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Autore: __Aivlis    09/08/2011    2 recensioni
Odio il freddo e costante mutare delle cose; e anche ciò che muta diventa parte integrante del lento scorrere dei giorni, e tutto sa di niente. Non c'è vetta che non valga la pena del viaggio, e l'unica cosa che sento di auspicarmi è che questa non sia l'eccezione che tutti colgono. Non un'altra monotona scia di invisibili emozioni, voglio che tu sia per me il tocco di rosso sulla mia tela immacolata; ciò che è immobile ma tutto muove. E non dirmi che sarai l'unico, dimmi che sarai il solo. Dimmi che questa sarà l'unica volta in cui "finalmente" sarà la parole d'ordine. E una nuova vita mi accoglie tra il verde dei suoi rami, e nuovi colori tempestano l'immacolato, e lo fanno vivo. Spero solo che ne sarà valso il viaggio.
Eloyn.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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© Amor Vincit Omnia.

Scusate per il ritardo ma l'Inghilterra ha avuto la meglio sulla mia voglia di scrivere. Buona lettura e ci vediamo a fondo pagina.



So think of the times,

the days we spent laughing away..

« Adesso o più tardi, dovrai dirgli tutto. Non puoi continuare a far finta di niente e rischiare di farti venire un colpo ogni volta che lui si presenta da te dicendoti che deve parlarti »
Stava vivendo in agguato ad aspettare il colpo del nemico. Ogni santo giorno pregava un qualsiasi Dio che lui non sapesse ancora niente, e quando lui le si presentava con lo sguardo ancora felice e rilassato di chi è ignaro di tutto, allora si riprometteva che prima o poi glie lo avrebbe detto, perché alla fine era un peso troppo grande da dover sopportare troppo a lungo.
Ora le parole di Eloyn le rimbombavano in testa mentre pensava se fosse giusto o no finirla così, quella favola che l'aveva presa e portata in alto per la prima volta nella sua vita. Era giusto che dopo tutto quel tempo finalmente avesse trovato un posto nel mondo e che proprio per colpa sua fosse costretta a rinunciare?
L'aria in quella anonima macchina ferma sul ciglio della strada cominciava a farsi pesante e ad ogni respiro il suo corpo immetteva ed emetteva umidità. Tolse le mani dal volante e abbassò il finestrino per far circolare un po' d'aria, respirò a pieni polmoni. Aveva come una sorta di dolore all'altezza dello stomaco, qualcosa di forte che la faceva muovere in modo strano e nervoso.
L'orologio elettronico della macchina segnava le sei e un quarto, era in quella gabbia da circa un quarto d'ora, poteva anche bastare come tempo di riflessione e la sua meta era ferma a qualche passo da li. Eppure le sembrava tutto così strano. Sapeva bene cosa sarebbe successo se solo avesse avuto il coraggio di confessargli tutto, sapeva che la loro relazione sarebbe arrivata al capolinea, la sua negatività cronica glie lo accertava. Ma sapeva anche che se non fosse stata lei a farlo, glie lo avrebbe detto qualcun altro, e allora avrebbe fatto meglio a cambiare paese pur di non sentire i suoi silenzi. L'unica cosa certa in quel momento era la paura che Chelsea aveva dei silenzi di Jimmy. Perché ogni cosa che lui compiva era sempre amplificata solo per il fatto che era lui a farla. E se una sua risata era capace di scioglierti il cuore, un suo silenzio sarebbe bastato a sconfiggerti, annientarti completamente.
Poi in certe situazioni arriva il momento di non-lucidità e allora dai il via a quella catena di movimenti inarrestabili che porteranno ad una inevitabile e disastrosa fine, ma che avvengono, l'uno concatenato al successivo, con una naturalezza forse eccessiva. Come era naturale in quel momento scendere dall'auto e dirigersi velocemente verso la porta di casa di Jimmy e suonare al campanello. Poi ad un tratto si ritrovò lì ad aspettare che qualcuno le aprisse. E come ci era arrivata? Come in un trip mentale, come quando ti ubriachi, il tragitto dall'auto al portone era per lei un buco nero. Non ricordava bene con quale forza era arrivata fin lì, ma l'importante era che alla fine, volente o nolente c'era arrivata.
Jimmy le aprì la porta e Chelsea volle davvero morire lì. Lo guardò negli occhi come se fosse la sua ultima volta. E doveva essere davvero scossa perché Jimmy se ne era accorto, dal suo sguardo.
