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Autore: Querthe    16/05/2006    1 recensioni
Un'Organizzazione misteriosa, un nemico che ritorna e stranissimi poteri e tecnologie al servizio di quattro ragazze.
Si può leggere senza saperne nulla, ma consiglio un'occhiata a Doomland (prequel di tutta la storia).
Per ora ho finito il 1° episodio (cap 1-6) e il 2° (cap 7-11), mentre il 3° è in progress (cap 12-?)
Genere: Azione, Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Mi rifiuto di girare vestita così! - Si lamentò la francese, la voce attutita debolmente dalla maschera nera che le copriva totalmente il viso ad eccezione di una piccola parte sagomata per gli occhi. - Sembro un personaggio dei fumetti!
- Dai, Nicole, devi solo sopportare la maschera. Per il resto sei vestita esattamente come ti vesti di solito. Solo il tessuto è un po' diverso. - tentò di calmarla Helena, che aveva spento la solidomimesi, seguita pochi secondi dopo da Chiara, che aveva convinto Manga e gli addetti alla sartoria a non farle nessun costume.
- Se preferisci non indossarla, fai come me, che non ho addosso nulla!
- Molto spiritosa, elfetta, molto spiritosa. Effettivamente devo fare in modo che non mi riconoscano. Ho una famiglia da salvaguardare.
- Non si dimentichi, signora Navel... - Intervenne un tecnico della sartoria. - che la maschera, così come il vestito e i guanti che abbiamo copiato perfettamente da quelli che ci sono stati forniti, sono indumenti protettivi di ultima generazione, oltre ad avere l'effetto di non essere perfettamente riconoscibili da sistemi diversi dalla visione umana. Qualunque altro mezzo di visione registrerà la sua figura come un'ombra nera o del fumo di vari colori cupi. Se inserirà la distorsione, tramite questo pulsante posto sulla fibbia della cintura, anche l'occhio umano la vedrà indistinta. Sarà difficilissimo colpirla o anche solo notarla.
- Sai che allegria. - Commentò l'italiana, abbassando le orecchie come un cane bastonato. - Sembrerà di avere un negromante come alleato.
- Hai ragione... Visto che sono una maga, e che sono vestita di cupo, credo che potrei chiamarmi... che ne dite di Darkcaster?
- Approvato. - Rispose Shingo, annotando il nome e altre cose su di un taccuino. - Avevamo pensato il soprannome di Spheres per te, Chiara.
- Spheres?
- Sai manipolare i quattro elementi e le loro combinazioni, e si riteneva che i quattro elementi circondassero il Mondo con quattro sfere, per cui...
- Che roba complicata! Ma mi piace. D'accordo, in missione sarò... - Si interruppe e assunse una posa maestosa, con le mani sollevate e le ali spiegate. Abbassò il tono della voce, tentando di renderla malvagia. - la potente Spheres!
I presenti scoppiarono a ridere come la giovane, che rizzò le orecchie e ripiegò le ali accuratamente, lisciandosi alcune penne con le mani.
- Io ho già deciso di chiamarmi Tin Head, e il primo che commenta il significato del nome scoprirà fino all'ultimo il funzionamento di tutte le armi che ho addosso. Ovviamente su di lui. - tento di fare la voce grossa Helena.
- Tin Head? Forse era meglio testa di le... - iniziò la pianista, interrompendosi vedendo che l'amica stava facendo fuoriuscire dalle braccia due mitragliatrici e gliele stava puntando.
- Vediamo se il tuo costume resiste a proiettili all'uranio spento a meno di tre metri di distanza? - scherzò allusiva la scozzese, ben sapendo che al momento nessun armamento era attivo.
- D'accordo, d'accordo! Come siamo permalose! - Rise mentre la compagna faceva rientrare le armi. - Ma dov'è Pamela? E' via da quasi mezz'ora...
- Lei non ha poteri derivanti da condizioni particolari, e il fornirglieli non è indolore le prime volte. I tecnici che l'hanno accompagnata all'officina che già avete visto dovevano ricontrollare che tutto nell'ECI-01 fosse a posto, quindi spiegarle come collegarsi con l'armatura e come disconnettersi.
