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Autore: Hivy    09/09/2011    3 recensioni
L'arrivo di un compagno di viaggio sgradito complica le cosa tra Zedd, Richard, Kahlan e Cara, soprattutto se quel nuovo arrivato e Darken Rahl, sempre più intenzionato a governare le Terre Centrali, il D'Hara e i Territori dell'Ovest.
Le parole del perfido Darken Rahl riusciranno a mettere zizzagna tra i quattro, portandoli ad un inevitabile scontro?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VII

Capitolo VII

 

Il pugnale incrociò con fragore metallico la lama del dacra, che fremette sotto il colpo ricevuto. Kahlan non perse tempo, e con una mossa rapida sferrò un calcio potente alla Sorella dell’Oscurità e con sguardo infiammato dalla rabbia la pugnalò poco più in alto del cuore, premendo l’arma fino all’elsa.

Da dietro le sue spalle la provenne un fragore metallico e lei fece appena in tempo a chinarsi in avanti per evitare che il dacra le colpisse la nuca. La massa di capelli le coprì il volto per qualche attimo,  infine, raccogliendo tutte le sue forze si rialzò in piedi e si voltò verso l’ultima Sorella dell’Oscurità che le stava correndo in contro urlando. Si chinò per evitare di ricevere il micidiale colpo di dacra al collo, poi attese un nuovo affondo e, proprio quando stava per parare il colpo, il dacra deviò la sua direzione in un attimo. Non riuscì più a tenere d’occhio l’arma e in un attimo le salì alla gola un urlo strozzato. Sentiva la gamba bruciarle poco più sopra del ginocchio, e appena provò ad appoggiare il peso del corpo sull’arto, per proteggersi da un fendente, ebbe l’impressione che la terra sotto i suoi piedi si sgretolasse. Perse l’equilibrio e si ritrovò in ginocchio, con la gamba dolorante e il fiato corto in gola.

Il cuore le batteva forte, e mentre vedeva la Sorella dell’Oscurità alzare sopra la testa il dacra, l’unico pensiero che le passò per la testa fu quello di non aver fatto in tempo a confessare il suo tradimento. Sarebbe morta con quel peso sulla coscienza, e non si sarebbe mai potuta ricongiungere ai suoi cari nel Mondo Sotterraneo, avrebbe dovuto patire l’ira del Guardiano.

Mentre il dacra calava sempre più inesorabilmente su di lei, le parve di intravedere un ombra veloce saettare. Avvertì il tonante rumore del ferro contro il ferro ed uno schizzo di sangue raggiunse la sabbia in sua prossimità. Sentì qualcosa incombere dietro di lei come una forza misteriosa e benigna, poi, in un attimo la donna che stava per ucciderla crollò a terra morta, con un pugnale conficcato nella gola fino all’elsa.

I rantoli della donna ruppero il silenzio che si era creato e per qualche attimo, la Sorella dell’Oscurità vomitò vermiglio sangue che si sparse sulla sabbia circostante.

Kahlan fissò l’orizzonte per un attimo, il mare davanti a lei le pareva infinito, e le onde parevano rilassare il suo respiro e calmare i battiti del suo cuore. Il cielo azzurro era increspato da delle sottili nuvole un po' vacue ed allungate che le facevano sembrare ancora più lontane. Era buffo pensa che quella era la prima volta in cui le capitava di fissare quel panorama magnifico. Da quando aveva messo piede su quella spiaggia, non aveva mai fissato così a lungo il mare, erano successe troppe cose per poterselo permettere. Eppure, ora, in quel momento, mentre il dolore alla gamba pulsava ancora sulla sua carne le pareva di non poter desiderare altro. Quanto avrebbe voluto essere là con Richard.

<< Kahlan! >> quella voce le parve lontana, ma le bastò per trascinarla inesorabilmente alla realtà. Per un attimo le passò per la testa che potesse essere Richard, poi, i suoi occhi blu e il suo volto ruvido presero pieno possesso del suo campo visivo.

