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Autore: Slytheringirl093    27/09/2011    3 recensioni
Prima classificata al Contest "Laguna Blu" di Onelove4.
"Pochi giorni, e tutto cambia.
A volte quello che non succede in una vita, succede in un attimo. E quell'attimo, bisogna coglierlo. Perchè la vita è troppo breve per essere infelici."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prima classificata al Contest Laguna Blu di Onelove4 .

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Carpe Diem

"Pochi giorni, e tutto cambia.
A volte quello che non succede in una vita, succede in un attimo.
E quell'attimo, bisogna coglierlo.
Perchè la vita è troppo breve per essere infelici."



Draco riaprì gli occhi piano, sbattendo le palpebre, che sentiva pesanti, forse anche troppo. Si sentiva tutto indolenzito, come fosse paralizzato e di conseguenza gli riusciva difficile anche solo pensare di riuscire a muoversi. Sentiva il sangue sgorgare dalla sua fronte, e la sua testa sembrava volesse scoppiargli da un momento all’altro: di certo non era uno dei suoi giorni migliori. Due colpi di tosse lo fecero tornare ad essere padrone dei propri polmoni, mentre le mani cominciavano a riprendere la loro funzionalità. Draco, con un brusco movimento, riuscì a rivoltarsi a pancia in su, dandosi una spinta con il braccio destro: errore. Un lacerante dolore allo sterno gli fece capire di essere ridotto più male di quanto pensasse. Mordendosi il labbro inferiore il giovane Malfoy tentò di portare una mano sul suo torace: riuscì a portarvi quella destra. Quando la risollevò , il palmo era rosso: sangue. 
“ Merda..” soffocò Malfoy, facendo seguire all’imprecazione due colpi di tosse. Chiuse gli occhi e prese un respiro, spalancandoli poi poco dopo. L’odore del sangue del quale la sua pelle era impregnata, era forte e dava la nausea. 
“Cazzo!” 
Una voce. Draco cercò di voltare il capo nella direzione indicatagli dal suo udito, ma era troppo difficile. Gli doleva dappertutto, e il suo collo sembrava immobilizzato. Attese, sperando in quella voce, o meglio che il suo proprietario si accorgesse di lui. Non sapeva nemmeno dove si trovava. Di certo però non era nell’ultimo posto nel quale si ricordava si essere stato.

“Pagherai.. pagherai per quello che ci avete fatto..” 
“ Io non ho fatto niente” 


“Sei ridotto male, ma sei ancora vivo Malfoy. ” 
Draco sollevò gli occhi e lo vide: sopra di lui il bambino sopravvissuto lo guardava dai suoi soliti occhiali, esaminandogli tutte le ferite. Aveva un taglio sul collo e sul braccio , qualche graffio, ma per il resto sembrava stesse bene. Sicuramente meglio di lui. 
“..Sfregiato..” disse il biondo, tossendo subito dopo. Harry Potter si chinò accanto all’ex Serpeverde, osservandogli più da vicino le ferite che aveva sul torace, e i vari tagli sparsi per il corpo: Malfoy aveva perso molto sangue, ed era conciato decisamente male. La consapevolezza di poterlo salvare lo nauseava per quanto odio provava nei riguardi del biondo. Ma doveva salvarlo. Lo aveva promesso, dopotutto.
“ Sta zitto, Malfoy!” lo interruppe Harry. Erano finiti su quell’isola, Dio solo sapeva come! Doveva agire in fretta se voleva salvarlo: Malfoy continuava a perdere sangue. Harry portò una delle sue mani nella tasca dei jeans, e estrasse il dittamo, che fortunatamente portava sempre con sé. Potter stappò la boccetta e ne versò qualche goccia sulla ferità del torace, quella più grande, e qualche altra goccia sulle altre ferite del biondo. Malfoy emise una specie di rantolio al contatto del liquido con la ferite: non riusciva nemmeno ad urlare. Ben presto il torace del biondo fu avvolto da alcune bende, uscite dalla bacchetta di Harry , che restava a guardare limitandosi a qualche movimento con la bacchetta. Non voleva avere alcun contatto con Malfoy, se non strettamente necessario. Draco Malfoy rappresentava tutto ciò che Harry aveva sempre odiato: salvarlo non era esattamente una delle cose che il moro aveva previsto di fargli. Eppure ora era lì, davanti a lui, moribondo e lo stava salvando. Per lei. 
“ Questa è l’ultima volta che ti salvo il culo, Malfoy .” celiò Harry sospirando. 
Non ricevette risposta di alcun genere. Draco Malfoy aveva perso i sensi.

