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Autore: Eledhel    26/08/2011    11 recensioni
Rimasi in silenzio e immobile dietro la colonna, non riuscivo a credere che lì, a pochi passi da me, ci fosse una delle creature che hanno dimorato nei miei sogni fin da bambina.
Sarà una storia d'amore un po' contorta... o almeno spero di riuscire a renderne l'idea.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qua... lo so, è passato tanto tempo dall'ultima volta... chiedo perdono umilmente in ginocchio, ma sono tornata da Parigi ed ho iniziato una nuova storia, si chiama "Sogno di un desiderio impossibile" e il primo capitolo è già stato pubblicato qui, spero riusciate a trovare un attimino per dargli un'occhiatina. :) In verità ne vorrei iniziare una terza di FF, ultimamente ho fatto un tutto in vecchi ricordi e mi è venuta un sacco d'ispirazione... vedremo che riuscirò a combinare. xD
Ma passiamo ad Isilme. Beh... questo capitolo mi ha fatta un po' penare, l'ho scritto dalla parte di Legolas e descrivere i pensieri e i comportamenti di un elfo è stato moooooooooolto difficile!! Spero di non deludervi!! Come vedete questo capitolo è scritto in blu giusto per distinguerlo da quelli narrati da Eledhel.
Ringrazio ancora tanto chi ha letto e chi ha recensito fino ad adesso, mi siete di grande aiuto!! Ma ora vi lascio e spero di risentirci presto!!

BUONA LETTURA!!! ^_^


Capitolo 8
 
Era primo pomeriggio quando ci fermammo per far riposare i cavalli e stavo per allontanarmi come il mio solito, quando Gimli mi fermò.
“Scusami amico mio, non pensavo di trovarti a quel modo con quella ragazza.”
“Non hai colpa Gimli, non potevi saperlo. E neanche io.” Gli risposi un po’ sovrappensiero.  
“Cosa intendi?”
Lo guardai confuso, nemmeno io sapevo esattamente cosa rispondergli. “Non lo so. E’ strano per me. Quella ragazza ha qualcosa di diverso, mi confonde.”
“Ti confonde? A te?! Il principino impassibile dalle orecchie a punta?” Gli sorrisi, ormai quel soprannome mi divertiva solamente detto da lui e le sue buone intenzioni per rallegrarmi erano estremamente evidenti. “Sì, amico mio e devo metter pace al mio animo, in qualche modo.”
Lo lasciai rimuginare in silenzio sulle mie parole e mentre mi allontanai, incrociai Eomer che quasi sicuramente aveva sentito buona parte della nostra conversazione. Riuscivo a percepire il suo astio nei miei confronti, ma non ci badai e mi diressi poco lontano dal gruppo per poter immergermi nei miei pensieri, come facevo abitualmente.
 
Il viaggio riprese dopo poco e quando arrivammo ad Isengard vi trovammo due vecchi e cari amici, Marry e Pipino, i due Hobbit partiti insieme a noi da Gran Burrone, intenti a mangiare, bere e fumare allegramente. Li salutammo con gioia nel rivederli sani e salvi e dopo averli caricati sui nostri cavalli ci dirigemmo verso la nera torre di Orthanc dove, prima che venisse accoltellato da Grima, avemmo una breve e folle conversazione con Saruman il Bianco e dopo quel gesto uccisi Vermilinguo con una delle mie frecce.
Ci congedammo da quelle terre lasciandole agli Ent, i legittimi proprietari e iniziammo il viaggio di ritorno verso Edoras.
 
