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Autore: Lione94    22/09/2011    3 recensioni
L'amore? Sì grazie, ma non più lungo di un mese.
Questo è il pensiero di Alba Maggio, teenager di diciassette anni, che con l'universo maschile non riesce a stare in contatto per più di tre settimane.
Cosa succederà quando deciderà di mettersi in testa di essere il nuovo guru dell'amore?
Aggiungete un miglior amico dal sorriso irresistibile, una migliore amica senza peli sulla lingua e il disastro per un'estate appena iniziata è assicurato.
Dal secondo capitolo:
...Le sue parole mi colpirono come un colpo di sole alla testa davvero forte. Io gelosa?
Io non ero gelosa!
" E' il mio miglior amico " mi giustificai.
" Ah, e da quando gli amici notano fossette irresistibili sulle guance? " insistette lei.
Colpita e affondata, e nemmeno riuscii a ritornare a galla dato che la gelosia mi affogò definitivamente.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 La fase della negazione






Ok, ero gelosa del mio migliore amico ma questo non significava niente, vero?
D’altronde io ero gelosa di una moltitudine di persone: di mia madre quando elogiava le mie sorelle e non me, delle mie sorelle se mi trascuravano per i loro amici e anche della stessa Emma, sì!
E poi anche lei consideravo bella! Non mi soffermavo a guardare il suo corpo perché non ero…
Ma che diavolo sto pensando?!
Nooo, non mi poteva piacere il mio migliore amico!
<< Lo stai di nuovo fissandooo >> osservò con perfidia Emma, canticchiando.
Presa in flagrante, mi voltai verso di lei indossando la mia migliore faccia da poker. << Non è vero. Ero persa nei miei pensieri >>
<< Su di lui >> mormorò Emma ma feci finta di non sentirla << Secondo me sareste una bella coppia >> se ne uscì poi bella come il sole facendomi quasi strozzare con la mia stessa saliva.
<< Smettila! >>
Ma che avevo fatto di male per meritarmi una migliore amica così rompiscatole?
<< Uffa, Alba! Ma perché sei entrata nella fase della negazione? >>
<< Io non sono entrata in nessuna fase della negazione, ok? >> ribattei a denti stretti << Lui è il mio migliore amico e non rovino il nostro rapporto per una stupida fantasticheria >>.
<< Ok, va bene, sta calma >> disse offesa, poi ridacchiò: << Come sei testona! >>
<< Basta! >>
<< Va bene, sto zitta >>
<< Bene >>
<< Bene >> ripeté lei, scimmiottando il mio ciglio incavolato.
Soffocai un gemito disperato.




