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Autore: Miyaki    23/04/2006    12 recensioni
Nessuno mi aveva mai detto che ero carina.
Non potevo stupirmene, perché obbiettivamente, non lo ero.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Millicent Bullstrode
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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C'era una volta un bruco, che stava sempre nascosto...

Nessuno mi aveva mai detto che ero carina.
Non potevo stupirmene, perché obbiettivamente, non lo ero.
Mi passo la spazzola sui capelli castano scuri, piuttosto anonimi. Quanto meno sono sempre stati abbastanza lisci.
Giro il viso sullo specchio, poco soddisfatta.
Daphne me l’ha ripetuto spesso, con una certa insistenza, che mi sono fatta molto carina ora. Io, ovviamente, non le ho mai dato retta.
Sforzarmi a dimagrire è stata una necessità.
Ogni mattina, dall’alba al tramonto, dal momento in cui mettevo piede fuori dal dormitorio a quello in cui tornavo ai sotterranei, mi toccava subirmi gli sproloqui della bontà tipicamente Gryffindor.
Carro armato, mostro, troll, non avete di che scegliere.
Lascio la spazzola un po’ a mezz’aria, traendo un profondo respiro. M’immagino una finestra, attraverso alla quale s’intravede un cielo azzurro che preannuncia una non troppo lontana estate. Posso visualizzare le poche nuvole galleggianti sospese, e trarre un sospiro amaro.
A volte si sente la mancanza di una finestra.
Ma agli Slytherin è permesso solo mura di pietra fredda, nella zona più profonda del castello. Qui il freddo, sebbene sia primavera, è tangibile.
Poso la spazzola, appoggiandola accanto al lavandino. Lancio un’ultima occhiata annoiata allo specchio, che non riflette mai ciò che vorrei vedere.
Credo che andrò in giardino.
Ho voglia di volare.
Anche se a noi è permesso soltanto strisciare, come vermi nell’entroterra.
Uno schifosissimo bruco. Ecco.
Stringo le labbra, uscendo dal dormitorio femminile del sesto anno. Mi è parso d’intravedere Pansy, sdraiata sul suo letto. Le tremavano le spalle, credo. Ultimamente è spesso scossa.
Anche Draco è strano, e lo vedo spesso discutere con lui.
Vedo lui esortarlo a parlare, a spiegarsi.
Ma le domande non hanno mai risposta.
I miei piedi calpestano l’erba, ora.
Prendo un profondo respiro, e lascio che una carezza mi scompigli i capelli. Ma non fa niente.
Una creatura senza spina dorsale e senza ali non può sperare più che osservare, strisciante, verso l’alto. Ansimare ad un momento di libertà. E lasciarsi avvolgere dal vento.
Nonostante questo, non ho mai volato con la scopa. Temo che non riuscirei a scenderne, se solo prendessi un momento il volo.
Alzo le mani verso il cielo, forse in un gesto inconscio.
Voglio due ali colorate.
Voglio volare.
- Millicent? -
Le mie mani, un tempo aperte, si stringono subito, mentre le braccia cadono lungo i fianchi.
Non so se ho il coraggio di girarmi.

- Mostro! Mostro! -
Una bambina piangeva, nascondendo il viso dietro le mani.
- Non sono un mostro! -

Lo faccio, devo farlo. Mi giro.
Lui. Accenno un lieve sorriso, un po’ tirato.
Il principe. Principe segreto di un paese esotico. Dai capelli lunghi e lisci come un mare quieto notturno, la pelle scura, che ricorda un po’ il colore della cioccolata al latte, gli occhi verdi, come due foglie d’edera. Opachi, ma affascinanti.
- Lasciatela in pace, razza di idioti Gryffindor!-
- Che fai, difendi la tua fidanzatina?-
Ha guardato attraverso le mani, le dita socchiuse.
- State zitti, ho detto.-

Perché mi hai difeso, quella volta, non l’ho mai capito.
Il mio principe del sud è un’esteta. Un amante del bello, capace di disprezzare gli Halfblood, ma osservare segretamente una foto di un dipinto, un po’ incantato.
Il mio principe del sud è un’esteta.
E io sono lo scarabocchio.
Lui è il pavone magnifico, pieno di se e inarrivabile.
Io sono solo il piccolo verme strisciante.
Avresti dovuto mangiarmi.
Eppure mi hai difesa.

- Che c’è Blaise? -
Scrolli le spalle, e ti arricci una ciocca di capelli con l’indice.
Hai l’aria stanca, come sempre. Non è facile per noi. Non è facile.
Chi ha detto che uno Slytherin non ama? Non soffre?
Sorridi, ora.

- Che fai? -
La ciocca torna al suo posto perfettamente in ordine. La guardo incantata per un momento.
Provo a sorridere.
Ti pensavo, dovrei dire?
Ti ho sempre pensato.

- Pensavo di volare.-
Con te.
Ti avvicini, e il vento ti solleva i capelli.
Non capisco perché mi brucino gli occhi, perché il mio cuore sia improvvisamente pesante.
Qualcosa sta per infrangersi. Fra qualche giorno, il mondo sotterraneo degli Slytherin, dove abbiamo curato le nostre ferite e riso di chi godeva del nostro disprezzo, crollerà.
Sarò schiacciata.
E’ un pensiero amaro che non so da dove nasce.
- Cosa sta succedendo? – mormoro fra me e me.
Voglio fuggire. Fuggire.
Ma un insetto non può che contorcersi su se stesso in attesa del colpo finale.
Le tue mani sulle mie spalle, i miei occhi che si sgranano.
I tuoi si addolciscono. Nessuno può guardare questa dolcezza nei tuoi occhi come me, che ne colgo ogni sfumatura. Ti abbraccio, spinta da un desiderio incontrollabile di sentire il tuo calore.
Le tue braccia mi circondano, consolanti.

- Mi farai volare con te? -

- I bruchi non volano – mormoro.
Mi esce un singhiozzo, non capisco perché.
Le tue mani sui miei capelli.
- Mi farai volare con te, Madame Butterfly? -
Madame Butterfly.
E ora le vedo.
Le vedo.
Sono ali vario pinte, sulle mie spalle.
Hanno il colore dei tuoi occhi.
Hanno i tuoi colori.
Sorrido fra le lacrime.

- Non potrei altrimenti. -

Tua soltanto,
Madame Butterfly.

...Fino a quando un giorno,
baciato dal sole del mattino,
si scoprì farfalla,
e volo via, lontano.
Lontano.
  
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