Capitolo ottavo
Minneapolis, 30 maggio/ 1
giugno
Metà del cast, per
raggiungere una delle tappe del tour, fu stipata su un
jet privato, cosa che rese i ragazzi felici e coccolati.
All’interno
c’erano tutti i confort possibili e Darren si sentiva con un bambino.
Non aveva mai volato su un Jet privato!
Chris gli diede una piccola spintarella
per farlo salire più velocemente mentre questi si guardava in torno affascinato.
Già dalla sera prima il loro
rapporto era diventato molto più morbido e avevano lasciato le ansie e le
attese da parte.
Non potevano continuare in
quel modo e perdersi gran parte di quella meraviglia che era il tuor per le
loro bazze amorose e già dopo la loro ultima chiacchierata tutto si era, più o
meno, affievolito.
Chris doveva solo attendere
l’incontro con Mia.
Lea lanciò un urletto
estasiato alla visione di quelle comode poltrone che l’avrebbero
sicuramente portata a un sonno felice.
Per quando avrebbe potuto
dormire visto che Darren e Cory parevano talmente agitati da essere in grado di
fare casino come se fossero un gruppo di cento persone.
Si sistemarono un po’
alla rinfusa e Chris si accaparrò subito il posto vicino al finestrino e Ashley
gli fece compagnia, finchè a loro non si unirono anche Lea e Naya.
Chiacchierano di tutto e di
niente e di come Christopher si fosse invaghito del ballerino presente nel nuovo
video di Lady Gaga.
Darren aveva già iniziato a
spargere allegria, saltellando avanti e indietro e imbarcandosi in una sorta di
lotta sumo con Harry. Anche Dianna non era perfettamente calma, e ridacchiava
con Cory sul qualcosa d’inutile.
Solo a metà del viaggio,
Darren si avvicinò a Chris e con uno sguardo chiese gentilmente ad Ashley di
cedergli il posto.
La ragazza, che era a
conoscenza della situazione, non se lo fece ripetere due volte e lasciò la
poltrona libera unendosi agli altri ragazzi che per qualche strano motivo
avevano iniziato a giocare a Tabù.
Chris sonnecchiava, forse un
po’ annoiato, con la musica nelle orecchie e i disegni, in cui si era
dilettato qualche ora prima, sul tavolino di fronte a lui.
Darren sorrise intenerito e
posò una mano sul suo ginocchio per avvertirlo della sua presenza.
“Ehi…”
disse il soprano, sorridendo leggermente. “che c’è?” domandò
dolcemente.
Darren scosse le spalle e
ricambiò il sorriso. “Nulla.”
“Avete finito di
fotografarvi mentre mangiate frutta?” ridacchiò l’amico.
“Sì è stato piuttosto
divertente, sei tu l’associale che sta qui!” borbottò il riccio.
“Non ho dormito molto
questa notte…”
“Come mai?”
“Qualche
incubo…” si limitò a rispondere.
Sapeva che era normale e
quindi Darren non fece altre domande.
“Allora hai detto che
verrà qualche Starkid ad una o due date?” il maggiore annuì
energicamente, illuminandosi tutto.
Chris sapeva quanto i suoi
migliori amici erano importanti per Darren e si limitò ad essere felice per
lui.
“Non vedo l’ora
di farteli conoscere!” esclamò. “e loro non vedono l’ora di
conoscere te!”
Chris lasciò che
l’amico parlasse dei suoi amici per minuti interi, ascoltandolo con un
leggero sorriso sulle labbra.
Quando un silenzio irreale
ricoprì l’intero aereo, i due ragazzi si accorsero che i loro compagni si
erano abbandonati alle braccia di Morfeo, anche se da qualche parte Dianna
veniva filmata scherzosamente mentre cercava una posizione comoda per
addormentarsi.
Darren si guardò intorno con
circospezione, prima di tornare a sedere e farsi più vicino a Chris che lo
osservò incuriosito.
“Che succede?”
chiese in un sussurro.
Darren gli intimò di fare
silenzio, posandosi un dito sulle labbra, prima di avvicinarsi ancora di più al
ragazzo, che aveva sollevato un sopracciglio con fare sarcastico. Le loro
bocche si incontrarono con lentezza e non riuscirono nemmeno a chiedere gli
occhi che si fusero insieme, terra e oceano, caramello e azzurro quanto il
cielo.
