justin. Sai che a lui non puoi nascondere proprio niente, ma a volte proprio non vorresti che riuscisse a leggere così bene dentro di te. Hai ancora una reputazione da mantenere, dannazione!
«E chi ti dice che sono geloso? Di
mio figlio, poi!» ti fingi stranito, ma dal sorriso splendente che si apre sul suo viso capisci che la tua recita non ha funzionato affatto. Decide comunque di risparmiarti l
imbarazzo di fartelo notare e si limita a protendersi verso di te e regalarti quello che – finalmente! – è un vero bacio.
A malincuore separi le labbra dalle sue, quando entrambi capite che, con quell
impeto, non avreste neanche raggiunto casa prima di darvi alla pazza gioia, e uscite dal bar per incamminarvi verso la tua auto.
Tiri fuori il telecomando dalla tasca e fai per aprire la portiera, quando – guidati da chissà cosa – i tuoi occhi si posano in un punto a caso e riconoscono una figura molto familiare.
Gus è all
angolo della strada e sorride in un modo che mai gli avevi visto fare, con lo sguardo puntato ad incrociare quello di unaltra persona.
Ed è lì che senti una stretta al cuore, ma non è tristezza, né gelosia. Solo un po
di ironica e dolce malinconia, nel vedere che lespressione innamorata di tuo figlio è rivolta verso una chioma bionda e lucente, che incornicia un viso giovane dalla pelle lattea, ornato da grandi iridi blu e da un sorriso splendido.
«Sembra che abbia ereditato anche una certa passione da te.» ridacchia Justin, scoccandoti un
occhiata sorniona, prima di salire in macchina.
Lo segui sistemandoti al posto del guidatore e, attraverso il finestrino, guardi ancora una volta il tuo
bambino che ride felice. «Tipo cosa?» domandi con fare vago e tuo marito scuote la testa rassegnato. «Moda, droga, alcool o sesso?» lui rotea gli occhi e corre a imprigionare le tue labbra con le sue.
È un attimo quello successivo, in cui i vostri occhi si fissano e sembrano volersi fondere, come avete sempre cercato di fare voi due del resto, nel divampante bisogno di stare vicini,
insieme.
Lo vedi sorridere raggiante e, come se fosse tutto parte di uno stesso meccanismo, anche la tua bocca si distende armoniosa; e in quel preciso istante capisci che il sorriso che hai visto su tuo figlio non ti era poi così sconosciuto.
Anche quello l
ha ereditato da te. Anche quello, come te, ha saputo mostrarlo al mondo quando ha davvero imparato ad amare. 




Note dellautrice:  

Laltra volta era stata un’immaginaria figlia di Justin e Brian, stavolta non poteva che essere una OS su uno dei personaggi che più adoro: Gus...anche se non è più il piccolo bambino innocente! XD  
Altra OS molto fluffleggiante...ma che ci devo fare, amo così tanto i cari "Britin" che in qualche modo mi devo sfogare...e, visto che domani me ne volo in Grecia, ho pensato di salutarvi con un altro piccolo parto della mia mente malata! 
Spero vi sia piaciuto! 
Ringrazio tutti coloro che hanno letto la scorsa OS e coloro che hanno commentato! GRAZIE! 
Vi auguro nuovamente BUONE VACANZE e a presto! 

Un bacio, 
Veronica.

   
 
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