Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: Kirby    04/05/2006    5 recensioni
Eccomi qua, pronta con una nuova ficcy... Non voglio svelare troppo... Solo che i protagonisti sono Anna e Gilbert... Buona lettura...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Anna

“Anna!” gridò Gilbert vedendo che la ragazza stava per cadere nel vuoto.

Si rese conto che non sarebbe riuscito ad afferrarla dato che doveva assolutamente calmare i cavalli.

“Reggiti allo schienale” ordinò perentorio il giovane, sperando in cuor suo che la ragazza lo ascoltasse.

“Non darmi ordini, Gilbert Blythe!” sbottò seccata ma ubbidendo prontamente.

“Va bene, ma non fare movimenti bruschi” suggerì conciliante, pensando a cosa fare per evitare danni maggiori.

“Non sono una bambolina fragile!” protestò lei irritata dal tono del ragazzo.

“Ti assicuro che sei tutto tranne una bambolina fragile” concordò lui, degnandola a stento di un’occhiata.

“Cosa vorresti insinuare!?” s’infiammò lei voltandosi di scatto verso il giovane.

Uno scricchiolio sinistro proveniente dalla della ruota danneggiata non si fece attendere, e fece preoccupare i due occupanti.

“Fai piano” scandì.

“Ho capito” gli rispose con una smorfia

“In teoria tu sei più leggera di me…” pensò ad alta voce.

“Senza ombra di dubbio…” convenne lei, attendendo che il ragazzo finisse di parlare.

“Devi scendere dalla mia parte” concluse lui osservandola: “piano” rimarcò secco.

“Agli ordini, comandante Blythe” borbottò lei.

Si alzò lentamente in piedi ed il lieve dondolio del calesse la fece impallidire visibilmente.

“Non cadrai, basta solo che tu non faccia movimenti bruschi” ripeté fiducioso.

“Lo sai che se mi dici una bugia il mio fantasma non ti darà pace?” sibilò furiosa.

“Ancora con questa storia?” chiese lui stupito.

“Funziona sempre…” ribatté pronta, arrossendo per l’uscita poco felice di poco prima.

“Funziona con i tuoi allievi Miss Shirley” la blandì lui.

“Ci credevi anche tu se non ricordo male!” protestò irritata dal suo tono di voce.

“Spiegami adesso perché te la stai prendendo con me” chiese Gilbert osservandola sorpreso.

“Perché è solo colpa tua se ci troviamo in questa situazione!” rispose secca guardandolo storto.

“Non è vero!” cercò di difendersi lui, senza troppa convinzione.

“Non sono io ad aver sbagliato strada e non sono stata io ad insistere affinché accettassi il tuo passaggio!” rimbrottò acida.

“Uno vuole essere gentile e questo è il ringraziamento? Complimenti, sei proprio una vera signora!” tuonò lui iniziando a perdere la pazienza a sua volta.

Era stanco dell’atteggiamento bellicoso della ragazza: se voleva riaprire le ostilità, lui non si sarebbe tirato indietro.

“Per stasera vorrei essere a casa” la informò asciutto.

“Non osare parlarmi così Gilbert Blythe!” tuonò lei acida.

“E come dovrei parlarti, eh?!” le domandò lui furioso “Ho provato ad essere gentile, ma senza successo. Ho cercato di essere diplomatico, ma ho fatto il proverbiale buco nell’acqua. Cosa devo fare con te, Anna Shirley?” le domandò attendendo una risposta.

Anna era livida di rabbia: come osava parlarle a quel modo? Lui che cinque anni prima se ne era andato senza neppure un saluto.

“Dovresti fare quello che ti riesce meglio” soffiò cattiva “fuggire!” concluse con rabbia.

“Io non sono mai fuggito” protestò lui “Ti ricordo che tu eri pienamente informata delle mie decisioni e sei stata tu a non volermi seguire!” le fece presente, sorridendo impercettibilmente di fronte alla sua espressione basita.

“Ti avevo spiegato le mie ragioni! Ma tu eri troppo preso dalla tua carriera per starmi a sentire!” gridò appena si fu ripresa dal colpo basso di Gilbert.

“Forse voi due vi state divertendo, ma io sono qui da quasi mezz’ora che aspetto di aiutarvi” osservò una voce nota.

“Potevi farti vedere anche prima Fred, anziché divertirti alle nostre spalle!” gli fece notare Gilbert osservandolo torvo.

“E perdermi lo spettacolo?” domandò sorridendo “Giammai!” rispose pronto, scoppiando in un’allegra risata.

