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Autore: Sonnyx94    22/08/2011    3 recensioni
Demi Lovato è appena tornata a New York. E' stata lontana per un anno, ricoverata in ospedale per una malattia che l'aveva colpita. Qui tornerà a riprendere la sua vecchia vita al liceo e tra amici ritrovati, nuove conoscenze e il calore di essere tornata a casa, scoprirà che qualcosa nella sua vita cambierà. Quel cambiamento lo provocherà Joe Jonas, trasferitosi nella Grande Mela poco dopo la partenza della ragazza. Demi imparerà che la vita può essere malvagia ma che se si è in due le cose possono risultare più facili e mai avrebbe potuto immaginare di venire salvata dal Paese delle Meraviglie, come New York, da un Pirata, come Joe.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Demi Lovato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Amici

 
 

Quella notte dormii sonni tranquilli, nessuna infermiera che russava, niente medici che mi giravano in torno per vedere se ero viva o morta, nessun letto scomodo e nessuna paura che mio padre salisse in camera mia...
Dormivo ancora profondamente, quando la luce illuminò all’improvviso la mia stanza. Feci un salto e alzai leggermente la testa dal cuscino.
-Buongiorno signorina Lovato!- esclamò Dorota, che aveva spalancato le persiane della camera.
-Ummm- mi lamentai, nascondendomi sotto le coperte.
-Forza in piedi, sono già le 11!- disse toccandomi la spalla.
-Ho fatto sei ore di volo!- protestai, da sotto le coperte.
-Questo non è un buon motivo per perdersi una delle ultime giornate di sole- disse lei, togliendomi le coperte. Io me le rimisi  -Voglio dormire- dissi con la voce da bambina.
Dorota allora prese il piccolo vaso dei fiori pieno d’acqua, che avevo appoggiato sul comodino -Non me lo faccia fare- mi minacciò lei.
Riaprii gli occhi  -Non oseresti- la sfidai.
-Vuole mettermi alla prova?- mi rispose lei, avvicinando il vaso.
-Va bene! Va bene! Mi alzo!- dissi e mi misi a sedere sul letto.
-È un piacere fare affari con lei- disse Dorota ridendo.
-Per me un po’ meno- risposi strofinandomi gli occhi ancora assonnati.
-La colazione è pronta e tra poco arriveranno le sue amiche, quindi si vesta che è tardi- mi disse per poi sparire al piano di sotto.
Rimasi a guardare il piumone azzurro del mio letto a baldacchino con le tende bianche raccolte ai lati del letto. La mia camera era enorme con la vista rivolta verso dei grattacieli, il grigio della città stonava con l’azzurro che dominava in camera mia. La mia vita, come la città in cui vivevo, aveva bisogno di un po’ di luce, così avevo fatto dipingere la mia stanza di azzurro, che per me simboleggiava la speranza. La speranza che il domani sarebbe sempre stato migliore, o se volete vederla in questo modo, anche l’illusione.
-Signorina Lovato le sue amiche sono arrivate!- mi chiamò Dorota dal piano di sotto, risvegliandomi dai miei pensieri e dalle mie riflessioni filosofiche.
-Arrivo!- risposi.
Misi una felpa sopra alla maglietta a maniche corte e ai pantaloncini del pigiama e scesi le scale.
-Demi!- esclamarono Miley e Selena, le mie due migliori amiche, nel vedermi.
-Ragazze!-
Mi corsero in contro e mi abbracciarono, solo che persi l’equilibrio e cademmo tutte e tre per terra, ma in quel momento non ci importava, eravamo felici di essere di nuovo tutte insieme.
Miley e Selena erano le uniche, oltre alla mia famiglia, a sapere che per un anno non ero andata in collegio, ma ero andata a curarmi in ospedale.
-Tesoro come stai?- mi chiese Selena.
-Molto meglio grazie- risposi.
-Sicura?- mi domandò Miley.
-Sicurissima è tutto passato- risposi.