*** †

 “Harry ti prego!” 
L’ennesima preghiera. Altre leggere lacrime sulle sue candide guance. 
Harry sospirò, rassegnato. Lui non avrebbe mai voluto. Lo faceva solo per lei.
“Che cosa dovrei fare?” 
“ Vi spedirò lontano da qui. Per favore, prenditi cura di lui. Il tempo che sistemo questa cosa” 
“Credi di riuscire a farcela da sola? Come..?” 
“ Harry.. prenditi cura di lui” 
“ Io..” 
“ Promettimelo!” 
“ Te lo prometto” 


“Potter” 
La voce di Draco Malfoy, ridestò Harry dai suoi pensieri, riportandolo alla realtà. Erano poggiati ad un’alta roccia, poco distante dalla spiaggia sulla quale si erano ritrovati prima. Era scesa la notte. Harry spinse un altro ramo , raccolto in precedenza, nel fuoco e ragguagliò la fiamma, che si colorò di qualche altra sfumatura arancione, per poi tornare al suo rosso acceso. Spostò l’attenzione sul biondo che sembrava appena ridestatosi dal suo lungo sonno. Malfoy aveva gli occhi aperti, e lo guardava con le palpebre leggermente socchiuse. Era riuscito a mettersi seduto: Harry non se ne era nemmeno accorto, tanto era stato sovrappensiero. Ora Draco, una mano al petto e l’altra poggiata a terra, lo fissava con un espressione indecifrabile sul volto. Harry si lasciò andare ad un sospiro. 
“ Come ti senti Malfoy?” chiese il moro, tentando di rasentare un minimo di gentilezza. Dopotutto doveva assicurarsi che stesse bene. L’espressione di Malfoy restò immutata. 
“ Dove siamo?” chiese. Ignorando completamente l’affermazione del moro. Non aveva risposto alla domanda di Harry, bensì ne aveva formulata un’altra, di certo più importante per lui delle sue stesse condizioni di salute. C’era da aspettarselo.
“ Lontano da Londra” rispose Harry, freddo. Parlare con Malfoy , per quanto inutile potesse essere, era l’unico modo per passare il tempo.
“ Che ci facciamo qui, Potter?” 
La domanda di Draco arrivò chiara, diretta. La risposta di Harry fu altrettanto schietta.
“Aspettiamo” disse il moro. Draco levò un sopracciglio e lo fissò con evidente disappunto. Non era una risposta, quella. Attese che il moro si dilungasse in qualche migliore esplicazione, ma questa non arrivò. Il biondo chiuse gli occhi per qualche secondo, mentre vivide immagini facevano capolino nei suoi ricordi. 

“Sei solo un traditore!” 
Uno schiantesimo era volato appena sopra la sua testa, mentre Draco, con ottimi riflessi, si era abbassato per schivare l’attacco. L’uomo col cappuccio, seguito dai suoi amici avanzava verso di lui. Erano troppi, e lui era uno. Era praticamente impossibile uscirne vivi. 
“ Il Signore Oscuro ci avrebbe detto di proseguire, di andare avanti. E noi siamo intenzionati a farlo. Perciò stiamo facendo pulizia. E tu eri sulla lista” disse l’uomo giocherellando con la bacchetta fra le dita. 


