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Autore: Komadocchi    11/08/2011    1 recensioni
Kagura, la ragazza dalla testa dura e Okita, il ragazzo più sadico della terra (Takasugi è fuori classifica causa età) si incontrano mentre Kagura si trova sotto un potente temporale e lui si offre di accompagnarla a casa. Cosa succederà mai?
"I ciliegi erano stati rovinati dalla tempesta, notò Kagura quando ripassarono di fronte al parco dal quale era scappata di corsa.
Non si era salvato nemmeno un singolo fiore.
Era triste, ma con un sorriso si ritrovò a pensare che aveva fatto bene ad uscire per ammirarli. Non aveva solo visto quegli splendidi boccioli, ne aveva trovato anche uno da tenere tutto per se." OkitaxKagura
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagura, Okita Sogo
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un ringraziamento a coloro che mi hanno recensito *si compiace immotivatamente*. Siete troppo gentili, potete massacrare di più la mia storia.

*ATTENZIONE, CAPITOLO SMIELATO E PIUTTOSTO OOC*





Sotto il getto caldo della doccia, Kagura si stava chiedendo se quella era stata una buona idea. Insomma, era pur vero che adesso era al caldo e che aveva smesso di tremare e di starnutire, ma era altrettanto vero che aveva affidato i suoi vestiti ad un sadico per farli lavare ed asciugare.
Però era ingiusto trattare così Sogo. Lui era stato gentile. Aveva avuto mille occasioni per abbandonarla in mezzo alla strada e risparmiarsi un sacco di seccature.

Uscì dal bagno con addosso solo un asciugamano e trovò il ragazzo seduto sul letto con addosso una T-shirt nera ed una paio di jeans. Le porse una borsetta bianca di plastica con dentro degli indumenti.
“C'è un problema alla lavanderia, così ho fatto un salto per comprare dei vestiti asciutti. Spero ti vadano bene, sono andato un po' ad occhio.”
Era una vita che Kagura non aveva dei vestiti nuovi. Così come era mesi che non vedeva l'ombra di uno stipendio.
“Non dovevi, mi sarei rimessa quelli di prima!”
Lui si grattò la testa.
“Ehi, ti ho portato qui per stare asciutta. Se ti rimetti i vestiti di prima, tanto vale che torni in macchina a prendere freddo.”
Afferrò la sua divisa bagnata ed i vestiti di Kagura ed andò a stenderli in bagno.
Nel frattempo la ragazza tirò fuori dalla borsetta una maglia rossa di cotone molto attillata, con le spalline che si legavano dietro il collo e un paio di jeans neri a vita bassa.
Che bastardo, sembrano fatti per una zoccola.
Kagura li indossò e si specchiò in una specchiera accanto al letto.
La maglia le lasciava scoperto l'ombelico e le risaltava il seno, mentre i jeans le risaltavano il sedere. Tutto sommato era carina, forse anche sexy.


“Hey, sembri quasi una donna! Molto più quasi che donna.”

Sogo era uscito dal bagno e osservava Kagura appoggiato al muro.
“Ma che razza di vestiti hai comprato?” esclamò la ragazza, furiosa.
“I primi che ho trovato.” sogghignò lui in risposta. “Visto che pago io, posso scegliere, no?”
“Ma... ma... Sembro una prostituta, dannazione!”
“No, sembri una bambina che gioca a fare la donna matura con i vestiti della mamma o della sorella.”
Per Kagura fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso.
“Io SONO matura. Sono grande!”
Sogo scosse la testa, divertito.
“No, sei una bambina. Accidenti, potresti fare un sacco di cose da sola, invece non fai altro che correre da Gintoki e dirgli Gin, Gin, voglio questo, o Gin Gin, fai quest'altro.”

Le lacrime rotolavano senza sosta dalle guance di Kagura.

