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Autore: Komadocchi    13/08/2011    1 recensioni
Kagura, la ragazza dalla testa dura e Okita, il ragazzo più sadico della terra (Takasugi è fuori classifica causa età) si incontrano mentre Kagura si trova sotto un potente temporale e lui si offre di accompagnarla a casa. Cosa succederà mai?
"I ciliegi erano stati rovinati dalla tempesta, notò Kagura quando ripassarono di fronte al parco dal quale era scappata di corsa.
Non si era salvato nemmeno un singolo fiore.
Era triste, ma con un sorriso si ritrovò a pensare che aveva fatto bene ad uscire per ammirarli. Non aveva solo visto quegli splendidi boccioli, ne aveva trovato anche uno da tenere tutto per se." OkitaxKagura
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagura, Okita Sogo
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Ho un po' rimodellato questo capitolo dopo aver rivisto l'arco di Mitsuba (ç____________ç) Se c'è qualche errore, è colpa dei miei occhi offuscati dalle lacrime.




“Che cosa c'è ora?”
“Kagura...Ti dispiacerebbe alzarti?”
Per tutta risposta, Kagura gli si avvinghiò addosso.
“Che carino, hai detto il mio nomeeeeee!”

E' così dolce e calda.

“Anche io ho un nome. Sogo. SO-GO. Non è così difficile.”
Lei scoppiò a ridere.
“Non prendermi in giro facendomi il verso! Ma se vuoi che ti chiami col tuo nome, lo farò, Sogo.”
Lui sorrise.

Mi piace come dice il mio nome. Sembra fatto solo perchè lo pronunci lei.

“Ti dispiacerebbe ripetere il mio nome?”
“Cos'è, sei talmente scemo che non te lo ricordi? Sogo. SOgo. SoGO. SOGO. Sogooooo. SSSSSSSSSogo... Mhpf.”

Kagura venne interrotta dall'ennesimo bacio. Solo che questa volta non fu un semplice incontro fra labbra. La lingua di Sogo si muoveva lentamente e con dolcezza nella sua bocca mentre lui la stringeva contro di sé.
La ragazza infilò le mani sotto la maglietta di lui, per poter accarezzare gli addominali che ore di allenamento avevano reso duri come l'acciaio.

Ben presto entrambi si ritrovarono col fiato corto. I baci di Sogo si spostarono sul collo, mentre Kagura gli sfilava la maglietta di dosso.
La ragazza accarezzò le spalle di Sogo, i lombi, i pettorali. Per risposta, le dita del ragazzo risalirono la schiena di Kagura fino ad arrivare al collo, dove era allacciata la maglia.
Lei arròssì fino al midollo, ma gli concesse di procedere.

Senza più alcun sostegno, la maglia cadde in grembo ad Sogo, che scendeva ad occuparsi dei piccoli seni di Kagura.
Lei inarcò la schiena mentre lui usava la lingua e le dita per occuparsi stuzzicarle i capezzoli.

E' così bello. Non voglio che finisca. La amo

E' così bello. Non voglio che finisca. Lo amo

I due si accomodarono meglio sul letto. I baci di lui si spinsero fino al pube. Questa volta non aspettò nessun permesso e con dolcezza cominciò a sbottonare i pantaloni della ragazza.
Kagura ansimava con forza, un po' per l'eccitazione del momento e un po' per l'imbarazzo.
Sogo le aprì le cosce e prima che la ragazza potesse fiatare, cominciò baciare il suo sesso.
La ragazza si perse nel piacere che quel ragazzo, che sembrava essere fino a poche ore fa un disturbato mentale e che invece si era dimostrato solo un tenero ragazzo confuso e innamorato, le stava donando.


Sogo si staccò da lei solo dopo che ebbe un orgasmo. Era eccitato, ma sarebbe stato troppo avventato spingersi più in là. E non aveva nemmeno un preservativo con se. Si limitò a sdraiarsi di fianco a Kagura.
“Basta così?”
“Per oggi si.”
“Per oggi? Vuol dire che speri di trovarmi ancora sotto la pioggia, caricarmi in macchina e portarmi in un love hotel?”
“Più o meno.”


La coccolò dolcemente fino a che non si addormentò. Era bellissima mentre dormiva.
Era bello non pensare a nulla, mentre le dita scorrevano fra i suo capelli morbidi e setosi. Le cinse il fianco con la mano, sincronizzando il suo respiro con quello di lei. Non riusciva a smettere di sorridere.
Ma qualcosa si mosse nel suo stomaco.

Non sono abituato a tutto questo. Per anni ho tenuto tutto dentro e da quando è morta Mitsuba...
Non ho mai provato questa sensazione... Innamorarsi. E' così buffo. E' come se la volessi gonfiare di botte ed allo stesso tempo proteggerla con tutto me stesso.

Si passò una mano fra i capelli, confuso.

E se finissi per farle del male? E se la ferissi, anche involontariamente? In fondo è quello che ho fatto sempre. Ho rovinato la vita a mia sorella, impedendogli di sposarsi per la mia cocciutaggine. Faccio sempre preoccupare Kondo e faccio impazzire quel bastardo di Hijikata.

In quel momento, Kagura si rigirò nel sonno e finì per avvinghiarsi a Sogo con la stessa forza di un'anaconda.

No. Sorrise.
Lei è forte. Molto più forte di me. Sia sul piano fisico che psicologico. Casomai sono io che devo stare attento a non restare ferito. Anche fisicamente parlando.

Chiuse gli occhi. Per la prima volta, non gli fu necessario contare i cadaveri di Hijikata per addormentarsi.





Nota: “Era bello non pensare a nulla, mentre le dita scorrevano fra i suo capelli morbidi e setosi” è stato più forte di me, ma l'immagine che mi è piombata in mente mentre scrivevo questa frase era quella di Okita che steso sul letto accarezzava i capelli di Zur...ehm, Katsura.

   
 
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