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Autore: Ryashiro    26/04/2006    11 recensioni
Questa ff tratta di Ryan Shirogane,un bellissimo ragazzo freddo e irraggiungibile,dovuto al suo straziante passato. Finchè un giorno,lei gli si presentò davanti...
Genere: Dark, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno dei pochi errori che credo di aver commesso è quello di avere sperato in un qualcosa che sapevo che non avrei mai più potuto avere.
E ora me ne rendo conto molto più di prima.
Non ho più voglia di sperare,di sognare...tanto sono tutte cose che non hanno un buon fine,le mie.
Trovo inutile addirittura il fatto di essere qui.
A cosa servo? Chi ha bisogno di me?
Nessuno,lo so.
E forse è stata colpa mia,colpa dell’ingiusto gioco del destino,Madre Natura che mi ha reso piacevole agli occhi,e spregevole al cuore.
Se questa è vita, mi consola anche l’Inferno.
Vedo mille e mille persone che mi corrono incontro,sfiorandomi appena,senza toccarmi e senza degnarmi di uno sguardo,come se fossi invisibile ai loro occhi così superficiali,spavaldi,orgogliosi della luce che li trafigge come una freccia.
Poi ti noto tra la folla,sei tu.
Mi scruti da lontano,ferma,immobile, e la gente passa accanto anche a te.
Non sembri disorientata,anzi,è come se conoscessi già tutti,e avesti già parlato di tutto con loro,forse anche di me, chiunque incontri è solamente aria che respiri, l’aria che ti sta uccidendo e che ti opprime.
Cosa cerchi in questo caos?
Mi sento improvvisamente collassare,un malessere mi coglie di sorpresa,sudo freddo.
È come se il terreno mi risucchiasse, mi guardo le gambe e i piedi non ci sono più,il bianco,il nulla mi ingoia affamato,sono il suo pasto,il suo sacrificio,forse solo quando rimarrò senza qualsiasi tipo di emozione o sensazione il vuoto sputerà via il mio corpo.
Tu mi guardi ancora da lontano,ma perché non mi aiuti?
Oddio… ormai non ho più nemmeno le braccia,scompaiono le spalle.
Solo la mia testa è ancora fuori,e i miei occhi imploranti non smettono di chiederti aiuto in silenzio, poi impulsivamente la mia bocca si apre e urla di piena disperazione cercando di attirare la tua attenzione,urla,e urla ancora,ti chiamo per nome,sei la sola tra la folla che mi vede,ma non ti muovi quasi goduta della scena.
Urlo ancora il tuo nome, ormai ti sei già girata di spalle,pronta ad andartene.
-ANGIEEEE!-


Mi sveglio di colpo, e mi sento male.
Sento i capelli bagnati sulla fronte, e tremo, tremo da impazzire.
Mille ricordi mi si affollano nella mente, mille cose da ricordarmi tutte, alcune importanti,alcune dolorose, su cui devo rifletterci su ancora una volta, anche se ho già fatto tanti tentativi,ma sono sicuro che ne varrà la pena.
Apro gli occhi e riesco solamente a sentire qualcosa di bianco e solido,dove si appoggia la mia testa: un gabinetto.
Quando me ne rendo conto un impulso mi sale dallo stomaco,e ricomincio a tremare più forte, finché non vengo travolto da dei conati fortissimi che mi controllano il corpo come delle scariche, ma non vomito niente, ho male alla gola.
Non mi ricordo nulla di quello che è successo,né perché sono abbracciato ad un cesso di un bagno che non ho mai visto.
Mi alzo,ma ricado a terra subito.
Come mi sento debole,inutile,ma provo di nuovo a reggermi sulle gambe,e appoggiandomi un po’ dappertutto, entro in una stanzetta bianca arredata da un comodino,dei fiori,e un lettino.
Tutto bianco.
Bianco.
Il colore della mia pazzia.
Mio Dio…
Questa è la volta buona che impazzisco.
Se continuo a vedere solamente questo colore vuoto e privo di emozioni,giuro che do di testa.
Poi un pianto dal cielo, delle lacrime rosse gocciolano sul pavimento innevato,il mio cuore improvvisamente,al contrasto del colore,si solleva.
-Oh Santo Cielo!-
Urla una voce alle mie spalle.
La sento uscire dalla stanza,e rientrare accompagnata da qualcuno pochi secondo dopo.
Mi toccano,mi prendono per le braccia e per le gambe,trasportandomi sul lettino,che piano piano diventa rosso,come il cuscino su cui sono nuovamente appoggiato,mentre qualcosa mi dice che la faccenda non sta andando nel migliore dei modi.
-Cazzo!-
Esclama di nuovo uno.
Mi toccano la bocca e il naso con del cotone, tutto diventa improvvisamente rosso,e il mio cuore si rilassa del tutto,non mi importa che sia sangue,lo vedo dappertutto.
Veste le persone che mi stanno medicando, anche le pareti,le finestre,il pavimento piastrellato…
Stavolta è davvero la fine,lo sento.
Ci sarà solo più un “io ero”.
Sorrido. Anche se non ne ho voglia.
Mi viene spontaneo.
Una carezza dal cielo,un sussurro mi porta alla pace.
Ti rivedo tra la folla,il bianco che ci accerchia.
La gente ti passa vicino,sei tu che la schivi,non fai come me che non si sposta e tutti gli vengono addosso,come una valanga impazzita nel pieno di una discesa ripida,pronta a distruggere tutto ciò che le si presenta davanti.
Hai i capelli rossi raccolti in una crocchia,e un lungo vestito bianco ti copre il dolce corpo di ragazza che tieni.
-What’s happening? Why I am here?- §Cosa sta succedendo? Perché sono qui?§
Abbassi il capo commossa, per un attimo non riesci nemmeno a respirare,poi alzi la testa, e mi cogli nuovamente lo sguardo.
-Non esiste un “qui”,noi non siamo da nessuna parte. Siamo persi. Chi ti cammina accanto non è nessuno,e tutti loro non stanno andando da nessuna parte. È inutile, quando la follia ti cattura, sei sempre convinto che devi fare per forza qualcosa di sensato,ma è come cadere in un buco nero. Ecco,il posto dove siamo adesso è un buco nero. La follia…-
Prendi fiato a fatica,e ricominci.
-…la follia è solo un’allegra disperazione.-
Eppure io a vedere tutti quei “nessuno” concentrati,non lo trovo per niente allegro,da nessun punto di vista. Così…sono dei pazzi…
-I’m mad?- § Sono pazzo?§
- Maybe…- § Forse…§
Ti sciogli la crocchia,i capelli ti cadono sulle spalle disordinati,ma una folata di vento te li scompiglia ancora di più,quasi da coprirti il viso.
-Everything is strong…everything is crazy…- § Ogni cosa è strana…Ogni cosa è matta…§
- You’re not crazy, I’m sure.- § Tu non sei pazza, ne sono sicuro. §
- Why? - § Perché? §
- Perché lo so. -
Sorridi tristemente,mettendoti a posto i capelli con una mano.
-Ti voglio bene Ryan,e te ne vorrò sempre,qualunque cosa succeda.-
Ti ricopri completamente di luce e cerco di prenderti con una mano,ma non ci riesco,sei troppo lontana perché io possa impedirti di andare via.