Chris sospirò sulle labbra di
Darren e quest’ultimo si fece più intraprendente, posando delicatamente
una mano sul collo scoperto, accarezzando con i polpastrelli quella lunga
cicatrice lievemente in rilevo che Chris aveva alla base.
Chiusero le palpebre solo
quando Darren lambì il labbro inferiore del ragazzo con la lingua, chiedendo il
permesso di entrare.
Era sempre un’emozione
grande baciarlo e perdersi fra quelle labbra dolci e quei sospiri appena
accennati.
Si allontanarono solo quando
qualcuno dei loro compagni fece cadere a terra un bicchiere ed entrambi
tornarono composti, rossi in viso e con il cuore palpitante. Si Guardarono Per
una brevissima frazione di secondo, prima di scoppiare a ridere.
Misero piede a Indianapolis
solo nel tardo pomeriggio e raggiunsero il posto del concerto solo per una
veloce riunione, indetta da Brad.
Kevin si allontanò subito
dopo la fine per cercare Dylan.
Quando lo trovò, solo
mezz’ora dopo, era insieme a Chris, mentre fumava una sigaretta.
“Ti ho trovato
finalmente!” esclamò, correndogli incontro. Dylan gli rivolse uno sguardo
interrogativo. “non ho interrotto nulla, vero?” aggiunse.
Christopher e Dylan non
avevano mandato avanti la loro relazione di sesso da quel giorno a Los Angeles
.
Non erano servite parole o grandi
discorsi.
Andava bene così, essere
amici andava più che bene, nonostante Dylan desiderasse ancora ardentemente il
corpo di Christopher costantemente rinchiuso dentro jeans
attillati.
Non avevano perso il vizio
però, di salutarsi con un leggero bacio sulle labbra.
“Nulla
tranquillo.” Rispose Dylan, buttando a terra il mozzicone e pestandolo
con la punta del piede. “dovevi dirmi qualcosa?”
Kevin si mordicchiò il
labbro, aggiustandosi gli occhiali sul naso. “ Ho… ho ricevuto una
chiamata questa mattina.” Iniziò.
Chris fissò i due amici con
interesse.
“E…?” il
ragazzo dagli occhi verdi incoraggiò Kevin che deglutì.
Tutto quello che Chris sapeva
della loro amicizia era che si conoscevano da anni, ancora prima
dell’inizio di Glee e che Kevin era il cugino di uno dei componenti
dell’ex band di Dylan.
“Era
Nicholas…” sussurrò, abbassando il capo.
La reazione di Dylan fu
piuttosto violenta, fece scontrare il pugno chiuso contro il muro al suo
fianco, ringhiando. “ha… sì insomma, ha chiesto se gli procuravo un
pass perché, beh, ha preso il biglietto del concerto e…”
“Gli hai detto che
lavoro qua?” chiese Dylan.
“No, credo sia stata
mia madre a riferirlo a Nicholas.”
“Che fottuto pezzo di
merda…” sussurrò il più grande facendo sussultare Chris.
“Che sta succedendo?”
domandò il soprano, sempre più stranito.
“E’
mio cugino Dy. Non
posso dirgli di no, tu lo capisci?” disse Kevin, mentre Chris veniva
ignorato.
“Lo so… non ti
sto incolpando.” Dylan si accese un’altra sigaretta, aspirando con
voracità.
“Okay, ora…
vado.” Kevin salutò Chris e diede una pacca sulle spalle all’amico.
Appena furono soli, il
soprano si avvicinò a Dylan, accarezzandogli il braccio. “Che succede?”
Aveva capito che, il cugino di
Kevin, quel Nicholas, sarebbe venuto al concerto di quella sera e Dylan non era
molto… contento della cosa.
“Nicholas è stato il
mio ultimo chitarrista, prima che la band si sciogliesse.” Iniziò a
raccontare, sedendosi a terra.
Chris lo raggiunse e Dylan
gli permise di intrecciare le loro dita per cercare il coraggio necessario per
parlare. “è così che ho conosciuto Kevin.”
“Lui… siamo stati
insieme cinque anni.” Sussurrò.
“Non devi raccontarmelo
se non te la senti.” Mormorò Chris.