“Se avete finito con i convenevoli” s’informò Anna “potreste aiutarmi a scendere” chiese ostentando un eccessivo contegno.

“Subito, Anna” mormorò Fred, guardando di sottecchi l’amico, quasi gli stesse chiedendo il motivo di tanto astio.

Gilbert si limitò a scuotere leggermente la testa, non volendo fornire spiegazioni E rischiando di scatenare una nuova guerra.

“Grazie Fred” mormorò Anna compita posando il grazioso piedino a terra.

“Figurati, Anna” rispose Fred, mentre aiutava anche Gilbert.

“Grazie, Fred” fece Gilbert, imitando il tono di Anna e sbattendo le ciglia in modo civettuolo.

“Figurati, Gil” rispose Fred, trattenendosi dal ridere.

“Vi lascio alle vostre chiacchiere” si congedò Anna “Fred, grazie mille per l’aiuto” salutò prima di avviarsi verso il Tetto Verde.

“Si può sapere cos’è successo?” mormorò Fred appena la ragazza ebbe fatto la curva, scomparendo dalla loro visuale.

“Nulla, Fred, solo incomprensioni che con il tempo possono solo peggiorare” spiegò laconico, senza fornire ulteriori dettagli.

“Speriamo che queste incomprensioni non crescano fino ad esplodere, altrimenti Avonlea non ne uscirà indenne!” ribatté prontamente.

“Avresti dovuto studiare legge” borbottò Gilbert osservando il suo migliore amico.

“Già, e rischiare che qualcun altro mi soffiasse Diana?” chiese aggrottando la fronte “No, grazie. E poi tu che hai frequentato la scuola di medicina non sei messo in una situazione migliore rispetto alla mia” gli fece notare.

“La mia storia è totalmente diversa” ribatté Gilbert “Io ed Anna siamo nati per ostacolarci a vicenda e per farci la guerra” gli spiegò brevemente.

“Mi sono sempre chiesto cosa fosse successo tra voi due” ammise con un pizzico di curiosità.

Diana era stata sempre sfuggente riguardo all’argomento, e gli aveva ripetuto infinite volte che, se voleva sapere l’intera storia, doveva chiedere direttamente ai due diretti interessati.

Fred, per sommi capi, sapeva che avevano litigato tra loro ai tempi della scuola, ma non sapeva cosa fosse veramente accaduto o successo. Svariate fonti gli avevano riferito versioni più o meno veritiere sull’accaduto, ma ora voleva sapere la verità.

“E’ troppo lunga. E poi non abbiamo tutto questo tempo” rimarcò Gilbert, cercando di cambiare argomento.

“Abbiamo tutto il tempo che vuoi” ammise baldanzoso, stupendo non poco il suo compagno “La ruota te la riparo io e tu puoi tenermi compagnia raccontandomi per filo e per segno la vostra storia” rispose pronto.

“A volte mi spaventi, Fred: prometti di diventare il giusto erede di Rachel Lynde” ammise sconfitto Gilbert.

“E’ un modo gentile per dirmi di sì?” s’informò senza apparire eccessivamente felice.

“D’accordo, ti racconterò tutto” concesse Gilbert.

“Perfetto! Però in futuro evita di paragonarmi alla Signora Lynde” borbottò risentito.

Gilbert osservò per un attimo e poi esplose in una sonora risata.

“Gilbert? Non sei divertente. Promettimelo” lo pregò in tono accorato.

“Va bene!” bofonchiò tra una risata e l’altra.

Mentre Fred sistemava la ruota, Gilbert iniziava pian piano il suo racconto.

Anna era rientrata a casa da qualche minuto, ma non aveva ancora avuto il coraggio di uscire dalla cucina. Sapeva che Diana, la signora Lynde e Marilla avrebbero fatto parecchie domande sul suo ritardo e lei non era ancora disposta a rivelare tutti i dettagli e del contrattempo occorsole.

Attese qualche altro minuto, poi decise di salire in camera sua, dove Diana era intenta a cucire i loro vestiti.

Con suo sommo sgomento, s’accorse di non avere con sè il merletto che aveva causato tutto quel trambusto per la quale era uscita di casa solo poche ore prima.

“L’ho lasciato sicuramente sul calesse di Gilbert!” mormorò tornando sui suoi passi.

S’incamminò risoluta fino al calesse, stupendosi di sentire la voce roca di Gilbert man mano che si avvicinava al luogo dell’incidente.

Abbandonò il sentiero e proseguì nel prato lì vicino: non voleva correre il rischio d’essere vista.

Arrivò a pochi metri dal calesse e vide Gilbert appoggiato ad un albero e Fred intento a lavorare sulla ruota.

