Allora, piccola premessa…so
benissimo che questa storia non otterrà un successo; punto primo,
perché la mia prima one-shot sulla coppia Ron/Hermione…punto
secondo, perché non è propriamente romantica…anzi, credo
sia noiosa…ma è uno sfogo, ed è, tra i miei racconti,
quello in cui c’è più Valentina che non daisy….le
critiche sono ben accette, lo sapete bene, ma, stavolta, andateci
cauti…proprio perchè qui dentro, c’è la persona e non
l’autrice.
Dedicuzze d’obbligo (in ordine alfabetico): alla mia tesorissima Funkia, che lunedì compie diciassette anni *volano coriandoli ovunque e parte la colonna sonora del carnevale di Rio De Janeiro…Ron’s POV tutto per te, amora!*, Gigia990, che semplicemente esiste e a Valeria18, che ha avuto la bontà di dedicarmi la sua prima Ron/Hermione…spero davvero vi piaccia, anche se non aspettatevi miele grondante.
*Inside The Wind*
*************
Vento; vento che ti accarezza le guance, vento che ti
scompiglia i capelli, vento che ti solletica il colletto della camicia.
Vento…semplicemente vento…su di te.
Ti sollevi appena, e, chiudendo gli occhi, ti godi
l’appagante senso di libertà che quel violento fiato caldo ti
regala…sospiri pesantemente e, portando i gomiti all’indietro,
contrai gli addominali, nella classica posizione da bulletto che tanto
ami…
Giochi con l’orologio da polso, mentre un debole
raggio di luna bagna il tuo viso, illuminando le decine e decine di efelidi
sparse sui tuoi zigomi.
Lenticchia
ti chiamano; di una sola cosa andavi orgoglioso quando, bambino, ti sollevavi
sulle punte, osservando il tuo riflesso allo specchio…tuttavia, ora,
quelle capocchie color caffellatte non sono più motivo di vanto, ma di
profonda vergogna.
Riversi il capo all’indietro, affondando la nuca e
le mani nell’erba alta; spezzetti i fili verdi brillanti, improvvisando
un angelo senza neve…è così che, alla fine, ti senti.
Una formina senza impasto; perché, in cuor tuo, sai
di non essere nessuno.
Un involucro di bella presenza -che poi è tutto
relativo…-, completamente vuoto.
Chi è Ron Weasley?
Tutto e niente.,
pensi, mentre un piccolo solco si forma al centro della tua fronte.
La verità è che tu hai una
personalità intercambiabile…amico leale e giusto, ma anche
insoddisfatto e permaloso…sfrontato ed eccezionalmente estroverso, ma
anche patologicamente insicuro…un mix di opposti che ti rendono
affascinante ed unico; ma questo, tu, ancora non lo sai.
Sospiri, ed il tuo respiro si perde nel vento…quel
vento che hai sempre amato…con lui non puoi fingere: lui sa chi sei
davvero, accarezza le tue membra, si adagia sulle tue palpebre, entra
prepotentemente nelle tue narici…il vento vede; il vento sa.
Chiudi le dita a pugno e le stringi
convulsamente…frustrante fingere di essere ciò che non sei, eh?
Quante parole mancate, quante pugni mai nati, quanti
pensieri stroncati sul nascere…desideri mai assecondati, istinti mai
seguiti, personalità mai esterniate al mondo che ti circonda…vivi
in una società in cui, in un gruppo, esistono dei ruoli pre-confezionati.
Il bullo, il simpaticone, la modaiola, la cheer-leader,
l’intellettuale, il buonista…ti incastrano; ti appiccicano un ruolo
e quello è…un altro marchio indelebile…come se capelli e
lentiggini non bastassero.
Nel tuo caso, la faccenda è ancora meno complicata
del solito…tre persone; tre ruoli.