« Chelsea, che hai? », le chiese con il tono di voce più preoccupato che Chelsea gli aveva mai visto addosso.
« Ehm.. Jimmy », cominciò, quasi ridendo di quello che aveva da dirgli, come per sdrammatizzare. « Io... devo parlarti. E' importante. »
Stava tremando come una foglia secca.
« Ok, ok. Però.. santo cielo Chelsea calmati.. vieni, entra.. »
Le fece spazio per entrare le strinse le spalle nelle sue forti e grandi mani. Vedeva la preoccupazione del suo volto per qualcosa che pensava non lo riguardasse direttamente. Invece si sbagliava. La condusse in cucina e la fece sedere su una sedia.
« Ti faccio un tè? Anzi, sarebbe meglio una camomilla.. » fece lui, tranquillo.
« No, no! Niente, grazie.. », si alzo lei di scatto.
Improvvisamente, ogni gesto che lui compiva nei suoi confronti le sembrava immeritato.
« Ho bisogno di dirti una cosa, seriamente. »
« Ok, sentiamo.. » rispose lui quasi per rassicurarla e sedendosi accanto a lei.
Chelsea si rimise seduta e lo guardò negli occhi, sentiva già le lacrime pungerle dietro agli occhi e un groppo salirle alla gola.
« Io.. Jimmy, c'è qualcosa che non sai e che ti riguarda abbastanza da vicino.. » iniziò. Lui la guardava, impassibile. « Ho baciato Brian. »
In quel preciso istante il tempo sembrò congelarsi. Anche Jimmy davanti a lei non sembrava più vivo, e nemmeno lei stessa, il suo cuore.
Jimmy la guardò, neanche tanto sconcertato, come se in un certo senso se lo aspettasse. Stette un po' così, a contemplare il suo volto teso, le rughe che le si erano formate sulla fronte e poi riuscì a parlare.
« Oh, b-bhe.. », balbettò. « Questo cambia le cose.. E tu... Tu lo ami? » chiese lui paralizzato.
Chelsea si accorse di non aver dato nessun tipo di giustificazione: le deduzioni di Jimmy potevano essere più che fondate.
« No, no, no, assolutamente no! Jimmy, ho fatto un cazzata enorme e me ne sono pentita.. Michelle e Brian si solo lasciati per questo e mi sento una vera merda ma, credimi.. io.. »
« Forse sarebbe meglio che smettessimo di vederci anche noi. » la interruppe lui, secco.
Era proprio quello che temeva e che sapeva sarebbe successo. Si era preparata per quell'ultimo, straziante colpo. Doveva esserlo, se non altro. E invece no: lo fissò negli occhi per interminabili secondi e lui fece lo stesso, con gli occhi lucidi pieni d delusione. Lo fissò chiedendosi il perché di quella storia finché non sentì un a lacrima solcarle una guancia e scivolarle lungo la bocca semi aperta. Sentì quel sapore salato della sconfitta: il suo mondo era appena crollato.
Chelsea si alzo lentamente in piedi e tirò su col naso mentre con la mano si asciugava la lacrima. Ma non fece in tempo a scacciarla via che un'altra, più grande, le stava già scivolando via sull'altra guancia, stavolta più vicina al naso.
Si allontanò a passi lenti dalla stanza e si diresse verso la porta. Aveva la mano sulla maniglia quando la voce di Jimmy le scaldò ancora un volta il cuore facendola quasi sussultare.
« Chelsea, torna qui. Ho solo detto “forse”.. »
In realtà, quando aveva visto il volto di Chelsea soffermarsi su di lui come fosse stata l'ultima volta, ci aveva completamente ripensato. Per quanto potesse esser stata stupida, lui la amava e non poteva vivere senza. Con Brian avrebbe fatto i conti in separata sede.
Si alzò dalla sedia e andò incontro a Chelsea che dalla porta di era voltata e lo osserva con il volto rigato di lacrime. Le si avvicinò e lei fece lo stesso, ma inaspettatamente Chelsea allungò il passo e lo abbracciò, come a volersi sostenere a quell'unico appiglio che le era stato concesso. Anche ora, come se fosse l'ultima volta.
Lui non poté  far altro che abbracciarla di rimando e tranquillizzarla. Ormai la sua decisione l'aveva presa e per adesso non si sarebbe allontanato da lei. Non avrebbe potuto, neanche volendo.
« Chelsea, io non voglio lasciarti.. ma prova a capirmi, sono deluso... mi chiedo solo perché lo hai fatto. »
« Non lo so! » esclamò prima di iniziare a singhiozzare come una bambina.
Era arrivata al punto di stare per perdere la sua unica ragione di vita in quella città. Si era vista messa a nudo difronte al mondo e, anche se per un attimo solo, l'idea di tornarsene a Washington le aveva sfiorato la mente. Era normale reagire così.
« OK, ok. La supereremo, va bene? Insieme, come sempre.. » la rassicurò Jimmy, e le diede un delicato bacio tra i capelli.

