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Autore: Tigre Bianca    07/09/2011    2 recensioni
Modificato il secondo capitolo!
"Vì, appoggiata allo stipite della porta, si guardò intorno divertita, scuotendo la testa. Quando mai aveva accettato quell’incarico? Perché si era lasciata intenerire dai quei cinque pazzi scatenati che le avevano letteralmente sconvolto la vita?"
Non ne so molto sui Naitomea, quasi niente in realtà. Però quest’anno ho cominciato ad ascoltarli e mi sono piaciuti davvero tantissimo, così ho cercato su EFP qualche ff su di loro, ma purtroppo ne ho trovate pochissime! “Come farò ora nei pomeriggi di delirio?” ho pensato. Allora ho deciso di buttarmi e scrivere la mia prima ff, tutta dedicata a loro che mi hanno aiutata tantissimo, con le loro stupende canzoni, ad uscire da un periodo un po’ difficile. Questa storia è un enorme “grazie” ai nostri Fantastici Cinque e un modo per intrattenere tutti gli appassionati della loro musica. Leggete!
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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DON'T STOP BELIVING!
Primavera a Tokyo

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Just a small town girl
Livin’ in a lonely world
She took the midnight train going anywhere

Just a city boy
Born and raised in south Detroit
He took the midnight train going anywhere
 

Da quando Daniel era arrivato a Tokyo, Vibèke aveva ritrovato la speranza e l’energia che le mancavano e ora lavorava con impegno, cercando di mettere da parte abbastanza soldi per cambiare casa, e cercava un lavoro che le desse più soddisfazione. Per ora non aveva ancora trovato niente, ma non perdeva la speranza e sapeva che prima o poi sarebbe arrivata la sua occasione e avrebbe trovato il posto giusto per lei in quella grande metropoli.
La primavera era cominciata da poco e Vibèke portò Daniel a vedere i ciliegi in fiore nei giardini ai confini della città ***. Era uno spettacolo magnifico e suggestivo; gli alberi erano carichi di fiori di tutte le sfumature del rosa che cadevano lentamente, sospinti dal vento, tra le ninfee dello stagno. I due, senza dire una parola, attraversarono il giardino guardandosi intorno incantati e assaporando il delicato profumo dei fiori. Sempre senza parlare, si distesero sull’erba del prato, sopra di loro gli alberi fioriti li riparavano dai raggi del sole.
“Come va l’organizzazione del tour?”
“Bene, devo dire che non pensavo fosse così divertente lavorare con delle star giapponesi, anche se all’inizio abbiamo fatto parecchia fatica per capirci… il loro inglese è terribile e io non so una parola di giapponese!”
“Non fanno i capricci le tue star?”
“No… cioè, non proprio quel genere di capricci...” Vì lo guardò interrogativa “Si, insomma, non sono star viziate abituate ad avere stuoli di persone al loro servizio. Sono piuttosto riservati e più o meno autonomi. Ma… come dire… sono buffi.”
“Buffi?! Che vuol dire buffi?”
“Dovresti vederli per capirlo… sembra che vivano in un mondo tutto loro… ognuno ha le sue stranezze e particolarità… e fanno morire dal ridere a volte, e la cosa più divertente è che loro non se ne accorgono nemmeno, sono seri!”
“Dovrei davvero vederli, tu parli in un modo tutto tuo!”
“Già, dovresti proprio conoscerli… ora siamo un po’ in crisi perché Shinici, il mio amico e loro manager, è molto preso dall’organizzazione del tour e non può seguirli molto e loro stanno anche finendo di incidere il nuovo album che dovrà uscire tra pochissimo. Ci servirebbe una mano, credo…”
“Uhm” Vì non lo stava seguendo più molto, aveva chiuso gli occhi e si stava godendo il calore del sole che filtrava tra i rami degli alberi.
“Vì, ma tu non stai cercando un lavoro?”

Strangers waiting
Up and down the boulevard
Their shadows searching in the night
 

“Nooo, è solo un mese che te lo dico ogni volta che ci vediamo, grande scemo!!” E ridendo gli tirò un pugno sulla spalla.
“Ahia! Non vale!” Per un attimo i due ragazzi si dimenticarono di essere in un giardino pubblico in mezzo a centinaia di altre persone che li guardavano allibite, e cominciarono a rotolarsi nell’erba cercando di picchiarsi ma finendo, ovviamente, per ridere come due pazzi.
Quando Daniel riprese fiato e riuscì di nuovo a parlare, riprese il discorso di prima, sforzandosi di mantenere un minimo di serietà. Dopo aver soffocato le risa più volte, finalmente riuscì a parlare.
“Seriamente Vì, non avevo ancora collegato le due cose, ma potresti darci tu una mano con i Nightmare”
Vibèke non sembrava molto convinta, non voleva impazzire per fare la balia a cinque star e soprattutto ricordava dai tempi del liceo quando fossero pericolosi i lampi di genio del suo amico.
“Darvi una mano come?”
“Beh, non lo so esattamente, credo che si tratterebbe più che altro di organizzare gli impegni della band, accompagnarli in studio e vedere che tutto fili liscio.”
“La fai facile tu, ma ho come il presentimento che non lo sarà per niente! Comunque qualsiasi cosa è meglio di quello che faccio ora, non vedo proprio come potrebbe essere peggio.”
“Ottimo! Shinici mi adorerà quando gli dirò che ho risolto tutto!”
 
“Qualcosa mi dice che me ne pentirò…”
 
“Ma no, vedrai che li adorerai! Stasera stessa ti chiamo e ti dico a che ora passo a prenderti domani. Fatti bella, per il colloqui di lavoro più importante della tua vita!”
Scuotendo la testa, sconcertata da tanto entusiasmo, Vibèke si alzò trascinandosi dietro l’amico, scomparendo poi tra i grattacieli della città.

 Don’t stop believin’
Hold on to the feelin’
Don’t stop believing!
  
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