L’eroe, bello ed aitante, capace di imprese
impossibili sin da quando era in fasce…L’intellettuale,
diciassettenne dal volto elegante, il cui acume si è da sempre mostrato
l’arma di seduzione migliore a cui appellarsi…e, chiudiamo in
bellezza, lo Sfigato, buono solo a sparare cazzate una dietro l’altra,
buono solo a far ridere la gente, buono solo a far da spalla
all’eroe…e, indovina indovinello, quale dei tre ruoli è il tuo?
Afferri uno stecco di legno e, avvicinando il pollice
all’indice, lo spezzi, con le tue dita callose, godendo di quel senso di
potere che ti dà rompere un legnetto secco.
Del tutto irrazionale ma…gran parte delle cose che
gli umani fanno è senza logica, non credi?
Il vento percorre incessantemente il tuo corpo, portandosi
via la stanchezza che, da tempo immemorabile, attanaglia il tuo cuore.
Perché sei stanco di non poter essere te stesso, di
non dar voce ai tuoi pensieri per non spezzare equilibrio del gruppo, di non
sentirti libero di esprimere davvero la tua personalità…ti diranno
che, volendo, uno può anche liberarsi del suo ruolo…cazzate.
Lo sai bene…ci hai provato per anni a scrollarti di
dosso i pregiudizi della gente, a dar voce alla tua anima, a far parlare il Ron
maturo, e non quello goliardico…ma, ogni volta, la parte di te che
disprezzavi tanto aveva la meglio su quella che ti rappresentava davvero.
Abitudine? Forse…non te lo sei mai chiesto.
In principio lo facevi volutamente…era una maschera;
l’ennesima, da quando eri nato…un modo come un altro per nascondere
le tue fragilità, le tue paure.
E poi, sii sincero…è ovvio che un ragazzo
simpatico e sicuro di sé attira ben più del classico tipo alla
Neville, no?
Una donna, però, per uomo, non
vuole un buffone, ma un principe azzurro.
Peccato che tu ci sia arrivato dopo…quando, ormai,
quella che davvero ti aveva conquistato, aveva già appiccicato sulla tua
fronte il cartellino con su scritto Giullare di Hogwarts.
E quel che
è peggio e che tu la volevi una donna…volevi trovare l’altra
metà del cielo, conquistarti la fetta di felicità che ti spettava
di diritto…perché, un pizzico di gioia, spetta a tutti, no?
Un filo di vento ti entra nel colletto del maglione blu
pervinca che indossi, e rabbrividisci impercettibilmente.
Ne sei innamorato…ora lo sai; lo sai da sempre, ma
non l’hai mai ammesso, a te stesso per primo…ma il vento libera,
Ron, il vento revoca freni inibitori…e perché non essere sinceri,
una volta tanto?
Perché non gettare nelle ortiche
quell’ipocrisia che sembra aver contagiato tutti quelli che tua madre si
ostina a chiamare “Bravi ragazzi”?
L’ “Intellettuale” ti piace…e
tanto; ti piace talmente tanto che fa persino male al cuore…ti piace
talmente tanto che, ogni volta che il suo volto galleggia nella tua mente,
sorridi beatamente…quel sorriso a trentadue denti, quel sorriso
infinitamente dolce, quel sorriso che stordisce, che ti si apre così, a
tradimento, sulle labbra, e nei momenti più inopportuni…quel
sorriso che ti fa sentire un deficiente.
Un nuovo ruolo da aggiungere a tutti quelli che
ricopri…ora sei anche un deficiente innamorato.
Poi, all’improvviso, senti un leggero scricchiolio;
ti tiri a sedere e ti guardi attorno, cercando di scorgere un’ombra che
possa esserti familiare.
“Ti cercavo…”; ti volti repentinamente,
ed i tuoi occhi si fondono con quelli nocciola di lei…stretta in una
gonna di lino bianca ed in una camiciola leggera, l’
“Intellettuale” ti sorride, la mano affusolata appoggiata alla
corteccia della vecchia quercia secolare che troneggia nel boschetto, proprio
dietro a casa tua.
“Mi hai fatto paura…”, dici, portandoti
una mano al cuore, il cui battito si è leggermente accelerato.