<< Sto bene! >> sbottò la donna, accorgendosi immediatamente di aver indugiato troppo. Fece leva sulla gamba sana e si alzò in piedi, raccolse i pugnali e fece per fare un passo, ma le gambe le cedettero.

Faceva troppo male, il peso del tradimento che portava dentro di sé ed il dolore di quella ferita la distruggevano. Ostentò sicurezza, sebbene le mancò l’equilibrio fece un altro passo:<< andiamo! >> disse. L’ultima cosa che desiderava era la compassione di Rahl.

<< La ferita va pulita… >> si limitò ad informare Rahl, senza inclinazione di preoccupazione nella voce:<< o si infetterà ancora prima di questa sera! >>.

Kahlan sbuffò sommessamente per il dolore e la frustrazione, ma si trascinò ugualmente avanti:<< non è così grave! >> disse, la sola idea che quell’uomo potesse sfiorarla, anche fosse per curarla le faceva ribrezzo:<< o subito di peggio! >> ostentò una certa determinazione, ma la sua voce era costantemente crepata da una vena di dolore che tradiva le sue parole.

<<  Sei davvero così ansiosa di raggiungere i Pilastri della Creazione? >> domandò con un tocco di beffa Rahl. Kahlan si voltò a fissarlo con rabbia, ma non aggiunse altro. Piuttosto che farsi toccare da lui avrebbe strisciato a terra per il resto del viaggio.

<< Ci vorranno almeno altri tre giorni, non vedo come tu possa resistere fino ad allora con la gamba ridotta in quelle condizioni! >> disse scandendo bene le parole, come per ferirla profondamente nell’orgoglio.

Tre giorni, forse più, poi avrebbe dovuto confessare a Richard il suo tradimento e allora tutta la sua vita sarebbe finita. Per un attimo desiderò che Rahl non l’avesse salvata pochi attimi prima. La decisione di confessare tutto a Richard la tormentava giorno e notte, eppure, morire con quel peso sulla coscienza la spaventava ancora di più.

<< Non è grave come sembra! >> disse Kahlan, abbassando lo sguardo per constatare la gravità della lacerazione. I lembi di pelle erano molto distanziati, e la carne viva pulsava sotto di essi, mentre il sangue fluiva inesorabile lungo tutta la gamba. Si poteva vedere il muscolo parzialmente lacerato che pulsava. La donna strinse i denti, era una brutta ferita, e con le esanime forze che le erano rimaste non sarebbe andata avanti per molto, poco più di un metro. Al solo sfiorare la pelle in prossimità della ferita sentiva un forte bruciore, ed era evidente, che se non l’avesse fasciata e pulita subito si sarebbe potuta infettare, mettendola a rischio di cancrena, o peggio, sarebbe potuta morire dissanguata, a giudicare dalla quantità di sangue che le colava dal taglio.

<> sbottò impaziente Rahl:<< credi davvero di potermi prendere in giro? Non riesci nemmeno a camminare! >> disse:<< come pensi di raggiungere i Pilastri della Creazione? Strisciando? >> un sorrisetto malefico fece capolino sulle sue labbra. A dire il vero non gli sarebbe dispiaciuta quella possibilità, ma non poteva lasciare che la depositaria morisse.

<< No! >> urlò irritata Kahlan, sentiva un forte bruciore, ma non riusciva a fidarsi di lui, nemmeno in una situazione così grave:<< la curerò questa sera, quando ci fermeremo! >> sbottò:<< dobbiamo continuare! >> disse più per incitare se stessa che Rahl. L’uomo alzò un sopracciglio ma non aggiunse altro e cominciò a camminare senza fretta poco più avanti di Kahlan, che zoppicava vistosamente ad ogni passo.

Non percorse molta strada, perché dopo soli tre passi ricadde nuovamente in ginocchio, mentre il sole le feriva il volto. Vide la figura di Rahl continuare a camminare davanti a lei come se non fosse successo nulla. Con un gemito di dolore e le lacrime che le infiammavano gli angoli degli occhi fu costretta a dirgli di fermarsi e di aiutarla. Rahl sogghignò soddisfatto prima di voltarsi e tornare sui suoi passi. Infine, si fermò davanti a lei e si chinò in avanti, fissandola. Kahlan si perse per un attimo in quello sguardo, le pareva la prima volta in cui aveva uno sguardo così significativo e increspato dalla preoccupazione.