“Cosa volevano da te?” chiese d’un tratto il bambino sopravvissuto fissando il fuoco ritto davanti a sé. Potter era passato dal silenzio alla parola così bruscamente che Draco aveva spalancato gli occhi, tornando al presente. Sentiva ancora la testa pulsare, mentre si massaggiava un tempia dolorante.
“ Quello che vogliono tutti, Potter. Vendetta” 
“ Lo stesso motivo per cui ..” 
“Hanno ucciso mia madre, si Potter. Lo stesso ” 
Draco aveva lasciato uscire quelle dolorose parole in modo freddo, rassegnato. La morte di sua madre era stata per lui un duro colpo. Narcissa Malfoy era stata uccisa perché ritenuta responsabile della caduta dell’Oscuro Signore. Aveva aiutato Potter, aveva mentito per lui. Grazie a lei, i Mangiamorte avevano perso la guerra. E per questo motivo, la vedova di Lucius Abraxas Malfoy era in cima alla lista dei traditori. Ed ora giaceva morta. 
“Mi dispiace per tua madre, Malfoy. Avrei preferito mille volte salvare lei, che te” sibilò Harry.
“Difatti non capisco perché tu mi abbia salvato , Potter” celiò il biondo, mantenendo nei toni una certa calma. Harry rise, ma di un riso amaro. Spiegarlo a lui? Non capirebbe. Si limitò a starsene in silenzio, Harry, voltando lo sguardo altrove, cercando di non incrociare quello del biondo. Non voleva dargli risposte, non voleva condividere nulla con lui. Tantomeno le sue ragioni.
“Senti Sfregiato..” disse Malfoy facendosi ancora un po’ più sotto alla fredda roccia e alzando il capo verso quello del moro di fronte a lui “ è evidente che mi odi almeno quanto io odio te. E’ evidente che non volevi salvarmi, nemmeno per quel tuo stupido senso di dovere da Grifondoro. Ti potrei dare mille motivi per i quali avresti potuto uccidermi tu stesso, o lasciarmi lì a morire dissanguato. Mi spieghi adesso, come cazzo ci siamo finiti io e te su questa sottospecie di isola deserta?” 
Harry aveva ascoltato, parola per parola, le sensate, doveva ammetterlo, conclusioni di Draco. 
Lui non capiva, e come avrebbe potuto dargli torto. Harry socchiuse gli occhi focalizzando la sua ragione, il motivo per cui lo aveva tratto in salvo. Glielo aveva chiesto lei. E a lei non aveva mai saputo dire di no.
“ C’è una sola persona che devi ringraziare e non è qui” 
Quelle erano state le ultime parole di Harry. Poi aveva spento il fuoco e si era disteso pronto per affrontare la notte. Il giovane Malfoy sollevò lo sguardo verso il cielo stellato, in silenzio. Era ancora vivo e lo doveva a Potter. Anzi no, lo doveva a lei. 


“Che diavolo ci fai qui?” le disse, vedendosela comparire davanti.
“ Dietro di te!” aveva urlato lei. Draco si era abbassato velocemente, evitando il lampo di luce rossa. 
“ Vattene!” urlò il biondo, voltandosi e lanciando un incanto verso la colonna sulla destra. La sentì affiancarsi.
“Non se ne parla. Io mi occupo di quelli a destra e tu..” 
“ Credevo mi odiassi” la interruppe il biondo a mezza voce, guardandosi intorno circospetto.
“ E ti odio ancora” 


“Da quanto tempo sei innamorato della Mezzosangue, Potter?” 
La domanda arrivò a bruciapelo, mentre il bambino sopravvissuto stava usando l’acqua dell’oceano per sciacquarsi il viso. Con tutta la tranquillità possibile, Potter si pulì gli occhiali, si alzò lentamente togliendosi i residui di sabbia dalle ginocchia, e tenendo lo sguardo basso. 
“ Buongiorno a te , Malfoy” disse in tono neutro e sostenuto. Il biondo non toglieva lo sguardo dall’ex Grifondoro, ancora voltato di spalle. Quella mattina era riuscito a mettersi in piedi , anche grazie ad un lungo bastone di legno che aveva trovato poco distante dal luogo in cui aveva trovato riposo. Prima di addormentarsi aveva avuto modo di riflettere a lungo su Potter, e su tutti i probabili motivi per cui ora i due si trovavano lì. Non ci era voluto molto a decifrare le parole del moro, della sera prima. 
Devi ringraziare una sola persona , e non è qui. 
Solo una persona si sarebbe preoccupata per lui. Da quando era morta sua madre, da quando erano morti i suoi due migliori amici, solo una persona avrebbe potuto spendere una buona parola per lui. 
La mezzosangue. 
Era successo tutto così in fretta. Quasi non se ne erano accorti. 

