Nota: Ho un po' rimodellato questo capitolo dopo aver rivisto l'arco di Mitsuba (ç____________ç) Se c'è qualche errore, è colpa dei miei occhi offuscati dalle lacrime.
“Che
cosa c'è
ora?”
“Kagura...Ti
dispiacerebbe alzarti?”
Per tutta risposta,
Kagura gli si avvinghiò addosso.
“Che carino, hai
detto il mio nomeeeeee!”
E'
così dolce e calda.
“Anche
io ho un
nome. Sogo. SO-GO. Non è così
difficile.”
Lei scoppiò a
ridere.
“Non prendermi in
giro facendomi il verso! Ma se vuoi che ti chiami col tuo nome, lo
farò, Sogo.”
Lui sorrise.
Mi piace come dice il mio nome. Sembra fatto solo perchè lo pronunci lei.
“Ti
dispiacerebbe
ripetere il mio nome?”
“Cos'è, sei
talmente scemo che non te lo ricordi? Sogo. SOgo. SoGO. SOGO.
Sogooooo. SSSSSSSSSogo... Mhpf.”
Kagura
venne
interrotta dall'ennesimo bacio. Solo che questa volta non fu un
semplice incontro fra labbra. La lingua di Sogo si muoveva lentamente
e con dolcezza nella sua bocca mentre lui la stringeva contro di
sé.
La ragazza infilò
le mani sotto la maglietta di lui, per poter accarezzare gli
addominali che ore di allenamento avevano reso duri come l'acciaio.
Ben
presto entrambi
si ritrovarono col fiato corto. I baci di Sogo si spostarono sul
collo, mentre Kagura gli sfilava la maglietta di dosso.
La ragazza
accarezzò le spalle di Sogo, i lombi, i pettorali. Per
risposta, le
dita del ragazzo risalirono la schiena di Kagura fino ad arrivare al
collo, dove era allacciata la maglia.
Lei arròssì fino
al midollo, ma gli concesse di procedere.
Senza
più alcun
sostegno, la maglia cadde in grembo ad Sogo, che scendeva ad
occuparsi dei piccoli seni di Kagura.
Lei inarcò la
schiena mentre lui usava la lingua e le dita per occuparsi
stuzzicarle i capezzoli.
E' così bello. Non voglio che finisca. La amo
E' così bello. Non voglio che finisca. Lo amo
I due
si
accomodarono meglio sul letto. I baci di lui si spinsero fino al
pube. Questa volta non aspettò nessun permesso e con
dolcezza
cominciò a sbottonare i pantaloni della ragazza.
Kagura ansimava con
forza, un po' per l'eccitazione del momento e un po' per l'imbarazzo.
Sogo le aprì le
cosce e prima che la ragazza potesse fiatare, cominciò
baciare il
suo sesso.
La ragazza si perse
nel piacere che quel ragazzo, che sembrava essere fino a poche ore fa
un disturbato mentale e che invece si era dimostrato solo un tenero
ragazzo confuso e innamorato, le stava donando.
Sogo si
staccò da
lei solo dopo che ebbe un orgasmo. Era eccitato, ma sarebbe stato
troppo avventato spingersi più in là. E non aveva
nemmeno un
preservativo con se. Si limitò a sdraiarsi di fianco a
Kagura.
“Basta così?”
“Per oggi si.”
“Per oggi? Vuol
dire che speri di trovarmi ancora sotto la pioggia, caricarmi in
macchina e portarmi in un love hotel?”
“Più o meno.”
La
coccolò
dolcemente fino a che non si addormentò. Era bellissima
mentre
dormiva.
Era bello non
pensare a nulla, mentre le dita scorrevano fra i suo capelli morbidi
e setosi. Le cinse il fianco con la mano, sincronizzando il suo
respiro con quello di lei. Non riusciva a smettere di sorridere.
Ma qualcosa si
mosse nel suo stomaco.
Non sono abituato
a tutto questo.
Per anni ho tenuto tutto dentro e da quando è morta
Mitsuba...
Non ho mai provato questa
sensazione... Innamorarsi. E' così buffo. E' come se la
volessi
gonfiare di botte ed allo stesso tempo proteggerla con tutto me
stesso.
Si passò una mano fra i capelli, confuso.
E se finissi per farle del male? E se la ferissi, anche involontariamente? In fondo è quello che ho fatto sempre. Ho rovinato la vita a mia sorella, impedendogli di sposarsi per la mia cocciutaggine. Faccio sempre preoccupare Kondo e faccio impazzire quel bastardo di Hijikata.
In quel momento, Kagura si rigirò nel sonno e finì per avvinghiarsi a Sogo con la stessa forza di un'anaconda.
No.
Sorrise.
Lei è forte.
Molto più forte di me. Sia sul piano fisico che psicologico.
Casomai
sono io che devo stare attento a non restare ferito. Anche
fisicamente parlando.
Chiuse gli occhi. Per la prima volta, non gli fu necessario contare i cadaveri di Hijikata per addormentarsi.
Nota:
“Era bello
non pensare a nulla, mentre le dita scorrevano fra i suo capelli
morbidi e setosi” è stato più forte di
me, ma l'immagine che mi è
piombata in mente mentre scrivevo questa frase era quella di Okita
che steso sul letto accarezzava i capelli di Zur...ehm, Katsura.