Anime & Manga > Naruto
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Autore: topolinodelburro    31/08/2011    4 recensioni
E poi biascicò "Io lo odio" e pestolava sulle lenzuola, aggrappandosi alle spalle del compagno "Lo odio, lo odio, lo odio".
"Adesso non credi di star esagerando un po'?".
"No, io non lo sopporto. 'Tachi, non ce lo voglio vedere tuo fratello in casa nostra"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'raccolta senzasperanza'
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Now where's your picket fence love?

Now where's your picket fence, love?

Adesso dov'è la tua staccionata, amore?

Sasuke sbadigliò sfogliando distrattamente qualche pagina di uno dei suoi libri di studio. Era in veranda, accartocciato sul dondolo a tre posti e guardava il vialetto d'ingresso intanto che quell'idiota biondo trascinava lungo tutto il giardino un barattolo di tintura fluorescente raccattato dal polveroso scantinato.
Lo vide imprecare e poi inciampare sulla pennellessa e qualche goccia di colore macchiò i suoi jeans. Consultò annoiato ancora qualche paragrafo, poi lanciò un'occhiata veloce ad Itachi, seduto accanto a lui, che stava soppesando Naruto come in procinto di dirgli qualcosa -avrebbe avuto molte cose da dirgli- il cane sonnecchiava inconsolabile tra di loro -gli occhi fissi del segugio seguivano la preda che si aggirava accanita e motivata sulla terra del padrone, proprio sotto il suo naso-.
Itachi accarezzò il pelo ispido del foxhound e la coda dell'animale si animò.
Di tanto in tanto, indaffarato nella sua missione di ristrutturazione, Naruto squadrava il suo ragazzo da lontano, assottigliando gli occhi rabbiosi, arricciando il naso contrito, ma mai osando avvicinarsi alla veranda -almeno non finché quella congettura canina teneva di guardia le scalette di raccordo alla porta principale-.
Sasuke alzò gli occhi al cielo, poi riportandoli in terra osservò Namikaze intingere il grande pennello nella tintura pastosa dal colore innominabile; Naruto mescolò nella vernice -quanto bastava per renderla più fluida- ne raccattò una buona dose e fischiettando qualcosa prese a tinteggiare la staccionata scrostata che delimitava la loro villetta inglese dalla strada.
Il cane mostrò il muso alle nuvole annusando l'aria pregna d'umidità. Era piena estate, il sole correva a nascondersi e quelle che sembravano le nubi d'un temporale passeggero oscurarono di qualche tono il giorno.
Itachi aggrottò le sopracciglia non distogliendo lo sguardo perplesso da Naruto e Sasuke intuì -dal suo silenzio rumoroso- la sua perplessità e senza alzare lo sguardo dal suo libro lo capì al volo. Quella che c'era tra lui e 'Tachi era empatia. Si inumidì l'indice prima di voltare pagina.

-Vuoi risparmiargli l'umiliazione che glielo dica io?-

Chiese.
Itachi inspirò una profonda bocconata di ossigeno alzando cinico le spalle.

-Naruto-

Chiamò, e la testa bionda in fondo al vialetto si tese nella sua direzione, la sua faccia esplose in un sorriso felice -persino i suoi occhi azzurri sparirono nascosti dai suoi denti curati- e ad Itachi mancò il coraggio di parlare -infrangere in quel modo speranze vellutate-.
Sasuke mulinò gli occhi e si schiaffeggiò una mano in viso.

-Sei un rammollito-

Decretò -chi fa da sé fa per tre- quindi prese fiato e urlò.

-Namikaze, cosa ti dice la testa?-

Alla faccia perplessa e piccata di Naruto si giustificò saccente.

-Sta per piovere, usuratonkachi-

Il fratello gli tirò una gomitata balzando in piedi.

-Amore, ti va del thé con i biscotti?-

Sbottò frettosolo e Sasuke rivoltò ancora gli occhi, Naruto dipinse sulla sua bocca un nuovo sorriso e Itachi si sciolse per l'ennesima volta a quella sua espressione. Il ragazzo biondo urlò affermativamente di rimando.
L'uomo sparì oltre la porta d'entrata e il cane lo seguì. Un rombo scoppiò nel cielo e Sasuke internamente sorrise. Stiracchiò piano le braccia intorpidite e scricchiolò le dita. Poi si preoccupò di osservare il lavoro di tinteggiatura del coinquilino, che concentrato nell'operazione non si curava di nulla che non fosse passare quel colore sovrannaturale sulle assi di legno.

-Namikaze, tu sai che non concluderai un bel niente, vero?-

Profetizzò candido e ciò che ricevette fu un'arricciata di naso e un'esclamazione acida.
Un nuovo rombo squarciò il cielo e le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere. Sasuke chiuse il tomo di giurisprudenza che teneva sulle ginocchia e si alzò in piedi. Prima di entrare in casa diede un'ultima occhiata curiosa a quel disperato pittore, senza riuscire a trattenere un ghigno sulla sua bocca.

-La tua staccionata è davvero un capolavoro, amore-

Mimò. Ed intanto che la vernice colava a terra lavata dalla pioggia Uchiha varcò soddisfatto la porta d'ingresso.

   
 
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