“Ma eri davvero un piccolo romanticone!” lo prese in giro bonariamente Fred.

“Non sei affatto divertente!” protestò l’altro arrossendo lievemente e distogliendo in fretta lo sguardo dal suo interlocutore.

“Dev’essere stato divertente vedere l’espressione furibonda di Anna” mormorò Fred, ridacchiando.

Anna lì osservò ancora per un po’: non capiva perché Gilbert avesse deciso di raccontare quelle cose a Fred, ma non voleva preoccuparsene. Ritornò sui suoi passi, decisa a fare la sua comparsa come se fosse appena arrivata.

Dopo aver preso un bel respiro, riprese a camminare, mentre sentiva il familiare chiacchiericcio farsi sempre più forte.

Girò la curva e si ritrovò i due ragazzi praticamente davanti.

“Anna? Cosa c’è?” s’informò preoccupato Gilbert, osservandola con attenzione.

“Ho dimenticato il merletto” rivelò lei “spero solo di non averlo perso durante il tragitto” mormorò preoccupata.

“Ti do una mano” si offrì Gilbert.

“Anche due” sussurrò Fred, in modo che solo il suo amico potesse sentire ed incontrando la sua occhiata poco amichevole.

“Grazie” mormorò lei arrossendo lievemente.

I due s’avvicinarono al calesse e dettero un’occhiata al suo interno, mentre gli occhi grigi di Anna si riempivano di delusione.

“Non c’è” ammise con voce prossima al pianto.

“Sicuramente è qua, non può essere altrove!” cercò di tranquillizzarla lui.

“Cosa c’è accanto alla ruota?” osservò Fred con noncuranza. Forse anche troppa, si ritrovò a pensare Gilbert, ma non poté esprimere ad alta voce i suoi pensieri.

Entrambi guardarono dove il ragazzo aveva indicato e videro il merletto che avevano tanto cercato e che aveva portato tanto scompiglio in quella calda giornata estiva.

“Trovato!” esclamò Anna improvvisamente euforica allungando la mano, mentre Gilbert la imitava specularmene.

Fu un attimo: il tocco delle loro mani incatenò anche i loro sguardi.

Si fissarono incapaci di muoversi né di dire alcunché: entrambi sapevano che non erano soli, ma non riuscivano a ad interrompere quel incanto che li aveva colti così di sorpresa.

Il rumore di un calesse che si avvicinava li fece voltare ma nessuno dei due staccò la mano dall’altro.

Si trattava di Lucius e Jenny Mayer. Il primo era parecchio seccato nel vedere il dottore, mentre sua figlia s’illuminò di gioia.

Fred borbottò qualcosa circa il tempismo con il quale i Mayer erano arrivati, ma nessuno riuscì a sentire chiaramente.

“Gilbert! Cos’è successo? Ti diamo un passaggio più che volentieri, non è vero papà?” s’interruppe la ragazza prendendo fiato.

Anna, risentita da quel incontro, ritirò frettolosamente la mano.

Che sciocca, Gilbert era già impegnato con Jenny.

“Grazie per l’aiuto, dottore” disse Anna allontanandosi dal ragazzo.

“Oh, signorina Shirley, non l’avevo vista” si scusò Jenny, accorgendosi in quel momento della ragazza.

“Magari abbiamo interrotto qualcosa” sibilò allusivo il signor Mayer. Tutti ad Avonlea sapevano del rancore che quest’ultimo nutriva per il primogenito di casa Blythe.

“Non ha interrotto nulla, signor Mayer” lo tranquillizzò Anna “un semplice incontro tra vecchi amici” spiegò breve poi, con un semplice cenno del capo si congedò dal gruppetto.

 

Ciao a tutti, ecco qua il capitolo n. 6, non mi ero dimenticata di questa ficcy, solo sono successe alcune cose che hanno rallentato la posatura del capitolo. Mi raccomando, fatemi sapere cosa ve ne pare.

Ringraziamenti:

Nisicorvonero: ciao Mitica, grazie mille per il betareading, mi scuso io per il ritardo, e come al solito aspetto al tuo commento. Un bacione!!

Lu: ciao stellina, giuste osservazioni, sono profondamente pentita, infatti ecco qua il capitolo numero sei tutto per te. Fammi sapere. Un bacione!!

Cate: ciao cara, addirittura due recensioni, wow, sono davvero contenta che questa storia ti piaccia. Fammi sapere cosa ti sembra. Un bacione!!

Ringrazio tutti i lettori anonimi.

Al prossimo capitolo (prometto entro settimana prossima.)

Un bacione!!

Kirby

  
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