Ero più silenzioso del solito, me ne accorsi solo dallo sguardo di Aragorn quando ci fermammo per la notte. Mi allontanai dal fermento del campo, avevo dimenticato quanto fossero agitati quei due piccoletti, e mi diressi in un piccolo sottobosco lì vicino.
Mancava solo un giorno a cavallo per arrivare a Rohan e non riuscivo a smettere di pensare ai giorni precedenti, a come la mia vita immortale iniziò a prendere una strana e inaspettata direzione. Appoggiai la faretra e il mio arco ad un albero lì vicino e mi sedetti su una roccia, cosa che non ero solito fare, ma quella sera ne sentivo il bisogno, come se il peso dei miei pensieri gravasse su di me più di un enorme masso sulle spalle di un forte uomo.
Alzai gli occhi al cielo nero dove uno spicchio di luna brillava libero illuminando ciò che era sotto di esso, quasi quanto la luce del sole. Ripensai alla sera prima della battaglia, a come quella ragazza riuscì ad illuminare il mio cuore di nuova speranza, a come mi sentivo ogni volta che lei mi era accanto. Era luminosa come la luna, fresca e pura come quella luce che ora rischiarava la notte.
Le ero stato così vicino, quel giorno prima di partire, qualcosa mi aveva attirato a lei come le api vengono attratte dai giovani fiori. Qualcosa che ancora non riuscivo a comprendere. Ero come perso in quegli occhi color nocciola e il profumo dei suoi capelli aveva cancellato ogni mio singolo pensiero. L’avrei baciata. Ma come poteva essere, come può una creatura imperfetta come una mortale farmi cedere ad ogni mia debolezza? E poi… gli elfi non dovrebbero avere debolezze!
“Ah! Ecco dove sei finito. Il mio istinto da segugio non fallisce neanche con gli elfi.” Mi voltai riconoscendo quella voce furba.
“Questo elfo non è stato abbastanza attento a non farsi trovare, sennò non avresti avuto speranze.” Sorrisi ad Aragorn che si sedette vicino a me. Rimanemmo in silenzio per qualche istante, ognuno immerso nei propri pensieri, poi l’uomo parlò. “Amico mio, so che ti sta succedendo. Ma pensa bene a quel che fai.” Lo guardai con aria interrogativa anche se intuivo già a cosa si stesse riferendo. “Non fare lo stesso errore che Arwen ha fatto con me.”
Alzai la testa per guardare nuovamente la luna. “Sei sicuro che la scelta di Arwen sia stata un errore?” Aragorn mi guardò. “Sai,  mai avrei pensato di poter parlare di certe cose, ma… quella ragazza…” Mi fermai un secondo per radunare le idee. “Quella ragazza ha qualcosa di diverso, qualcosa che non riesco a spiegare. E’ come se inibisse la mia natura elfica confondendo i miei sensi e i miei pensieri.”
“Arriveresti quindi a rinunciare alla tua immortalità per starle accanto?” Continuai a guardare la luna. Quanto avrei voluto assaporare di nuovo il profumo dei suoi capelli.
“Legolas.” Mi girai di scatto verso il mio amico sorridendogli.
“Sì. Credo di sì. Anche se ancora, forse, è troppo presto per dirlo, ma è come se la conoscessi da secoli. Ma fidati amico mio, questo non comporterà nessun ostacolo al mio ruolo in questa guerra.”
“Spero tu abbia ragione, sia per la guerra sia per la tua scelta.” Aragorn sembrava essere più sereno, ma io un po’ di meno. C’era ancora una cosa, no… una persona che destava in me preoccupazione. “E se… se lei desiderasse un’altra persona?”
“Parli di Eomer, non è vero? Quello starà a te scoprirlo, ma fidati che ho un buon presentimento.” Mi poggiò una mano sulla spalla com’era solito fare per dimostrarmi la sua lealtà e amicizia e si alzò in piedi. Gli sorrisi nuovamente e mentre era ormai lontano lo sentii aggiungere sarcastico: “E così abbiamo perso anche Legolas, l’ultimo guerriero libero. Chi l’avrebbe mai detto!”
“Guarda che ti ho sentito!” Risi per quella situazione e sentii che anche dall’altra parte, Aragorn faceva la stessa cosa. Mi distesi sulla roccia appoggiandomi sui gomiti e ritornai a contemplare quella luna così splendente.
 
La notte passò senza alcun problema e la luce del mattino rendeva magnifico quel maestoso paesaggio; le enormi praterie si stagliavano sotto i nostri piedi e questo voleva dire che eravamo vicini ad Edoras più di quanto non pensassimo la sera precedente.
Percorremmo quegli immensi spazi verdi senza sosta e nel tardo pomeriggio iniziammo ad intravedere il grande Palazzo di Meduseld sulla cima della collina.
Entrati ad Edoras fummo accolti dagli abitanti e il Re proclamò che quella sera si sarebbe festeggiata la vittoria al Fosso di Helm e il popolo urlò di gioia.
Lasciammo i cavalli stanchi nelle stalle e ci dirigemmo tutti verso il Palazzo, alzai gli occhi ed era lì, bella come un fiore appena sbocciato. Mi stava guardando con quegli occhi sorridenti che tanto adoravo. Le sorrisi e durante quei pochi passi che ci separavano non le tolsi gli occhi di dosso per non perdermi nessuna dell’espressioni del suo viso. Ma proprio mentre le fui abbastanza vicino per poterle parlare, Eomer mi precedette dirigendosi verso di lei. Ma da dove era spuntato! Come non avevo potuto non accorgermene!
“Ciao Eledhel!” Le disse con un sorriso, la ragazza distolse lo sguardo a fatica dal mio e guardò l’uomo. “Potrei parlarti per un minuto?”
Eledhel mi guardò nuovamente, dopodiché annuì e si allontanò con l’uomo.
Una sensazione strana mi colpì in pieno petto. “Legolas, tutto ok?” mi scossi un attimo come per riprendere i sensi, Gimli era dietro di me. “Sì… sì, sto bene… andiamo dentro.”
Entrammo a Palazzo, ma l’idea di Eledhel ed Eomer insieme non mi abbandonava. Cosa avrei potuto fare? Spiarli? No, in fondo era lei che doveva scegliere. Se fosse stata felice con lui a me sarebbe andato bene. Me lo sarei fatto andare bene. L’importante era vederla felice. Ma a me cosa sarebbe successo?
Sarei morto per lei…

   
 
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