“Malfoy.. io ho saputo di tua madre” 
Draco sollevò lo sguardo dai suoi appunti, fissando la ragazza davanti a sé. Hermione Granger, con una mano ancora stretta alla maniglia della porta del suo ufficio che aveva appena aperto, lo fissava con evidente rammarico. Non si scompose. 
“ E con ciò?” disse, nel modo sprezzante col quale era abituato a trattarla.
“ Puoi .. si, insomma, sei libero di esentarti dai tuoi incarichi per qualche giorno..” preferì lei, con voce neutra, priva di qualsiasi tipo di emozione. Draco continuò a fissarla. Nulla.
“ Hai finito? Avrei del lavoro da sbrigare” la liquidò tornando alla pratica che aveva sulla cattedra. Hermione sospirò, abbassando lo sguardo. Poi lo rialzò, fiera come poteva esserlo solo lei.
“ Mi dispiace Draco.. mi dispiace davvero” disse. Quando il biondo sollevò lo sguardo , lei era già uscita. 


Era cominciata così, dopo la morte di sua madre. Hermione Granger era l’unica persona che avesse piacere a trascorrere insieme a lui un pomeriggio , ad essere mandata in missione con lui, a sopportarlo. Avevano cominciato ad affezionarsi , l’uno all’altro. 

“ Ecco vedi! Per questo amo parlare con le persone intelligenti” sbottò lei battendo il pugno sul tavolino.
“ Deve essere stata dura per te avere per tanto tempo solo due idioti come Potter e Lenticchia con cui scambiare due chiacchiere” ribattè Draco , girando con il cucchiaino il suo thè. Hermione levò un sopracciglio, stizzita.
“ Harry e Ron non sono due idioti” disse puntigliosa. Lui rise.
“ Si, certo.. come dici tu” 


La loro era una sana e strana ‘amicizia’ se così si poteva definire. Cosa che non era affatto approvata né da Potter , né da Lenticchia, ovviamente. Ma a loro non importava. C’era lei quando erano morti Blaise e Theo, o meglio quando li avevano uccisi. Perché anche Blaise e Theo non erano morti per nulla. 

“ Troveremo chi li ha uccisi, Draco” disse lei , osservando le due lapidi, una accanto all’altra. Draco fece comparire due corone di fiori e le posò su ognuna delle due lapidi. Non si era mai sentito così solo in tutta la sua vita.
“ Grazie per essere venuta, mezzosangue” disse a bassa voce. Hermione avvicinò la sua mano e intrecciò le dita a quelle del biondo. Non disse altro, non ce n’era bisogno.


“ Non credo siano affari tuoi, Malfoy” 
La voce di Potter riscosse Draco dai suoi pensieri. Potter si era voltato e ora lo guardava fisso, ritto di fronte a sé. Questa era la miglior dichiarazione che il moro potesse fare.
“ E’ per questo che mi hai salvato Potter? Perché te lo ha chiesto lei?” chiese il biondo. La domanda era precisa, e la risposta lo fu altrettanto 
“ Si” 
Il silenzio cadde sui due, mentre a pochi metri l’uno dall’altro si fissavano , incapaci di dire altro. Draco avrebbe voluto chiedergli di più, avrebbe voluto sapere. Eppure qualsiasi domanda gli rimaneva ferma in gola. Forse perché la ‘Mezzosangue’ era un argomento che nemmeno lui voleva toccare: si sarebbe sentito troppo coinvolto. Potter d’altro canto, mani in tasca, se ne stava in silenzio aspettando che il ragazzo gli ponesse le sue dannate domande. Entrambi erano ammutoliti. Harry, dopo qualche minuto , decise di interrompere quello stupido silenzio, e con qualche passo scomparve dalla vista del biondo, lasciandolo solo. Draco sospirò, osservando l’oceano di fronte a sé: chissà dov’erano, e chissà dov’era lei. 

***
Tre giorni. Erano passati tre giorni da quando Harry James Potter e Draco Lucius Malfoy erano arrivati su quella spiaggia deserta. Tre giorni dall’attacco a Malfoy Manor. Tre giorni di silenzio. I due cercavano di evitarsi il più possibile. Erano frequenti liti su ogni cosa, quando stavano insieme. La convivenza era assai difficile. Harry cominciava a preoccuparsi, davvero. Di Hermione non aveva alcuna notizia, ed essere bloccato con Malfoy per chissà ancora quanto tempo, non era un’idea che gli andava tanto a genio. L’indomani avrebbe fatto qualcosa, aveva deciso. Non avrebbe aspettato oltre. Forse fu questo, proprio l’idea che il giorno dopo avrebbe messo una fine a questa triste convivenza, a convincerlo praticare quel semplice incantesimo di trasfigurazione sull’acqua per tramutarla in whiskey. Quella sera , lui e Malfoy, bevvero così tanto da dimenticarsi perfino il motivo per il quale erano lì, su quell’isola. Bevvero talmente tanto da iniziare a parlare come due amici di vecchia data. E forse, come non avevano mai parlato fino a quel momento. Parlarono di tutto, di ogni cosa, e scoprirono cose dell’uno e dell’altro che mai si sarebbero aspettati. Galeotto fu il Whiskey, avrebbe detto Dante. E alla fine arrivò anche il momento delle confessioni. 