-Non dovrai più tornare lì vero?- mi chiese Sele.
-Ragazze state calme, è tutto finito, davvero, rimarrò qui...anzi vi prometto che non vi lascerò più, vi rimarrò talmente attaccate che non riuscirete più a sopportarmi!- risposi ridendo.
-Ci sei mancate Dems- disse Miley.
-Anche voi ragazze- dissi e le abbracciai.
-Con tuo padre?- domandò Sele.
Il mio sorriso si spense -Non l’ho ancora visto...- dissi.
-Pensi che ricomincerà a...- Miley non finii la frase.
Loro sapevano dei rapporti che avevo con mio padre, se si potevano chiamare così.
Mia madre era morta dandomi alla luce, mio padre per questo non mi aveva mai perdonato, credo che dovermi guardare in faccia ogni giorno, fosse come guardare l’assassino che gli aveva tolto la donna che amava.
Una condanna destinata a durare in eterno, visto che tutti mi dicevano che ero la copia esatta di mia madre, nell’aspetto, nel carattere, persino nei modi di fare. Ma io non l’avevo mai vista, lei non aveva nemmeno fatto in tempo a sentire il mio primo pianto, quando nacqui, non mi aveva visto camminare, non aveva sentito la mia prima parola e io non l’avevo mai avuta lì con me, per le prime delusioni d’amore, per averla come amica o confidente, per levarmi i dubbi di tutte le ragazze, per insegnarmi cos’era la vita.
Mio padre mi considerava la causa della sua morte, ma non pensate che questa sia solo un’esagerazione, perché è la semplice verità, la pensano tutti  così e io non sono un’ingenua.
Dalla sua morte mio padre era cambiato, o almeno, secondo il parere degli altri, perché io non lo avevo conosciuto prima della morte di mia madre. Non ci parlavamo, lui aveva iniziato a bere e a tornare a casa ubriaco sempre più spesso. Nessuno che da piccola mi spiegava quello che gli succedeva, e nessuno era con me, la notte per proteggermi da lui, perché dopo un po’ di tempo mio padre iniziò a picchiarmi e le sberle, calci una sera si erano quasi trasformate in abuso. Dico quasi perché quella notte era talmente ubriaco e fatto che svenne sul pavimento prima di potermi fare del male sul serio.
Quella sera credo che non la cancellerò mai dalla mia mente, anche se per lungo tempo ci ho provato, mi aveva traumatizzato troppo.
Da quel momento, non mi ero fatta più toccare da nessun uomo o ragazzo, poi la mia malattia, pensavo che mio padre mi avrebbe lasciato morire di meningite, invece per salvare il suo nome mi aveva fatto ricoverare.
-Non ne ho idea- risposi a Miley.
-Demi, sai che puoi contare su di noi- disse Sele -e che se vuoi venire a casa mia o da Miley sarai sempre la benvenuta- Miley annui, per dire che anche lei era d’accordo.
-Grazie mille ragazze- dissi -ma questa è la mia casa, devo rimanere qui-
-Basta che ricordi che noi siamo qui- disse Miley.
-Si, lo so- dissi. Non avevano idea di quanto avrei voluto scappare da lì, lasciarmi tutto alle spalle, mio padre, il suo odio, il mio dolore. Ma qualcosa mi costringeva a rimanere lì, non so cosa, ma era come se delle grosse catene mi tenessero inchiodata in quell’appartamento degli orrori.
-Signorine è pronta la colazione!- ci chiamò Dorota.
-Andiamo!- dissi e sotto braccetto andammo a fare colazione.
Bè, dopotutto, era bello essere tornati a casa.


ehi, ciao! Sono un po' triste perchè non ricevo molte recensioni spero che in futuro ce ne saranno di più. Forse non vi piace la mia storia? Devo smettere? Bè spero di no. Rigrazio lo stesso chi ha commentato!
Comunque questi primi capitoli servivano a darvi il quadro generale della storia, nel prossimo capitolo avremo più risvolti e finalmente Joe e Demi si incontreranno :D COMMENTATE!
 Un bacio, Mara
  
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