CAPITOLO 14
-SECONDA PARTE-
Erano all’incirca le sei. Il
cielo di Londra cominciava già ad oscurarsi per far posto ad una sera priva di
stelle e luna a causa della pioggia che cadeva incessantemente.
Ely guardava pensierosa dalla finestra le vie immerse nel
traffico,mentre qualche lacrima solitaria le scendeva
di tanto in tanto sul viso. Vedeva la gente correre sotto un ombrello che
riparava ben poco,udiva lo strombazzare dei clacson
eppure si sentiva sola,come non lo era mai stata. La valigia che ben presto
avrebbe trascinato in una corsa all’interno dell’aeroporto
giaceva ai suoi piedi.
D’un tratto udì dei passi
avvicinarsi verso il salotto e sulla soglia comparve la sorella con in mano il suo borsone,che le sorrideva dolcemente
intuendo la tristezza che la tormentava.
-Vogliamo andare?- chiese in
tono pacato Very.
-si,sono
pronta da tanto- le rispose l’altra.
Ely afferrò il suo bagaglio e volgendo uno sguardo di addio all’appartamento chiuse la porta e tutti i suoi
ricordi alle proprie spalle.
Prima di andare a prendere
l’aereo sarebbero passate a salutare Marti e Jack che
si trovavano entrambi a casa di lei.
Suonarono il campanello ed in
una manciata di secondi la porta si aprì.
-sei venuta a salutarci?- chiese Marti all’amica come se sperasse
inutilmente ad un ripensamento.
-si- sussurrò Ely di risposta
abbassando lo sguardo.
-speravo che cambiassi idea-
le confessò l’altra come se si vergognasse di quel pensiero così ingenuo. Ma la risposta che le fu data la spiazzò.
-anch’io-fu quello che sentì uscire dalle labbra della mora
che ora stava lottando contro le lacrime.
Marti l’abbracciò
e si strinsero in quello che pareva l’ultimo abbraccio dell’ultimo incontro.
Very che aveva salutato già Jack
si apprestò a salutare Marti per tornare poi in macchina facendo segno alla
sorella di sbrigarsi se non volevano perdere il volo.
-E’ tutta colpa sua?- chiese Jack
ad Ely riferendosi ad Orlando.
-anche- rispose lei.
-cosa ha detto per la tua
partenza?-
-non l’ho avvisato-
Jack la guardò per nulla sorpreso per poi dirle:
-vuoi che lo faccia io?-
-si grazie-ci fu una pausa di alcuni secondi-ora vado,spero che sarete felici tu e
Marti come lo siete adesso- detto questo abbracciò l’amico e corse verso l’auto
cercando di bagnarsi meno possibile dalla pioggia.
Kate guardò più volte il risultato che le aveva dato il
test,doveva piangere o ridere? Questo in quel momento
non lo sapeva neanche lei,ma di una cosa era sicura:
sperava con tutto il cuore che Ely scomparisse dalla
faccia della terra o almeno da Londra e senza immaginarlo minimamente era
quello che stava succedendo veramente.
Mentre era immersa nei suoi pensieri udì la porta di casa chiudersi,sicuramente era
Orlando. Corse giù per le scale velocemente con il risultato del test tra le
mani e dandogli un morbido bacio sulla guancia lo invitò a sedersi per
ascoltare ciò che aveva da dirgli.
Era nervosa,ma
le sue qualità di attrice le permettevano di risultare perfettamente calma.
-Tra le mani ho il risultato
del test e non può essere assolutamente sbagliato- prese un attimo fiato per
accumulare una buona dose di coraggio che le avrebbe permesso di concludere la frase –io….- lo faccia del ragazzo era
terribilmente ansiosa di sapere la verità –io non sono incinta- concluse
velocemente abbassando lo sguardo.
Orlando rimase per pochi
secondi senza parole,si alzò e prendendola per mano le
disse:
-Kate non sorprenderti di quello che sto
per dirti- la ragazza alzò gli occhi guardandolo –tu sai che l’unica cosa che
ci univa era questa presunta gravidanza-
-si lo so-
sussurrò lei.
-e allora sai quello che farò adesso?-
-seguirai il tuo cuore e
tornerai da Ely- disse lei
sottovoce.