Furiosa, la ragazza corse verso Sogo con l'intenzione di prenderlo a pugni. Il ragazzo fu però più svelto: la prese per i polsi e la sbatté contro il muro.
“Non sei nemmeno capace di picchiarmi. Sei solo una mocciosa.”
“Non è vero!” protestò fiocamente Kagura.
“Allora dimostramelo.” E posò le labbra su quelle di Kagura.

La ragazza sgranò gli occhi. Cosa diamine stava facendo?

Mi da della bambina e poi mi bacia così, come se niente fosse? E' forse pazzo?

“Non ti capisco. Davvero. Dici tutto e il contrario di tutto. Prima sei gentile, poi scontroso, poi di nuovo gentile, poi mi prendi in giro e infine mi baci. Cosa vuoi da me?”

Sogo la lasciò andare e si sedette sul letto, fissando il pavimento.
“Non lo so. Ti odio. Ma quando ti metti a piangere non lo sopporto. E' come se dovessi farti smettere a tutti i costi. Ma non perché mi da fastidio. Perché mi fa stare male. Come prendersi a cazzotti da soli. E la cosa mi manda in bestia.”

Kagura sogghignò. “Non dirmi che ti sei innamorato di me.”
“Spero proprio di no. Sai, se proprio devo trovarmi una ragazza, spero almeno di poterci scopare insieme e non di dovergli scaldare il biberon.”

L'ha fatto di nuovo, è cambiato di nuovo. Ma ora ho capito perchè.

Kagura si avvicinò e si mise a cavalcioni del ragazzo. Prese il suo viso fra le mani e lo sollevò, costringendo Sogo a guardarla negli occhi.

Quanta tristezza e sofferenza.

“Da quanto?"
“Da quanto cosa, mocciosa?”
“Da quant'è che nessuno si preoccupa per te. Da quant'è che nessuno ti vuole bene?”
Sogo scacciò le mani di Kagura e tornò a fissare il pavimento.
“Non ho bisogno di queste cose! Sono un uomo.”
“No, sei bambino tanto quanto me. Fingi di essere freddo, che non ti importi di nulla e di nessuno. Perchè ti senti solo. Non vuoi mostrarti debole e quindi insisti nel trattare male chi ti si vuole avvicinare. Sei soltanto un moccioso che fa i capricci.”

Sogo fece per replicare, ma Kagura bloccò le sue proteste abbracciandolo e baciandolo. Il ragazzo rimase impietrito mentre lei lo guardava con i suoi occhioni blu, un sorriso dolcissimo sulle labbra e la sua mano che gli accarezzava i capelli.
Si strinse a lei, appoggiando la guancia contro la sua spalla. E, per la prima volta dopo tanto tempo, si mise a piangere.
All'inizio era solo una lacrima, poi venne fuori tutto il dolore dato dall'isolamento che si era procurato durante gli anni, il dolore per la morte della sorella ed infine la frustrazione di trovarsi a piangere fra le braccia che fino a qualche ora fa credeva di odiare, in quanto sua rivale.

Ma per tutto il tempo Kagura non aveva fatto altro che cullarlo e ogni tanto gli sussurrava che poteva sfogarsi quanto voleva.



Dopo quelle che sembravano ore, Sogo riuscì a ricomporsi.
“Hey, hai tutto il viso rovinato dalle lacrime.” Tentò di ironizzare.
“Ho un nome, sai? Kagura. KA-GU-RA. Non è difficile. E poi senti chi parla, sei un disastro.”
Sogo lanciò un'occhiata allo specchio. Aveva gli occhi rossi e gonfi, i capelli totalmente spettinati e il naso tutto rosso. Per di più, aveva bagnato la spalla di Kagura con tutte quelle lacrime.

Dovrei asciugarla.

E si rese finalmente conto che la ragazza era seduta sopra di lui, con le gambe leggermente strette alla sua vita.
Sogo arrossì furiosamente.






Nota: la vera love story fra Okita e Kagura http://29.media.tumblr.com/tumblr_lijqn475vh1qbmocno1_500.jpg :°D

   
 
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