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CAPITOLO V (U)
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Come avevo immaginato, nei due giorni successivi non ebbi l’occasione per vedere Bill, purtroppo fui sottoposta a un sacco di controlli e, alla fine, mi ritrovai esausta a letto, tornata al mio solito colorito malaticcio e viso sciupato, tutti i progressi ottenuti grazie al cantante erano stati cacciati via.
Insomma, erano gli effetti dell’astinenza. Craving di Bill Kaulitz.
Nella clinica nel frattempo non era successo nulla di eclatante, nessuna celebrità si era unita a noi e nessuna se ne era andata. Ciò che smosse un po’ le mie giornate fu un regalo particolare ricevuto da mia madre il giorno dopo la sua visita: un pacco abbastanza grande e sospetto, che aprì con cautela, sbiancando non appena captai il contenuto: vi erano una decina di completi intimi, di vari tipi e colori. Guardandone alcuni mi sentì avvampare, come le era venuto in mente di farmi un regalo del genere? Nel biglietto allegato c’era scritto solamente:
“Vivi il secondo [cit. BK]”
Era indubbiamente un riferimento velato riguardo alla mia
“situazione” con il cantante, praticamente mia
madre voleva
che mi buttassi nelle sue braccia, non l’avrei fatto. Avevo i
miei motivi, al primo posto l’insicurezza e autostima pari a
zero: lui era troppo perfetto per me, anzi, era troppo perfetto per
questo mondo. Prendete il cielo d’estate, alzate la testa e
guardate le stelle; ce ne sarà sempre una che
colpirà
più delle altre, più luminosa, più
brillante.
Ecco, quella stella era Bill Kaulitz. Io ero una fortunata spettatrice
di tanta bellezza, potevo bearmi della sensazione di essergli stata
vicino, cosa che migliaia di ragazze sognavano, ma era capitato a me. E risplendevo nella sua
ombra.
Nonostante ciò, ero convinta di non essermene innamorata, la
parte razionale dominava sul resto e mi diceva che era impossibile far
nascere un sentimento del genere dopo neanche una settimana di
conoscenza, ci ero affezionata, quello si. Tanto anche.
Sentì il cellulare vibrare e un sorriso nascere alla vista
del mittente.
“Uffa, che noia Mel. Mi mancano i nostri pomeriggi! Che fai?”
“Nulla, sono in camera. Oggi giornata libera. Tu invece, programmi?”
“No, mi hanno vietato di uscire però ._. hanno deciso di anticiparmi l’operazione, è fra tre giorni. Di conseguenza non posso muovermi dalla stanza per evitare di ammalarmi. Dio che palle”
Gli avevano anticipato l’operazione? Immaginavo Bill fosse spaventato, ma anche felice: avrebbe saputo presto se il suo sogno sarebbe sopravvissuto o si sarebbe dissolto com’era nato. Senza pensarci due volte indossai le prime cose che trovai a tiro e mi recai nella stanza di Bill: se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Bussai e aprì la porta lentamente, trovando il cantante seduto a gambe incrociate sopra al letto, che guardava distrattamente la televisione sgranocchiando le solite patatine, il cellulare vicino. Notando la mia presenza, mi sembrò quasi che si illuminasse, la medesima reazione che ebbi io.
-Ciao Bill, disturbo?- domandai, lui negò
vivacemente con la testa e mi indicò di sedermi vicino a lui.
-Ho pensato che avessi bisogno di compagnia- mi mordicchiai il labbro
nervosa.
“Hai pensato
giusto (: Mi sei mancata! Com’è possibile?”
scrisse col cellulare.
-Me lo chiedo anche io come sia possibile. Ci conosciamo da quattro
giorni-
“Beh, credimi
per me è
già tanto. A parte mio fratello e gli altri due zoticoni non
ho
amici, non ne avevo neanche prima del successo a essere sincero. Poi
diventi famoso e tutti vogliono avvicinarti, comunque non sono riuscito
a legare con nessuno, nonostante incontrassi la stessa gente agli
stessi party. Invece con te si.. non mi era mai successo”
scrisse velocemente, fermandosi a riflettere sulle parole.
-Io beh, avevo degli amici, una volta. Con la malattia spariti tutti, e
una volta arrivata qui non ho dato la priorità a fare
conoscenze, ho semplicemente rinunciato a rapportarmi col mondo-
spiegai.