“Ti meriti una spiegazione,
no? Voglio che tu sappia perché sono finito qui.”
Il soprano annuì e rimase in
silenzio ad ascoltarlo. “lui… ha iniziato a drogarsi dopo due anni
di relazione. Ha iniziato con lo Xanax poi è arrivato all’ecstasy.” Dylan fece un lungo sospiro. “ogni giorno, non
faceva che mandare giù pastiglie su pastiglie.”
Chris vide come gli occhi di
Dylan si riempivano di lacrime e il suo cuore si strinse in una morsa.
“tutte le volte che salivamo su un palco lui era così fottutamente fatto
che…” era così doloroso tirare fuori nuovamente quella storia, ma
in un certo senso si sentiva quasi sollevato a ogni parola che buttava fuori.
“capii quanto era perso solo quando tornò a casa una notte e… mi
disse che si era fatto di eroina con degli amici dopo una festa, non dissi
nulla però, lo amavo talmente tanto che… ero così assuefatto dal nostro
amore da non capire nulla e quando mi chiese di provare, quando lo sorpresi alle prese con un laccio emostatico che non
riusciva a legarsi al braccio perché… cazzo era senza forze, gli dissi di
sì che l’avrei fatto se lo rendeva felice.”
Chris trattenne il respiro e
serrò più forte la mano di Dylan. “mi drogai per i tre anni successivi.
Eravamo diventati dei relitti, senza forza, senza speranza. Avevamo deciso di
morirci insieme in quel monolocale che chiamavamo casa. Eravamo noi,
accompagnati da qualche siringa e tutta la droga che eravamo riusciti a
comprare ed era così poca che a volte credevo d’impazzire.”
Dylan iniziò a tremare, la
sigaretta consumata ancora fra le dita.
“Cosa…cosa
successe dopo?”
“Non mi ricordo quando
capii di sbagliare, forse quando entrai in overdose… erano così confusi
quei giorni.” Buttò la sigaretta spenta e continuò. “i
miei genitori mi riaccolsero a casa e mi portarono in una clinica di
riabilitazione. Rimasi in terapia due anni. Sono uscito sei mesi fa dopo
essere stato dichiarato pulito al cento per cento.”
Solo in quel momento si girò verso Chris e accennò un debole sorriso. “è
troppo tempo che non lo vedo e non voglio ricascarci Chris, non voglio.” Il
soprano si fece più vicino e lo abbracciò stretto a sé, cercando di infondergli
tutto il coraggio possibile.
“Non succederà, sei una
delle persone più forti che conosca.” Gli sussurrò baciandogli piano una
tempia.
Se c’era una cosa che
poteva fare Christopher, era stargli vicino.
Il concerto arrivò e terminò
troppo in fretta e prima ancora di accorgersene Darren fu costretto a mollare
il palco.
Chris gli fu affianco appena
furono dentro il backstage e gli diede scherzosamente una spinta con la spalla,
facendolo ridacchiare. Si spintonarono per un po’ finchè Chris fu
distratto da Kevin che si dissociava da gruppo per correre verso
l’uscita.
Probabilmente era pronto ad
accogliere il tanto denominato cugino.
Non aveva voglia
d’impicciarsi, ma quel pomeriggio Dylan gli aveva chiesto, quasi
supplicando, di stargli vicino dopo il concerto.
Per quel motivo corse in
camerino, liquidando le domande di Darren con un “Ci vediamo dopo.”
Si fece una doccia veloce e
si vestì alla rinfusa e appena uscì, trovò l’amico ad aspettarlo.
Chris lo guardò e inarcò il
sopracciglio. “ti sei cambiato.” Disse, posandosi le mani sui
fianchi. “e ti sei fatto la doccia.”
“Esattamente, non so se
lo sai ma è una pratica comune negli esseri umani!” rispose Dylan, un
po’ irritato. Chris si avvicinò ancora di più annusando il colletto
della camicia del maggiore.
“Ti sei messo anche il
profumo!” lo accusò. “Dylan tu vuoi fare colpo.”
“Cosa?!
Vuoi scherzare spero?!” strillò, incrociando le
braccia al petto. “dopo tutto quello che ho passato…”
aggiunse borbottando.