“Sai Malfoy.. credo tu abbia sempre avuto ragione a definirmi un’idiota..” disse il moro improvvisamente. Draco osservò il bambino sopravvissuto con aria curiosa, al di sopra del suo ennesimo bicchiere di whiskey.
“Io ho sempre ragione. Tu a cosa ti riferisci di preciso?” chiese. 
“ Sono stato un’idiota. Avrei potuto dirglielo tanto tempo fa.. e invece lei non sa nulla, nulla maledizione!” disse lanciando il suo bicchiere, intagliato dal legno di una corteccia, nel fuoco. Malfoy osservò il bicchiere del moro bruciare lentamente, mentre la testa cominciava a fargli male sul serio.
“ Ti riferisci alla Granger?” chiese il biondo massaggiandosi le tempie. 
“Si. Sono innamorato di lei da sempre, credo. Ma non ho mai avuto le palle per dirglielo.. capisci che intendo? Ho avuto un milione di occasioni per dirglielo e invece..” 
“Immagino nessuno ti abbia mai parlato del Carpe diem.. no, Potter?” 
“ Cogli l’attimo, no? Prendi tutto come viene.. si, la tua è una bella filosofia..” ragionò Potter. Malfoy scosse il capo, ridendo brevemente.
“Ti soffermi sull’inutile Potter. Carpe diem vuol dire ‘Cogli l’attimo’ , ma non nel senso in cui lo vedi tu. Orazio sosteneva che la vita è troppo breve, che la morte arriva prima che tu te ne accorga. Sembra che non ci sia mai tempo per nulla, perciò diceva ‘Cogli l’attimo’ e fa tutto ciò che puoi prima che sia troppo tardi” 
Le parole del biondo, ubriaco fradicio, risultarono le più sagge che il moro avesse mai ascoltato dalle labbra di quell’odioso ex-Serpeverde. Ma d’altra parte, anche Harry era troppo ubriaco per chiedergli come facesse a conoscere Orazio. 
“Secondo te è troppo tardi, Malfoy?” chiese Harry. Era chiaro a cosa il moro si riferisse. Potter ne era davvero innamorato. Forse molto di più di quanto avrebbe mai potuto amarla lui stesso. Non gli disse nulla, di lui e la Granger, di quello che c’era stato tra loro, o che c’era. Perché dirglielo, poi? Quando lui stesso aveva rovinato tutto? Draco sorrise, chiudendo gli occhi e abbandonandosi al sonno.
“ Non è mai troppo tardi, Potter..” 
***

“ Credo che dovremmo parlarne..” 
“ Eravamo ubriachi, Granger” 
“Si, ma credo dovremmo parlarne ugualmente” 
Hermione tirò a sé parte del lenzuolo bianco per nascondere la sua nudità, mentre Draco in accappatoio di fronte a lei la osservava dalla porta del bagno. Quella notte avevano fatto sesso. La sera prima avevano alzato un po’ il gomito , e la mattina si erano ritrovati nudi e abbracciati nello stesso letto. Bisognava parlarne. 
“ Di cosa vuoi parlare?” le chiese lui.
“ Di .. noi” disse lei, con fatica. 
“ Noi come coppia? Non farmi ridere Granger.. non dureremmo nemmeno un giorno, lo sai..” 
“Cosa ne sai tu! Potremmo provarci..”
“ Sei innamorata di me Granger?” chiese lui, un sorrisetto incredulo stampato sulle labbra.
“ Almeno quanto tu lo sei di me, Malfoy” rispose lei piccata.
“Chi ti dice che io ti ami?” la provocò lui.
“Appunto” 
“Non capisco..” 
“Nemmeno io..” ammise lei. Portò le mani alla testa e sospirò, mentre lui la guardava restando sempre lontano. Era bella. Era così bella..
“Forse è meglio lasciar perdere.. non mi va di parlarne” disse improvvisamente lei, alzandosi e raccogliendo tutti i vestiti sparsi sul pavimento.
“ Hermione..” 
“ Hermione, un corno! Fottiti!” e quelle furono le ultime parole della ragazza , prima di smaterializzarsi. 