“Con me
però ci hai
parlato, e sono contento. Magari.. ti sembrerò affrettato,
ma mi
sono affezionato a te. Non mi guardi come le altre, ossia come un pezzo
di carne. Tu vedi Bill, come io vedo Mel”
Mi concentrai sul respiro, cercando di stabilizzare i battiti del
cuore, leggermente aumentati dopo aver letto quelle parole, non
riuscì però a stroncare l’ampio sorriso
che si
piazzò sul volto.
-Bill, non dovresti affezionarti a me, lo sai?- lo guardai negli occhi,
il suo sguardo era palesemente interrogativo. -E’ rischioso-
ammisi.
“Ormai
è troppo tardi (: ti voglio bene, Mel”
Sentì uno strano formicolio al naso e mi si appannarono gli
occhi. Da quanto tempo qualcuno non mi diceva che mi voleva bene? Anni?
E poi arrivava Bill, con quel sorriso e quella dolcezza disarmante e
nonostante non l’avesse detto ad alta voce capì
tutta la
sua sincerità guardando quei grandi occhi nocciola.
-Anche io te ne voglio Kaki- mi grattai l’orecchio
imbarazzata,
evitando di guardarlo in viso. Ridacchiò di fronte alla mia
timidezza e mi sorprese in un abbraccio istintivo, inizialmente rimasi
immobile, poi lasciai che le sue braccia magre passassero attorno alla
mia schiena avvolgendomi con il suo calore e profumo. Profumava di
vaniglia e menta, un profumo dolce, non di quelli che fanno arricciare
il naso, faceva parte di quelli che ti inducono a chiudere gli occhi
per assaporare meglio. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lo strinsi
a me. Sentivo il suo cuore battere regolare sul mio, che al contrario
sembrava impazzito.
Ci staccammo contemporaneamente dopo qualche minuto, il tempo
di
metabolizzare gli ultimi avvenimenti. Probabilmente ero color porpora,
infatti lui non trattenne una risata.
“Sei bella
quando ti imbarazzi” scrisse.
E tu sei bello sempre,
pensai. –Piantala- bofonchiai invece.
“Come siamo
suscettibili! Però è vero, ti imbarazzi con
nulla! (;”
Non era colpa mia se la sua presenza mi destabilizzava completamente..
-Mi ero disabituata a queste cose, è da quattro anni che
conduco
una vita eremitica, cosa posso farci?- sbuffai, -Non tutti possono
diventare superstar internazionali e viaggiare per il mondo-
“Sono convinto
che anche tu viaggerai per il mondo, Dichterin”
-Poeta? Non sono una poeta, sono solo una ragazzina che cerca di
mettere in ordine i suoi pensieri facendo si che prendano forma su
carta. Senza ordine logico, non scrivo cose sensate- affermai.
“Secondo me si
invece, devi
avere più fiducia in te stessa. Io sono convinto un giorno
verrò da te per chiederti di autografarmi un tuo
libro”
-E’ improbabile Kaki, però non nego sarebbe
bellissimo-
Continuammo a chiacchierare per un’oretta, finché qualcuno non bussò alla porta, quel qualcuno si rivelò essere Tom Kaulitz, con al seguito Gustav; il chitarrista mi lasciò un’occhiata degna da film d’orrore, in grado di incenerire.
-Beh, è meglio che vada, vi lascio soli. Ciao Tom, ciao Gustav- mugugnai imbarazzata, notando lo sguardo dispiaciuto di Bill, al quale risposi con un sorriso.
Uscì dalla stanza velocemente, rifugiandomi sopra al tetto come facevo di solito.
Avrei voluto parlare con il chitarrista, chiedergli perché ce l’aveva così tanto con me, un’idea ce l’avevo. Sapevo però che non ne avrei avuto il coraggio, mi metteva in soggezione, terribilmente.
Sbuffai e mi sedetti sulla solita panchina, dove pochi giorni prima avevo avuto il primo dialogo col cantante.
Sembrava fosse passato un secolo dalla prima volta in cui lo vidi.
-Ehi, Bill mi ha detto t’avrei trovata qui!- mi
raggiunse cinque minuti dopo il batterista, sobbalzai alla sua voce.
