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Autore: zavarix    15/09/2011    2 recensioni
Kelly non ci poteva credere, suo padre non era venuto a prenderla! Dopo Sei mesi in mare voleva rivederlo ma lui non c'era! La furia crebbe dentro di lei, quella furia che le serviva solo a nascondere un'altra domanda, più difficile da sopportare: e se fosse successo qualcosa?
No, si disse, come un bravo agente speciale Leroy Jetro Gibbs aveva pensato prima al lavoro! Ma il suo intuito e la conoscenza del padre le dicevano che non era così...
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Kelly Gibbs, Leroy Jethro Gibbs
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Gibbs' Daughter'
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Ecco a voi il secondo capitolo a così poca distanza dal primo :) Non ho niente di importante da dirvi, quindi vi lascio alla storia

 

Buona lettura...

 

 

 

 

PAPÀ, DOVE SEI?

 

 

 

Kelly raggiunse l'ufficio del padre ma gli bastò un'occhiata per capire che lì non c'era.

«Signorina? Sta cercando qualcuno?»

Kelly si girò verso l'uomo che aveva parlato e lo riconobbe come Timothy Mcgee, un agente della squadra.

«Si, mi chiamo Kelly Gibbs e sto cercando mio padre» rispose con un sorriso, Mcgee la guardò stralunato.

«C-cosa? C-come hai detto? Figlia di Gibbs??»

«Ehi Mcgoo! Chi è questa? una tua nuova amica?»

Tony si bloccò nel sentire uno scappellotto sulla nuca, e a darlo era stata proprio la nuova venuta!

«Porta rispetto, DiNozzo, alla figlia del tuo capo!» Disse Kelly fronteggiandolo.
 Tony ,e Ziva che era dietro di lui, come Mcgee restarono a bocca aperta.

«Ma come? Non sapete chi sono?» Kelly era sempre più arrabbiata con il padre, come aveva fatto a non parlare di lei con i suoi colleghi? A quanto pareva non aveva neanche accennato l'argomento "figlia".

«Mi volete dire che non vi ha parlato di me e di mia madre?»

«No, noi sapevamo solo di tre mogli...» Le disse Tony che nel frattempo aveva ripreso il controllo sulla sua voce

Ora era Kelly a guardarli stranita, va bene che era riservato suo padre, ma non immaginava fino a questo punto!

«Ci potresti spiegare questa storia?» chiese Tim curioso.

«Ok, dopo essere piombata qui all'improvviso vi devo delle spiegazioni» Acconsentì.

«È successo tanto tempo fa, stavo andando a scuola con mia mamma. Alla guida c'era un agente del NIS che ci doveva proteggere, ma poi gli hanno sparato e noi abbiamo fatto un incidente. Lui e mia mamma sono... sono...» Kelly non riuscì a terminare la frase, il ricordo era ancora doloroso, nonostante il tempo che era passato ma la fine della storia si era capita.

«Papà ne uscì distrutto, ma io ero sopravvissuta e quindi non si lasciò vincere dalla disperazione»

Kelly guardò i tre agenti che l'avevano ascoltata a bocca aperta.

«Mi dispiace, non avrei mai immaginato che...» Anche Tony non riuscì a finire la frase tanto era stupito.

«Beh, ora che ci siamo presentati potete rispondere alla mia domanda?» Kelly aveva ritrovato tutta la sua forza.

«Ehm si, cioè no... il capo non è qui, non lo vediamo da ieri sera, ma ci aveva avvertito che oggi faceva tardi e quindi non ci siamo preoccupati» Kelly lo guardò triste e Tony si pentì di quelle parole.

«Oggi doveva venire al porto a prendermi ma non si è presentato, pensavo avesse un caso molto urgente ma ora voi mi dite che non è qui...» disse la figlia diventando sempre più proccupata.

«Posso provare a chiamarlo...» Propose Ziva parlando per la prima volta.

«È inutile, è da quando sono arrivata che sto provando a contattarlo ma va diretto alla segreteria.»

Ora tutti erano preoccupati, il capo rispondeva sempre al cellulare, a meno che non volesse essere disturbato.

«Andiamo da Abby, di solito Gibbs va sempre da lei prima di andarsene...»

«Ottima idea DiNozzo» Si congratulò Kelly avviandosi verso l'ascensore, subito seguita dai tre agenti.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono andarono quasi a sbattere contro un'Abby molto preoccupata.

«Ciao ragazzi! Ciao Kelly!» disse vedendoli.

«Ma come? Tu la conosci?» Chiese Toni.

