Film > L'incantesimo del Lago
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Autore: Fanny Jumping Sparrow    09/08/2011    4 recensioni
Clavius torna a seminare terrore nel regno di Derek ed Odette, accompagnato da un misterioso personaggio privo di memoria.
Intanto il lieto quadretto familiare della coppia reale è scombussolato da rivelazioni sconvogenti circa il loro passato.
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA PER MANCANZA DI TEMPO E ISPIRAZIONE. MI SCUSO PER CHI HA LETTO I PRIMI CAPITOLI, SPERO DI RIPRENDERLA DOPO AVER CHIUSO ALCUNE FF INIZIATE.
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clavius, Derek, Odette, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi, dopo molto tempo, con un aggiornamento. Come sempre un grazie a chi legge, chi segue e chi mette tra i preferiti.
Adesso la storia mi è più chiara e spero di concludere al più presto un nuovo capitolo.

Alla prossima!)


Capitolo 8: Ricerche


Al Castello del Lago c’era molta preoccupazione per le sorti di Jean Bob.
Derek aveva ordinato di cercare sue tracce in tutto il regno, Puffin si era affrettato a reclutare cigni, anatre e altri amici pennuti per trovarlo, e Freccia si era offerto di guidare le ricerche nei fiumi e nei laghi.
Uberta non aveva capito le ragioni di tutto quel dispiego di uomini, ma al tempo stesso non aveva ancora trovato un momento per parlare a quattr’occhi col figlio.
Stava impazientemente percorrendo uno dei tanti corridoi del maniero quando scorse Rogers, che sapeva essere il maggior confidente di Derek, nonché l’uomo più informato su qualunque fatto accadesse nel raggio di qualche miglio lì attorno. Con un pretesto lo fermò.
- Rogers! Almeno voi avete un minuto per me? – lo sorprese con tono pretenzioso e ammiccante.
Il maggiordomo approntò un mucchio di scuse senza senso tentando si seminarla, ma ad ogni passo che metteva avanti lei lo faceva indietreggiare o lo costringeva a spostarsi ora a destra ora a sinistra, così che sembrava che i due stessero facendo un balletto.
- Perché mio figlio anziché pensare ad un erede deve dare la caccia a degli animaletti? – cantilenò stridente la regina.
- Madame, temo che si tratti di affari di stato, dei quali non posso mettervi a parte – si discolpò Rogers, spingendola più sgarbatamente di quanto non fosse consentito, e riuscendo finalmente a passare.
Uberta non lo rincorse solo per dignità, ma era decisa a non inghiottire il rospo.

Quel mattino il risveglio di Jean Bob non fu dei migliori: si sentiva tutto il corpo intorpidito e freddo, come se il sangue avesse smesso di scorrere e la sua mente era più scombussolata che mai.
L’avevano lasciato in piedi, legato a quel tronco. Era prigioniero e non sapeva ancora il perché. Aveva visto troppo. Ma almeno quel terribile stregone gli aveva risparmiato la vita.
Per quanto ancora?
Malediceva la sua scarsa attinenza alla lotta: d’altronde aveva sempre creduto che un principe dovesse affidarsi ai suoi soldati e non rischiare la pelle direttamente. Ma ora gli avrebbe fatto comodo sapersi difendere, e quel fisico, ben più robusto del suo fragile corpicino da ranocchia, aveva grosse potenzialità, ma non sapeva come usarle.
D’un tratto la sua attenzione passò allo svampito tizio che viveva con lo stregone e che stava intrattenendosi poco lontano da lui dando da mangiare dell’erba fresca ad un cerbiatto.
Non sembrava particolarmente cattivo, e neppure particolarmente sveglio.
- Vi dispiasce slegarmi, buon uomo? – provò a chiedergli con la voce più supplichevole che gli riuscisse Jean Bob. Quello lo fissò per un attimo, con compassione, ma poi scosse la testa dispiaciuto, facendogli capire che non intendeva disubbidire agli ordini del padrone e, nonostante le insistenti suppliche del prigioniero, tornò nella piccola abitazione.
Ma neanche due secondi dopo Clavius riuscì, spingendolo fuori: - Mi serve quel libro! Dobbiamo tornare alla Montagna di Fuoco! Partiremo subito! – ansimò impellente, trascinandosi di fretta col bastone sulla sola gamba non dolorante verso Jean Bob, il quale ripeté balbettando il nome di quel posto, che da solo lo faceva tremare.
Smemorato si affaticava nel tentativo di sorreggere il mago che, quando si infervorava, zoppicava più del solito:
- Avevate detto che è esplosa.

Clavius si fermò un momento, scioccato e indispettito dalle precisazioni del suo aiutante: - Ora tu mi ci porterai! - lo intimidì muovendogli davanti agli occhi le dita, come a simulare che stava per scagliargli contro un qualche incantesimo – Oppure ti trasformerò in un vermiciattolo!
Il povero senza nome calò la testa in segno di assenso ma Jean Bob lo distrasse: - Non può farlo, amico. Non ha più poteri.
- Eri una rana, o mi sbaglio? – lo smentì Clavius, sebbene non sapere come fosse riuscito a compiere quella magia era qualcosa che lo rendeva più scontroso e irritato del solito.
Ciò detto lo imbavagliò mentre mandò Smemorato a recuperare da un nascondiglio di rovi un carrettino sul quale attaccarono il cerbiatto. Caricato Jean Bob, i tre si misero in viaggio, protetti dalle ombre della foresta.
   
 
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