Orlando annuì e a salvarlo da
quell’addio che non si apprestava a finire fu il
suono del suo telefonino. Orlando lo prese dalla tasca
e portandoselo all’orecchio rispose.
-pronto?-
-ciao sono
Jack-
Rimase sorpreso di udire la
voce del ragazzo e per di più di sentirla amica.
-mia cugina
come sta?-
-all’apparenza bene-
-non intendevo il suo stato
d’animo,è incinta si o no?-
-no-
-e allora se fossi in te
comincerei a correre-
-come scusa?-
-Ely sta andando in aeroporto con sua sorella…torna a
vivere in Italia!-
-Cosa???!!-
Jack stava per continuare a parlare ma ormai nessuno lo ascoltava più: Orlando aveva
riattaccato e prendendo la sua giacca era corso fuori dalla porta come
impazzito.
-Ho preso i biglietti,tra dieci minuti arriva l’aereo- disse Very
sedendosi su un divanetto accanto alla sorella.
-partiamo anche con questo
tempo?-chiese Ely.
-a quanto
pare si-
-allora spero di arrivarci a
casa-
-Cavolo,perché
non si danno una mossa questi imbecilli!- esclamò furioso Orlando suonando per
l’ennesima volta il clacson,come se fosse servito a qualcosa.
Era bloccato nello stesso
punto da cinque minuti e se continuava così non l’avrebbe mai
raggiunta in tempo.
Guardò nervoso l’orologio e
vedendo che in fondo era ad una trentina di metri dall’aeroporto decise di
scendere e di correre,anche se non aveva con se un
ombrello. E così abbandonò la macchina nello spazio
più vicino dove avrebbe potuto parcheggiare e fregandosene che probabilmente un
vigile avrebbe fatto portar via l’auto.
Correva
mentre le gocce di pioggia
cadevano senza sosta e quando riuscì ad arrivare nell’edificio sembrava un
pulcino bagnato.
“A tutti i passeggeri si avvisa che il volo diretto a Roma partirà tra meno di due
minuti ripeto a tutti………………………..”
Orlando si sentì svenire,quello era il suo volo!
Cominciò un'altra corsa
disperata che si concluse quando la vide in fila per
prendere quel maledettissimo aereo.
“Ely”
la chiamò più volte,ma lei pareva non sentirlo.
Finalmente al quarto richiamo si girò. La sua espressione cambiò da silenziosa
e taciturna ad una meravigliata. Dimenticò tutti e tutto e mentre gli occhi
color nocciola le si riempivano di felicità gli corse
incontro,il suo cuore batteva all’impazzata,gli sguardi degli altri passeggeri
erano diretti a quella scena da film,ma lei vedeva solo lui andarle incontro e
notò che Orlando aveva gli occhi lucidissimi,tratteneva un pianto,ma non un
pianto qualsiasi,un pianto di gioia.
Quando furono a pochi
centimetri di distanza lei gli saltò addosso
facendogli quasi perdere l’equilibrio,mentre da un abbraccio erano passati ad
un bacio passionale che pareva non finire mai.
Very stava per andarsene,volse
uno ultimo sguardo alla sorella e scomparve sorridente dalla loro vista. Non si
preoccupò minimamente di salutarla,l’avrebbe rivista
al suo matrimonio e non l’avrebbe rivista da sola.
-e Kate?-gli chiese Ely tra labbra troppo vicine.
-non è incinta,e poi lascia stare Kate,adesso
siamo solo io e te-le rispose Orlando.
-già solo io e te- sussurrò lei
prima che si unissero in un altro bacio.
E’
strano,passi una vita inseguendo un sogno e ti accorgi
che la tua isola felice era a un passo da te,che bastava allungare appena una
mano per sentire l’onda che sfiora la riva e il tuo cuore che dice………..siamo
arrivati……..
Ed
eccoci alla fine di questa mia prima storia….ke ne pensate di come è
finita?
Devo
dire che sono felice che sia piaciuta abbastanza e
ringrazio di cuore tutti quelli che hanno commentato dandomi la forza di
continuare a scrivere……………Grazie a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!
Ely 91