Controlli rapidamente l’orologio…mezzanotte;
che ci fa a quell’ora ancora sveglia?
“Che ci fai qui?”, le chiedi, mentre lei si
stende sull’erba fresca, al tuo fianco.
“Non riuscivo a dormire…così sono
venuta in camera vostra, ed ho visto che il tuo letto era
vuoto…perché non farsi una camminata all’aperto?”, ti
risponde, inclinando la testa, per guardarti meglio.
Ti puntelli sul gomito e ti giri di fianco guadagnandoti,
così, un primo piano della tua attraente amica…un sorriso dolce
sulle labbra, così piene ed invitanti, gli occhi puntati verso
l’alto, i capelli scomposti in ciocche marroni sull’erba, Hermione
sembra essere completamente a suo agio.
D’altronde lei, forse, non immagina che un buffone
possa trasformarsi in un seduttore, no?
“Come mai non riuscivi a dormire?”, le chiedi,
provando l’irresistibile impulso di accarezzarle i capelli
ondulati…ma ti trattieni; non è certo la prima volta, che
succede...certi istinti possono essere domati.
Dirotti la tua mano, già a mezz’aria, verso
una spiga verde, e la strappi…giusto per tenere impegnate le dita.
“Prometti di non ridere?”, mormora lei,
tenendo fissi i suoi occhi al cielo.
Annusci.
“Ho…ho paura.”, sussurra…un
sussurro talmente tanto debole, che per poco non viene coperto dal vento che vi
ha tenuto costante compagnia, sino a quel momento, almeno.
La guardi, incapace di proferire parola…paura? La
parola Hermione e la parola Paura non vanno d’accordo…ma, se
è per questo, neppure la parola Ron e la parola Serietà possono
essere accostate, secondo la stragrande maggioranza degli individui che
conosci.
“Tu non puoi avere paura…”, le dici,
avvicinandoti lentamente a lei.
Hermione inclina il capo verso di te, ed i vostri sguardi
si incatenano, mentre una marea di sensazione tra loro contrastanti ti
sconquassa il cuore…paura contro tranquillità, pace contro
nervosismo, voglia di ridere contro voglia di piangere…se in quel momento
avresti la possibilità di dar voce ai tuoi pensieri, di mostrarti per
come sei veramente, l’unica cosa che verrebbe fuori sarebbe un Molliccio
Confuso.
“Bè…sembra proprio che, ancora una
volta, abbia ragione io, allora.”; sposta il peso del suo corpo su un
fianco, e la sua gonna si macchia d’erba…nulla a cui un incantesimo
smacchiante di tua madre non possa porre rimedio.
“Che presuntuosa…”, le dici, mentre un
sorriso ti si dipinge sulle labbra…non tanto perché la stai
prendendo in giro, ma perché pensi che, se mai sei arrossito, lei non lo
può notare, non con quel buio così fitto.
“Siamo da soli…posso essere
sincera.”…ed è come se ti avessero scottato.
Anche lei?
Anche lei, come te, non è contenta di se stessa?
Ti metti seduto, appoggiando la schiena alla quercia e la
osservi, dall’alto; lei, nel frattempo, si è distesa pancia
all’aria, ma i suoi occhi, quegli splendidi pozzi di cioccolata, ti
scrutano, attenti, aspettando una risposta che non è arrivata.
Ti schiarisci la gola, e ti passi una mano sui capelli,
liberandoli da qualche filo d’erba rimasto impigliato nel
colletto…la voglia si svelarsi è tanta…ma capisci che il suo
è solo un modo di dire, e decidi che, anche per quella notte, Ron
Weasley non scenderà in pista.
“Perché hai paura?”, le chiedi,
portando una gamba al petto ed appoggiandovi il gomito, senza staccarle gli
occhi di dosso.
“Bè…non sarà una passeggiata,
no, la ricerca degli Horcrux?!E poi…poi non ho mai fatto delle cose che
avrei voluto fare.”, ti dice, a pochi millimetri dalla tua caviglia.
Rimpianti…un classico; anche tu ne hai…primo
tra tutti quello di non esserti mai svelato veramente.
