CHARLOTTE’S
POV
-
Tesoro, da ragazzini eravate inseparabili…
-
Sì mamma, hai fatto centro. Da
ragazzini-
sibilo con disprezzo nel momento in cui Alexander cerca di calmarmi.
-
Amore, non ti devi preoccupare per lui… Non sarà
certo un Pattinson qualunque a
rovinare il nostro matrimonio- prendo un respiro profondo e chiudo gli
occhi.
Sì,
Alexander è il mio presente, il mio tutto, la persona con
cui ho scelto di
stare finché morte non ci separi. E, anche se mia madre si
è presa la libertà
di invitare il mio amichetto di infanzia, niente andrà
storto il venti maggio.
Perché io e lui siamo felici, e niente potrà
turbare questo fantastico momento
tra di noi.
-
Beh- sussurro calmandomi e tirando fuori tutta l’aria dai
polmoni con un grande
sospiro.
-
Del resto non verrà certo al mio matrimonio… non
so se l’hai notato, ma da
quando è diventato famoso non ci sentiamo più.
-
Ma sappiamo tutte e due che parte del suo successo dipende da te-
insiste mia
madre, quasi come se lo volesse proteggere dai miei giustificatissimi
attacchi.
-
Lo sai tu, lo so io… Ma la stampa, il mondo
non lo sa!
-
Lui ti ha sempre voluto bene, Charrie.
-
No. Mi ha usata.
-
Lo dici solo perché vi siete allontanati- sospira mia madre.
Le vorrei tirare
il velo di chiffon addosso, ma la devo sopportare. Non voglio essere in
lite
con lei per colpa di quel… di quel… falso
troglodita.
Sì,
suona bene. Robert Pattinson, il trogalso.
Il
telefono di casa squilla.
-
Vado a rispondere. Ne riparliamo dopo- sibilo a mia madre e giro
velocemente l’angolo,
chiudendo gli occhi e inspirando fortemente.
Per
un momento cerco di essere la sposa felice di qualche minuto fa, quando
ancora
non sapevo che mia madre avesse invitato Robert al mio matrimonio.
-
Pronto?- rispondo serena. In realtà dentro muoio e
basterebbe una parola di
troppo a farmi scoppiare definitivamente a tre giorni esatti dal giorno
che
dovrebbe essere il più felice della mia… vita?
-
C-char?- domanda una voce dall’altro capo del ricevitore.
-
Sì?- domando inquieta, senza capire con chi sto parlando al
telefono.
-
Char, sono…- silenzio.
-
Sei…?
-
Sono Rob- una furia cieca parte dal mio cervello e si diffonde in tutto
il
corpo insieme ad una scarica di adrenalina che non riconosco come mia.
-
Fanculo brutto opportunista, io ti odio!- urlo tutto d’un
fiato, senza
pensarci.
Mia
madre accorre in cucina, trafelata e mi dice di calmarmi, ma i miei
occhi sono
già pieni di lacrime.
- Ti odio- sussurro tra un singhiozzo all’altro, lasciando
cadere la cornetta per
terra e scappando nel mio rifugio sicuro, l’unico posto in
cui mi sento davvero
a casa: la stanza della trasformazione
di Rob e Char.