- Collegarsi? Disconnettersi? - domandò curiosa la pianista. Anche l'italiana mostrò di essere interessata a delle spiegazioni al proposito.
- L'ECI-01 è un'armatura comandata direttamente dalla persona che la indossa. La sigla significa Esoscheletro a Interfaccia Cibernetica, il numero indica che è il primo che realizziamo. Tramite un meccanismo sofisticato, Pamela si collegherà ai meccanismi elettronici della tuta che indosserà. Tale collegamento tocca direttamente i nervi della spina dorsale, e in teoria è leggermente doloroso mentre penetra fino ai nervi e quando se ne distacca...
- Leggermente è un eufemismo! - disse una voce vagamente metallica dietro di loro.
Si voltarono, trovandosi faccia a faccia con l'ECI-01. Pur assomigliando ad Helena, le forme femminili erano molto più precise, e non erano presenti i cavi passanti alle giunture, facendo rassomigliare l'americana ad una figura completamente coperta da una aderente tuta metallica senza aperture. Con lei c'erano tre tecnici che la stavano monitorando su terminali portatili.
- L'interfaccia ha provocato problemi? - chiese autoritario Shingo agli uomini.
- Non particolari, signor Heian. Il soggetto riscontra la connessione e la sconnessione dolorose, ma come teorizzato non rimangono segni rilevabili con alcun tipo di indagine in nostro possesso. La signora Nearod ha già acquisito un discreto possesso delle capacità dalla Cybersuit, anche se non ha ancora controllo delle funzioni mutagene dei guanti. Prima ha tentato di creare un artiglio e...
- Potremmo evitare di divulgare il casino che ho combinato? - Lo interruppe l'americana, voltandosi verso l'uomo che stava parlando. - Sono un avvocato, non un soldato. E poi sono solo dieci minuti che la indosso. Non potete pretendere che me la sappia cavare alla perfezione!
- Più che giusto. - Annuì il giovane orientale. Si rivolse ai tecnici. - Credete che possa resistere per qualche minuto senza di voi?
- Certamente. Nessun armamento è attivo, e non abbiamo ancora abilitato le funzioni offensive o difensive corpo a corpo. Si ricordi solo che ha un'autonomia di circa tre ore, dato che non pensavamo...
- Va bene, va bene. Ora potete andare, signori. Vi ringrazio.
Nella stanza rimasero solo le tre giovani, il droide e il giapponese.
- Manca solo di scegliere il tuo nome in codice, Pamela, e uno per la squadra, e poi ognuno di voi potrà tornare alla sua casa. Naturalmente, Pamela, dovremo sistemare con te alcuni particolari per l'addestramento individuale e per la sistemazione nel tuo nuovo appartamento, dove avrà sempre accesso alla Base dell'Organizzazione e all'ECI-01. Voi due diventerete intimi amici.
- Più di così? Ma non potevate farla funzionare anche se indossavo un minimo di vestiario? Mi fa una certa impressione essere... - non si vide, ma tutti erano certi che la giovane, sotto la maschera metallica, fosse arrossita.
- Mi spiace, ma per adesso dovrai accontentarti.
- Una ragazza cyborg! - pensò ad alta voce Chiara, scuotendo divertita la testa. - Come in un olo che ho visto alcuni mesi fa...
L'americana si mise una mano al mento come per pensare. Dopo alcuni secondi annuì con fare soddisfatto.
- Deciso. Sono una ragazza. Sono cibernetica, per cui Cyber Girl! - esclamò entusiasta l'americana, mentre un lampo azzurrastro passava nel visore filiforme che le copriva gli occhi.
- CG per gli amici. - fece eco Helena.
- E sia. - disse Shingo, prendendo come al solito nota di tutto.
- Ora possiamo tornare a casa. Ho una certa nostalgia della mia sperduta isola!
- O di un certo ragazzo indigeno tutto muscoli e sorrisi? - la stuzzicò la francese mentre si abbassava il cappuccio della veste e si toglieva la maschera.
- Ma vai al diavolo! - le rispose la rossa, gettandole addosso alcune palline di luce rossastra, che l'altra immediatamente fece infrangere su di una barriera di energia blu che comparve davanti a lei.