<< Bevi! >> le disse serio:<< togliti lo zaino dalle spalle e inizia a tirare fuori le bende >> disse con voce ferma di chi è abituato a dare ordini. Infine si alzò e le schermò per un attimo il sole con il fisico.

<< A cosa mi serve bere? >> sbottò la donna, odiava essere trattata con sufficienza.

Rahl la fissò come se fosse una cosa ovvia:<< per svuotare la borraccia! >> rispose serio:<< la riempirò con acqua di mare, depurerò la ferita e poi cercherò dell’altra acqua pura, nel frattempo useremo l’altra borraccia per bere… >> dichiarò deciso. Per un attimo Kahlan riconobbe Richard in lui, avevano lo stesso modo di risolvere i problemi, immediato e deciso, come se nessuno potesse replicare. Non aveva mai veramente pensato a Rahl, come al fratello dell’uomo che amava, eppure, in quel momento, non riuscì a farne a meno. Afferrò la borraccia e bevve l’acqua. La sua gola si rinfrescò abbastanza e placò la sua sete, infine, la passò a Rahl:<< finiscila! >> disse, con voce più incrinata in un consiglio che non in un ordine vero e proprio. Rahl trattene un sorrisetto, prese la borraccia e voltandosi se la portò alle labbra.

Kahlan si tolse lo zaino dalle spalle, e ne estrasse due rotoli di bende bianche, poi estrasse una camicia di tela e la stese sulla sabbia, riducendola a brandelli con uno dei pugnali.

Quando Rahl tornò e si sedette davanti a lei e poggiò la borraccia a terra, aspettando con pazienza fino a quando Kahlan non si convinse a sollevare il lembo dell’abito fin poco sopra della ferità. L’uomo non disse nulla, prese un brandello della maglia che era sulla sabbia e lo bagnò con l’acqua della borraccia, poi, fu sul punto di premerlo contro la ferita, ma si fermò di colpo e sollevò lo sguardo, mentre anche Kahlan faceva altrettanto, perplessa.

<< Brucerà un po' >> annunciò con voce piatta l’uomo, come se si sentisse costretto ad avvisare Kahlan del forte dolore che avrebbe provato. Fosse stato per lui, Kahlan sarebbe potuta anche morire là, in quello stesso momento, ma sapeva bene di doverla aiutare, da morta non le sarebbe servita a nulla.

<< Lo so… >> rispose Kahlan in un sbuffo irritato:<< non è la prima volta che mi capita! >> aggiunse in un ringhio nervoso. Rahl aggrottò un poco le sopracciglia, poi senza aggiungere altro premette lo straccio contro la ferita, mentre sotto il suo tocco la gamba della donna fremeva per il bruciore e Kahlan tratteneva un gemito di dolore.

Tenne premuto lo straccio per un poco di tempo, poi, intingendone nell’acqua un alto, pulì dal contorno della ferità il sangue sporco e spazzò i granelli di sabbia. Pulì con veemenza il sangue che colava giù per il ginocchio e per il resto della gamba, poi, senza dare nessun preavviso rovesciò metà del contenuto della borraccia sulla ferita, mettendo a dura prova la capacità di trattenersi dall’urlare di Kahlan.

Provava dolore, ed il bruciore era insostenibile ogni momento di più, ma per lo meno, la ferita appariva già più pulita.

Trattenne il dolore fin quasi a perdere la sensibilità della gamba, stringendo i denti.

Fissava le mani dell’uomo e che si muovevano rapidamente intorno e dentro la ferita, pulendola quasi completamente, facendole salire stilettate di dolore persino al petto. Sentiva una strana tensione, che le stringeva la bocca dello stomaco e ancora una volta provò l’intrattenibile voglia di baciarlo.

