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Autore: rospina    05/08/2011    3 recensioni
Quanti ricordi …
In un angolo vide la parrucca di Nicolas. La indossò e modificò la voce. Quante volte l’aveva fatta ridere, e l’aveva protetta …
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due persone ben distinte. Allungarono la mano verso l’ambasciatore Esposito e dopo i saluti di rito dissero:

“Siamo venuti qui, per parlare del bambino che vive in questa ambasciata da qualche settimana …”

“Si lo abbiamo trovato davanti il portone …” si giustificò Juan

“Lo sappiamo, ma ora dovete consegnarcelo, non può stare qui!” sentenziarono

Juan si inalberò in un momento e tuonò:

“Questo è il territorio di Santa Juliana, e non potete fare  nulla, qui la massima autorità sono io!”

Martin lo guardò esterrefatto. Da quando era divenuto così sicuro di sé e fermo nelle sue affermazioni? Per un attimo gli parve di vedere suo padre, e capì quanto Thomas Parker avesse influito sulla vita del suo amico; nonostante fosse tremendamente arrabbiato con lui lo difese:

“Ha ragione, voi qui non potete decidere nulla”, ci fu uno sguardo complice tra i due, ma gli assistenti sociali non si arresero:

“Per il momento noi ce ne andiamo, ma state pur certi che torneremo al più presto”

E se ne andarono accompagnati dalla fedele Francisca.

Cecilia si accasciò sul divano bianco stringendo Angelo a se. Le lacrime iniziarono a scenderle sulle gote copiose. Il piccolo parve accorgersi della tristezza della donna, con le manine cercava di consolarla, ma non vi riusciva. Martin le si accostò e le disse:

“Non piangere, sai che puoi contare su di me per qualunque cosa!” non sapeva cosa dirle, ne tantomeno cosa fare. Gli squillò il telefono, era Lola e scusandosi si allontanò.

Juan prese il suo posto.

Non le parlò.

Le prese una mano, e con l’altra accarezzava Angelo. Cecilia lo guardava con tristezza, era come se tutto il mondo le fosse caduto sulle spalle. Ma il solo poter posare i suoi occhi negli occhi scuri e intensi di Juan, per potersi sentire protetta.

Juan le asciugò una lacrima e in un sussurro la rassicurò:

“Troverò una soluzione. Fidati di me”

Fidati di me.

Quelle tre parole le entrarono nel cuore. Si sarebbe fidata di lui comunque, come sempre.

Il suo cuore palpitò.

Juan si alzò e con sicurezza di diresse verso il suo ufficio. Non appena fu dentro chiamò Samuel Munoz:

“Samuel, ho bisogno di consulenza”

Gli costò un sacrificio enorme chiedere aiuto a lui, ma pur di veder Cecilia sorridere, e poter tenere Angelo con se era disposto a tutto.

Gli spiegò tutto quanto era successo, e lo vide sparire assorto in una telefonata.

“Juan vorrei parlarti” Cecilia aveva appena socchiuso l’uscio dell’ufficio

Lui le andò incontro e chiese:

“Che succede? Non preoccuparti per Angelo, troveremo una soluzione!” affermò deciso

“Non è per lui … -mormorò – è per la questione del cancelliere”

Lo sguardo di Juan divenne serio.

“Io non volevo mentirti … il fatto è che, il cancelliere voleva avere tutti conti …”

“Perché non me li hai chiesti?” chiese lui dispiaciuto “Non ti fidi di me?”

“Non è questo! Il problema è un altro, nessuno doveva sapere cosa stessi cercando, prova a controllare i conti sul tuo pc

“Non ne ho bisogno!”

“Fallo” impose lei

Lui l’ascoltò.

Tra tutte le diciture trovò moltissime donazioni di beneficienza ad associazioni varie, della quale lui non ne ricordava il nome. In quel momento Cecilia aprì il contenuto della sua pennetta; immediatamente si rivelarono tutti gli ammanchi, e la piccola Parker disse:

“Ho fatto una piccola ricerca e tutti i fondi di beneficienza portano ad un unico conto corrente,intestato a …”

“Sofia!” disse lui sbalordito. Non poteva crederci. Davanti ai suoi occhi apparve tutta la verità. Si sedette sulla poltrona di pelle mettendosi le mani nei capelli.

Per quindici anni aveva rincorso Sofia. Senza pensare seguendo il suo cuore, e nonostante gli occhi più volte gli rivelassero la verità, lui aveva negato l’evidenza. Era una donna senza scrupoli, che badava a se stessa e amava solo l’apparenza. E adesso a farle vedere la verità vi era lei. Cecilia. La sua bambina di sempre. Le disse:

“grazie”

Lei non capì per cosa la stesse ringraziando. Ma il cuore di Juan la ringraziava per avergli permesso di svegliarsi da un sogno di cristallo che si era creato, un mondo parallelo dove nulla era come si era immaginato, e soprattutto la ringraziava perché grazie a lei aveva scoperto cos’era il vero amore. Quello sincero, che fa amare incondizionatamente.

“Ho trovato!” disse Samuel entrando con voce trionfale in ufficio

“Cecilia si dovrebbe sposare, e così le darebbero in adozione Angelo!” le corse incontro e abbracciò la ragazza. Juan rimase impietrito mentre Samuel Munoz le diceva:

“Non potevo più vederti in quelle condizioni, e finalmente ho trovato la soluzione, un bel matrimonio e non dovrai staccarti da Angelo! Sei contenta?”

Era senza parole. Non era contenta, era Felice!

Corse via a dare la notizia a Zoe, e Martin.

L’unica cosa che seppe dire Juan fu:

“ti ringrazio per l’aiuto” ma in realtà era morto dentro. Cecilia si sarebbe dovuto sposare, e non certamente con lui.

Sofia ricevette la notizia per telefono proprio dal consulente e gli rispose:

“Ottimo lavoro! Finalmente fai qualcosa di buono! Adesso sposatela e portatela via”.

“Con chi eri al telefono?” chiese Juan alla donna

“nessuno tesoro mio!” rispose lei infida

“meglio così! Devo parlarti!” rispose secco lui.

 

ANGOLO AUTRICE

Ciao!!

Sono tornata e spero che siate contente quanto me! Un piccolo saluto a tutti voi che mi seguite e mi scaldate il cuore con il vostro immenso affetto in questa fredda estate!

Un bacio

Rospina

   
 
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