Improvvisamente, dopo quella confessione improvvisa, gli era tutto più chiaro. Michelle e Brian chiusi nelle rispettive case da più di qualche giorno, la litigata tra Chelsea ed Eloyn e anche gli strani comportamenti di tutti. Tutto era chiaro, e più che mai lo erano anche i suoi sentimenti.
Ora però era arrivato il momento di scontare la pena, non tanto per Chelsea – che aveva visto il proprio mondo sgretolarsi e ricostruirsi in meno di venti secondi – e in quel lasso di tempo Jimmy aveva potuto constatare che lo amava davvero – quanto per Brian. Non usciva di casa di una settimana, era sicuro che lo avrebbe trovato lì.
Quando bussò alla porta sentì quasi la rabbia scivolargli fino alle nocche e ricadere violenta sui battiti sul legno freddo e aumentò – per un motivo non precisato – quando vide Brian in condizioni davvero pietose che lo osservava quasi impaurito da dietro la soglia di casa.
« Che c'è? » chiese Brian all'amico.
« Non pensi dovremmo parlare? »
« Ti ha detto tutto, perfetto.. » rispose Brian sconsolato, alzando le braccia per farle poi ricadere stancamente di nuovo sui fianchi.
« Sì, direi di sì e.. »
« Senti, non mi sto lamentando. E' giusto così. Dai, entra.. ». Volse lo sguardo verso l'interno della casa invitandolo ad entrare. Jimmy lo fece, varco la soglia di casa di Brian e lo vide stranamente calmo, come se non avesse più niente da perdere.
« Non vengo in pace, Haner. » statuì Jimmy in tono pacato.
Brian si voltò e lo guardò profondamente negli occhi.
« Lo so, Jimmy. »
Continuarono a camminare fino a raggiungere la camera da letto di Brian. Quando Jimmy entrò rimase scioccato dalla visione che gli si prospettava. La camera era in subbuglio: c'erano bottiglie di alcolici ovunque, piatti sporchi con gli avanzi di pranzi e cene posticci e panni sporchi appoggiati qua e là sui mobili.
« Questa è la mia vita da neo single, amico. » annunciò Brian con tono decisamente molto amaro.
« Ognuno a ciò che si merita » replicò l'altro, fermo sulla soglia della porta.
Brian sembrò pensarci su prima di incassare il colpo.
« Te lo concedo, Sullivan. »
Ci fu qualche attimo di silenzio, qualcuno di troppo.
« Adesso, hai intenzione di spiegarmi cosa ti è passato in testa oppure continuiamo a far finta di niente? »
« Vi siete lasciati? »
« Rispondi. »
Brian stette in silenzio, poi disse: « Se l'hai lasciata sei un idiota.. »
« Non c'è bisogno che tu me lo dica. E comunque no, non l'ho asciata. Stiamo ancora insieme, abbiamo chiarito. Ma in tutto questo lei non c'entra un cazzo. Qui si parla di me e di te... Sei un grandissimo stronzo, Haner. »
« Io, Jimmy senti. Chelsea è bella, ha un corpo da favola.. » ma si accorse che la sua premessa stava facendo arrossare Jimmy più del dovuto. « ..insomma, lo sai quanto io sia attratto dalle belle donne.. »
« Mi hai tradito, Brian. Siamo amici da quando eravamo ancora tutti vergini, per Dio. E tu mi hai tradito come se tutti questi anni non abbiano significato niente per te! » gli urlò contro, Jimmy, sfogando tutto il rammarico che aveva dentro. Ancora stentava a crederci, si sentiva quasi stanco, come se tutto quel tempo passato assieme gli fosse stato risucchiato via.
« Credi che avrei scelto lei invece che te? Me ne sono pentito nel momento stesso in cui è successo e poi mi sembra che la stia scontando anche io la mia pena, no? »
« Mi hai deluso, Brian. »
« Non ti chiedo di capirmi, solo di perdonarmi. »
Jimmy scosse il capo e lo guardò mettersi seduto sul letto e prendersi la testa tra le mani.
« Mi vedi? Vedi come mi sono ridotto per quella cazzata? Credi che non mi sia pentito? Ho perso la persona più importante della mia vita. L'avrei sposata se non fosse successo niente, cazzo. L'avrei anche sposata! »
Brian aveva gli occhi lucidi e stava perdendo il controllo.
« Non lo so, Brian. Non riesco più a fidarmi di te. »
« Riuscirai mai a farlo? »
« Forse sì.. »
« Sei mio fratello.. Jimmy » gli disse guardandolo intensamente negli occhi ancora una volta. Una piccola lacrima gli scese lungo il viso, accanto al naso e Jimmysi ritrovò a pensare a quante volte l'aveva visto piangere per qualcosa: veramente poche.
« Non puoi abbandonarmi.. non adesso » aveva poi continuato, Brian, senza togliere le sguardo dagli occhi di Jimmy.
Jimmy sospirò e si guardò intorno. Glie lo dicevano sempre che era troppo buono. Ma davvero non ci riusciva a lasciarlo nei casini.
« Ok, facciamo finta che non sia successo niente. Mi basta sapere che te ne sei pentito. »
« Non immagini quanto » rispose Brian alzandosi e andando ad abbracciare l'amico.
Forse in certi casi l'amicizia era più forte di qualsiasi altra cosa.