Si tormentò ancora un po' con i pensieri del bacio che c’era stato, scoprendo di non provare nemmeno più dolore nel pensare a quel tradimento.

<< Bisognerebbe ricucirla… >> la voce cupa di Rahl la riportò alla realtà ancora una volta, e dovette concentrarsi parecchio per evitare di urlare per il dolore.

<< Cosa pensi di fare? >> chiese stringendo i denti.

La risposta di Rahl non fu immediata, continuò ad indaffararsi attorno alla ferita, ponderando quella domanda.

<< Tieni premuto sulla ferita e cambia spesso il panno… >> disse poi, facendo per alzarsi:<< vado a vedere se riseco a trovare qualche erba che possa rallentare la perdita di sangue, anche se non credo che nella macchia costiera ce ne siano… >> spiegò con freddezza, facendo per voltarsi e andare via.

<< Rahl! >> lo bloccò bruscamente Kahlan.

<< Non ti preoccupare, depositaria, tornerò! >> disse con voce di beffa, voltandosi verso di lei per fissarla con furbizia.

Kahlan si sentì insultata e irritata da quella frase, ma non disse nulla, aveva già rimandato troppo prima di digli quella cosa:<< grazie… >> gli disse in un sussurro:<< per tutto… >>. Rahl poteva anche essere il suo peggior nemico, ma l’aveva aiutata più di una volta in quei giorni.

L’uomo alzò un sopracciglio un po' contraddetto, ma non parve scomporsi molto, come la solito:<< non mi ringraziare, depositaria… >> le disse furbamente:<< potresti scoprire che anche i malvagi hanno un cuore! >> così dicendo si voltò e prese a dirigersi verso la boscaglia, sorridendo compiaciuto e arcigno, il suo piano era quasi completo, e aveva trovato nella stupidità della Sorelle dell’Oscurità un aiuto insperato. Aveva comandato loro di attaccarli di tanto in tanto, ma non si sarebbe aspettato che Kahlan rimanesse quasi uccisa. Quella ferita poteva essere un giovamento, come la sua peggior nemica, poteva sfruttare la situazione a suo favore, ma doveva stare attento, un errore avrebbe spazzato via tutto il suo trapelato lavoro.

Kahlan pensò per qualche attimo a quello che Rahl le aveva detto, aveva sempre sbagliato sul suo conto, o almeno, così era propensa a pensare in quel momento, ma non poteva esserne certa, Rahl era più imprevedibile di una tempesta, e di gran lunga più spaventoso e devastatore.

Si ritrovò a pensare a lui come ad una persona sincera e pura. Come sarebbe stato conoscerlo in un'altra situazione? Come sarebbe stato se Darken Rahl fosse stato al posto di Richard il cercatore e Richard fosse stato il despota del D’Hara, deciso a conquistare il mondo? Si sarebbe innamorata di Darken Rahl come aveva fatto con Richard, oppure no? Qualcosa dentro di lei le diceva che in qualunque caso Rahl l’avrebbe attratta come la stava attraendo in quel momento. Le passò per la testa il pensiero che se Rahl fosse stato il cercatore, allora sarebbero potuti stare insieme. Scacciò quella riflessione, perché sapeva che l’avrebbe indotta ancora una volta in tentazione, doveva pensare il meno possibile a quelle cose, doveva concentrarsi sulla sua missione!

Attese qualche altro minuto, pulendosi la ferita, infine, quando iniziava a pensare che Rahl se ne fosse andato, vide la sua figura avvicinarsi con veemenza, mentre sul mare, iniziava a scendere la luce dorata del sole che cala al tramonto.

Quando l’uomo fu accanto a lei, lo vide posare a terra dei bastoni di legno, probabilmente per i fuoco, e delle erbe che Kahlan non aveva mai visto prima. Si sentì intimidita da quella situazione, e se quelle erbe l’avessero uccisa, invece di guarirla? Iniziava a fidarsi di lui, ma non poteva esserne perfettamente sicura.

<< Cosa sono? >> chiese seria, indicandole con un dito.