Chris sospirò e gli lanciò
un’ultima occhiata saputella, prima di avvicinarsi e abbracciarlo. Volle
infondergli tutto il coraggio che aveva e Dylan affondò una mano nei capelli
morbidi e un po’ umidi di Chris circondando con un braccio la sua vita e
attirarlo a sé con forza.
“Grazie.”mormorò al suo orecchio.
“Per cosa?”
Dylan scosse le spalle.
“Di solito la gente fugge quando racconto queste cose di me.”
“Io non sono la
gente.” Ribattè Chris, senza essere cattivo. “non ti abbandono perché in passato hai fatto degli errori.
Tutti li fanno.” Aggiunse candidamente e Dylan non ce la fece a non
baciare dolcemente quelle labbra lucide e un po’ screpolate. Fu un
leggero contatto non approfondito ed era carico d’affetto.
“Dov’eri qualche
anno fa? Se ti avessi incontrato prima sarebbe stato tutto diverso.”
“Probabilmente a
guardare fuori dalla finestra in attesa che arrivasse un gufo con la mia
lettera da Hogwarts!” scherzò interrompendo l’abbraccio.
Dylan rise e circondò le spalle
di Chris con un braccio e iniziarono a camminare verso l’uscita.
Nicholas Mchale, cugino di
primo grado di Kevin Mchale, corrispondeva alla descrizione perfetta di un
angelo e Chris si chiese distrattamente se quelli che aveva in testa era
seriamente dei boccoli color dell’oro o solo il merito di una parrucca
strepitosa.
Per il resto Chris, dovette
fare caso a una cosa in particolare.
Erano molto simili.
Stesso taglio degli occhi,
nonostante Nicholas li avesse di un intenso color cioccolato, e la stessa
corporatura.
Cercò di sorvolare sui quei
particolari e di concentrarsi sulla reazione di Dylan.
Quest’ultimo si era
irrigidito, stringendo i pugni abbandonati lungo i fianchi.
“Dylan.” Esalò
Nicholas, con un sorriso carico di dolcezza che Dylan spazzò via con
un’occhiataccia sprezzante.
“Che cosa ci fai
qui?”
Chris e Kevin si scambiarono
un’occhiata preoccupata, mentre Nicholas non si lasciava intimorire e
rispose con lo stesso tono dolce.
“Era un po’ che
non vedevo Kevin e così, ho pensato di prendere due piccioni con una
fava!” si girò verso il cugino regalandogli un sorriso. “un
bellissimo concerto, complimenti.”
Poi, per la prima volta gli
occhi di Nicholas furono su Chris e lo scrutarono per bene. “tu devi
essere Kurt!” scherzò, porgendogli la mano.
“Sono
Christopher.” Si presentò cauto, stringendogli energicamente la mano.
“Ecco il nome vero
allora” esclamò, senza smettere di sorridere. “Nicholas.”
“Piantala con i
convenevoli e con questa finta faccia da bravo ragazzo, cosa vuoi?”
intimò Dylan, che aveva messo le braccia conserte.
“Ragazzi, per favore
non siamo qui per litigare!” s’intromise Kevin, regalando
un’occhiata di rimprovero a Dylan.
Nicholas si scostò dal viso
un ciuffo di capelli ribelle. “Credo che io e Dy abbiamo un sacco di cose
da dirci e che questo non sia il luogo adatto per farlo.”
Chris allungò una mano per
posarla sul braccio di Dylan che si voltò per regalargli un piccolo sorriso
forzato.
“Ha ragione, torna
dentro.” Disse il fonico, allungando una mano per accarezzargli leggermente
una guancia. “anche tu Kevin.” Il ragazzo annuì e dopo aver
salutato il cugino aspettò Chris sulla porta.
“Di qualunque cosa tu
abbia bisogno…”
“…Lo so, ora
va.” Gli baciò velocemente il capo e Chris sospirò, per nulla convinto.
“Sì va, è in buone
mani.” Commentò Nicholas.
“Oh
grazie! ora
si che sono rilassato.” Sbottò il soprano, sarcastico. Dylan gli diede
una debole pacca sulla spalla, ma il sorriso non metteva in dubbio il fatto che
fosse divertito.
Chris andò via un paio di
minuti dopo, trascinato via da Kevin.
“Starà bene?”
domandò all’amico.