***

Silvie era riuscita ad integrarsi bene ed in fretta nel gruppo. Non le costava molto: era sempre stata un persona estremamente socievole. Eloyn poteva ancora ben ricordare le mattinate al parco con i suoi; di solito Silvie si metteva lì e giocava con gli altri in modo naturale ed Eloyn era sempre con lei, ma in disparte che la osservava ammaliata da ogni suo gesto.
La rapidità con cui Silvie faceva conoscenza era sempre stata una cosa che Eloyn le aveva invidiato, pensava mentre camminava lentamente tenendo il passo con gli altri. Si strinse ancora un po' nel suo cardigan quando un lieve brezza le scompigliò i capelli. La spiaggia di notte era uno dei posti che preferiva di Huntington Beach. Le infondeva pace, si sentiva bene quando i suoi piedi nudi sfioravano la sabbia ad ogni passo.
« El, hai idea di quando verrà Zacky? » le chiese Johnny facendola sentire come un pesce in una palla di vetro: isolata dagli altri e immersa nei suoi mille pensieri.
Eloyn si voltò e vide Johnny, Silvie e Matt guardarla, poi rispose: « E' a casa, faceva la doccia e arrivava ».
« Oh, sì. Me lo ha detto anche Val, la passava a prendere dopo aver fatto la doccia » confermò Matt.
Continuarono a camminare fino ad un ammasso di scogli situati proprio sulla riva del mare. Eloyn si fermò un attimo di più davanti a quell'enorme opera d'arte e sentì Silvie dichiarare: « Li aspetteremo qui ».
« Voi credete che questi scogli siano naturali? »
« Credo proprio di sì, cara Eloyn. Pazzesco, no? » le aveva risposto Johnny, fiero di vivere in quel posto magico.
Gli scogli formavano delle piccole grotte e dei piccoli balconi dove era possibile sedersi. Eloyn non aveva mai visto niente di simile. Il lieve bagliore della luna piena evidenziava i profili marroni e spigolosi di quella babele di anfratti bui.
Si sedettero ognuno in un angolo diverso, abbastanza vicini da poter parlare tranquillamente.
Eloyn prese la sua borsa e se la appoggiò sulle gambe incrociate, cercandovi dentro il pacchetto di Marlboro che aveva comprato prima. Quando lo ebbe trovato, lo aprì e si mise una sigaretta tra le labbra in cerca dell'accendino.
Il cellulare le squillò un attimo dopo che lo ebbe preso in mano per farsi spazio in borsa e ne approfittò per rispondere.
« Chelsea, ci raggiungi? »  chiese direttamente dopo aver premuto il pulsante verde.
« Alla scogliera, no? »
« Sì, siamo qui. »
« Arrivo con Jimmy fra poco. »
Intano altre due sagome indefinite si stavno avvicinando alla scogliera. Eloyn chiuse il cellulare e sgranò gli occhi; quando furono abbastanza vicine poté distinguere chiaramente i volti di Zacky e Val.
Lo fissò intensamente quando prese posto accanto a lei.
« Che c'è? » le chiese lui.
« Niente », e distolse lo sguardo. « Pensavo.. »
« A che pensavi? », chiese Zacky appoggiando la schiena al muro e invitandola a sedersi tra le sue gambe e trascinandola a sé per i fianchi.
« Pensavo a quanto ti amo ». Veramente Eloyn se ne accorse solo dopo della naturalezza con la quale aveva pronunciato quella frase, tanto che Zacky rimase dapprima interdetto, poi la strinse a sé e le diede un bacio sul confine tra il collo e la guancia. Rimasero stretti in quel modo ancora un po', comodi l'uno sull'altro come due pezzi di un puzzle che si completano a vicenda.

