Mi buttai sul letto in camera e, sperando di prendere sonno, mi misi sotto le coperte chiudendo gli occhi.
Purtroppo riuscii a dormire pochissimo, alle sette ero già in piedi.
-Primo giorno di vacanza e sei già sveglia alle sette?- chiese mia madre quando mi vide in cucina.
-Non riesco a chiudere occhio.-
-Com'è andata ieri sera?-
"Una merda" avrei voluto risponderle:
-Tutto bene.- dissi.
-Io vado al lavoro, ci vediamo a ora di pranzo.- mi baciò sulla fronte e uscì di casa.
Presi del succo dal frigo e ne misi un po' in un bicchiere, poi mi sedetti sul divano a guardarmi qualcosa in tv.
Improvvisamente mi squillò il cellulare:
-Alle sette di mattina?- mi chiesi da sola prendendolo dal tavolo.
La chiamata era di Nick, ovviamente non risposi.
Esattamente ogni cinque minuti, mi richiamava, così dopo un paio di volte decisi di rispondere:
-Cosa vuoi?-
-Parlarti.-
-Non voglio ascoltarti.-
-Ti prego. Oggi pomeriggio, ti chiedo solo di starmi ad ascoltare.-
-Te lo scordi. Ciao.- lui continuò a parlare, ma io gli misi giù la chiamata.
Mi riempì di messaggi tutta la mattina, così per distrarmi dal suono imperterrito del mio cellulare, preparai il pranzo; all'una
puntuale mia mamma varcò la soglia di casa:
-Wow, hai preparato il pranzo?- chiese stupita.
-Sì, avevo fame così ho deciso di prepararlo io.- bugia.
Ci sedemmo al tavolo e mangiammo il nostro piatto di pasta.
-Sai?- disse lei. -Stasera ho invitato la mia nuova collega per un aperitivo a casa. Ha detto che avrebbe portato i suoi due figli minori.-
-Ah, va bene. Come si chiama?-
-Denise. E' una donna molto dolce, e in gamba nel suo lavoro.-
Verso le cinque del pomeriggio mi vestii e scesi in cucina per vedere come mia mamma aveva sistemato per gli ospiti:
-Ti sei data da fare, eh?- dissi prendendo una patatina.
-Ehi, non mangiare.-
Poco dopo suonarono al campanello e mia madre corse ad aprire: entrò in salotto una bellissima donna, con i capelli scuri e un sorriso dolcissimo.
-Piacere, Rebecca.- dissi stringendole la mano.
-Piacere. I miei figli sono fuori che prendono i vassoi con dei dolcetti che ho fatto io per voi.-
-Grazie, non dovevi!- disse mia mamma. -Beck, vai ad aiutarli.-
Uscii di casa e mi diressi verso l'auto della donna, vidi un piccolo ragazzino che faticava a portare in casa il vassoio e
un altro che prendeva qualcosa dai sedili posteriori dell'auto.
Si alzò e lo riconobbi: era NIck.
-Cosa fai qui?-
-Buona sera anche a te.- disse cercando di entrare in casa.
-No, fermo. Lo sapevi?-
-Cosa?-
-Che tua mamma era la collega della mia, e che stasera sareste venuti qui?-
-Sinceramente?-
-Sì.-
-L'ho scoperto quando ci siamo fermati davanti a casa tua, proprio cinque minuti fa.-
Incrociai le braccia ed entrai in casa.
-Ma Denise!- disse mia mamma vedendo entrare Nick. -Non sapevo che fosse tuo figlio.-
-Come?- chiese lei.
-Io e lui, siamo nella stessa classe a scuola- dissi secca.
-Non lo sapevo nemmeno io! Il mondo è proprio piccolo.-
Purtroppo.
CI sedemmo intorno al tavolo e cominciammo a stuzzicare qua e là tra patatine, pizzette e tramezzini.
-Oh, è finito il the. Vado a prenderne fuori.- dissi alzandomi dalla sedia e dirigendomi verso il cortile dall'altra parte della casa.
Sentii Nick dire:
-Dovrei andare in bagno. Mi ricordo dov'è.- e dopo qualche secondo dopo mi raggiunse in cortile.
-Nick per favore.- dissi. -Lasciami stare.-
-Ti voglio parlare.-
-Io non voglio ascoltarti.-
Tentai di tornare in casa, ma lui chiuse la porta e ci si appoggiò sopra.
-Ascoltami.-
Sbuffai e lo guardai -Parla.-
-Volevo chiederti scusa per ieri sera. Non volevo farti piangere e tanto meno farti arrabbiare.-
-Finito?-
-No. Mi sono fatto un esame di coscienza e sì, hai ragione sul fatto che io cambio spesso, troppo spesso ragazza, ma non succede mai niente con nessuna.
Hai visto no, un giorno e già si stufano di me.-
-Beh, fanno solo bene. Ora fammi tornare di là.-
-E per quello che hai detto ieri sera prima che di sbattermi la porta in faccia..-
si bloccò, mi guardava fisso negli occhi senza dire niente.
-Lo so. Sono stupida io che continuo a..pensarti. Puoi avere tutte le belle ragazze che vuoi, quindi dimenticati di quello che ho detto.-
Lo spinsi via dalla porta e uscii per tornare in cucina.
-Finalmente! Pensavamo ti fossi persa.- disse mia mamma.
-Non trovavo il the.- posai la bottiglia sul tavolo e versai un bicchiere a me e al piccolo fratello di Nick. -Come ti chiami?-
-Frankie.- rispose lui sorridendo.
Tornò anche Nick che si sedette al tavolo con aria cupa:
-Tutto bene?- chiese Denise.
-Sì mamma.- poi si voltò a guardarmi.
Fissavo il mio bicchiere pieno di thè, per evitare di incocciare ancora il suo sguardo.
-Comunque non avevo finito.- disse appena le nostre mamme iniziarono a parlare con Frankie delle sue doti scolastiche, distraendosi.
-Ho sentito abbastanza.-