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Autore: Blue Flower    11/09/2011    2 recensioni
Edward Anthony Masen Cullen è il legittimo erede al trono di un Regno lontano persino dal nostro immaginario. Un regno governato e abitato dai vampiri, che hanno imparato a nutrirsi l'uno dell'essenza dell'altro dal momento in cui si sono allontanati dalla civiltà umana.
Ma la famiglia reale ha molti nemici decisi ad intralciare la successione al trono, e a farlo nei modi peggiori.
Così, sotto ordine del padre, dopo un attacco magico finito male da parte di un temibile nemico, il piccolo Edward è costretto a lasciare Esperia per andare a nascondersi sulla Terra.
Lì incontrerà Isabella Swan, una giovane liceale di Forks disposta ad offrire rifugio ad un bambino sperduto.
Bella però non sa che, per colpa di un sortilegio lanciatogli da uno dei nemici di suo padre, il dolcissimo bambino si trasforma in un aitante vampiro diciassettenne appena la luce se ne va e che solo il bacio della persona amata può riportarlo alle sue sembianze originali.
Ispirato al celebre manga Meru Puri ... Spero che vi piaccia!
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, James
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Capitolo 2- Cucciolo.

 

 Erano le sei e mezza di pomeriggio quando Edward disse con quel suo faccino adorabile di aver fame e di volere qualcosa da mangiare.
Bella si mise subito al lavoro, felice di non essere sola in casa almeno per una volta.
Quando servì due portate di omelette - la sua specialità- Edward la guardò dubbioso.
- E’ buona- lo incitò lei.
Lui prese la forchetta e addentò il cibo voracemente. In meno di cinque minuti aveva già finito, mentre Bella era ancora a metà. Lo guardò perplessa mentre si massaggiava il pancino.
- Era da giorni che non mangiavo…
- Che cosa?!- esclamò la ragazza.
- Ma non avevi detto di stare aspettando qualcuno che ti venisse a prendere?
- Sì, è vero. Ma talvolta ci vuole molto tempo ad arrivare qui da dove abito…
- Dov’è che abiti?
- Esperia.
- Uhm… Mai sentito.
- E’… lontano- si sorrisero e Bella gli porse il restante della sua omelette.
- Tieni. Io tanto sono sazia.
- Sei sicura?
- Certo. E poi tu sei carino- gli disse strofinandogli i capelli biondo rame. Era un ragazzino così particolare, così sperduto che ti veniva voglia di accudirlo.
Era un cucciolo.
- Forse sarebbe il caso che ti facessi un bagno- constatò Bella, continuando a sorridere e ad osservarlo.
- Si direbbe che non ti lavi da giorni.
- E’ così- affermò lui abbassando il capo.
- Ma io… non so come fare da solo.
- Come, scusa?
- Sì… c’è sempre chi lo fa per me- Bella sospirò, rassegnata. Del resto era contenta di aiutare quel bambino così dolce, ma si era dimostrato anche così cocciuto, testardo e irriverente. Altezzoso.
- Vieni in bagno. Ti aiuto- nell’ora seguente, lo fece spogliare e lo mise a mollo nell’acqua calda della vasca massaggiandolo con una spugna imbevuta di sapone.
Lui sembrava più rilassato, più ben disposto a farsi aiutare di prima.
- Bella?
- Sì?
- Non è che stanotte mi posso fermare a dormire con te? Penso che non arriverà nessuno per ora…- la ragazza lo guardò con occhi dolci e compassionevoli.
- Certo che puoi.
- Okay- non le aveva mai dimostrato la sua gratitudine, ma Bella gliela leggeva negli occhi e questo la rendeva a sua volta felice.
- Quanto sei carino, Edward!- gli disse asciugandolo. Lui le sorrise e si mise la maglietta e i calzoncini che Bella aveva preparato accuratamente sul letto.

 
Due ore dopo, la ragazza aveva acconsentito a farlo dormire con lei e il bambino si era accoccolato sul suo petto, chiudendo gli occhi e godendosi quegli attimi di affetto quasi materno che Bella gli stava regalando.
- Bella?
- Hmm-mh?- rispose lei sonnacchiosa.
- Sono contento. E’ la prima volta che vengo accudito così da qualcuno.
- Prego- disse lei sottintendendo il grazie del bambino.
- Buonanotte.
- Buonanotte- la luce dell’abat-jour era rimasta accesa e Edward si rigirava senza tregua nel letto di Bella.
- Non riesco a dormire- sussurrò nel vuoto.
Allungò una mano verso la luce del comodino e la spense.
- Così va meglio- sospirò abbracciando più forte la ragazza vicino a lui.

 
E la stanza piombò nel buio più totale.  

  
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