L'orizzonte era tempestato da mille colori diversi e il primo spicchio di sole saliva dal confine con il mare e si rifletteva sull'acqua tremolante. Con gli occhi infastiditi dai primi raggi di luce, Zacky diede l'ennesimo tiro alla sua sigaretta e appoggiò accanto a sé l'ultima bottiglia di birra vuota. Sentì i suoi occhi rilassarsi per quella frazione di secondo in cui guardò lo scoglio su cui era seduto mentre appoggiava la birra e contrarsi subito dopo quando rialzò lo sguardo. Passò gli occhi sopra al sole ancora una volta e si voltò verso Jimmy.
« Sai che c'è? Che l'alba è sempre stato il momento più bello della giornata.. » disse Jimmy.
Lo aveva quasi preso alla sprovvista quando aveva iniziato quel discorso. Un momento erano lì che parlavano di marche di birra artigianale e musica e l'attimo dopo lui se ne veniva fuori con affermazioni come quella. Non che ci fosse niente di strano, era solo un contrasto troppo accentuato, suonava quasi male.
« A me l'alba non è mai piaciuta, invece.. » aveva risposto Zacky meno convinto, cercando di dargli meno importanza di quanta Jimmy fosse riuscito a fare.
« Non so perché, c'è qualcosa in questa luce che mi fa sentire a casa.. i primi raggi di sole. E' come quando sei in casa e vieni abbagliato da un raggio trasverso, tanto che rimani cieco per qualche secondo buono.. solo che l'alba è un fastidio tenue e continuo, quasi straziante.. »
Zacky sembrò pensarci su ancora un po' prima di rispondere.
« Certo che tu sei strano. Eh, Jimmy? »
Jimmy lo guardò torvo di rimando.
« Però in un certo senso capisco cosa intendi dire.. » continuò Zacky, improvvisamente conscio delle parole dell'amico.
Jimmy spostò di nuovo lo sguardo verso l'orizzonte canticchiando le prime parole di Nightmare e poi disse: « Questa roba sconvolgerà il mondo »
« Lo dici ogni giorno e spero davvero che sia così »
« Io ne sono convinto » affermò fissandolo dritto negli occhi.
Zacky annuì cercando di convincersene anche lui.
« Chelsea ha baciato Brian.. » iniziò a raccontare Jimmy. Cambiò direzione quando si accorse dello sguardo di scuse negli occhi dell'amico. « ..ma questo tu già lo sapevi ».
« Credimi, te lo avrei detto se non avesse deciso di farlo lei stessa.. »
« Ti credo, dai. Mi chiedo solo cosa sia successo.. intendo dire, cosa mi è sfuggito? Ho sbagliato qualcosa? »
« A volte le persone hanno bisogno di rischiare di perdere ciò che hanno per rendersi conto di quanto importanti queste cose siano.. il problema si pone quando ti spingi troppo oltre e certe cose le perdi davvero.. »
« Io non la lascerò mai, Zacky. Non so davvero cosa sarei senza di lei. Già è tutto difficile, adesso, con questa faccenda del cuore e il CD e tutto il resto.. Dovete ringraziare lei se sto provando ad andare avanti nonostante tutto.. »
« Provvederemo in separata sede.. » ridacchiò Zacky. « Parlando di cose serie, non farti condizionare troppo dal CD. La salute è più importante di tutto il resto in certi casi.. Non fare cazzate.. »
« Non farò cazzate, ma non potete negarmi la mia batteria. Morirei senza poterla suonare.. »
« Ti chiediamo solo di allentare il tiro.. »
« “Allentare il tiro”. Quante volte l'ho sentita questa frase in questi giorni.. »
« Lo facciamo per te, Jimmy.. »
« E io ti dico, come sempre, che non raggiungerò i trent'anni, ma prima di raggiungere quella soglia voglio cambiare il mondo, Zacky, con la mia batteria.. »
« Fai come credi, ti staremo accanto in ogni caso, e questo lo sai già »
Jimmy gli rispose con due pacche sulla spalla, poi si voltò e dietro di lui vide che gli altri cominciavano lentamente a svegliarsi. Avevano passato la nottata lì senza neanche rendersene conto.
« Ragazzi, bisogna fare un brindisi! » urlò Jimmy alzandosi per aprire l'ennesimo cartone di birra. Così facendo svegliò chi ancora dormiva. Diede una birra stappata a testa e nel frattempo lo aveva raggiunto anche Zacky.
« A Nightmare, che cambierà il mondo e anche la nostra vita! » disse alzando la sua birra verso quelle degli altri.

