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Autore: MusicDanceRomance    30/08/2011    16 recensioni
"Da piccolo ero un bambino introverso, taciturno, arcigno nella mia serenità e nei sorrisi che mi mancavano. E giocavo sempre da solo.
Mi proteggevo da me stesso, dal desiderio di surclassare le differenze di rango, dalla voglia di trovare degli amici veri e scelti."
Questa storia partecipa al contest “Award for best Drabble&Flashfic” indetto da Nirvana_04 sul forum di Efp.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Da piccolo ero un bambino introverso, taciturno, arcigno nella mia serenità e nei sorrisi che mi mancavano. E giocavo sempre da solo.
Preferivo evitare di porre a mia madre domande imbarazzanti, del tipo: “Perché non posso giocare con i bambini Mezzosangue? Sono più simpatici, perché non posso?”
Buffo.
Mi proteggevo da me stesso, dal desiderio di surclassare le differenze di rango, dalla voglia di trovare degli amici veri e scelti. Per questo mi baloccavo in disparte; quale compagna più nobile, più riservata e più sincera della solitudine?
 
Quando Sirius scappò di casa mascherai il mio dispiacere stremato dietro qualche singhiozzo soffuso nell’ombra. Mi mancava e mi sarebbe mancato, ma io dicevo di odiarlo perché dovevo proteggermi da me stesso. E da quell’inanimato briciolo di bontà che mi ripristinava spesso i sentimenti reali.
Insensato. 
Mi tutelavo da un bisogno matto di non voltare le spalle a mio fratello.
Ma da quel momento gli voltai sempre le spalle.
Ero infelice, e protetto da me stesso.
 
Quando il Marchio Nero strinse e ingoiò la pelle del mio braccio, mi chiesi se quello che stessimo facendo noi Mangiamorte fosse giusto. Evidentemente non lo era.
Ma io mi chiamavo Regulus Black, mi ripetevo che il sangue puro non ammetteva marciume nel nostro mondo e che dovevo sentirmi onorato di difendere la razza superiore. Io ero un essere superiore.
Mi inculcavo in testa quelle frasi proprio per proteggermi da me stesso, e dal bisogno di sfondare per una volta il muro dei miei pregiudizi e cambiare rotta. Come lui, come Sirius.
Mi dovevo custodire e preservare dal pensiero di Sirius e di ciò che lui rappresentava. Dovevo pertanto mentirmi e sentirmi forte.
Ridicolo.
Facevo il cattivo per difendermi dall’essere buono. Dall’essere un eroe. Dall’essere quello che avevo sempre sognato di divenire.
Intollerabile, vergognoso, disonorevole.
Protetto da me stesso.
 
Adesso vado incontro alla morte per sfregiare il mio sangue puro e ciò che esso ha sempre dettato. Percorro lentamente la grotta nera, tremo e trattengo il respiro, il terrore mi stritola le vene e aumenta ad ogni passo.
Non si è mai pronti a morire.
Ma io morirò, anche se dovrò combattere con il mio istinto di sopravvivenza che ancora mi implora di scappare via e di guadagnarmi la vita. È la battaglia più difficile quella che si sostiene contro la voglia di salvarsi.
Ma sono abituato a barricarmi l’animo e non scapperò dai miei diciotto anni che non diventeranno mai diciannove.
Finalmente.
Protetto da me stesso e dall’opportunità di salvarmi per vivere ancora. Protetto da me stesso.
Per la prima volta sono felice di esserlo. Perché sto facendo la cosa giusta.
   
 
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