<< Alba? >>
Alessandra, la mia sorellona, si affacciò alla porta della camera che condividevamo.
<< Sì? >> chiesi mentre sottolineavo con la matita un paragrafo importante sul libro.
<< C’è Flavio >> disse tranquilla e poi se ne ritornò in salone dove stava guardando un film davanti al televisore.
Alzai la testa di scatto dal libro che stavo studiando per le vacanze e sentii il cuore sobbalzare.
Ma che diavolo! Che cosa ci faceva qui? Dovevamo vederci dopo con gli altri.
Mi alzai e di corsa presi lo specchietto dalla borsa, mi sciolsi i capelli e cercai di sistemarli. Mi fermai solo quando capii che stavo facendo… no aspetta, che cavolo stavo facendo? Lui era Flavio. Mi aveva vista anche in condizioni peggiori di così, perfino quando portavo quell’orribile apparecchio ai denti. Lanciai con forza lo specchio sul letto.
<< Stupida! >>
<< Che cosa stavi facendo? >>
Mi voltai e mi prese quasi un colpo a vederlo appoggiato allo stipite della porta.
<< Niente, ma non si bussa più? L’educazione oggi l’hai lasciata a casa >> dissi acida, ancora arrabbiata per il mio stupidissimo comportamento da scema.
Ignorò la mia frecciatina e mi guardò in modo strano. << Ti stavi forse facendo bella? >>
Mi fermai, irrigidita, pietrificata. Mi aveva forse colpito con un Pietrificus Totalus?
<< No >>.
<< Ti sei sciolta i capelli >>
Perché insisteva?
<< No >>.
Mio Dio, sembrava che in quei giorni conoscessi solo quella parola!
<< Come dici tu >> lasciò cadere il discorso e si sedette sul mio letto << Comunque ti stanno bene anche legati >>.
Oh no!
Cercai di impedire al mio cervello di partire solo per quel piccolo e insignificante complimento.
<< Ma che ci fai qui? >> gli domandai sedendo accanto a lui, che ridacchiò: << Grazie dell’accoglienza! >>.
<< Scemo! >>
<< Chris e Nicola sono partiti con la squadra di calcio. Emma e Ludovica sono andate al cinema a vedere quell’orribile film… >>
<< A già quella schifezza con zombie e vampiri. Volavano portare anche a me ma io mi sono rifiutata! >> lo interruppi ridendo.
<< Brava! Quindi ecco che rimaniamo noi due soli, così sono passato da te >> concluse con un sorriso, quel sorriso. Perché quel “noi due soli” continuava ad echeggiare nelle mie orecchie più del necessario?
<< Dimentichi Mary >> dissi con un tono che non seppi dire se fosse più deluso o sollevato.
<< Ah già, beh lei ci raggiungerà più tardi direttamente al centro commerciale perché deve badare alla sorellina finché la madre non torna a casa >>.
<< Capito >>.
Rimanemmo in silenzio per un po’.
Finsi di interessarmi con attenzione alle decorazioni delle infradito che portavo ai piedi, poi quando fui sicura che il suo sguardo non fosse su di me, io spostai il mio su di lui. Osservai prima il suo volto mentre curiosava tra i titoli dei libri sulla mensola di fronte a noi, scivolai sul corpo seguendo la linea delle spalle e poi quando tornai al suo volto incontrai i suoi occhi.
<< Sei strana >>
Ops! Mi morsi il labbro inferiore.
<< No, che dici >>.
<< Oggi ti si è forse rotto il disco su quella parola? >> mi domando ridendo.
<< No! >>
Mi diede uno scappellotto sulla fronte che mi fece cadere sdraiata sul letto. Gli diedi una pizza sulla schiena e lui per tutta risposta prese a farmi il solletico.
<< Basta, basta! >> esclamai senza fiato e con le lacrime agli occhi per le risate.
<< Ti arrendi al nemico? >> domandò lui continuando a torturare il mio fianco sinistro.
<< Sì sì mi arrendo! Smettila, ti prego >> urlai cercando di liberami dalle sue dita.
Flavio rise e si buttò sdraiato accanto a me. Avevamo tutti e due il fiatone per le troppe risate.
Si voltò a guardarmi: << Vedi che allora sai ancora parlare… purtroppo >>.
Roteai gli occhi al soffitto in un gesto di esasperazione e sbuffai. Girai il volto per guardarlo quando sentii la sua mano giocare con un ciuffo di capelli che mi era finito davanti gli occhi per poi sistemarlo dietro l’orecchio. Senza fiato, lo fissai negli occhi castani e lui sorrise con la fossetta sulla guancia.
<< Allora… mi dici che cos’hai? >>
Il suo tono di voce si era abbassato o era solo una mia impressione?
Mi alzai di scatto e spezzai l’atmosfera strana che si era creata. Noi di solito non eravamo così… elettrici.
<< Andiamo? >>




Alle sei e mezza anche Mary si unì alla nostra compagnia e all’improvviso il pomeriggio non mi sembrò più così divertente. Insomma io e Flavio da soli stavamo molto meglio, solo con lui riuscivo a divertirmi a fare il gioco degli sguardi e a immaginare i dialoghi della gente che passava. Da quando era arrivata Mary lui non mi prestavano troppa attenzione e mi rodevo in silenzio che io avevo creato ciò.
La verità è che tu lo vuoi avere solo per te!
Gelosa!
<< Zitta >> sussurrai alla mia testa ma fu lei che lo urlò a me quando notai che quei due davanti erano troppo vicini.
<< Ehi ragazzi! >> mi misi in mezzo a loro e presi il braccio di Flavio sotto il mio << Uh, andiamo in quel negozio, che bello! >> esclamai tutto d’un fiato prima che potessero chiedere qualcosa sul mio comportamento perché avevo scelto di fiondarmi in un negozio di articoli casalinghi, che solito evitavo << Mi serve un pelapatate! >>.
<< Beh mentre tu ti diverti qui, io e Flavio potremmo… >> cercò di dire Mary, annoiata dal mio ennesimo sproloquio su uno scolapasta.
<< No! >> risposi pronta, aggrappandomi con troppa enfasi a Flavio << Ehm… cioè ho un bisogno estremo di una consulenza, ma se tu vuoi, Mary, puoi andare fuori… >>
Sì, fuori dai piedi!
<< D’accordo, vi aspetto alla panchina qui vicino >>.
Evitai lo sguardo di Flavio e mi concentrai sui colori delle tazze di un servizio da te.
Fantastico, mi ero infatuata del mio migliore amico! E la cosa mi aveva anche reso più scema del solito.


  
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