Erano ormai e sette di mattina quando decisero di tornare a casa. Avrebbero passato la giornata ognuno chiuso in casa a dormire, probabilmente. Erano tutti molto stanchi.
« Ehi, hai bisogno di un passaggio? »
Silvie sentì che Johnny le si era avvicinato solo perché le aveva parlato; quasi le prese un colpo.
« Ah, Johnny, sei tu. Sì, magari. », sorrise.
Nessuno sembrava essersi accorto dell'intesa che era nata tra i due durante la notte. La notizia della rottura del fidanzamento tra Johnny e Lacey era arrivata alle orecchie di Silvie come una speranza molto viva. E solo in quel momento aveva cominciato a vedere Johnny come qualcosa di più che un semplice amico.
Dopo aver salutato gli altri Johnny e Silvie si diressero in macchina. A quanto pareva avrebbe passato la nottata da sola. Chelsea andava a dormire da Michelle insieme a Val per cercare di tirarla su di morale ed Eloyn se ne sarebbe andata a casa di Zacky.
Johnny non poté non vedere in quella situazione l'occasione perfetta per stare da solo con Silvie.
« Sto morendo dal sonno.. » esclamò Johnny non appena furono davanti alla porta di casa di Silvie.
« Sono sola, le altre sono tutte sparse per la città, che ne dici di farmi un po' compagnia? Così finiamo per discorso sugli zombie di Call of Duty di cui parlavamo prima.. »
« Con piacere.. »
Entrarono in casa lasciandosi alle spalle una ancora dormiente Huntington Beach immersa nei dolci colori dell'alba.

I never meant to leave this world alone,
I never meant to hurt the ones who care,
And all this time I thought we'd just grow old,
You know, no one said it's fair..

***
Note: Be' Londra era bellissima, lasciatevelo dire. A parte questo credo che questo capitolo mi sia venuto bene - cosa strana dato che di solito mi fanno tutti schifo -, ma sentitevi comunque in diritto di insultarmi se non vi piace. Credo che ormai abbiate capito tutti a che punto della storia siamo arrivati. Se non lo avete capito, avete qualche problema serio. No, scherzo, semmai lo capirete nel prossimo capitolo. Alla prossima, baci.
   
 
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