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Autore: zenzero    19/08/2011    2 recensioni
Fanfiction illustrata.
L'adolescenza dei due giovani principi di Figaro narrata dal punto di vista del diciassettenne Sabin.
Nei primi tre capitoli la storia è inventata, nei seguenti ho fatto una novelization, una trasposizione letteraria di quel che avveniva nel gioco.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edgar Roni Figaro, Sabin Rene Figaro | Coppie: Chupon/Typhon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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senza titolo Da ora in poi la storia non mi appartiene quasi per nulla. Mi limito a riportare pensieri ed azioni cosi' come avvengono nel gioco, inventando unicamente i pensieri dei personaggi.




Ci dirigiamo nella stanza  di nostro padre.   I domestici dovrebbero essere tutti a dormire, o al massimo svolgere qualche incombenza notturna, ma al momento nessuno di loro si pone un simile problema. Né io e Edgar diciamo qualcosa a riguardo. Tutti noi siamo nella camera di Stewart Remy Figaro, ora disteso sul suo letto e nascosto dalle tende del baldacchino. Tutti immobili, in attesa. Ognuno perso nei propri pensieri.

Questa corte solitamente chiassosa e ciarliera è ora immersa nel silenzio. Solo i respiri affrettatati del Re interrompono il fluire sempre uguale del tempo.

Sento che le gambe stanno per cedermi. Appoggio la schiena contro il muro. Cerco conforto nello sguardo di mio fratello. Ma lui non mi guarda, fissa il pavimento.

“Papà è forte”, mi dico, lo ripeto a me stesso come un mantra, “Papà supererà anche questa notte, e tutto tornerà come prima. Ne sono sicuro”

Deve essere così.

Dopo qualche ora, o forse sono passati solo pochi minuti, il respiro di papà rallenta. Diviene meno affrettato, meno potente.

La sacerdotessa, una donna dai capelli grigi che abita da sempre in questo castello, si avvicina al capezzale del Re, si china su di lui. Rimane per un po’ immobile, poi si solleva. Si gira verso di noi, ci guarda senza vederci.

La Corte riprende a parlare. Camerieri, cuochi, domestici continuano lentamente i loro discorsi. Piccoli bisbigli affrettati.

Non so cosa stiano dicendo. Non li sento. Non li voglio ascoltare. Tutti bisbigliano e scambiano occhiate, alternativamente al letto e a noi.

Poi, Edgar si gira verso di me. I suoi occhi blu non esprimono alcuna emozione in particolare, ma grazie a essi capisco. Capisco tutto perfettamente.

“Sabin..” sussurra mio fratello. Usa un tono che raramente gli ho sentito pronunciare.  La sua voce esprime sempre allegria, mai una simile rassegnazione. Si avvicina a me, avvicina un braccio per toccarmi, per consolarmi, ma io lo respingo con tutte le mie forze.

Sabin, Papà è…

ScreenShot012







“NON E’ VERO!”, urlo io con forza, e scappo via. Scappo dalla camera di mio padre e corro nel castello.

E’ uno scherzo. Non è vero. Edgar mente. Tutti mentono.

ScreenShot013


Le pareti del castello mi scorrono velocemente accanto. Non controllo le mie gambe. Mi conducono dove vogliono loro. Salgo rampe e rampe di scale, senza badare alla fatica.

Mi ritrovo sul terrazzo. E’ il punto in cui i soldati stanno di guardia, ma oggi non c’è nessuno.

Il vento soffia con forza, caldo, portandosi dietro la sabbia. Mi sferza la faccia senza scopo. I granelli di sabbia si mescolano alle mie lacrime.

Sono vuoto. Non c’è più niente dentro di me. Mi sono state portate via le persone che amavo. Non ho più niente.

A parte un fratello, che sento mi sta raggiungendo. Arriva al terrazzo e mi viene vicino.

ScreenShot015


“Ecco..” ,Edgar incespica, non sa come parlare. E’ la prima volta che mi capita di vederlo così, ”Papà..non ce l’ha fatta”, mormora.

Che cosa lo dice a fare, mi chiedo. E’ inutile costatare una cosa tanto ovvia, tanto orribile.

Sento altri rumori di passi che incedono sugli scalini di pietra. Più incerti e più lenti di quelli di Edgar.

“Siete qui, Principi”, dice una voce femminile. La sacerdotessa. Sul suo volto di pietra si scorge appena la fatica della salita, nient’altro.

“Vostro padre”, inizia a parlare con voce flebile e spenta , “Ha detto che intende affidare Figaro a entrambi. Queste sono state le sue ultime parole”.

La sacerdotessa e’ venuta fin quassù per dirci questo. Solamente questo. Non una parola di conforto, non il minimo dolore per la morte di nostro padre. Mi sale un moto di rabbia incontenibile. Velocemente mi alzo da terra.

“Che schifo!” urlo con tutto me stesso, “Lo sanno tutti che l’Impero ha avvelenato papà. Eppure tutti riescono a pensare solo a chi sarà il suo successore!”

La donna mi guarda stupita.

“E probabilmente a nessuno è importato che la mamma sia morta  dopo il parto. Nessuno è triste per loro che non ci sono più!”

Le mie parole fanno mutare l’espressione della sacerdotessa. Ora spalanca gli occhi. Scuote la testa.

“No..questo non è ..” la donna inizia a parlare ma io non la lascio finire. Mi avvento su di lei. Non so cosa mi stia accadendo. Probabilmente è il senso incredibile di devastazione che provo ad agire per me.

“Siete schifosi proprio come tutti gli altri!” continuo a urlare.

“Sabin!” esclama mia fratello.

Sentendomi chiamare da lui, finalmente mi calmo. La sacerdotessa mi guarda spaventata. Cosa mi ha preso? Ovviamente lei non è che una spettatrice degli eventi.

La causa di tutto  è solo Gesthalth. L’impero, il suo dominio malato. L’alleanza poco chiara che nostro padre ha stretto con lui. Non era altro che una pedina. Si è ribellato ed è stato gettato via, assieme ad altri pezzi.

 “Impero di assassini! Non la passeranno liscia!” mi metto a urlare con tutte le mie forze.

Sento che tra breve piangerò di nuovo. Ma non voglio farmi vedere in lacrime davanti a loro. Mi alzo in fretta e corro velocemente via, raggiungo un’altra rampa di scale.

Salgo e arrivo in cima alla torre. E’ il punto più elevato del nostro castello. Da qui si può ammirare un panorama immenso. C’è il deserto sconfinato, e più avanti le brune catene montuose.  Narsche, e la nostra bella Figaro.

Il regno che d’ora in poi dovremo governare.













Una precisazione: le immagini che illustrano questa fan fiction non sono ovviamente mie. Sono illustrazioni disegnate da un certo Kuroinu, sono state utilizzate nel video musicale della canzone "Sabin's Rap", che parla appunto di questa storia.
   
 
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