Draco si svegliò di soprassalto, e con un gran mal di testa. Davanti a lui le braci del fuoco che avevano acceso la sera prima, e null’altro: Potter era sparito. A fatica, scoprì con disappunto, si alzò piano, fino a rimettersi in piedi poggiandosi alla roccia marmorea accanto alla quale si era addormentato. Non appena mise a fuoco meglio il tutto, si accorse che c’era qualcosa che non andava. La bacchetta di Potter era accanto alla brace, abbandonata. Potter non si allontanava mai, senza la sua bacchetta. Era sicuramente successo qualcosa. Il biondo si chinò per prendere la bacchetta dell’ex-Grinfondoro tra le dita e guardingo si alzò, cercando di tenere sotto controllo la situazione. Sentiva nell’aria qualcosa di strano. Un rumore, dietro di lui lo fece improvvisamente voltare. Una cascata di ciocche marroni subito gli saltò all’occhio.
“Hermione..?” 

**
Harry aveva sentito qualcosa di strano. Subito era tornato sui propri passi, abbandonando l’idea di farsi un bagno di primo mattino, ed era piombato nel loro solito spazio riservato alla notte. Del biondo neppure l’ombra, e neanche della sua bacchetta. Un urlo improvviso attirò la sua attenzione. Subito corse nella direzione indicatagli dal suo udito, e quando giunse nella piccola radura, quello che vide davanti agli occhi quasi lo spaventò. Draco era sul terriccio dolorante, e sembrava aver appena subito un Cruciatus. Probabilmente era colpa dell’uomo incappucciato che gli puntava contro la bacchetta. Poco lontano Hermione, era stata legata ad un albero. Quasi si era sentito morire. La sua Hermione. 
“ Signor Potter, attendevamo solo lei..” 
La fredda voce che lo accolse alle spalle, lo fece voltare di colpo. 
“Harry!” era il fioco richiamo di Hermione , stremata e legata all’albero. 
“Potter.. va via..” era la debole voce di Malfoy.
L’uomo incappucciato di fronte ad Harry lasciò scivolare all’indietro il cappuccio, rivelandosi per quello che era: Theodore Nott. 
“Nott..?” sibilò Harry, incredulo. Hermione sollevò il viso, esausta.
“ Nott..” disse senza voce.
“ Mi sembra di aver partecipato al tuo funerale, qualche tempo fa..” disse Harry osservando l’ex compagno di scuola. Un sorriso sadico si fece largo tra le labbra dell’uomo.
“ Beh.. chi di noi non ha mai sognato di simulare la propria morte?” disse l’uomo con tranquillità.
“Sei un bastardo Ted..” disse a fatica Malfoy , tentando di alzarsi. 
“Si, me lo disse anche Blaise, poco prima di morire..” 
“ Io ti ammazzo!” aveva urlato Malfoy, tentando ancora una volta di rimettersi in piedi. L’altro uomo incappucciato accanto a Draco gli scagliò contro l’ennesima maledizione, facendolo ritornare a terra. Theodore puntò lo sguardo sull’altro compagno.
“Puoi smetterla Pan.. credo che Draco ne abbia avuto abbastanza” 

