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Autore: ikuccia    21/09/2011    1 recensioni
Questa è al storia di una fotografa chiamata ad immortalare Jared Leto.
Quello che doveva essere un normale servizio fotografico si trasforma in un uragono di emozioni, rivelazioni, sensazioni...alla scoperta di Jared
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Conoscevo ogni singola nota del nuovo cd; avevo imparato ogni testo, ogni pausa ed ogni coro… Non facevo altro che ascoltare quel cd all’infinito. Credevo che la mia vicina si fosse, ormai, rassegnata a quella mia fissazione. Lei non poteva capire; per me quella musica era ossigeno! Ero stata in apnea per anni aspettando quel loro ritorno, ed ora eccolo li: quel corpo lucente racchiudeva la mia linfa vitale; tutto quello di cui avevo bisogno per andare avanti. Ogni giorno, quando tornavo dal lavoro, trovavo Jared accoccolato sul mio divano rosso che mi accoglieva con la sua chitarra. Mi fermavo in silenzio, sul pianerottolo, ed accostavo l’orecchi alla porta per poterlo ascoltare indisturbata, chiudendo gli occhi e sentendo il fuoco che si riaccendeva in me. Dovevo sembrare una pazza ma non c’era nulla di più travolgente che entrare nell’orbita di quell’uomo e abbandonarsi a quella attrazione. Ogni volta, dopo aver origliato le voci di casa mia, aprivo la porta e mi ritrovavo Jared li che mi aspettava e non chiedevo altro che essere investita dal suo continuo parlare. Mi aveva raccontato tutto del tour: le date, il messaggio di fondo, gli spostamenti, le varie pause che si sarebbero presi per girare nuovi video e per riposarsi…conoscevo tutto, anche le sue aspettative…Doveva essere un grande ritorno trionfale: i signori di Marte stavano tornando sulla Terra e lo facevano a loro modo. Sarebbe stata una rivoluzione guidata dalla luce della Triade; una guerra pacifica verso un nuovo mondo…Con lui riuscivo a vedere tutto questo ed era grandioso…Mi sentivo rinata! “Cris, e tu ci sarai in tutto questo, sarai al mio fianco…sarà la nostra rivoluzione” mi disse Jared quel pomeriggio. “io? Jared come? Io non so fare nulla…come posso esserci…” Jared mi appoggiò un dito sulle labbra per arrestare le mie parole e mi prese le mani stringendole forte; “domani mattina vieni in albergo da me e capirai tutto…Cris ce lo siamo promessi, sempre insieme, comunque vada, io e te”. Quelle parole suonavano surreali. Sembrava un sogno ma non lo era; la stretta delle sue dita intrecciate alle mie, i rumori della città che impazziva lì fuori, mi ricordavano che ero sveglia e stavo vivendo veramente tutto quello. Quella notte non chiusi occhio. Ripensavo alle parole di Jared e cercavo di immaginare cosa l’indomani mi portava. Mi tormentavo nel letto, rigirandomi ed incastrandomi nelle lenzuola. Quell’essere inquieta era frutto del nervosismo? Forse mi mancava il non essermi addormentata tra le braccia di Jared, che quella notte non era lì con me, cullata dai suoi discorsi sul mondo e sull’universo che ci circondava? Mi sentivo il cuore in gola e nel mio stomaco c’era un nido di calabroni. Desideravo che quell’ascensore si bloccasse con me dentro. Cosa mi aspettava nella stanza di Jared? Cosa sarebbe successo alla mia vita? Dovevo prepararmi a soffrire? Il mio cuore avrebbe retto? Le domande mi stavano uccidendo.... Si aprirono le porte e il mio cervello si gelò: dalla stanza 1664 fuoriuscivano delle voci che non riconoscevo. Poi sentì Jared ed il mio cuore iniziò a battere forte: il sangue scorreva impetuoso nelle vene e travolgeva quella paura fino a spingerla fuori dalle mie membra. Respirai forte e bussai. Davanti a me comparve Shannon che mi fece un sorriso buffo; sembrava mi volesse dire qualcosa ed infatti pronunciò una frase enigmatica: “ lo hai domato piccolina, adesso sei pronta per Marte”. Lo seguivo mentre mi scortava ai divanetti; non riuscivo a vedere oltre la sua schiena larga e muscolosa nascosta dietro ad una canotta aperta sui fianchi. Shan era appena più basso di me, ma era possente ed ingombrante come un leone. “E’ arrivata” disse con al sua voce roca, mentre faceva un passo di alto per mostrarmi a tutti. Jared era in piedi tra la poltrona vuota, che prima ospitava il fratello, e quella su cui era comodamente seduto Tomo. Fissai il croato a lungo e gli sorrisi; era la prima volta che lo vedevo dal vivo e trasmetteva lo stesso sentore di tranquillità che percepivo guardando le