Rahl fece comparire un sorrisetto sulle labbra:<< Sanguinaria… >> disse lui, iniziando a strappare le foglie.

<< A cosa serve? >> chiese lei preoccupata, non aveva mai sentito nominare quella pianta, e si chiedeva come lui la conoscesse. Per quello che sapeva Rahl era cresciuto al Palazzo del Popolo, come poteva conoscere tutte quelle piante? Che la stesse ingannando?

<< Contiene una sostanza rossiccia che somiglia al sangue, dovrebbe rallentare il flusso, ma con altre piante sarebbe stato meglio… >> disse senza troppe reverenze, continuando a lavorare sulle foglie.

<< Come lo sai? >> chiese sotto voce la donna, intimidita dalla risposta che avrebbe potuto sentire.

<< Mi credi davvero stupido? >> chiese lui interrompendo il suo lavoro e fissandola con un po' di irritazione nello sguardo. Kahlan rimase paralizzata da quella domanda e soprattutto dallo sguardo dell’uomo. Non riuscendo a dire nulla si limitò a scuotere debolmente la testa.

<< Pensa, Kahlan, se ti avesse voluta morta mi sarebbe bastato assecondarti quando volevi continuare a viaggiare… anche ammesso che io abbia un piano, a cosa mi serviresti da morta? >> disse fissandola gelido, ma con un tocco di furbizia nello sguardo. Rahl la fissò ancora per qualche attimo così, poi si allargò in un sorrisetto:<< una delle poche cose buone del crescere nella casata dei Rahl è quella di potersi permettere i migliori istitutori… >> disse sotto voce, riprendendo a lavorare sulla pianta, strappando i petali bianchi, aprendo poi il fusto carnoso e orizzontale, che aveva quasi una forma si radice, perfettamente conscio che l’affermazione di poco prima aveva allarmato Kahlan, ma allo stesso tempo l’aveva incuriosita.

Kahlan rimase in silenzio all’udire quella risposta, che le aveva inevitabilmente fatto sorgere dei seri dubbi.

<< Dunque hai un piano… >> mormorò.

Rahl afferrò una ciotola, ne fece colare all’interno il liquido rosso contenuto nella pianta e con due dita lo spalmò sulla ferita, stando attento a non premere troppo. << Dovresti saperlo, depositaria, non possiedi forse la capacità di leggere le menzogne? >> disse sarcastico.

<< Vedo solo la verità… >> spiegò Kahlan leggermente accigliata e irritata.

<< E allora, forse non ho un piano… >> disse lui, poi, senza aggiungere altro prese uno dei due rotoli di benda e strinse bene la fasciatura. Dopo di ché, svuotò il contenuto della borraccia, e si indaffarò nella preparazione del fuoco per la sera, che già si delineava sopra la linea dell’orizzonte.

 

<< Se domani riuscirai a camminare riprenderemo il viaggio… >> disse Rahl con non curanza:<< altrimenti staremo qui, mancano quattro giorni al solstizio, per raggiungere i Pilastri della Creazione ce ne bastano tra, comunque sia abbiamo un giorno di vantaggio… >>.

Kahlan lo fissò contraddetta:<< no, domani partiamo, qualsiasi cosa succeda, è meglio non attardarsi, Richard potrebbe già essere arrivato… >>.

Rahl sogghignò e scosse la testa:<< hai davvero tanto voglia di confessargli il tuo tradimento? >> chiese sarcastico.

Kahlan non rispose. No, non era certa di quello che volva fare, avrebbe perso Richard per sempre, come poteva essere sicura di quello? Allo stesso tempo non poteva dimostrarsi tentennante davanti a lui.

<< Essere sinceri è di gran lunga più lungimirante dell’essere dei bugiardi… >> tagliò corto Kahlan, poco interessata ad intraprendere una discussione del genere con Rahl.