Una donna dai capelli corvini si scostò il cappuccio dal capo, rivelando la sua persona. Pansy Parkinson osservava con sprezzo Draco disteso sul pavimento, ancora con la bacchetta puntatagli contro. Inutile dire che la situazione stava diventando davvero inverosimile. Pansy Parkinson e Theodore Nott che attentavano alla vita di Harry e Hermione, era plausibile, ma che tentassero di far fuori Malfoy.. rasentava l’assurdo! 
“ Mi piacerebbe stare qui a spiegarvi tutto quanto, ma ho un compito da portare a termine.. perciò Potter o ti fai da parte, e mi lasci finire da solo, come ha gentilmente fatto la tua amica, o .. non so, vuoi avere tu l’onore?” chiese galante Theo quasi porgendo la sua bacchetta tra le mani del bambino sopravvissuto. 
“ Harry!” 
L’urlo di Hermione, fece sì che l’attenzione dell’altra ragazza presente si spostasse verso di lei, e le puntasse la bacchetta contro con fare minaccioso.
“ Taci Granger” scandì lapidaria la Parkinson. Harry intanto continuava a fissare la bacchetta che Theo gli stava porgendo. Il moro Serpeverde rise, giocherellando con la bacchetta fra le dita. Poi lentamente si avvicinò ad Harry.
“ Valuta bene le circostanze Potter. Voltati e guarda : da una parte lei, la tua amica, la donna della quale sei innamorato da chissà quanto tempo, la donna alla quale sei stato sempre accanto e a cui non hai mai fatto mancare nulla, dall’altra parte lui, il nemico di sempre, lo spocchioso figlio di Mangiamorte, un vigliacco. Te l’hanno fatta sotto al naso, entrambi” sussurrò all’orecchio del moro occhialuto. Harry strinse le nocche, chiudendo gli occhi per qualche secondo. Che cosa stava dicendo?
“ Di che parli, Nott?” ringhiò sotto voce. Nott rise.
“ Dimmi.. chi ti ha chiesto di salvare Draco? La mezzosangue, non è vero? Sai perché, Potter? Riesci a immaginarlo..?” disse Theodore posizionandosi al fianco del moro. 
“Sai.. Pansy mi ha rivelato una cosa curiosa, pochi minuti fa. Sembra che quando abbia voluto colpirla con una maledizione senza perdono, seppure la Granger fosse priva di bacchetta, la maledizione le si è ritorta contro. Alquanto strano per una sola strega.. a meno che..” 
Harry sollevò lo sguardo osservando Hermione, legata all’albero, col capo chino. La vide osservare, piangente il corpo di Draco tremante sul pavimento. Piangeva come avrebbe fatto per lui. O forse no? Sembrava così.. disperata.
“ La vedi , Potter? Vedi la disperazione..? Forse sarebbe la stessa che avresti tu, se la vedessi morire davanti ai tuoi occhi..” 
Le parole di Theo cominciarono a rimbombare nella testa di Harry provocandogli un gran mal di testa. Quello che vedeva, quello che sentiva, quello che ricordava. Lentamente ogni cosa.. assumeva nuove sfumature, nuovi punti di vista. Lentamente si rendeva conto di quanto non aveva visto. Quasi si sentì mancare, quando Theo gli depositò tra le mani la bacchetta. Strinse il legno fra le sue dita, sentendosi improvvisamente potente, e avvertendo un desiderio di .. ribellione, di vendetta che mai era trasudato nelle sue mani, se non per la morte del suo padrino. 
“Lo faccio io” sibilò, mentre un sorriso compiaciuto si faceva largo sul viso dell’ex- Slytherin.