loro interviste. Sui divani c’erano signori impettiti in costosi vestiti e c’era Emma. Era proprio come me la immaginavo: bionda, esile e fottutamente rigida… Mi guardò a lungo e sentì il sangue congelarsi ed arrestarsi nelle vene, poi mi sorrise dicendomi :“benvenuta, ora ci siamo tutti…organizziamo questo tour signori; tra 3 giorni si parte”. Mi girai di scatto verso Jared e gli chiesi, con lo sguardo, di spiegarmi cosa stesse succedendo. Perché mi trovavo li, visto che era una riunione di lavoro? “vorrei dirglielo io…Cris, parti con me e…” “Parte con noi, Jared, con tutti noi” lo interruppe Tomo, girandosi verso di me e sorridendomi dietro al sua barba folta. Sgranai gli occhi e feci involontariamente un passo indietro. Shannon mi afferrò per la vita e mi disse, quasi sussurrato: “sei la nostra fotografa ufficiale! In genere le foto le facevo io, ma Jared mi ha spiegato…mi ha fatto vedere i tuoi scatti e sono felice di cederti il mio posto… cosi posso pensare solo alla mia batteria”. “Brò ti stai allargando troppo, non me la toccare…stai a debita distanza” disse Jared gelando il fratello con uno sguardo assassino. La risata di Shannon esplose riempiendo la stanza e risvegliandomi da quello shock. Sentì l’abbraccio di Jared: lo riconobbi dal fuoco e dal buon profumo che lo caratterizzava; “ te lo avevo promesso, saremmo andati su Marte insieme, piccola Cris…solo io e te…ricordi?” mi sussurrò dolcemente, proteggendo quelle parole dalle orecchie dei presenti. Facevo parte dello staff dei 30 Seconds to Mars… Non potevo crederci, Jared me lo aveva promesso che eravamo destinati a camminare l’uno al fianco dell’altro…Quella era una promessa di Marte! “piccola Cris preparati…prendi una valigia enorme e buttaci dentro tutto quello che può servirti per un anno…stiamo per tornare “ disse entusiasta Shannon mentre tormentava quel povero Tomo. Ero dietro le quinte con i ragazzi…C’era un grosso telo nero che copriva il palco e tutti gli strumenti pronti. Jared si era alzato un enorme cresta sulla testa; era ancora più punk e cosi vicino al mio spirito e al mio cuore che potevo respirare la sua essenza. La batteria di Shan era lucente e possente come una bellissima donna che chiede solo di essere sedotta dalla potenza di quelle bacchette. Tomo aveva la testa china ed abbracciava la sua chitarra come se fosse immerso in una preghiera, in un discorso intimo che si scambiava con quell’oggetto. Io ero li e potevo immortalare tutto questo. Il mio cuore stava esplodendo mentre sentivo l’energia penetrare dalle fibre di quel telone. Sentivo le urla, la gioia, l’energia degli echelon… Li percepivo mentre entravano in me… Era una scarica elettrica che sbatteva contro il mio cuore…Non puoi resistere a quella energia: ha una magia unica ed aliena! “Venite tutti qui…Cris anche tu” disse Jared spalancando le braccia…mi ritrovai incastrata in quell’abbraccio e, rivolgendo la macchina fotografica verso l’alto, lo impressi per sempre. Tomo e Shannon presero posto. Jared mi afferrò la mano e, trascinandomi sul palco, mi disse “ quando andrà giù il telo vedrai Marte… Questo è quello che posso offrirti, è quello che io sono…che noi siamo e saremo, io e te, Cris!”. Prese il microfono ed iniziò il nostro percorso verso il pianeta rosso. Shan sbatteva forte facendo vibrare quei piatti… Tomo saltava mentre le sue dita creavano energia… Jared guardò il fratello e l’amico; l’ultimo sguardo, il più lungo, lo destino a me… poi iniziò: “Time to escape . The clutches of a name . No this is not a game (It's just a) I don't believe in faith . But the bottom line . It's time to pay . You know you've got it “. Le luci si accendevano e si spegnavano… la folla urlava eccitata ed intonava quella canzone che conoscevo bene; mi aggiunsi al loro coro e sentivo l’energia crescere… Il telo nero venne giù… Il flash della mia Canon si accese per assorbire quello spettacolo: era una massa informe di volti e sogni che si stavano fondendo insieme, e la colla era l’energia dei ragazzi…La potevi respirare… ti entrava nelle cellule e ti rapiva… Eravamo lanciati nell’universo…Oh si, quel posto non poteva essere la Terra, non c’è nulla di così magico lì giù… Questo era Marte… Eravamo noi: piccole particelle che creavano un nuovo pianeta, un nuovo cosmo un nuovo inizio! Ero su Marte, e non l’avrei abbandonato per tutta la mia vita! The end
  
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