-Ciao,sono io,Strawberry…-
Angie…è andata via…l’ho persa di nuovo…e per sempre…
-…i dottori hanno detto che non ti saresti svegliato… -
Sono rimasto solo…
-…quando ho saputo che eri finito in ospedale…ho avuto una paura folle…-
Chi disturba la mia disperazione? Un angelo?
-…Vabbè Ryan…vado…ti lascio riposare…ciao…-
L’afferro per il bordo della gonna e la tiro appena verso di me,a quel punto lei si gira e mi guarda negli occhi,quasi sul punto di piangere per l’emozione, poi mi sorride,mi abbraccia forte cercando di non farmi male e non riesce più a contenere le lacrime.
-Mio Dio Ryan… Ho avuto così tanta paura…-
Non rispondo,perché non ce n’è bisogno.
L’unica cosa che faccio è prenderle il viso con tutte e due le mani,chiudere gli occhi e baciarla sulle labbra come meglio posso.
Lei rimane immobile,e quando la lascio parlare,lo fa in un modo così timido e silenzioso che mi fa ricordare una bambina di pochi anni che non ha la minima idea di cosa dire, come se le parole gliele suggerisse qualcun altro. È veramente bella, più la guardo più me ne accorgo. Le guance rosee ora sono diventate rosse, come delle fragole. Sarà per quello che si chiamerà così?
-Grazie…-
Sospira armonicamente,e io le accarezzo il volto con due dita.
R:-Strawberry…io ti amo…-
Rimango impressionato dalle mie stesse parole,non credevo che sarei più riuscito ad amare, troppo dolore, troppe lacrime…ma lei…mi è sempre stata accanto, è lei il mio futuro,e rimpiango di non averlo capito prima,che stupido.
Sono proprio uno stupido.
Ma lei invece a quelle parole sembra impietrirsi,non era l’espressione che mi aspettavo,no.
S:- Ryan…credo che tu debba sapere la verità…-
R:-Verità?-
S:-Lo sai il motivo del perché tu sei qui…?-
No,non me lo ricordo…
S:-Lo sai…?-
R:-Non mi ricordo Strawberry…-
Altre calde lacrime cominciano a scorrerle dal viso,perché mi guarda così? Perché? Le ho appena confessato il mio amore! Non dovrebbe finire così!
S:-…sai dove siamo…?-
Sussurra sommessa dai singhiozzi.
R:-In ospedale? Mi sono fatto del male?-
Lei quasi crolla sulle ginocchia,in preda alla disperazione,e io sto di nuovo per avere una crisi.
R:-CHE DIAVOLO SUCCEDE?!-
S:-Guarda fuori dalla finestra…-
Allarmato mi alzo dal lettino,e mi accosto lentamente accanto alla finestra.
Sbarro gli occhi di colpo,la bocca si apre da sola in un gemito.
Sento Strawberry scoppiare a singhiozzare.
No. Non è vero. È uno scherzo.
Chi è quella gente la sotto vestita di bianco che si spinge? Chi sono quelle persone sedute sotto gli alberi che dicono cose insensate mentre sono soli? Perché?
Sembrano quasi dei…
No…
Non è vero,mi rifiuto di crederlo.
Mi rigiro verso di lei,e quando vede la mia espressione scoppia di nuovo.
R:-Chi sono…?-
Domando impallidendo di colpo.
R:-Strawberry…chi sono quelli laggiù?-
Non me ne accorgo,ma dallo stress amare gocce mi cadono dagli occhi squarciandomi in due le guance.
R:-CHI SONO?! DOVE SIAMO?!-
Il mio cuore sembra voglia uscirmi dal petto talmente batte forte,inizio a sentire un brutto presagio,come una stretta allo stomaco.
S:-Siamo in un ospedale Ryan…solo che qua non curano i malati con problemi fisici…-
R:- no…-
S:-Mi dispiace…-



Scusate se non farò i soliti ringraziamenti alle recensioni... ma purtroppo una piccola angioletta è volata in cielo tra gli altri... ciao piccola. 1997-2006
  
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