“ Vedrai che se la
caverà.” Lo rassicurò. “è dura per lui, Nicholas è uscito dal giro
da poco e sono sicuro che Dy abbia paura di ritornarci.”
“E’ ancora
innamorato di lui.” costatò Christopher e Kevin annuì mestamente.
“Ora volo a farmi una
doccia e poi via al pub!” il ragazzo diede una forte pacca di saluto a
Chris prima di sfrecciare lungo il corridoio e sparire dietro a una porta.
Rimasto solo Christopher sospirò e affondò le mani in
tasca, tornando al camerino per prendere la sua tracolla e tornare in albergo
per una sana dormita.
Non aveva certo voglia di andare a fare baldoria e poi
voleva essere disponibile nel caso Dylan avesse bisogno di lui.
Si chiuse la porta alle spalle e notò Darren spaparanzato sul divano più grande, un
braccio che penzolava sul pavimento e la bocca leggermente aperta da dove
proveniva un russare leggero.
Chris sorrise dolcemente a quella buffa visone di un
Darren completamente stanco morto.
Nonostante fosse la persona con la più vasta riserva
d’energia che Chris avesse mai incontrato, quella sera a quanto pare non
ce l’aveva fatta ed era crollato ancor prima di metter piede in hotel.
Il soprano si avvicinò a lui lentamente,
inginocchiandosi poi al suo fianco e spostargli delicatamente i riccioli umidi
e finalmente privi di gel. Avvicinò il viso con cautela e meravigliandosi di
quanto lunghe e folte fossero le sue ciglia.
“Darren?” chiamò, soffiando il suo nome
direttamente nel suo orecchio. Il maggiore si scosse infastidito e aprì gli occhi.
“Cosa? Non sto dormendo mi sono solo
appisolato!” farfugliò tirando su a sedere. Chris rise e scosse il
capo. “ Che ne dici di una maratona di Star Wars in camera mia?”
propose, ricordandosi di aver portato dietro ogni sarta di DVD da casa.
Darren si grattò la testa e annuì.
“Sole se mi prometti che non ci sarà più una
discussione sull’importanza di Chewbacca nella saga!”
Chris sollevò le mani e promise solennemente.
Era tanto, forse troppo che non si prendevano la libertà
di essere amici come una volta, invece di stare attaccati hai loro problemi.
“Giuro che starò zitto!” esclamò. “
e potrei anche offrirti del succo di mele!”
“Così mi tenti Colfer!” Darren lo afferrò
sotto braccio, alla volta dell’hotel.
Prima di rinchiudersi nell’auto Chris diede
un’ultima occhiata allo stabile, sparando di scorgere Dylan.
Almeno era sicuro che, con Darren, non si sarebbe
mangiato il fegato dalla preoccupazione, impegnato com’era a godersi
della sua presenza.
Continua….
****
Hola Peopleeeeeeeeee!
Capitoletto un po’ di passaggio per la nostra
CrissColfer, ma mi serviva per spiegare la situazione di Dylan! E nel prossimo
saprete cosa si sono detti lui e Nicholas! A proposito di questa new entry! È
un personaggio di mia invenzione, ovviamente, ma mi piaceva pensare che fosse
il cugino di Kevin!!
Precisazione: la scena iniziale, quella del Jet, come voi sapete, è accaduta seriamente e dopo un giro di Twitt e di foto sono riuscita a mettere insieme le persone che sono andate con Darren e Chris quel giorno!
Altra precisazione, ma per il prossimo capitolo!
Probabilmente (Anzi sicuro) il capitolo non sarà incentrato su Indianapolis
come dovrebbe essere, visto che è quella la tappa del 2 giugno, ma andrò
direttamente alla data di Chicago! (3 giugno)
Era giusto per informarvi e non pensare poi a mio
errore =)
PUBBLICITA’
TIME! Okay ricordo a tutte queste
belle persone che è in corso una Klaine AU, scritta da me e da Jessika
(ChemicalLady) e ci piacerebbe sapere che ne pensate!!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=796227&i=1
(postato il capitolo uno parte prima!)
Okay, lo sapete che vi amo?
Grazie, davvero per le recensioni che mi lasciate, mi
fanno immensamente felice e c’è bisogno di tanta felicità qui :3
Continuate a farmi sapere cosa ne pensate, per me è
molto importante!!!
Grè <3