- Incredibile! - Rimase stupita l'americana. - Davvero incredibile!
- Oh, non è nulla! Aspetta di vederle davvero all'opera, poi potrai davvero dire che hai visto di tutto. E poi, credi di essere più normale? Sei collegata con un computer tramite i nervi e comandi un aggeggio che costa una cifra a dodici zeri, e la prima non è un uno... - le disse scherzosa il droide.
- Signore, potrei suggerire di concludere davvero scegliendo un nome per la squadra, così potremo andare a riposarci? Ho due giorni di sonno arretrato, e credo che Cyber Girl voglia tornare al più presto ad essere Pamela Nearod.
- Ben detto, Manga. Che nome proponete? - chiese alle altre Helena.
- L'Organizzazione aveva pensato a Gruppo Omega, dato che sareste la nostra ultima speranza...
- Te lo scordi, Shingo! - disse l'italiana, mostrando ostentatamente la lingua per dimostrare che non gradiva affatto il nome.
- Anche a me non soddisfa. Big Force? - propose Nicole, anche se dal tono non sembrava che il nome la convincesse.
- Ho un'idea. Nessuno di voi è normale, e... - L'americana si osservò. - nemmeno io in questa scatoletta sono proprio ordinaria. Siamo tutte strane, per cui perché non Strangeforce?
- Mentre prendete una decisione, posso accompagnare CG all'officina, così potrà prendere un po' di fiato? - Chiese l'orientale. - Credo proprio che i tecnici dovranno fare qualche grata di ventilazione supplementare, o un giorno o l'altro soffocherà di caldo in questa latta costosissima! - concluse dando un colpo leggero al braccio destro della giovane, che risuonò come se fosse di metallo massiccio.
- Ottima idea! - esclamò entusiasta la bionda, che stava letteralmente squagliandosi nella tuta di metallo che indossava. Si stupì di aver sentito il colpo come se lui le avesse sfiorato il braccio.
Le altre annuirono e iniziarono a pensarci su, discutendo sottovoce tra di loro, mentre l'americana e il giovane si diressero verso l'officina e Pamela uscì dalla corazza, non riuscendo a trattenere un grido e una lacrima quando il collegamento veniva rimosso dal suo collo, vicino al punto in cui il cervello si univa ai nervi vertebrali.
- Ma sarà sempre così doloroso?
- Credo di sì! - le rispose mesto un tecnico, mentre osservava il punto in cui l'innesto si trovava fino a qualche istante prima.
Nessun segno era visibile.
- Ma come è possibile che io senta la corazza come se fosse la mia vera pelle? - chiese la giovane, mentre le porgevano un indumento nero e le mostravano il camerino dove cambiarsi.
- L'ECI-01 ha una rete di sensori di pressione, di calore e di altro genere per simulare il comportamento della pelle, e le informazioni sono trasmesse direttamente al cervello dell'occupante. In effetti il corpo non risente delle condizioni esterne se non sono eccessive, ma il cervello si rende conto di ciò che gli sta attorno, anche se le varie soglie del dolore sono spostate opportunamente. Una soluzione diversa da questa potrebbe portare in breve tempo a stress da deprivazione sensoriale. - le spiegò la voce di un tecnico attraverso la porta dello spogliatoio.
Quando tornarono dove avevano lasciato le altre, la bionda aveva indossato nuovamente, trovandola estremamente più comoda della cybersuit, la tuta in cui si era svegliata.
- Abbiamo discusso la tua idea, Pamela... - Disse Nicole. - e crediamo che sia la migliore, per cui... - Si rivolse al giovane orientale. - Shingo, puoi segnare pure sul tuo taccuino che avete guadagnato una...
- Strangeforce! - gridarono divertite le quattro giovani, alzando il braccio in segno di vittoria.
Alcuni tecnici presenti si voltarono a guardarle, quindi spostarono lo sguardo tra lo stupito e lo spaventato su Shingo, che non sapeva dove voltare la faccia per non far notare l'imbarazzo. Riuscì solo ad aprire il suo blocco note e a segnare alcuni dati sul foglio, scuotendo la testa affranto.
- In che guaio mi sono cacciato? - pensò mesto.
   
 
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