«Certo! Sono sempre da loro al giorno del ringraziamento» Spiegò

«Però sono preoccupata... ieri Gibbs non è venuto a salutarmi e questa mattina non mi ha portato il caffè!»

Kelly, Ziva, Tim e Tony si guardarono, doveva proprio essere successo qualcosa a Gibbs.

«Mcgee, conrolla il computer di mio papà, DiNozzo, i suoi movimenti da ieri mattina, Abby, le telecamere, Ziva con me, ho trovato la porta spalancata quando sono arrivata a casa, controlliamo lì.»

«Si capo!» Dissero gli altri in coro, Kelly aveva dato ordini a tutti, anche se era la più giovane della compagnia, ma nessuno si era lamentato e tutti si mossero per eseguirli.

 

In macchina Ziva ossevò con attenzione la ragazza seduta di fianco a lei scorgendo una sempre più chiara somiglianza con Gibbs, eppure ancora non poteva crederci, dopo tutto ciò che avevano passato insieme non gli aveva mai neanche rivelato di avere una figlia.

«Se ti stai domandando il perchè non vi ha detto niente forse te lo posso dire io»

Ziva la guardò stupita, aveva forse la capacità di leggere nel pensiero? Ma poi si ricordò che anche Gibbs sembrava avere quel potere.

«In effetti me lo stavo domandando» Disse Ziva.

«Credo che mio padre temi il passato, le foto di quegli anni sono tutte nascoste molto bene, in casa, e se non riesce a vedere delle foto credo che ancora meno riesca a parlare. Se vi avesse rivelato la mia esistenza avrebbe dovuto rinvangare il passato e devo dire che lo capisco, per quanto mi faccia soffrire lo scoprire che al lavoro si comportava come se io non esistessi» Kelly guardò Ziva che l'ascoltava attenta.

«Però il passato non si può cancellare, prima o poi rispunta fuori.»

Kelly fermò la macchina davanti alla sua casa e in quel momento squillò il telefono di Ziva

«David, Si ok Mcgee, riferirò» chiuse la chiamata e si volse verso la compagna.

«Gibbs è uscito di corsa ieri sera alle 19.15 è salito in macchina e sembrava avesse fretta... c'è anche un'altra cosa... ieri sera un anonimo gli ha mandato via e-mail questo»

Ziva mostrò il cellulare a Kelly che vide una sua foto con disegnato sopra un obiettivo.

«Nell'e-mail c'era scritto che se non avrebbe fatto ciò che dicevano loro ti avrebbero uccisa; mi dispiace Kelly»

Ma la ragazza non sembrava spaventata, anzi era ancora più decisa a trovare il padre.

«Non stiamo qui a perdere tempo, dobbiamo trovare mio padre prima che sia troppo tardi... chissà dov'è!»

Detto questo entrò in casa, subito seguita da Ziva.

 

°°°

 

Driiin driiin.

«Gibbs»

«Salve Gibbs, allora hai preso ciò che ti ho detto?»

«Si, e ora che devo fare?»

«Oh niente agente, hai fatto tutto ciò che serviva, ora basta che alzi le mani e ti arrendi»

Gibbs si girò e vide una donna affascinante dirigersi verso di lui con la pistola puntata.

Spense il telefono e mise le mani dietro la testa.

«Bravo, vedo che hai capito» disse la donna sorridendo e prendendo la sacca che Jethro aveva posato per terra.

Dentro c'era il suo fucile.

«Allora è questo il fucile che sparò a mio padre! Beh, ora questo stesso fucile ucciderà sua figlia!»

«Cosa? Non erano questi i patti! Avevi detto che se facevo quello che mi dicevi di fare Kelly sarebbe stata salva!»

«Vorrà dire che ho mentito» Rispose la donna ridendo.

«Lurida bastarda!» La accusò Gibbs.

«Non ti preoccupare, tu avrai diritto a un posto di onore in cui vedrai bene la fine di tua figlia; poi sarà tutto finito, ti libererò e tu vivrai tutto il resto della tua vita dicendoti che non sei riuscito a salvarla»

«Uccidimi piuttosto!»

«No mi dispiace, quando ti avrò liberato finirò in prigione ma almeno avrò avuto la mia vendetta, tu sarai peggio che morto!» Paloma Reynosa si concesse un'ultima risata e poi diede un forte colpo sulla nuca di Gibbs tramortendolo, un furgone si avvicinò e due uomini scesero a prendere il corpo svenuto di Jethro.

 

 

 

Continua...

  
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