Ed i tuoi propositi di prima cadono…entrambi avete dei
rimpianti, siete uguali, ora, sullo stesso identico piano…lei non
è più l’ “Intellettuale”, tu non sei più
lo “Sfigato”.
Il vento soffia leggero tra le foglie brillanti degli
alberi, e soffia anche su di te…il vento libera, lo hai ormai
capito…serata di verità, questa…serata di confessioni da
troppo tempo rimandate.
E ti lasci andare…al diavolo i ruoli…ora non
siete che tu e lei in un boschetto.
E decidi di essere onesto…almeno quanto lei.
“Anche io ho dei rimpianti.”, le dici, e la
tua mano corre, inarrestabile, ai suoi capelli.
Non puoi bloccarla, lo sai benissimo, tant’è
che non ci provi neppure…quella non è la mano del solito
Ron…quella è la tua mano.
Dapprima lei si irrigidisce ma, nel tempo di un battito di
ciglia, senti la sua testa affondare nuovamente nell’erba fresca.
E, mentre le tue dita penetrano in quella cascata di
ciocche lucide e morbide, ti senti sicuro e sereno come mai lo sei stato in
tutta la tua vita…è questa la sensazione che ti regala l’essere
te stesso, il dare voce ai tuoi istinti, il mostrare anche il lato più
profondo e serioso di te?
“Quali?”, ti chiede lei; sospiri…sapevi
che te l’avrebbe chiesto.
Sei tentato di tenere quel segreto, con cui hai convissuto
per anni, con te, con te solo e soltanto…ma hai fatto una promessa a te
stesso, qualche secondo fa…e le promesse vanno mantenute.
“Quello di non essermi mai mostrato per come sono
veramente.”, mormori, sfregando una ciocca di capelli marroni tra
l’indice ed il pollice.
“In che senso?”, ti chiede lei.
“Non far finta di non capire, Hermione…chi
sono io per te? Un buffone…una persona che spara cazzate a raffica, nella
mera speranza di spacciare a chiunque mi capiti a tiro una sicurezza che non
ho…ma, spesso, le cose non sono esattamente come sembrano.”.
E nei suoi occhi scorgi un vivace scintillio; sembra
volerti dire qualcosa, ma se ne sta in silenzio, intuendo che, stanotte, sei tu
quello che deve parlare.
“La verità è che odio i ruoli…se
anche dicessi, un giorno, qualcosa di serio, tu cosa faresti? Mi scoppieresti a
ridere in faccia, perché certe parole, in bocca mia, in bocca del
“Simpaticone, ma stupido”, suonerebbero tanto inusuali da sembrare
persino ridicole…ma come puoi avere la certezza che io, prima di quel
giorno, non abbia mai pensato a qualcosa di profondo?”; appoggi il capo
alla corteccia e chiudi gli occhi.
“Io odio i ruoli. Soffocano il tuo istinto…non
ti lasciano esprimere il tuo pensiero…non c’è bisogno che io
ti salvi…c’è già Harry per questo. Eppure, se accadesse,
io ti vorrei salvare, lo so…ma io non sono un eroe…la gente non si
aspetta queste cose da un Weasley.”, ripeti, più a te stesso, che
a lei.
Lei si alza e ti guarda dolcemente, ma tu hai gli occhi
chiusi e non te ne accorgi.
“Fallo.”, ti dice; riapri gli occhi e, per
l’ennesima volta, lo sguardo dell’uno accarezza quello
dell’altro…per poi essere accarezzati entrambi dal vento.
“Fare cosa?”.
“Segui il tuo istinto…ascoltalo, anche se solo
per una notte. Fai quello che ti senti di fare…non voglio che tu abbia
rimpianti.”.
La guardi, sorpreso…i tuoi occhi si posano sul suo
volto sereno e determinato, per poi spostarsi sulla sua camiciola bianca, che
nasconde la curva piena dei suoi fianchi…
E lo segui…segui il tuo istinto, dai vita ai tuoi
desideri, ai tuoi sogni più reconditi…ti protrai verso di lei e,
dopo averle afferrato il volto tra le mani, posi le tue labbra screpolate su
quelle morbide di lei.