**
“ Mi hai mentito, Hermione?” chiese Harry puntando la bacchetta contro la ragazza. Hermione , piangendo a singhiozzi, scuoteva la testa. 
“ No, Harry! Io non .. ti ho mai mentito!” 
“Non c’è stato niente tra di voi?” chiese nel modo più cauto possibile. Hermione si morse il labbro inferiore, fino a farlo sanguinare. Ma a sanguinare, aveva iniziato, anche il cuore di Harry. 
“ Harry.. io..” tentò la ragazza, ma il giovane si era già voltato verso il biondo che tossiva qualche metro più in là.
“ Dio solo sa quante volte ti ho salvato il culo, Malfoy. . non mi hai mai detto un cazzo! Eppure tu l’avevi capito..!” urlò. Draco aprì gli occhi, fissando il cielo grigio, sopra di lui. 
“ Non mi pare io e te fossimo amici.. e poi.. io e la mezzosangue..” 
“ Non mentirmi! Come puoi ancora chiamarla così dopo che ci sei stato a letto, eh?!” 
L’urlo di Harry spaventò perfino Pansy, che con un tremito si avvicinò a Theodore, che si godeva lo spettacolo. Ci erano riusciti. Pochi minuti e altri tre nomi si sarebbero cancellati dal loro elenco dei traditori, e dei nemici. Erano agli sgoccioli, ormai.
“Harry, ti prego!”
“Sta zitta, Hermione! Sta zitta una buona volta!” urlò ancora il moro, facendo cadere in un silenzio singhiozzante Hermione. La rabbia lo stava divorando, da cima a fondo.
“Potter.. guardami” disse Draco, tossendo e attirando l’attenzione del moro, oramai in preda all’ira. Quando Harry si voltò, il volto di Draco era segnato dalle lacrime: erano piccole, certo, ma per chi come lui conosceva bene lo Slytherin sapeva quanto fossero preziose. 
“ Non ti impedirò di uccidermi se è quello che vuoi fare. Mi hai salvato la vita tante volte che credo che se dovessi morire per mano di qualcuno, preferirei fossi tu” 
Harry ascoltò in silenzio le parole del biondo, mentre una strana sensazione si faceva largo dentro di lui. Non era pietà, se ne rendeva conto. Mentre tendeva la bacchetta contro la sua nemesi di sempre, la sensazione di stare facendo qualcosa di sbagliato, qualcosa che l’avrebbe ferito si faceva sempre più spazio dentro di lui. Che si fosse.. affezionato a Draco Malfoy?
“ Harry.. Harry ti scongiuro..” 
Il debole richiamo di Hermione, lo fece distrarre. La ragazza sembrava davvero allo stremo delle forze, ma quel poco fiato che aveva lo riservava per implorare la pietà di Harry. Lo implorava di non uccidere Draco. Harry si voltò verso il biondo, scrutandolo ancora. Poi abbassò la voce, talmente tanto che quello che ne uscì fu quasi un sussurro.
“La ami?” chiese. 

***

Dum loquimur, fugerit invida aetas 
“Mentre parliamo, il tempo sarà già passato”

(Orazio)


***

[“Sai , in fondo non sei poi così male, Malferret” 
“Dici, Potter?”]


**
“ Credo che in un’altra realtà .. avremmo potuto essere amici” 
“ Sai Potter, credo tu abbia ragione..” 
“ E credo anche .. di essere sbronzo” 
“ Siamo in due” 
**


Salvarti per l’ennesima volta, non mi è pesato. Ci sono abituato. Vedi solo di non farmene pentire. In quei pochi giorni , su quell’isola, ho fatto la conoscenza , seppur mi ci è voluta una sbronza, di quello che forse è il vero Draco Lucius Malfoy. Forse è per questo che ti ho salvato la vita, ancora una volta. So che sei uno a cui non piace avere debiti con le persone, ti conosco abbastanza bene. Ti chiedo solo una cosa in cambio, che non dovrebbe pesarti poi molto: Amala. Rendila felice, Malfoy. Se cerchi sempre un motivo per non stare con qualcuno, alla fine lo troverai sempre. Forse ad un certo punto bisogna lasciarsi andare e seguire quello che dice il cuore. E’ dura da accettare, ma credo che Hermione possa essere realmente felice tra le tue braccia. Per quanto riguarda me , ho deciso di andarmene e seguire il tuo consiglio. Carpe diem ! La vita è troppo breve per non essere felici. 
Io ho colto l’attimo, ora fallo anche tu. 
Augurandoti di non metterti in pericolo di morte almeno per un po’, visto che non sarò lì a salvarti il culo di nuovo, stammi bene, Malfoy. 
Harry James Potter

P.s . Ah, quasi dimenticavo.. spero sia una femmina!



Draco sorrise, rileggendo per l’ennesima volta, quelle poche righe che aveva trovato sul comò della sua stanza ospedaliera. 
Pochi giorni e tutto era cambiato. 
Pochi giorni su quell’isola, avevano affrontato quella convivenza, 
nemmeno si trattasse di un naufragio. 
Ancora una volta grazie a Potter. 
Ora aveva la possibilità di cogliere l’attimo. 
Aveva la possibilità di costruirsi una famiglia, aveva suo figlio. 
Aveva Hermione
Carpe diem. 

Forse non glielo avrebbe mai detto, eppure lo pensò.
Grazie Harry James Potter. 
Grazie.


***







My Corner
Questa shot è nata per il concorso di Onelove4
Laguna Blu
e con grande soddisfazione , si è portata a casa il
Primo Premio!!
Spero sia piaciuta anche a voi!
Baci
Piccola_Star

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