-Ti ha mandato lui?- domandai interrogativa.
-Beh..- si interruppe guardandomi negli occhi, -Sì-
-Perché?-
-Non lo so, mi ha detto solo di seguirti- alzò le spalle in
segno di resa.
-Ah..- rimasi in silenzio un attimo, -Posso domandarti una cosa?-
annuì.
-Io sto antipatica a Tom- affermai calma.
-Non è una domanda- controbattè lui.
-Già, cioè.. vorrei parlarne con Bill, ma so
già
che non mi direbbe tutta la verità. Vorrei capire
perché-
Soppesò la domanda per un istante.
-Non spetta me a dirtelo, dovresti chiederlo al diretto interessato,
anche se sono convinta tu ti sia fatta un’idea, e
probabilmente
non è sbagliata. Tom ha un carattere particolare,
è molto
protettivo con Bill, da quando erano bambini, devi prenderlo
così com’è- spiegò.
Mi limitai ad annuire, lo stavo già inquadrando, dovevo
solamente avere un faccia a faccia con lui.. l’idea mi
terrorizzava e non poco.
-Torna pure da Bill, grazie per le risposte Gustav, sei stato molto
gentile- sorrisi.
-Di nulla, mi sembri una ragazza a posto. Non vieni dentro? Se stai
fuori rischi di prenderti qualcosa-
Negai con la testa, facendo segno di non preoccuparsi. L’aria
era tiepida, non fredda.
Mi lasciò un saluto e sparì oltre alla porta,
facendomi restare sola con me stessa.
“Me
ne sono resa conto oggi, probabilmente
è troppo tardi per tornare indietro:
Per lasciarlo perdere. L’ho capito grazie a un suo gesto.
Un abbraccio.
Stretta a lui non pensavo a nulla, troppo concentrata
a sentire il suo cuore battere sul mio petto.
Yin E yang, destino, colpo di fulmine:
per me sono sempre state delle banalità, mai creduto.
Ora? Ho messo in dubbio tutto.
Forse ho trovato quella
persona.
E penso la lascerò andar via.
E’ meglio per tutti e due.
Almeno ci sarà solo un cuore che piangerà,
e sarà il mio.
Egoista? No, lui merita il meglio.
Merita una stella che brilli assieme a lui,
non grazie a lui. Merita qualcuno che gli stia per sempre
a fianco, io? Non so neanche se ci sarò domani.
Oggi ho toccato il cielo con un dito,
domani.. potrei schiantarmi al suolo. ”
Scrissi furiosamente, quasi con rabbia, su quel blocchetto che
mi accompagnava sempre.
Rimasi fuori un’ora, persa nei miei pensieri. Mi accorsi
guardandomi lo specchio d’aver pianto, una lacrima era ancora
sospesa fra le ciglia, non piangevo praticamente mai, ecco un altro
segno della metamorfosi a cui ero soggetta per colpa sua, o meglio..
grazie a lui? Pensare che là fuori c’erano milioni
di
ragazze che vivevano grazie a lui, che la sera si addormentavano
salutando il suo poster e facendosi cullare dalla sua musica, ragazze
innamorate di lui, ragazze che soffrivano poiché erano
consapevoli dell’impossibilità di una relazione
con lui,
la star irraggiungibile.. e la fortuna di conoscere Bill Kaulitz era
toccata a me, e trovavo ciò ingiusto, perché
c’era
chi lo meritava di più, io non potevo dargli ciò
che
cercava, non per sempre, almeno.
Sprofondai nel letto, facendo i calcoli con la giornata. Avevo ottenuto
più certezze, chiarimenti.
…E anche la febbre per non aver ascoltato il batterista.
...
...
...
* * * *
......
...
...
NdA:
Volevo scusarmi per il ritardo, prima di iniziare la scuola volevo
uscire il più possibile perciò evitavo di stare
tanto al
pc °A° ho problemi con la
connessione (che a volte
sparisce da sola .__.). Adesso è iniziata la scuola, sono in
terza, allegria.. che palle. Vabbe, cercherò di essere
più puntuale d'ora in poi! Detto questo, il capitolo
è un
po' più corto, però mi rifarò con il
prossimo c:
Spero vi sia piaciuto, una recensione mi farebbe piacere :3 *non fatemi sentire forever
alone*
Unleashedliebe