Il tuo cuore fa una capriola, mentre tu ti chiedi come
diavolo hai fatto sino ad ora a startene lontano da quella meravigliosa bocca
inesperta che si muove contro la tua…perché, e sorridi contro le
sue labbra pensandolo, il vostro è un gioco ad incastri
perfetto…e, si sa, la perfezione da sicurezza, da che mondo è
mondo.
Ti stacchi ad lei, ansante, e le accarezzi le guance con i
pollici, gli occhi ancora socchiusi.
“Fatto…”, soffi, per poi impossessarti
nuovamente della sua bocca…un bacio nel vento…e ti auguri
che quella calda brezza che ti tiene compagnia da ore, trasporti in ogni dove
il vostro bacio, cosicché, un tempo, non molto lontano, possiate sentire
nell’aria il sapore dell’altro.
Lei si stacca da te e, accarezzandoti i capelli, ti attira
al suo petto; tu ti appoggi placidamente ed affondi il capo nelle pieghe della
camicia di lei, inspirando il suo profumo delicato.
“A me piaci così come sei, Ron…lo so
benissimo che non sei esattamente come ti mostri, che la tua sensibilità
è addirittura superiore alla mia…”.
“Diciamo che ora sono a quota un mestolone?”,
la interrompi, e lei ti tira uno scappellotto sulla nuca; sorridi, contro di
lei.
“…e so che, spesso, ci vengono affibbiati dei
ruoli che non ci sentiamo completamente addosso...”.
“Credi davvero che sia uno
“Sfigato”?”, le chiedi, temendo la sua risposta.
Lei scuote la testa e, ti obbliga a metterti seduto, per
prenderti il volto tra le mani.
“No, è diverso…credo che tu abbia il
dono migliore che si possa desiderare…quello di far sorridere le
persone…”; e tu non puoi fare a meno di sorridere, davanti ad un
complimento così diretto.
“…è per questo che mi sono innamorata
di te.”, ti dice e tu, nel vedere le sue guance assumere una decisa
tonalità porpora sorridi…perché, evidentemente, non sei
stato l’unico a mostrati per come sei veramente.
“Qual’era il tuo rimpianto?”; lei
sorride, e si accuccia contro il tuo torace, mentre tu le cingi la vita in un
abbraccio.
“Ti interessa saperlo?”.
“Voglio che anche tu dia spazio ai tuoi desideri,
stanotte…”.
“Oh…ma l’ho già fatto…erano
due, e li ho centrati entrambi alla grande.”; sembra quasi strano
sentirla parlare così…quelle parole starebbero meglio in bocca
tua…ma, evidentemente, anche lei si è liberata delle sue solite
vesti.
Le sollevi il mento e la guardi con fare inquisitorio.
“Primo:dirti quanto sei importante per
me…”, dice, sollevando l’indice.
“…secondo: dimostrare a me stessa che, alla
fine, non sono l’unica a nascondermi dietro una maschera.”.
E la baci, semplicemente…perché, a volte, i
gesti sanno dar voce ai pensieri più di mille parole.
E la baci…e senti che, per la prima volta, il vero
Ron ed il Ron che gli altri conoscono, combaciano in un’unica
identità…perché, forse, dentro di te hai sempre saputo che
una maschera si indossa quando si ha paura di essere scottati…e tu, ora
come ora, sei sicuro di te stesso…di quello che sei…con o senza uno
stuolo di amici davanti.
E la baci…e senti che se lei, per prima, si è
accorta che tu sei speciale in qualsiasi salsa ti si proponga, non può
che essere così…Hermione non sbaglia mai.
E la baci…nel vento.
***********************
E’ stato liberatorio….se vi va, ciccate la
scrittine in basso e lasciatemi un commento…baci!
p.s.: giusto per la cronaca...io sarei la matura del gruppo.
Daisy05