<< Non ti stanchi mai di essere ‘lungimirante’ Kahlan? >> sbottò lui, girandosi a fissarla, con voce iniettata dall’ira. Kahlan lo fissò per qualche attimo, con sguardo vuoto, voleva rispondergli, ma sapeva che se avesse negato si sarebbe sentita un ipocrita:<< non posso farne a meno… >> rispose in fine, sperando che lui non aggiungesse altro:<< sono una depositaria,  e come tale, perseguo la verità e la purezza dell’animo, io non posso essere da meno… >> aggiunse dandosi un aria più importante di quello che era. Rahl parve diverto, sogghignò tra sé e sé, infine la fissò gelido:<< servirai anche la verità, però menti a te stessa… >> le disse, gettando le premesse per un discorso che Kahlan non voleva ascoltare, sapeva bene che le sue parole potevano incantarla.

<< Io non mento a nessuno! >> sbottò, tagliando corto.

Rimasero in silenzio per lungo tempo, infine, fu Rahl a distogliere gli occhi da un punto sulle spiaggia e a parlare per primo:<< lo vedi quel gabbiano? >> chiese con voce piatta, alzando il mento per indicare un solitario esemplare di gabbiano piuttosto grande. Kahlan lo fissò per qualche attimo, le pareva di averlo già visto, come se le ricordasse qualcuno.

<< E allora? >> chiese alzando le spalle.

Rahl valutò il pennuto ancora per qualche attimo, con aria pensierosa, sottolineata da una mano sotto il mento.

<< Ha qualcosa di strano… >> disse:<< è come se ci seguisse… >> aggiunse:<< l’ho già visto giorni fa… >> affermò seriamente, deciso delle sue parole.

<< E’ un gabbiano! >> disse lei preoccupata per quell’insolito comportamento guardingo di Rahl, non l’aveva mai visto seriamente preoccupato in quei giorni, ma quell’animale pareva metterlo in dubbio:<< come fai ad essere certo che sia veramente lo stesso? >> chiese curiosa e un po' divertita, come poteva Rahl pensare ad una cosa del genere?

<< E’ strano, Kahlan! >> sbottò l’uomo fissandola irritato:<< se non lo vedi allora le tue bugie ti annebbiano anche la vista! >> disse sprezzante, riacquistando quell’atteggiamento fiero e regale che lo distinguevano dagli altri. Era abituato ad essere ascoltato quando diceva qualcosa, e Kahlan avrebbe fatto meglio a dargli retta. Quel gabbiano era avvolto da uno strano fascio di magia, lo avvertiva. Infine afferrò la borraccia e si alzò:<< la riempio di nuovo, durante la notte potrebbe servirti tenere la ferita bagnata e disinfettata! >> sbottò, dirigendosi verso il mare.

Kahlan lo fissò, poi prese a guardare il gabbiano. Anche a lei sembrava strano, ma non per questo doveva essere una spia! Cercò di scacciare quel pensiero dalla sua mente, ma inevitabilmente si sentì osservata. E se fosse vero? Se quel gabbiano non fosse realmente un gabbiano?

 

***

 

Eccoci qui, di nuovo… spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Ringrazio tutti voi per le recensioni dell’altro capitolo e per aver anche solo letto…

Dreaming_Archer: all’inizio mi facevi notare che il testo non era ‘da me’ perché insolitamente tranquillo, e senza battaglie e cose varie, al ché, io rispondevo che la parte movimentata sarebbe arrivata… bhé, è appena cominciata… e nei capitoli finali (ai quali ci avviciniamo sempre di più) ci sarà molto azione… ora è un po' più da me?

Spero solo di non aver mollato il colpo, mi sembra di non aver mantenuto molto la psicologia dei personaggi in questo capitolo… ma comunque eccolo qui, recensite se vi va…

Per quanto riguarda la ‘Sanguinaria’ (la pianta che Rahl ha usato per curare Kahlan) so che esiste, perché l’ho trovata sul dizionario, ma non so se il suo uso specifico in farmacia sia quello di rallentare il flusso del sangue, io l’ho interpretata così… se ho detto una boiata pazzesca perdonatemi!!

 

Grazie mille a tutti!

 

Hivy!!!

  
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